DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICi |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 624 d.C.
(
QUI riassunto del periodo ( longobardo ) dal 591 al 652 ) >
*** LA GUERRA DI ERACLIO A COSROE
Il carattere di Eraclio che dimostra di avere; in questi 4 anni di campagna contro i persiani ha affascinato molti storici, la forza della sua sincerit� e della sua personalit� impression� tutti quelli che in questo periodo vennero a contatto con lui, in particolare la chiesa che si rivel� disposta ad aiutarlo offrendogli le proprie ricchezze per iniziare la sua lunga guerra ai Persiani.
.
Eraclio non aveva affatto perso tempo in quella stanzetta dove si era ritirato per mesi e mesi a studiare la strategia dell'attacco. Che non era semplice; quasi tutti i territori bizantini erano circondati da truppe persiane a sud, come a est, e come terzo pericolo a nord aveva Slavi, Avari, Gepidi, Bulgari, Chazary, sempre pronti ad ogni debolezza dell'impero a scendere a fare razzie fin quasi davanti alle mura di Costantinopoli; e pi� di una volta superata Tessalonica, invasioni su tutta la debole Grecia, bizantina, ma di fatto negli ultimi anni con le varie crisi a Costantinopoli, lasciata sola a difendersi.
Come era stata quasi abbandonata la Pannonia e l'Istria, quel territorio che da tempo rappresentava un sistema difensivo anche per la costa delle Venezie, con la protettiva fortezza di Aquileia, da qualche anno per� caduta in mano longobarda.
Oltre che aver messo insieme una vasta coalizione interna, e aver chiesto sacrifici un po' a tutti, compreso il clero, Eraclio si era alleato anche con un gruppo di Chazary, pagandoli profumatamente; questi oltre che non averli pi� nemici alle spalle, gli erano utili per la sua campagna in Persia.
Partito per l' Asia verso la grande "avventura", Eraclio dopo aver svernato nei pressi dell'Aras, quest'anno il 20 aprile riprende la marcia risalendo l'Armenia; conquista Nahicevan e arriva nella citta' di Ganzaga (Gandza - Dastagerd) dove si trovava COSROE con 50.000 uomini, che per� lo abbandonarono e si diedero alla fuga all'arrivo delle truppe dell'imperatore, inutilmente perch� furono circondati e fatti prigionieri dai bizantini.
Eraclio non avendo pi� ostacoli davanti a s� pu� cos� conquistare la citt�, sede del pi� importante centro religioso della Persia con il grande Tempio di ZARATHUSTRA, luogo dove veniva conservato il fuoco sacro; santuario che viene poco dopo abbattuto dai bizantini. Psicologicamente � un fatto rilevante, perch� mette nello sconcerto i persiani nel vedere il grande mitico tempio distrutto e oltraggiato; del resto i bizantini si sono vendicati della distruzione che avevano compiuto i persiani al tempio di Gerusalemme anni prima e con la croce di Ges� Cristo trafugata.
ERACLIO continu� poi nel 625 l'inseguimento del Re in fuga; ma non ottenne granch� e nello stesso inverno durante la pausa, dopo avere fatto entrare nelle sue file alcuni prigionieri persiani, ne lasci� liberi circa 40.000 (che se ne ritornarono a Ganzaga); questo atto fu politicamente e strategicamente intelligente: fece una buona impressione alle genti persiane, ed allegger� nello stesso tempo l'imperatore da tutte quelle bocche da sfamare. Fu dunque una magnanimit� tattica che gli permetteva di procedere nei suoi progetti senza aver fastidiosi problemi interni e soprattutto problemi logistici.
(fu questa una felice mossa, che avr� il suo peso in seguito)
Nel successivo anno 626, ripresa l'offensiva, stringer� d'assedio le citt� intorno al lago di VAN; purtroppo qui dovette occuparsi delle notizie che gli arrivavano da Costantinopoli che non erano per nulla buone riguardo gli attacchi di avari-slavi nella zona greca nei pressi di Costantinopoli e nella stessa citt�, che sub� anche un tentativo di assedio.
