DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
DA
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 401 d.C.
(QUI riassunto dell'intero periodo dal 395 al 431)
* STILICONE e
ALARICO:
Due barbari a lottare per un impero
* L'EUROPA, IL
RESTO DEL MONDO
e i suoi mutamenti epocali
* "Le
Confessioni" di S. AGOSTINO
* NEMESIO "Sulla natura dell'uomo"
L'anno 1154 dell'anno romano (per noi il 401 d.C. allora non ancora in uso) � la vigilia di un grande scontro tra STILICONE (un generale romano di origine goto-vandalo, che ha la reggenza del piccolo ONORIO imperatore d'Occidente con sede a Milano) e ALARICO un suo pari grado nel precedente scontro di TEODOSIO contro l'usurpatore EUGENIO, che era stato messo sul trono a Roma da ARBOGASTE, e gli era stato dato il governatorato della Gallia. Lo abbiamo letto nell'anno 395, i due furono eliminati entrambi con la vittoria di Teodosio, che nella "accaloramento" in quella battaglia, investito dalla bora triestina, fu vittima di una polmonite e dopo poche settimane mor� a Milano.
Nominato ancora a Costantinopoli da Teodosio, tutore di Onorio fanciullo, STILICONE alla sua morte si trov� improvvisamente a governare come reggente. Licenzi� Alarico senza concedergli nessuno dei privilegi promessi da Teodosio e fece a meno di lui e della sua gente; li rinvi� tutti al loro paese, nell'Illiria, negandogli perfino il tributo concesso a suo tempo da Teodosio ai Visigoti per mantenere una pace duratura con Costantinopoli
ALARICO rientrato nel suo territorio, nonostante l' ingrato esonero, dai suoi uomini fu acclamato re dei Visigoti. E dopo l'esperienza vissuta con Stilicone e il torto sub�to, si promisero lui e i suoi uomini una cosa sola: invadere e devastare l'Impero Romano sia in Oriente come in Occidente.
Inizi� subito: dopo l'intera Tracia e la Macedonia raggiunse la Grecia saccheggiando tutto quello che trovava sulla sua strada fino al Peloponneso.
La Grecia essendo ancora sotto il dominio bizantino, ALARICO aveva messo fuori causa l'altro fratello di Onorio, ARCADIO imperatore d'Oriente a Costantinopoli, che temendo una invasione anche nella capitale, cerc� di evitarla con dei compromessi e dei "donativi", cio� sborsando oro.
Alarico poteva quindi rimanersene in Grecia, ma il paese non gli era per nulla gradito, gli piaceva l'occidente, in particolare l'Italia dov'era gi� stato; inoltre aveva il conto da regolare con STILICONE. Le sue attenzioni furono quindi rivolte verso l'impero d'Occidente. Voleva affrontare il rivale in casa propria, prima ad Aquileia e se era necessario nella stessa Milano e non escludeva dai suoi progetti, dopo aver sentito parlare tanto di questa grande e magnifica citt� leggendaria, pi� antica e pi� bella di Costantinopoli, di poter scendere anche su Roma.
Per la prima volta a comandare i due potenti eserciti dell' ex "impero romano" sono dunque due "barbari", e anche se non intenzionati a distruggerlo, ci sono per� tutte le premesse potenziale che lo erediteranno. Questa anomala situazione � stata del resto creata dallo stesso Teodosio.
Seguitando a ricorrere sempre pi� spesso a forze straniere, era riuscito a modificare l'etnia dell'esercito, assumendo prima soldati tra le trib� vinte, poi questi distintisi in varie campagne militari li aveva promossi capitani, comandanti, generali, e come nel caso di Stilicone (preso in particolare simpatia) gli aveva dato in moglie persino una sua nipote, e pochi mesi prima di morire, prima di partire per la sfortunata campagna, lo aveva nominato anche tutore e reggente di suo figlio Onorio.
Alla morte di TEODOSIO, Stilicone, gi� con l'improvvisa reggenza -quindi padrone della situazione- si era in maggior misura cautelato, dando in moglie a ONORIO ancora quattordicenne, sua figlia Maria di dodici anni.
Insomma, un Goto entrava due volte di diritto nella successione dinastica bizantina, essendo sua moglie nipote di Teodosio, e ora con le nozze, anche suocero di suo figlio Onorio. Con un obiettivo davanti ben preciso, esautorare il fratello di Onorio, ARCADIO a Costantinopoli imperatore d'Oriente, poi unificare l'impero, diventare lui unico imperatore.
