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20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
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STORICI E TEMATICi |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 695 d.C.
(Vedi
QUI i periodi dei *** LA RIVOLTA CONTRO GIUSTINIANO
II
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")
*** FRANCIA: ULTIMI RE FANNULLONI
*** COSTANTINOPOLI - L'imperatore GIUSTINIANO II aveva cominciato bene a fare l'imperatore, nonostante la giovane et�, mentre ora pur essendo maturo (ha 26 anni), da quella persona mite che era, inizia ad essere indolente e dissoluto, ma soprattutto a trascurare gli affari dello stato sperperando denaro e nel contempo a condurre una burrascosa vita.
Volendo anche seguire il modello del suo omonimo nell'amore delle opere pubbliche, oltre che in altri campi, inizi� a spendere somme enormi.
Contro lo spietato fiscalismo imposto da Giustiniano per procurarsi denaro, a Costantinopoli scoppiano sommosse di popolo; i ribelli aiutati e guidati dalle fazioni ostili alla corona, irrompono nelle galere, liberano i detenuti e assaltano il palazzo imperiale uccidendo i luogotenenti del monarca, poi arrestano lo stesso imperatore che viene trascinato nelle vie di Costantinopoli in mezzo alla folla, che poi corre a riunirsi al circo per vedere decapitare l'imperatore. A incitare il popolo Leonzio, al grido "Tutti i cristiani a Santa Sofia, poi tutti al Circo, grande spettacolo" e invi� araldi a gridare la stessa cosa per tutta la citt�.
Prima a Santa Sofia Giustiniano volevano battezzarlo, poi al Circo decapitarlo.
LEONZIO, era uno dei detenuti, un ex governatore dell'Armenia fatto imprigionare da Giustiniano.
Lo voleva morto per vendicarsi, ma alla fine, terminata la sceneggiata, si accontent� di sfigurare l'imperatore tagliandogli il naso e la lingua, poi mandato in esilio a Chersona. Mentre i suoi due luogotenenti, Stefano e Teodoto, li diede in pasto alla folla per farne scempio per le strade della capitale come un trofeo di guerra.
A dare un appoggio ci fu anche il clero che, con i morti ancora a pezzi fuori da Santa Sofia, fu subito nella stessa cattedrale approntata una funzione e invocata la benedizione del Signore Iddio sull'evento, e concludeva il patriarca Callinico, con queste parole " Questo � il giorno che il Signore Iddio ha fatto". Per uccidere i nemici viene sempre scomodato Dio, che poi deve accorrere dai vinti dando anche a loro qualche cruenta soddisfazione.
Giustiniano forse si era fidato troppo di alcuni funzionari, che oltre che far rispettare alcuni suoi decreti con troppa solerzia calcavano la mano per prendersi una buona parte di quello che estorcevano con quelle tasse diventate insopportabili per il popolo ma anche dai piccoli e grandi proprietari. Ne aveva due di questi supercorrotti, fatti poi a pezzi dalla folla, Teodoto e Stefano. Del primo si hanno notizie inumane nell' estorcere il danaro dai sudditi: ex monaco, faceva appendere la gente che non voleva pagare sopra un fuoco acceso. L'altro, nel seguire le opere pubbliche faceva lavorare a sangue fino allo sfinimento gli operai, che se si rifiutavano per la spossatezza li faceva lapidare dagli altri.
Insomma tutte queste cose infamanti e questi eccessi di potere ricadevano sempre sull'immagine dell'imperatore che impegnato com'era a fare molte cose, e perfino nel difendere in prima persona il territorio, non ne era spesso neppure a conoscenza, tanto che un giorno venne a sapere che quel funzionario, Teodoto, aveva preso di mira perfino sua madre Anastasia, e non avendola riconosciuta, l'aveva fatta fustigare perch� secondo lui mentiva sul suo reddito.
Fra i suoi grandi lavori di opere pubbliche, che aveva iniziate con grandi spese, c'era anche un ripristino di alcune infrastrutture della citt�, la costruzione di poderose mura nella fortezza, ricostru� degli acquedotti, e seguendo di persona i lavori intraprese grandi lavori sulle fogne che collegavano la citt� a un tratto di mare, inutilizzato per la presenza di pericolose scogliere (non dimentichiamo questo importante particolare!)
Purtroppo nella sommossa di quest'anno tocc� pagare Giustiniano di persona. Cacciato, mutilato, e mandato poi in esilio, a prendersi il trono ovviamente fu il ribelle generale LEONZIO. Che per� non andr� molto lontano; risentiremo parlare di lui e anche dell'imperatore Giustiniano, che malgrado le imputazioni (fu chiamato Rinotmeto perch� appunto gli mancava il naso) e con mezza lingua (riusciva comunque a parlare) ritorner� a riprendersi il trono dopo altri drammatici eventi e altri eccidi, ma questa volta all'inverso con lui il carnefice, pi� spietato dello stesso Leonzio; fu infatti poi l'usurpatore Leonzio e i suoi amici a essere i protagonisti della spettacolare carneficina che al circo l'imperatore offrir� al popolo, dopo il suo rocambolesco rientro a Costantinopoli........ ci arriveremo nell'anno 698, nei seguenti e nel 705, quando appunto di turno sar� Giustiniano.
Durante questa assenza, Leonzio non � che miglior� le cose; anzi con l'idea di riconquistare le province perdute in Africa; come a Cartagine, che sembr� di aver riconquistato, ma poi sub� una terribile sconfitta con la perdita dell'intera flotta. Tornato a formarne un'altra, marinai e soldati si ammutinarono, lo catturarono, tagliarono questa volta a lui il naso, lo esiliarono e nominato un imperatore -Tiberio- tornarono indietro assediando la stessa Costantinopoli (698).
Ovviamente le cose non finirono qui. Giustiniano in esilio si stava organizzando.
*** FRANCIA - Muore il re fannullone CLODOVEO III; gli succede il fratello CHILDEBERTO III che come il solito gli viene riservato lo stesso trattamento di tutti gli altri, cio� fare il re bamboccio, pensare solo a divertirsi, lasciare governare che ci sa fare; e a saper fare in questo caso � sempre naturalmente Pipino di Heristal.
E' chiaro che PIPINO ora non avendo pi� antagonisti n� ostacoli (o almeno lui crede) � diventato ancora pi� forte. Consolidando il suo assoluto dominio -prima che ci sia qualche rovescio- crea fin d'ora una costola del suo maggiordomato con una parte del regno, aggiungendovi in sovrappi� i ducati di Reims e Sens, e lo affida a suo figlio GRIMOALDO. Carlo Martello, Pipino non lo ha ancora preso in considerazione, anche perch� non � un figlio legittimo, come il primo.