Dall'Armenia Eraclio nel 627 supera il confine persiano iraniano, procede verso il lago Urmia, raggiunge Atropatrene. Ha davanti a se' la catena di montagne del Kurdistan, superarle significa scendere sulla grande Ninive. Siamo in settembre, ma decide -prima dell'inverno- immediatamente di attraversare la catena per mettersi alle spalle i persiani che col generale Rahzadh lo stanno inseguendo. Mentre Eraclio fa la traversata ancora con il tempo favorevole, gli altri giunti con molti giorni di ritardo, in piena marcia di trasferimento e inseguimento sono investiti sugli alti passi da violente tormente di neve; gelo e fame distruggono mezzo esercito persiano; i bizantini nel frattempo sono riusciti ad arrivare a Ninive, ad accamparsi sul guado del grande fiume Zab, e a tendere qui una trappola agli inseguitori; il 12 Dicembre compaiono i sopravissuti e sfiniti persiani dopo l'apocalittica traversata. Fu un vero e proprio massacro, compresa l'uccisione dello stesso generale persiano.
Il 21 dicembre Eraclio attraversa anche il fiume Zab e passa il Natale nei pressi di Ninive nella tenuta di un ricco persiano che lo riceve con gli onori di casa.
A Eraclio da Cosroe arriva un segnale di pace ai primi di gennaio del 628, tuttavia sta inviando dei grossi rinforzi in zona, al ch� Eraclio, resosi conto che non poteva affrontare uno scontro in quella zona con i pochi soldati che gli erano rimasti, improvvisamente in pieno inverno riattraversa le montagne dello Zagros kurdistano, e arriva a Ganzaca l' 11 marzo, appena in tempo per evitare una catastrofe simile a quella di Cosroe, poich� una bufera di neve durata diversi giorni rese impraticabili i sentieri e le strade dei passi.
Due volte fortunato, perch� nello spingersi nuovamente a Ganzaca citt� persiana che si era lasciato alle spalle due anni prima, non trov� nessuna ostilit�, anzi trov� le simpatie dei 40.000 prigionieri che Eraclio aveva liberato prima di svernarci; se li ritrov� quasi amici e molti di loro pronti ad aiutarlo nella sua impresa di voler rovesciare il sovrano. Indubbiamente c'era una e pi� fazione che desiderava la caduta di Cosroe. Ma anche nella stessa fazione favorevole a Cosroe c'erano lotte intestine.
Poco dopo, il 3 aprile dello stesso anno, giunsero a Ganzaca due notizie: che COSROE era stato assassinato, che suo figlio SIROE lo sostituiva sul trono, e che questi era disposto a proporre una pace incondizionata. Intenzione che trov� Eraclio disponibile, ma alle condizioni del trattato del 591 che fissava i precedenti confini dell'impero, l'evacuazione delle truppe persiani da tutti i territori (Armenia, Mesopotamia romana, Siria, Palestina, ed Egitto) e la restituzione della croce trafugata a Gerusalemme.
Il giovane re acconsent� su tutto; a settembre del 628 fu firmata la pace, poi Eraclio ritornato nuovamente in possesso della croce dei cristiani non si precipita a riportarla a Gerusalemme, ma ritenne opportuno fermarsi in oriente per consolidare il trionfo di una vittoria cos� tanto attesa, dopo una guerra sofferta e combattuta durata oltre cinque anni.
Solo il 23 marzo del 630 Eraclio decise di riportare a Gerusalemme la santa reliquia. La notizia dell'avvenimento raggiunse (inviando anche un frammento della stessa croce) Costantinopoli il giorno della festa di San Lazzaro, il 7 aprile; la cristianit� bizantina celebr� quel ritorno come una nuova resurrezione del Cristo.
