DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
DA
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 474 d.C.
( QUI riassunto dell'intero periodo dal 432 al 476 ) >
*** L'ARRIVO A RAVENNA DI GIULIO NEPOTE
*** ROMA PERDE DEFINITIVAMENTE LA SPAGNA
*** MAI COSI IN BASSO!
In Italia avevano accennato negli anni addietro a quell'imperatore messo da LEONE I (ANTEMIO), e avevamo accennato a RICIMERO, l'uomo che proclamava e deponeva gli imperatori a suo piacimento, quasi con sadismo; li segnala al senato e al clero per il trono, li conferma per qualche mese, poi cambia chi gli � sgradito, deponendolo, uccidendolo e al suo posto mettendone un altro.
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ANTEMIO l'avevamo lasciato costernato nel 470 quando venne a sapere della totale perdita della Gallia e con Ricimero quando aveva fatto la disgraziata avventura navale contro Genserico. Ricimero prese a pretesto questa disfatta e volle disfarsene. Infatti l'avevamo lasciato assediato a Roma nel '72, proprio da Ricimero col nuovo imperatore che aveva nominato, OLIBRIO. Dopo pochi mesi dal sacco di Roma morirono per� entrambi. Ma un nipote (GONDEBALDO) raccogliendo l'eredit� dallo zio, si era messo anche lui a proclamare gli imperatori; nomin� un certo Conte GLICERIO, un anonimo personaggio messo a fare l'Imperatore dell'Occidente, senza neppure informare Costantinopoli, da dove veniva sempre l'ultima parola come gradimento.
Tutto questo mentre proprio sull'impero d'Occidente si stavano addensando gravi pericoli. Non essendoci pi� in Italia un esercito vero e proprio, non c'era solo imminente il grande pericolo di una incontenibile invasioni di barbari, ma si poteva gi� darla per scontata. Ai tre punti cardinali della penisola tutti premevano per entrare in Italia; anche se la penisola ormai di barbari era gi� piena. C'era di tutto: Alani, Svevi, Visigoti, Ostrogoti, qualche Unno, Burgundi, Allemanni e tanti altri. I militari ma anche i generali le eleggevano i barbari, e negli ultimi anni - vedi Genserico- anche gli imperatori.
La presente cronaca dei fatti che seguiranno iniziano nel 472, ma per capirla in successione l'abbiamo messa ora per dare una continuit� al racconto.
RICIMERO che conosciamo molto bene, con ANTEMIO ( impostogli da Leone I) non andava proprio d'accordo, a Milano lo depose subito dopo la disfatta navale. Lui si rifugi� a Roma cercher� di difendersi con lo scarso esercito della borghesia, fedele alle casate, alle dinastie, quelle che non avevano mai creduto all'appoggio militare e alle alleanze con i barbari per salvare l'impero; insomma quelli che pur essendo sempre delle minoranze, hanno tenuto sempre in mano il potere. Alla gente comune di queste cose non importava nulla, la fame era sempre alle porte, la vita cittadina e l'intera economia era ormai morta e sepolta; ci mancava anche una guerra civile. Che invece fu inevitabile.
RICIMERO per mettere definitivamente fine all'avventura di Antemio, mise insieme un esercito con dentro come abbiamo detto sopra, un p� di tutto come sempre, ma c'erano anche i romani d' Italia a marciare contro Roma, sembrava una pazzia, ma per Ricimero che era un barbaro era normale. Quindi guerra civile. Romani contro Romani. Si tocc� il fondo. Pi� in basso di cos� non si era mai andati.
Certo quello di Roma non era il popolo, chi appoggiava ANTEMIO -lo abbiamo detto- era la nobilt�, i funzionari dell' impero; ma ovviamente quando si fa una guerra civile dentro una citt� chi paga il prezzo pi� alto sono sempre i poveracci, e anche in questa circostanza nei 5 mesi di assedio, i nobili seguitavano a promettere al popolo che sarebbero arrivati rinforzi dalla Gallia, quindi bisognava resistere ad ogni costo; ma questi rincalzi non arrivavano mai e gli abitanti - i poveracci- si sentirono presi in giro; loro i ricchi avevano i palazzi con dentro le provviste per mesi, mentre la plebe che viveva alla giornata non avevano nulla da mangiare. Quando poi li videro in sordina allontanarsi da Roma alla chetichella, furono allora poveracci ad aprire le porte, la volevano finire; cos� Roma fu messa a sacco per la terza volta; ma non furono di certo i poveracci a essere depredati di tesori, n� a scappare per mettersi in salvo.
