DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
DA
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 459 d.C.
( QUI riassunto dell'intero periodo dal 432 al 476 ) >
*** I VANDALI
DI GENSERICO A NAPOLI
*** AMBIGUE AVANCES DELLA CORTE ROMANA
GENSERICO salpato da Cartagine con la sua flotta scorazza per il Mediterraneo, il Tirreno, � di fatto diventa padrone assoluto della situazione nei mari del mondo occidentale.
Oltre che le sue scorrerie, oltre la sua potenza marinara, ha anche in mano ancora gli ostaggi che lo cautelano da un'eventuale attacco. Non dimentichiamo che nel 455 ha catturato nel sacco di Roma moglie e figlie dell'imperatore Valentiniano III, cio� LICINIA EUDOSSIA la vedova, e EUDOSSIA (che chiameremo Eudocia per non confondere) e PLACIDIA che portate tutte a Cartagine, la prima (origine di tante gelosie e tragedie- desiderata a suo tempo da Attila) Genserico vuole dare in sposa a suo figlio Unnerico.
Questa difesa-attacco in effetti qualcuno sulla penisola la sta preparando; ma per la disperazione, perch� ormai a Roma oltre la carestia che da anni sta sconvolgendo la penisola, dalle coste africane ad Ostia non arriva neppure un chicco di grano, che prima partiva da Cartagine, ora in mano al capo dei Vandali che ha esteso nuovamente il suo dominio in Mauritania, in Tripolitania e nella Numidia.
Ma GENSERICO non soddisfatto e ancora osando, compie una nuova scorreria in Campania con i suoi vandali. Ma sbarcando sulle coste, i suoi uomini sono molto rapidi, si accontentano dei bottini e fanno ritorno subito a Cartagine.
Nello stesso viaggio per�, fanno pervenire alla corte imperiale di Roma anche un messaggio del loro Re Vandalo, con la richiesta di voler dare in sposa (ma in effetti l'ha gi� sposata ) una delle figlie di VALENTINIANO III - la EUDOCIA a suo figlio UNERICO.
Si ripetono - anche se in un altro contesto territoriale, le condizioni che aveva posto a suo tempo Attila con la giovane Giusta Grata Onoria).
Genserico vuole quella parte di impero che, sostiene, gli spetterebbe di diritto (il marito, in questo caso suo figlio, sposando la discendente diretta dell'imperatore Valentiniano, diventerebbe imperatore. Una prassi quasi legge sempre rispettata dai romani ma soprattutto sempre osservata dai discendenti della dinastia teodosiana.
"A queste condizioni - manda a dire Genserico- liberer� anche gli altri due ostaggi, EUDOCIA madre e PLACIDIA figlia.
A Roma e alla corte di Ravenna, inorridiscono. Ma soprattutto nella capitale. Qui nel "no" assoluto c'� molto probabilmente la zampino di Papa LEONE che � ancora vivo, sempre lui da anni il protagonista, che mai darebbe il trono a un barbaro come GENSERICO re dei Vandali o a suo figlio.
In questo "no" ecclesiaatico, c'� l'appoggio di MAGGIORIANO, ma non si sa se � una sua risolutezza o perch� � spinto dallo stesso Papa.
E' comunque lui ad organizzare e a predisporre un attacco offensivo e anche difensivo contro l'"impudente" per mettere una buona volta la parola "fine" alle pretese di questo "vandalo".
Si gioca d'astuzia. Dopo la sua richiesta, si fa finta di niente e si inviano a Genserico, tramite un'ambasciata, i regali (per lo pi� preziosi) della dote che avrebbe - se fosse stato vivo- dato VALENTINIANO III a sua figlia; ma si ignorano le sue pretese territoriali e il titoli da Genserico richiesti. Ci si illude a Roma di accontentarlo venalmente per prendere tempo e intanto gli si prepara una bella trappola; vogliono eliminarlo una volta per tutte e liberare gli ostaggi.
Ma non sar� cos� facile, anche perch� a Roma non ci sono uomini capaci ed organizzati, e nemmeno chi li comanda � abbastanza furbo da poter contrastare il diabolico GENSERICO e i suoi uomini.