In Persia la permanenza sul trono dei figlio di Cosroe, fu molto breve, 6 mesi, poi fu anche lui avvelenato. Gli succede suo figlio minorenne, ma si scatenano le rivolte dei nobili in loro lotte intestine che nei successivi 4 anni portarono ad occupare il trono 12 re e regine, di diverse fazioni e famiglie, e che ottennero alla fine un solo risultato, di disintegrare l'intero impero persiano in satrapie. Questa perdita di unione e mancanza di una forza nazionale, li port� inesorabilmente incontro all'estinzione quando i popoli arabi inizieranno fra breve le loro conquiste in Persia, attaccando uno alla volta i litigiosi e deboli despoti. Fra il 632 e il 642 tutta la Persia cadde in potere degli Arabi e in capo a un secolo, con la popolazione, si giunse alla sua pressoch� integrale islamizzazione.
L'antica dinastia dei Sasanidi, iniziata nel 224 d.C. scomparve per sempre dalla Persia.
ERACLIO subito dopo fece ritorno a Costantinopoli a godersi il meritato riposo dopo sei anni di campagna di guerra, fra privazioni e fatiche continue che lo avevano minato nella salute. Era un momento importante della storia dell'impero bizantino, con l'imperatore che aveva sconfitto e umiliato il Re dei Re, il pi� grande rivale dell'impero d'Oriente.
Questo fece indirettamente molta impressione sui popoli avari-slavi, che erano ancora il pericolo di Costantinopoli ma che con la diplomazia di Eraclio, si ritireranno per sempre dal suolo bizantino e mai pi� si faranno rivedere. Ed � proprio di loro che adesso parleremo.......
IL QUASI STERMINIO TOTALE DEI GRECI - Gli avari-slavi nei sei anni di assenza di Eraclio, quasi indisturbati avevano scorazzato in lungo e in largo per la Grecia usando sempre le due porte: la macedone Tessalonica da dove scendevano quelli stanziati in Iugoslavia, o dalla Tracia da dove scendevano quelli stanziati nei pressi della foce del Danubio.
Di incursioni barbare nella penisola greca erano state gi� in precedenza tante (fin dalla loro prima comparsa nel 547-551) ma fu soprattutto in questi 6 anni quando fu assente a Costantinopoli Eraclio che le scorrerie furono molte e disastrose; non riuscendo ad assalire Costantinopoli, slavi e avari le scorribande le fecero in Tessaglia, sull'Epiro, nell'Acaia, nelle Cicladi e in parte dell'Asia greca.
Pi� di una volta fecero irruzioni e poi completarono saccheggi, distruzioni, e tante deportazioni di greci, che andranno a dissodare le campagne della nascente Iugoslavia e le campagne della nascente Bulgaria.
L' opinione notissima di Fallmerayer per cui il popolo greco in questi anni venne totalmente sterminato non � molto lontana dal vero. E anche se in Grecia l'ellenismo della lingua � ancora presente -ci� si dice- � dovuto al fatto che il greco afferm� nel territorio la propria supremazia culturale sull'invasore slavo, facendo sopravvivere e mantenendo il linguaggio e il suo carattere originario, pur non essendoci pi� un numeroso ceppo originario, per la continua estinzione del popolo ellenico stesso dovuto alle deportazioni di coloro che scampavano alle stragi.
Ed infatti solo in qualche isola, si ritrovano oggi dei ceppi originali greci non contaminati da infiltrazioni o incroci, cos� come abbiamo visto in certe valli alpine della penisola Italia. Sopravvissute ad ogni cambiamento politico, religioso, culturale, ma soprattutto etnico e genetico.
In Grecia, questi gruppi di slavi che penetrarono per la prima volta nel 547, li chiamarono al loro apparire con il greco sklabenoi, sklaboi, sclavones, sclavi, (in italiano slavi o schiavi, solo pi� tardi si us� il sinonimo "servi", preso dal rumeno-bulgaro che era "serb").
In questo caos di movimenti di popolazioni che venivano mano a mano a sostituire i nativi, si vanno affermando le proprie indipendenze anche in quei territori dove avevano fatto una base, fra breve a sovranit� avara-slava-serba. Alcuni di questi stanziamenti costituirono il nucleo dei futuri regni,
indipendenti dai bizantini quelli a sud, indipendenti dai franchi (Austrasia) quelli a nord.