Infatti proprio ANTEMIO si era travestito da mendicante e con alcuni nobili dandosi tutti alla fuga cercarono di passare inosservati (fanno sempre cos�! certi potenti, vedi il Re d'Italia l'8 settembre del '43) ma furono riconosciuti, e sul posto senza fare nemmeno un processo furono decapitati immediatamente. I traditori del resto erano stati colti in flagrante mentre abbandonavano la citt�.
Comandante di un reparto di Ricimero che assedi� Roma in quei mesi c'era un certo ODOACRE, figlio di EDICONE; ed era quel ragazzino che da piccolo saltava sulle ginocchia dell'amico del padre ORESTE. Di entrambi ne sentiremo presto parlare.
Dopo il sacco di Roma, morto Ricimero era stato nominato imperatore su indicazione del nipote Gondebaldo, il Conte GLICERIO. Questo avveniva lo scorso anno, nel '73, ma le cose cambiano quest'anno dopo il decesso a Costantinopoli di Leone I e la salita al trono di ZENONE, che non gradisce proprio per nulla questa scelta, fatta da un barbaro Borgundo; non riconosce l'investitura, ed invia subito in Italia un nuovo imperatore, GIULIO NEPOTE di stirpe e di casata bizantina.
Alla testa di suoi fedeli soldati, Giulio Nepote parte da Bisanzio, piomba su Ravenna, la occupa, depone Glicerio e rispedisce in Borgundia Gondebaldo.
Poi o per sua iniziativa o su consiglio di Zenone (che ha fatto la stessa cosa con Genserico in Africa ) il nuovo imperatore con il re dei Visigoti ENRICO sottoscrive un trattato in base al quale in cambio di una promessa di non invadere la Provenza, conferma ai Visigoti tutta la Spagna da essi conquistata e la Gallia occidentale fino alla Loira ed al Rodano. Volutamente ignora i Franchi, e questo sar� oggetto di maggiori ostilit� degli stessi contro gli ultimi funzionari in Gallia e contro la corte ravennate (anche se questa durer� pochissimo)
Dopo aver persa per sempre l'Africa Romana, la Sicilia, la Sardegna, la Corsica e le Baleari, l'impero Romano, formalmente perde anche la Spagna. (la Britannia � invece ormai solo pi� un ricordo).
Non � che Roma sia contenta di tutto questo, anzi in certi ambienti (si accorgono solo ora) lo si considera un tradimento fatto da Costantinopoli; si grida allo scandalo; "Stiamo regalando ai barbari l'Impero Romano". Sembra che nessuno voglia invece assumersi la responsabilit� di una simile decadenza, e da nessuna parte � nato o sta per nascere l'uomo che dovrebbe cambiare i destini di Roma e degli ultimi Romani. Sono diventati tutti fatalisti, attendendo la fine.
Intanto a RAVENNA l'imperatore d'occidente venuto dall'oriente, GIULIO NEPOTE, che per Roma gi� rappresenta il simbolo del male e del "tradimento", prosegue nella sua opera di "pulizia". Tra gli esautorati a corte sono proprio certi nobili romani della fazione avversa, quelli che si stracciano i capelli e le vesti ogni qual volta viene nominato un barbaro in posti di alta responsabilit�; oppure quando vengono nominati Patrizi Romani alcuni barbari che fino a pochi anni prima combattevano dentro le file degli Unni di Attila.
Uno di questi ex, � ORESTE, ora � lui a capo dei barbari. E come vedremo verr� creato patrizio da Giulio Nepote, assumer� poi anche le funzioni di "magister militum", cio� a capo dell'esercito, ma subito dopo in virt� di questa "forza", come vedremo il prossimo anno - poco riconoscente- depone lo stesso imperatore, che cos� paga i suoi errori. A questo punto avevano ragione i romani, quelli che non volevano barbari dentro l'esercito.