In Oriente la situazione per ARCADIO non era migliore. Pure lui ragazzino, si era trovato all'improvviso imperatore con la reggenza del suo tutore, RUFINO. Convinto che costui non difendeva i suoi interessi ma i propri, intrigando forse con lo stesso Stilicone, con una congiura architettata da un uomo di palazzo EUTROPIO (con chiss� quali mire anche lui) tramite un sicario, un capo goto di nome GAINO, Rufino fu eliminato. Poi il goto forse non ricompensato per il "servizio" reso, convinse Arcadio a uccidere anche Eutropio. Divenuto potente lo stesso Gaino (come abbiamo letto nell'anno 398) fu poi lui a minacciare lo stesso Arcadio. Il piccolo Imperatore (o meglio chi ne aveva la reggenza) ricorrendo ancora una volta a stranieri -questa volta addirittura agli Unni, con a capo ULDIN- affid� a loro l'eliminazione del losco individuo.
Molto diligenti gli Unni gli portarono su un piatto d'argento la testa mozzata di Gaino.
Fin� a Costantinopoli l'incubo di una dominazione barbara, ma per difendersi e restare sul trono, la corte bizantina sempre i barbari dovevano chiamare; questa fu la volta degli Unni di Uldin.
Insomma, i due imperatori sono solo due piccoli bambocci, mentre l'impero romano � saldamente ora nelle mani dei due "barbari": in Occidente Stilicone lo � formalmente e di fatto, mentre in Oriente Arcadio lo � solo formalmente; di fatto chi domina � Alarico.
A decidere la sorte dei due imperatori bambini sono insomma i due "barbari": Tutta la vecchia struttura imperiale non ha n� suoi uomini e n� ha i mezzi per contrastarli.
A Milano ONORIO, e a Costantinopoli ARCADIO, sono entrambi sotto ricatto. Il ragazzo in Oriente non era certamente lui il padrone della situazione e forse nemmeno l'autore delle congiure e degli intrighi. Inoltre quasi in casa (in Grecia), Arcadio aveva ALARICO, ora sul piede di guerra per i rancori personali verso Stilicone. Forse ci fu un'intesa, forse Arcadio parteggiava per Alarico; se il goto gli eliminava il pericoloso rivale non gli dispiaceva affatto. Non per nulla Alarico riarm� il suo esercito con gli arsenali romani proprio di Costantinopoli.
Che avesse Arcadio simpatia per i goti come suo padre Teodosio � dimostrato: infatti, ARCADIO spos� una gota, Eudossia. La donna che partorir� il prossimo anno TEODOSIO II; non proprio un guerriero come suo nonno, ma sar� particolarmente portato nello studio delle leggi; divenne infatti famoso con il suo Codice Teodosiano, e anche per la fondazione di una scuola di dottrina cristiana a Costantinopoli, che si professava continuatrice dell'Accademia platonica in antitesi a quella famosa Scuola d'Atene ancora vitale ma che Giustiniano far� in seguito poi chiudere del tutto.
Per STILICONE invece i suoi progetti sull'Illirico, non sono per nulla facili da realizzare; vorrebbe anticipare Alarico con un attacco ma ha purtroppo problemi perfino a difendersi. Lo scorso anno i problemi li ha avuti in Africa, cruciali, ma risolti fortunosamente con un principe locale senza doversi muovere dall'Italia; mentre quest'anno deve concentrare la sua attenzione sul territorio "germanico". Un territorio di l� delle Alpi in gran fermento, vastissimo, che inizia a Parigi e Reims in Gallia e termina a Lubiana in Pannonia.
Qui nel vuoto di potere creatosi in questo periodo, orde di "germani" iniziano a premere sui confini. Questa volta non sono i soliti Goti, Alemanni, Quadi ecc, ma altre trib� che partecipano a questo grande spostamento divenuto inarrestabile; sono i Vandali che si sono insediati ultimamente nelle regioni tra il Danubio e il Tibisco. Inoltre proprio quest'anno ai Vandali si aggiunsero schiere di Alani venuti dalla Pannonia, che stanno scendendo ora nella Rezia passando per il Norico, attraversando altre trib�, che esprimono una grande solidariet� nei loro confronti, pi� etnica che politica. Come faranno i Silingi, i Burgundi, da tempo integrati nelle zone di confine, sui limes romani, fino al Meno e Reno.