(come i principati dei Zupani serbi dei Raska, vicino a Belgrado e in Kosovo, che minacciarono perfino le antiche popolazioni dell'Illiria (propriamente detta, cio� l'attuale Albania) o gli Iadastani (altra stirpe della stessa Albania).
Questi gruppi di Slavi di cui sappiamo la loro provenienza per averlo accennato in precedenza nei vari anni (per un buon riepilogo vedi ANNO 1195), hanno -dopo tante invasioni fatte in diversi periodi- decisero di rimanere insediati nelle stesse zone. Ma nonostante fossero degli invasori spesso furono costretti anche loro a difendersi dagli Avari.
Quelle dell'Illiria a nord (cio� gi� nei pressi della Pannonia) Eraclio prima di partire per la Persia, aveva inconsapevolmente creato un capolavoro politico.
Per tenere impegnati alcuni avari a nord (che stavano minacciando perfino le coste delle Venezie) aveva dato oro ad alcuni slavi; e questi nell'impegnarsi trovarono un grande capo in Samo (che non era uno slavo ma un franco). Non solo riusc� a guidare bene questi slavi, non solo rinsald� la protezione bizantina nella costa attorno ad Aquileia (i locali nel fuggire da Aquileia, fondarono sulla costa la meglio protetta Cittanova (Eraclea), ma permise riunendo le principati-trib� slave dei moravi, boemi, slovacchi, della Slesia e della Pannonia, e altre terre lungo il corso medio dell'Elba, di costituire il primo regno Slavo occidentale, in parte (etnicamente) la futura Cecoslovacchia.
Quelli invece scesi dal Caucaso, trib� dii CHAZARI, ONOGURI, BULGARI, vanno di volta in volta a "visitare" le zone bizantine scendendo da nord-est e spesso visitano la stessa Costantinopoli, che � sempre l'ambita meta. Ma anche loro decidono nei loro arretramenti di mettere delle basi, di restare sul territorio (alcuni quasi a ridosso di Cosantinopoli). Dopo tanti tentativi rinunciano definitivamente alla presa della capitale bizantina sempre ben difesa.
L'ultimo assedio � del 626, ma anche se duramente sconfitti, non abbandonarono la zona, si insediarono definitivamente a nord-est, e come gli altri misero sul territorio le loro basi, e non si muoveranno pi�, dandogli una particolare impronta.
Vengono tutti dalle Steppe della Fame del Kazakistan, e sono anche questi composti da trib� di sklabenoi, sklaboi, sclavones, sclavi, chazari, onoguri e... bulgari con una certa predominanza di quest'ultimi, dove il loro Khan si distinse pi� degli altri capi trib�. E sono costoro che andranno poi a creare (distaccandosi dai bizantini in profonda crisi 1197-1204) il primo regno, poi impero, che andr� come lingua e caratteristiche etnica, a formare la BULGARIA.
per un buon riepilogo anche qui vedi ANNO 1195
Mentre un altro grande gruppo -sempre dalla Steppa Della Fame- si stanziano nella zona in mezzo ai tre mari: Nero, Azov e Caspio. In seguito risaliranno sia il Don che il Volga e andranno a costituire la RUSSIA (slava) fino a Mosca, andando a creare il regno dei Bulgari del Volga, che trasformatasi in una potente nazione mercantile nei due enormi bacini navigabili, divennero proprio nel bacino del Mar Azov, un avamposto strategico che poi giocher� sempre un ruolo importante (fra poco dell'Islam) e in seguito di tutte le situazioni belliche che in tale zona si verificheranno, ma che non porteranno mai a una diversificazione di questo popolo, (che conservarono molto del loro patrimonio nazionalistico, soprattutto in Georgia - quasi sempre indipendente dagli Zar fino a Stalin, che era nativo proprio della Georgia) e che giocher� sempre un ruolo primario nei destini dell'intera Europa; politici, economici, religiosi e linguistici, quasi in un modo identico aveva prima giocato il Danubio nei destini dell'impero romano d'occidente da Augusto a Romolo Augustolo (l'ultimo imperatore romano).