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20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
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1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
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ANNO 518 d.C.
( QUI riassunto dell'intero periodo ( di Teodorico ) dal 493 al 526 ) >
*** MORTE DI ANASTASIO A COSTANTINOPOLI
*** LA NOMINA DI GIUSTINO, UN VECCHIO GENERALE
Il 1� luglio di quest' anno improvvisamente viene a mancare a Costantinopoli l'imperatore.
Il Senato viene in fretta e furia convocato per trovare un degno successore. La successione sarebbe facile, ma in quanto a stimabilit� ci sono solo degli inetti lontani nipoti dell'imperatore non certo degni di avere sul capo la corona di Bisanzio. Preferiscono con molta saggezza indicare e poi nominare un altrettanto uomo saggio: un valido militare, che per� ha gia 70 anni.
La scelta � caduta sul generale GIUSTINO. Nessuno si ricorda (o non vuole ricordare) di una volont� di Zenone prima e di Atanasio poi, che avevano espresso molti anni prima, cio� che il successore sarebbe stato TEODORICO; l'uomo che entrambi conoscevano fin da bambino; l'uomo che era stato allevato a Costantinopoli; che era poi diventato giovanissimo re degli Ostrogoti; e in questa veste aveva fatto nascere qualche preoccupazione nella corte bizantina.
Zenone che era riuscito a risalire sul trono nel 475, proprio con l'appoggio di Teodorico, per non averlo gratificato a sufficienza (salvo averlo insignito del titolo di patrizio) con lui aveva avuto dei forti contrasti e anche minacce. Ma poi nel 483, scelse la via della conciliazione, si rappacific� con Teodorico, lo nomin� militar magister dell'esercito, e lo adott� perfino come figlio (che nella tradizione romana voleva dire essere indicato come successore dell'imperatore)
Fu un riconoscimento privo di sostanza per il giovanissimo re degli Ostrogoti, che ambizioso com'era desiderava allargare il proprio regno sui Balcani. Nel 488 queste sue richieste, che andavano a togliere territori all'impero, crearono un grosso problema a Zenone, soprattutto quando queste richieste furono minacciose. Teodorico occupando la Tracia si era avvicinato un po' troppo a Costantinopoli.
Zenone prevedendo il peggio, fu piuttosto abile nel convincerlo e poi accordarsi di fare una spedizione in Occidente per togliere all'Italia Odoacre. Una ingrato intervento, visto che era stato proprio Odoacre a rimettere le insegne di Roma a Costantinopoli, proprio mentre Zenone era salito sul trono d'Oriente. Per merito di Odoacre, Zenone si trov� cos� scodellato anche l'impero d'occidente senza aver mosso un dito.
Compito ingrato, ma Zenone non vedeva l'ora di allontanare da s� quell'uomo altrettanto ingrato che prima o dopo lo avrebbe avuto con i suoi ostrogoti sotto le mura delle capitale.
Teodorico aveva accettato, ed era convinto che una volta in Italia, spodestato Odoacre, avrebbe indossato lui la porpora. Ma la sua campagna in Italia - che abbiamo riportato dal 489 in poi- fu lunga, e piuttosto anche incerta, ma poi con l'assassinio a freddo di Odoacre nel 493 riusc� a prevalere insediandosi a Ravenna. Nel frattempo nel corso della lunghissima campagna -nel 491- era morto Zenone. A Costantinopoli per la successione nemmeno presero in considerazione in "figlio adottivo" Teodorico (anche perch� non aveva combinato in Italia ancora nulla) e nominarono dunque Atanasio. Che non and� di certo a rinnovare l'adozione di Teodorico in Italia gi� da tre anni e contro Odoacre ancora in una situazione piuttosto critica.
Poi, nonostante la vittoria (con l'assassinio, alquanto poco militare come vittoria) il riconoscimento della porpora a Teodorico, da Bizanzio tardava a venire. Sollecit� pure, ma come risposta, dal nuovo imperatore (piuttosto ostile a una ufficiale nomina), ebbe le insegne regali, anche la porpora, ma non una nomina formale.
Pur assolvendo bene il suo lavoro in Italia e oltre i confini, Teodorico non era certo soddisfatto del trattamento. Una insoddisfazione che divenne anche palese quando inizi� a fare alleanze parentali con quasi tutti i regni barbari (da Atanasio in una occasione perfino bocciata)
Alleanze piuttosto ambigue, come abbiamo visto negli scorsi anni; perfino inquietanti, che non sfuggirono n� ai barbari, n� ad Anastasio, e neppure alla corte e nell'ambiente militare di Costantinopoli.
Venuto quest'anno a mancare Anastasio, pur esistendo quell'antica adozione di Zenone, Teodorico alla successione, nessuno dei saggi del Senato (ritornato ad essere molto influente) volle ratificarlo perch� avevano visto negli ultimi tempi non molti buoni reciproci rapporti, n� personalmente con Anastasio n� con la politica dell'impero stesso.
Scelsero cos� il comandante delle guardie imperiali GIUSTINO, un uomo di lunga militanza, energico e capace. Questo generale era l'ideale uomo della transizione, data l'et� avanzata non doveva rappresentare un problema di lunga durata, nel frattempo avrebbero esaminato bene il da farsi.
Mai pi� pensavano che questo vecchio signore che non era neppure capace di fare la sua firma, sarebbe diventato un capostipite di una dinastia che avrebbe compreso dal nipote in avanti personaggi che guidarono i destini dell'impero romano d'oriente.
Giustino era un figlio di contadini di un villaggio di Skoplje (bassa Jugoslavia ) ma di razza latina e non slava. Appena raggiunta l'et� giovanile, come un avventuriero era sceso da quelle montagne in cerca di fortuna a Costantinopoli. Non trovando nulla di meglio era entrato nell'esercito; prima come semplice soldato, poi graduato, fino ad arrivare con i successivi scatti dopo 50 anni di servizio a diventare generale, il comandante della guardia imperiale, e con tutta quella esperienza che aveva il compito lo assolse bene. Cos� bene che in questo frangente ai Senatori venne proprio utile.
Da vecchio contadino e conoscendo il mestiere di militare (chiss� quante ne aveva sentite dentro e fuori dalle mura) non si fidava n� di quelli del Palazzo, n� dei suoi stessi colleghi, pronti ad appoggiare ora l'uno ora l'altro per venalit� o per ragioni di quisquilie religiose che a lui proprio non dicevano nulla, non le aveva mai capite le dispute monofisite o ortodosse, erano cose da preti non da militari.
Non aveva una cultura, ma aveva solo il fiuto di un uomo che ne aveva viste tante, e certamente aveva la furbizia e l'intelligenza visto che era arrivato cos� in alto in una mansione cos� delicata come quella della guardia imperiale.
Quindi poco pratico di diplomazia, di politica, di teologia, di amministrazione civile, aveva capito che, pur essendo onorato della scelta, quel posto lo avrebbe soffocato subito se non aveva a fianco un aiuto, un consigliere, un assistente, un collaboratore giovane. Ma di chi fidarsi?
A Skoplje, quando era partito, aveva lasciato una sorella, che aveva un figlio, gli aveva dato perfino il suo nome....