In due anni questa solidariet�, permetter� a RADAGAISO di riunire insieme Ostrogoti, Vandali, Alani, Quadi e altri, poi di oltrepassare il Danubio superiore ed affacciarsi al passo del Brennero.
Il Generale STILICONE � costretto a portarsi immediatamente sui confini del Norico e della Resia per rinsaldare le postazioni di difesa e per fronteggiare alcuni attacchi.
STILICONE corse quindi ai ripari, e come si era sempre fatto, cerc� di contrastare nelle immediate vicinanze gli sconfinamenti, poi alla fine per il quieto vivere fu costretto a concedere alcune terre.
Nella Pannonia inizi� perfino trattative con i goti di SARO (il famoso Saro, non ancora al suo fianco), e fece patti con le orde di Unni capeggiati da ULDIN (l'uomo che ha gi� dato il suo contributo ad ARCADIO, togliendo di mezzo Gaino).
Ma il problema pi� grande per Stlicone � Alarico che sta risalendo la Dalmazia. Il vandalo conosce molto bene le grosse difficolt� interne in cui si dibatte l'impero, debole e sempre pi� lacerato, inoltre conosce i gravi problemi dello stesso Silicone, che a Roma ha dei forti oppositori ("Un barbaro che guida gli eserciti romani"!). Odiato per la sua carriera fulminante, detestato per essersi opportunisticamente imparentato, ed infine avversano il suo potere che potrebbe portarlo in breve tempo sul trono, se muore Onorio in chiss� quali circostanze.
Tutto questo scandalizza, indegna e allarma la vecchia e conservatrice aristocrazia romana.
Alarico un giorno, fu preso persino da un attacco d'ilarit� quasi isterico, quando gli riferirono che in Italia l'imperatore era un adolescente di pochi anni.
Questa "usanza" "civile" di trasferire l'eredit� di monarca a bambini rappresentava una concezione alquanto singolare, che al popolo barbaro era del tutto sconosciuta, perfino incomprensibile. La guida di un popolo o di un esercito, secondo la loro cultura, la si d� e la si trasmette al pi� forte, al pi� coraggioso, al pi� intelligente, al pi� carismatico del gruppo. E' la selezione nel duello e nella lotta che promuove un uomo a fare il condottiero di un popolo, non la discendenza; solo sul campo di battaglia viene sancito questo valore e la corrispettiva autorit�, e non i suoi natali.
Dallo scenario descritto sopra � evidente che c'� ora una situazione pi� devastante di quella dello scorso anno; non sono solo due forti reggenti stranieri rappresentanti dell'impero che si stanno affrontando, ognuno cercando d'imporre un'egemonia su un territorio finora governato da leggi umane, ma sono potenti forze etniche che si stanno scontrando non per dominare l'impero (alcune "orde" e "branchi" non sanno nemmeno cosa sia l' impero; dove inizia, dove termina, n� sanno la lunga storia), ma per dominare la realt� di un mondo tutto in movimento.
Un mondo che si � evoluto e accresciuto demograficamente. Queste sono le prime due cause di questa vivacit� migratoria in tutti i territori che abbiamo citato. Due cause che stanno determinando la velocit� di crescita di popolazioni -combattive- che fra breve saranno la principale causa del declino delle altre meno aggressive.
Gli eventi ora pi� che registrare un insieme di biografie individuali dei vari gruppi, iniziano a scrivere la storia di popolazioni intere modificate come numero e come struttura, continuamente in questi ultimi decenni, instillando volont� e capacit� di spostarsi su altri territori.
Se li analizziamo sotto il profilo pi� geobiologico piuttosto che geopolitico, � la risultanza di una complessa serie di fattori di tipo proprio biologico (innanzitutto), poi ambientale, economico e sociale che insieme riusciranno per alcuni secoli a condizionare ogni successivo tipo di collettivit� sul piano socioculturale.
Questo sisma - che varia di poco come intensit� - sta avvenendo su tutto il pianeta. Inizia ora; ma nel breve volgere di un secolo su ogni continente c'� un definitivo assestamento etnico.
