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ANNO 357 d.C.
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riassunto del PERIODO
di GIULIANO dal 337 al 363 d.C.
L'ANNO
357
*** GIULIANO GALLO
INSISTE IN GALLIA E IN GERMANIA
E SUL RENO E' UN INFERNO
Oltre i Galli-Goti (Franchi) che abbiamo visto lo scorso anno in una fase di riorganizzazione, nonostante la sconfitta subita da parte di GIULIANO, anche i Goti-Germani non sono in questi anni rimasti a guardare al di qua del Reno e dell'alto Danubio; hanno costruito grandi citt�, dato impulso a tutte le attivit�, e hanno iniziato a organizzarsi militarmente per eventuali attacchi. Non certamente a un livello capace di affrontare la cavalleria concepita da Costanzo ora in mano a Giuliano, che era una novit� per gli stessi romani. Giuliano, infatti, l'aveva imparata dai persiani di re Sapore.
Nel frattempo i goti si erano gi� insediati, come abbiamo visto negli scorsi anni, molto al di qua delle linee di confine dell'impero. Alcuni grandi agglomerati sono gi� sorti nella Baviera, sulla direttrice Augusta - Monaco, quindi molto a sud (60-80 km) del Danubio. Mentre sul Reno gli Alamanni hanno gi� trasformato Argentoratum, un antico castro romano, in una grande citt� (Strasburgo).
Tutti i dintorni della valle del Reno sulla sinistra, dalle attuali Mannheim a Magonza, da Coblenza a Bonn, da Colonia a Dusseldorf, erano nei precedenti anni zone desolate controllate dai romani. Non cos� le citt� appena nominate che si adagiano invece sulla riva destra, dove i Goti Galli Germani proprio al di l� del Reno e del Danubio, con la bomba sia demografica sia delle attivit�, in poco tempo hanno reso queste citt� ricche, potenti e popolate. (ricordiamo che ancora sotto Domiziano (51-96) le due province da lui occupate e organizzate (la inferiore e la superiore) avevano già come capitale Colonia e Magonza).
Ma i divieti imposti da romani erano precisi, emanati ancora da Marco Aurelio; non solo non potevano costruire al di qua dei due grandi fiumi, ma nemmeno nell'altra sponda; dovevano lasciare libera una larga fascia, una "terra di nessuno". Che era poi l'idea oltre che punitiva la pi� irrazionale. Era proprio sulle rive del fiume che si svolgevano tutte le attivit� commerciali, quelle che stavano trasformando la regione. Era proprio il fiume la ricchezza.Le preziose due via d'acqua, del Reno e del Danubio, erano troppo importanti per tutta l'economia del territorio e negli ultimi anni ignorando i divieti, o per la temporanea pacifica convivenza dei romani, a ridosso dei piccoli porti sul fiume nacquero grandi citt�. Ognuna poi si spinse nell'altra sponda insediandosi e trasformando i vecchi e i nuovi castri romani in piccoli paesi sempre pi� grandi. I romani del resto dislocati in quelle zone dipendevano in un certo senso anche da loro. Attorno ai castri prima ci fu la estemporanea presenza di qualche fornitore, poi il fiorire degli scambi delle merci pi� varie crearono movimenti di persone sempre pi� numerosi e vasti.
Prima erano, diremmo degli ambulanti, poi iniziarono a mettere magazzini, quindi a viverci, a costruirci abitazioni, a coltivare i terreni intorno, a moltiplicarsi e a diventare pi� numerosi dei presidi romani. Questi se volevano vivere in pace e bene (soprattutto quando a Roma si dimenticavano ed erano abbandonati al loro destino) dovevano fare per forza i tolleranti.
Era questo l'allarme giunto a GIULIANO.
GIULIANO dall'Italia, si porta a Bolzano, supera il Passo Resia, scende nella Svevia e iniziando la sua "pulizia" dall'attuale Stoccarda, raggiunge la zona poi dove sorgerà Strasburgo sul Reno, qui cattura il "capo" dei "barbari", CNODOMARO. Scende poi a Mannheim, e prosegue per Magonza. Qui non solo caccia via i goti-germani dalla sponda sinistra e destra del Reno, ma li insegue e li fa arretrare fino al Meno, oltre Francoforte; un'altra ricca citt� da saccheggiare.
Poi arretrando e portandosi a Coblenza risale il Reno fino a Colonia, cacciando con la forza quelli che vi si erano insediati. 45 citt� e paesi sono saccheggiati e gli abitanti costretti ad abbandonare tutto; con chiss� quale odio e spirito di vendetta in corpo.
Arrivato a Colonia, GIULIANO ricongiungendosi con le truppe dell'anno precedente mandati contro i Galli, ha liberato, secondo i romani tutta la Gallia e la Germania (cio� tutta la zona Renana e Danubiana). Questo giovane a 25 anni si trova ad avere un appoggio non indifferente dalle truppe, anche perch� non dimentichiamolo ha permesso a loro - lui cerca la vendetta e il potere - di razziare lungo il cammino fino a Colonia, 45 citt� che erano diventate prosperose, ricche.
L'appetito ai soldati lungo il percorso venne "mangiando". Semplici militari avevano bottini ragguardevoli, e con ingordigia facevano a gara per aumentarlo; e non fu proprio difficile con quella cavalleria-ariete che possedevano, in mezzo a pacifici cittadini terrorizzati.
La storia romana scriver� sempre che Giuliano port� la civilt� e lo sviluppo economico in queste regioni. La storia tedesca narra invece che port� la distruzione, e che i "barbari" non erano loro, ma semmai proprio i romani.
Tutto questo successo ha permesso in due anni a GIULIANO da quel ragazzino che era: silenzioso, timido, insicuro e intristito dalla lunga prigionia giovanile, a trasformarsi in un condottiero; anzi in un personaggio carismatico.
COSTANZO se credeva di aver messo a capo delle armate un semplice bamboccio, dopo la prima e questa seconda campagna, dovette ricredersi. Giuliano era un vincitore nato e Costanzo cominci� a pentirsi per avergli dato troppo potere; a temere che anche Giuliano ora volesse volare molto molto in alto. Infatti, il giovane ha dato una tale carica morale all'esercito (e non solo il morale, visto le razzie che a loro concede) che pu� anche pensare a un giorno della "resa dei conti".
A Roma, dov'� giunto in visita per la prima volta Costanzo, avverte subito che GIULIANO sta diventando troppo popolare.
In Grecia iniziano i Giochi della CCLXXXIV Olimpiade