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20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
DA
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 552 d.C.
( QUI riassunto
dell'intero periodo ( guerra gotico-bizantina) dal 540 al 567 ) >
*** LA GRANDE ARMATA DI NARSETE
Il pi� grande esercito mai affidato da Giustiniano a un suo generale, si appresta a entrare in Italia. Varcato il confine, trovano su questo con un contingente di LONGOBARDI, che ala fine rotti gli indugi danno un appoggio ai bizantini.
NARSETE si dirige verso la laguna; qui ottiene tutte quelle barche leggere che servono per arrivare agilmente quasi indisturbati su Ravenna, navigando costa costa.
Lasciato un presidio a met� percorso, raggiunge Rimini, l'esca buttata con il generale Giovanni su Ancona dovrebbe portare TOTILA a dirigersi su questa citt�, mentre lui, NARSETE si prepara a prenderlo alle spalle.
Segnalato il capo goto sugli Appennini, e non sulla strada dove doveva essere se fosse stato diretto ad Ancona, NARSETE cambia i suoi piani, preferendo da Rimini scendere per la strada di Novafeltria-Sansepolcro, per poi proseguire e affrontarlo frontalmente in una gola del Valico di Scheggia, proprio tra Sansepolcro e Arezzo. Ha dalla sua parte a favore il numero, l'intero esercito, inoltre una valle come quella del Valico non permette tanta dispersione di uomini, basta concentrarli tutti su una imponente forza d' urto.
E' il mattino del 3 giugno del 552 !
La manovra riesce pienamente, lo scontro � assicurato, e la vittoria non tarda a venire, TOTILA resta perfino ucciso nello scontro. Quasi i bizantini non credono ai loro occhi, restano perfino increduli che il formidabile nemico sia ai loro piedi, morto; lui "l'immortale"!.
Quando seppelliscono i morti, compreso il suo corpo, non ne erano ancora convinti. Procopio lo storico, scrive "riesumarono il cadavere per assicurarsi che veramente fosse morto, ed avendolo osservato a lungo, si decisero che veramente ormai l' Italia era conquistata".
Gli uomini del rimanente esercito di TOTILA, increduli anche loro, rimasti allo sbando si disperdono; non avevano pi� il loro dio, non avevano pi� come guida "totila" l' immortale.
In mezzo a quelle colline si � consumato la fine di un grande condottiero, dalle grandi gesta, per nulla barbaro, un grande giovane eroe che ha dato vita alla leggenda non con le azioni di guerra ma con le imprese di pace, esercitando "una giustizia che era diventata proverbiale" (Cit. Procopio).
Un vero peccato che di "questo giovane, audace, giusto e cavalleresco principe biondo dagli occhi brillanti di luce divina, perche' Dio era al suo fianco" (Ib.) non si sia mai scritto nulla in Italia, quando invece in Germania � indicato ai ragazzi fin dalla pi� tenera infanzia come un eroe, considerato perfino un mito.
Purtroppo la Letteratura e la Storia come sappiamo, sono sempre al servizio della politica, cio� entrambe non libere!