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20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
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ANNO 371 d.C.
QUI
riassunto del PERIODO
da GIOVIANO a
VALENTE dal 363 al 378 d.C.
L'ANNO 371
* LE DEPORTAZIONI SUL PO
* TEODOSIO PADRE
Lasciamo VALENTINIANO con la sua delusione per la campagna sul Reno; e lasciamolo per un momento a godersi il matrimonio con Giustina (la vedova di Magnenzio) che gli dar� quest'anno l'erede al trono, VALENTINIANO II.
L'imperatore ha gi� un successore, ed � l'altro figlio avuto con la prima moglie: � GRAZIANO che ha ora 12 anni. Valentiniano nel partire per la campagna militare, temendo di morire, nel 367 ad Amiens, lo aveva gi� associato come imperatore, quando il bambino in quell'occasione ne aveva circa 9 di anni. Da allora lo aveva portato quasi sempre con s�, perfino nelle campagne militari combattute contro gli Alamanni, e spesso sul suo cavallo. Gli aveva dato insomma diversi battesimi del fuoco sul campo a contatto col nemico, per fargli provare i disagi nelle campagne militari, la disciplina, il coraggio e ogni cosa che doveva servire al futuro imperatore.
GRAZIANO con il fratellastro VALENTINIANO II, quando fra quattro anni morir� il padre (nel 375) condivider� con lui il trono. Lui avr� 16 anni, e il fratellastro 5 anni, con reggente sua madre Giustina. (li incontreremo tutti nei prossimi anni in varie circostanze)
Parliamo per� ora di TEODOSIO il Vecchio, cio� del valoroso generale, padre del futuro imperatore che ha ora poco pi� di vent'anni e ha seguito (anche lui come Graziano) fin dall'adolescenza il padre nelle numerose campagne militari in varie province.
Teodosio padre, aveva combattuto nel 367-368 in Britannia contro i Pitti e gli Scoti ristabilendo l'ordine a Londra, poi chiamato in Italia da Valentiniano, era sceso in suo soccorso partendo dalla Rezia.
Da Stoccarda era sceso sul Reno, poi l'aveva risalito. Lungo il percorso, oltre le grandi distruzioni e i saccheggi che abbiamo gi� narrato, prendendo alle spalle gli Alamanni, fece numerosi prigionieri.
Non solo soldati, ma anche 30.000 pacifici pionieristici coloni che - come abbiamo gi� accennato negli scorsi anni - avevano trasformato il territorio in un Eden. Sia al di qua sia al di l� del Danubio, della Mosella, del Neckar, del Reno, e del Marne. Avevano disboscato, aperto canali irrigui in questi grandi fiumi, drenato terreni, create piantagioni e pascoli e soprattutto messo a dimora i vitigni che ancora oggi sono il vanto della Renania, del Palatinato, della Bassa Giura, e dello Champagne. Avevano coltivato il luppolo pregiato, la materia prima per la birra, una bevanda che i romani disprezzavano chiamandola "urina dei barbari".
Padre e figlio rimasero impressionati. Loro spagnoli di Segovia avevano visto, attraversandole, gi� le colture della Spagna, della Francia, e quelle italiane molto misere ai lati del Po lungo la Pianura Padana, ancora dominata da immense foreste. Non avevano mai visto nulla di simile, un territorio cos� bene organizzato, coltivato, e reso cos� produttivi i terreni.
Teodosio requis� tutti quei bravi coltivatori, smembr� famiglie, distrusse parentadi, incolonn� i 30.000 uomini migliori, e nel senso inverso deportandoli li fece scendere, attraverso il Passo Resia, nella Val Venosta a Bolzano, poi Trento, Verona, fino al Po. Distribu� cos� sulle sue sponde 60.000 braccia, per sradicare boschi, arare campi, aprire canali, fare argini al fiume; come aveva visto fare lass� nel Nord. Ed eccoli questi deportati nella pianura Padana, a Cremona, Guastalla, Ostiglia, Occhiobello, ospiti forzati; a integrarsi poi col tempo, e a trasferire poi nel bagaglio genetico degli indigeni anche quello di Goti, Alamanni, Germani.