Per secoli finora la separazione tra aggregazioni umane era collocata in una fascia di transizione molto mutevole, mentre ora con le migrazioni iniziano delle aggregazioni etniche ben definite che resisteranno poi nel tempo. Tutto questo avviene in questi prossimi decenni.
Successivamente con la formazione degli stati nazionali, questi confini etnici divennero abbastanza netti, ma non sempre queste linee furono rispettate con le sovranit� politiche. In Europa in alcune zone per motivi politici e dinastici (compresi quelli religiosi) queste nette linee di divisione richiesero otto secoli, in alcuni casi non furono nemmeno sufficienti sedici.
Come affermava lord Curzon, sintetizzando la potenzialit� conflittuale, erano sempre delle "linee del rasoio". Infatti, come vedremo nei prossimi 1600 anni, queste linee furono spesso solo imposte, senza rispettare le etnie, cos� i problemi non ebbero mai fine.(Wilson ancora nel 1918 ne fu un campione. Le conseguenze si stanno pagando ancora oggi, e proseguiranno ancora in futuro (vedi i Balcani, i baschi, gli Irlandesi ecc ecc.).
Cos� in Cina, in India, in Russia, in America, in Africa, con le "linee" dei confini coloniali anche queste fatte sulla carta; spesso tracciate da un solo uomo con il righello (vedi l'attuale Egitto, la Mauritania, il Mal� ) senza conoscere nulla del Paese, dei territori che separavano o univano popolazioni diverse.
Ma ritorniamo ai fatti e ai personaggi di questo periodo, che malgrado la loro ambizione, la loro autorit�, le loro gesta o il loro carisma, tanto da farceli sembrare dei protagonisti della storia, visti sotto un'altra luce, sono dei semplici e poco influenti spettatori o al massimo partecipanti. Ritardano o accelerano qui e l� i mutamenti, fermando qualche volta le lancette dei minuti della storia, mentre questa o con loro o senza di loro infallibilmente le ore le segna tutte.Una di queste "ore" viene segnata il prossimo anno, nell'anno 402
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SANT'AGOSTINO - Termina quest'anno la composizione dei 13 libri delle "CONFESSIONI" di questo grande pensatore cristiano. L'opera � una sintesi di elaborazione teologica e una personale ricerca della verit�. E' una delle opere di altissimo valore letterario mondiale del tempo, che nei secoli successivi avr� grande influenza nella storia della cultura e della spiritualit�. Si afferma che quest'opera non dovrebbe mancare in una biblioteca di un uomo anche se � composta di solo 10 volumi, perch� spalanca le porte al credente la vastit� della realt� ultraterrena, ma permette anche di far conoscere anche a un ateo l'affermazione vigorosa e bruciante della fede di un cristiano.
"Le confessioni" sono un sincero, ardente e talora spietato riesame della vita disordinata di Agostino, ma nell'insieme � il lucido resoconto della propria formazione culturale e spirituale, nonch� come abbiamo detto sopra una dichiarazione appassionata del credo cristiano.
AGOSTINO � la mente pi� viva di tutto il periodo che va da Paolo a Lutero. Uomo di grande sensibilit� artistica, dallo spirito versatile, sempre desto e acuto, complesso e raffinato nei bisogni della sua anima confusa, ma nello stesso tempo � un pensatore rigoroso e sistematico, gi� singolare nel primo periodo della sua vita, poi unico dopo la sua "conversione" che avvenne ad opera di Sant'Ambrogio, quest'altra figura non solo leggendaria, ma documentata, reale, storica, vera, umana, e per questo ancora pi� grande.
AGOSTINO, africano, di sangue caldo e molto ambizioso, in giovent� era assetato di vita, d'amore e d'amicizia. Si gett� prima nel vortice del "mondo"; poi a 18 anni scapp� a Cartagine con una concubina. Ne ebbe un figlio e sua madre che era una santa donna, lo indusse a sposarla, ma subito dopo abbandon� madre e figlio e se ne ritorn� a Tagaste, dove vi rimase qualche anno. A 29 anni prese la strada per Roma, poi risal� la penisola fino a Milano, e qui conobbe Ambrogio vescovo; un incontro decisivo.
Al suo paese era retore, leggeva Cicerone che gli destava speciali ambizioni spirituali; si un� cos� ai Manichei, ma ne rimase presto deluso, tanto da darsi allo scetticismo. Poi conosce il neoplatonismo e superando dure lotte spirituali e morali, inquieto e sempre in fuga e con tanta confusione dentro la sua mente, raggiunge una nuova certezza e "l'illuminazione" (� lui a coniare questo termine) proprio con AMBROGIO. Si consacra alla vita ascetica per alcuni mesi preparandosi accuratamente per il grande passo; ascolta affascinato i cicli di sermoni di questo straordinario prete e infine da lui si fa battezzare per poi diventare prete.
Nominato vescovo di Ippona nel 395, continuer� qui la sua opera e qui morir� ucciso quando i Vandali di Genserico assedieranno la citt� africana nel prossimo 430.
Di Agostino sono note le aspre polemiche contro PELAGIO, ma non le us� mai contro la fede nella Chiesa, "dalle cui mani -affermava- si deve ricevere ogni salvezza". Fu quindi con le sue opere un maestro di tutto il Medioevo, ma anche l'ispiratore di eretici e riformisti nemici del clero, tanto che la sua figura ha arricchito ma nel contempo anche inquietato la Chiesa cattolica. Rimane comunque la pi� grande figura della patristica latina, la pi� viva e la pi� umana.
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*** NEMESIO � un contemporaneo di Agostino, vescovo di Emesa in Fenicia. Impegnato anche lui quest'anno nello scrivere un opera di altissimo valore letterario, che avr� anch'essa una grande diffusione ed influenza nel Medio Evo. E' il trattato Sulla natura dell'uomo, in cui tenta una conciliazione fra neoplatonismo e i dogmi cristiani.
Era abbastanza comune in questo periodo questo tentativo. Dare un ulteriore sviluppo alla filosofia di Platone attraverso la fusione di essa con dottrine di altri sistemi greci e la ripresa di idee religiose indo-orientali considerate pi� profonde. Caratteristica principale del Neoplatonismo � appunto quello di voler far confluire la filosofia e la religione. Indicare il mezzo per l'unificazione estatica e la via, quella della continenza, della perfezione morale, del pensiero filosofico, fino alla visione mistica.
*** A ROMA, elezione di Papa INNOCENZO I di Albano Laziale . Rimane sul soglio fino al 417.INNOCENZO I, di Albano (401-417)
Il liber pontificalis stabilisce le sue origini in Albano laziale. Figlio di Anastasio, fu consacrato pontefice il 22 dicembre del 401. La sua prima attività consacrale fu stigmatizata dagli eventi determinati dalla figura di San Giovanni Crisostomo, il quale attraverso i suoi oracoli e le sue predizioni riuscì a condizionare le funzioni clericali della chiesa romana, mettendosi però in contrapposizione con l' "amalgama temporale" preteso dall' imperatrice Eudossia .
La persecuzione di San Giovanni Crisostomo , vescovo di Costantinopoli, da parte dell'imperatrice (appoggiata dal vescovo di Alessandria) rimase un fatto a se stante.
Il pontefice, preso atto delle difficoltà del vescovo di Costantinopoli riuscì ad emettere una semplice condanna nei confronti dei suoi persecutori.
Nel frattempo Roma fu messa a ferro e fuoco da parte dei goti di Alarico. Correva l' anno domini 410.
I suoi interventi dottrinali riguardarono la liturgia sacramentale, la penitenza, l'unzione degli infermi, il battesimo e la indissolubilità del matrimonio, chiaramente ribadita anche nei casi di adulterio. Durante il suo pontificato si diffuse l'eresia di Pelagio, condannata nel 416 dai concili di Milevi e di Cartagine su iniziativa di S. Agostino e con l'approvazione di Innocenzo I. La sollecitudine del papa non si rivolgeva soltanto alla difesa della dottrina tradizionale della Chiesa: con tatto umanissimo egli sapeva confortare e lenire sofferenze.
Innocenzo I morì dopo 16 anni di regno pontificale. Il 12 marzo 417 le sue spoglie furono sepolte nel cimitero "ad ursum pileatum", sulla via di Porto dove già giacevano le spoglie del padre Anastasio I.
*** AGOSTINO inizia a scrivere una serie di opere contro il Donatismo.
*** IN CINA si registra la presenza dell'indiano KUMARAJIVA che con i suoi discepoli diffondono il Buddhismo traducendo in cinese la nuova e ancora sconosciuta dottrina in questo immenso territorio.