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ANNO 342 d.C.
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riassunto del PERIODO
di GIULIANO dal 337 al 363 d.C.
L'ANNO 341
*** COSTANTE IMPERATORE IN GALLIA
*** SI STA FORMANDO LA FRANCIA
*** IL MACEDONISMO TENTA IL SALVATAGGIO RELIGIOSO
COSTANTE (che ha ora 22 anni ), dopo l'uccisione del fratello Costantino II lo abbiamo lasciato nel 340 a prendere possesso dei territori delle Gallie e della Britannia, quindi unico imperatore di tutto l'Occidente compresa l'Africa. E proprio nel centro del suo impero deve fronteggiare una ennesima rivolta dei Germani (non ancora Franchi) in Gallia.
Come carattere, intelligenza, saggezza, imparzialit� Costante � ancora quello che abbiamo gi� descritto, non ha ancora subito quella trasformazione in negativo che abbiamo accennato nel 340 e che nel 350 gli coster� poi la vita.
Questa rivolta in Gallia ha una caratteristica molto diversa e insolita da quelle del passato. Quelle precedenti erano discontinue e avvenivano in alcune particolari zone del territorio (quella che � ora la Francia del Nord, il Belgio, il Lux) che di volta in volta occupavano quando si allentava la pressione romana. Sconfinavano facevano alcune razzie, vi risiedevano alcune stagioni, poi o respinti o anche autonomamente facevano ritorno nei luoghi di provenienza.
Quella di quest'anno invece � molto massiccia e non ha nulla delle solite caratteristiche del "mordi e fuggi". E' una migrazione di popoli e di armenti. Si afferma, che mentre i nostri bravi giovani litiganti discutevano di religioni, di arianesimo, di eredit�, e si infilavano il coltello nella pancia o nella schiena, o tramavano per portarsi via quello che avevano ereditato, i futuri "Franchi" lasciati da un po' di tempo indisturbati, prima da Costantino poi da uno dei tre litiganti (ora rimasti 2) per di pi� giovani, avessero deciso di insediarsi in modo definitivo e pacifico in quella terra che sembrava non interessasse pi� nessuno, e che invece era rigogliosa, in un clima temperato, mite, ad alta produttivit�.
Le tecniche agricole erano migliorate, la conoscenza che alcune coltivazioni richiedevano particolari terreni e un certo clima erano ormai acquisite, e individuare questi terreni non era pi� un problema affidato al caso ma alle nuove tecnologie frutto di tante esperienze. C'era l'agronomia nascente, che sapeva cos'erano i concimi organici, sapeva capire la qualit� delle sementi, fare innesti, la potatura, le rotazioni seminative, l'importanza che avevano le stoppie nell'azotizzazione del terreno e quindi nella fertilit� dello stesso. Erano insomma queste conoscenze che permettevano stanziali insediamenti permanenti su un territorio ex novo. E quindi l'individuazione di queste zone ideali stavano muovendo non pi� dei piccoli gruppi con una estemporanea occupazione che prima andava non oltre una stagione, ma stava muovendo dei popoli, che dopo aver individuato alcune aree decisero di trasferirsi in quelle in massa.
Oltre a queste due motivazioni: carenza di sovranit� esercitata dai romani, e quella appena accennata sopra, c'era anche un fatto demografico. I Franchi e cos� tutti quelli dell'oltre Danubio-Reno si erano negli ultimi tempi moltiplicati per 4, e non avevano pi� territorio dove sfamarsi.
Non cosi' in Italia dove per tanti motivi la popolazione rurale era diventata nel corso del secolo quasi la met� e i terreni incolti ovviamente proprio per mancanza di braccia erano raddoppiati. Erano diminuiti gli schiavi, ed era diminuita la natalit� nelle campagne dai latifondisti spesso lasciate incolte perch� a loro conveniva importare piuttosto che produrre, anche se ultimamente per evitare altre fughe e abbandoni, l'editto di Diocleziano prima, di Costantino poi, pretendendo ugualmente le tasse li aveva costretti nuovamente a occuparsene. Era stata poi decretata l'ereditariet� nei mestieri e nell'agricoltura e questa assorbendo la manodopera fece mancare gli uomini nell'esercito. Questo perch� i latifondisti pretesero e ottennero l'esenzione militare dei loro coloni.
I romani dentro quelle legioni che ogni tanto accorrevano nelle frontiere a respingere qualche trib� che sconfinava, per vari motivi erano diminuiti di circa della met�. Nelle province lontane come quelle della Gallia, (Belgio-Francia, medio Danubio) questa carenza di uomini di origine latina era ancora maggiore, solo un quarto erano romani, gli altri tutti del luogo, quindi i latini in queste zone seguitarono a calare. E non solo i militari. Gli insediamenti di privati erano scomparsi del tutto.
Come abbiamo visto negli ultimi quaranta anni pi� nessuno era andato cos� lontano a colonizzare, visto che terreni confiscati e incolti in Italia non mancavano, anzi avanzavano. Ed erano anche cessate i grandi trasferimenti (deportazioni) di popolazioni che i romani avevano sistematicamente fatto con i prigionieri, sotto Druso, Adriano, Claudio ecc. per ripopolare le campagne.
Risultato fu che i romani che ora erano stanziati sui confini della Gallia sul Reno, e sul Danubio, avevano un rapporto di 1 contro 16, (e in Britannia ancora meno) in pratica solo quelli stanziati nelle difese dei limes, nelle fortificazioni o nei castri a ridosso degli stessi, che erano diventati veri e propri paesi brulicanti di uomini di ogni razza. Nemmeno pi� nemici data la continua frequentazione e gli affari che intercorrevano fra di loro.
Prima in queste zone c'era Costantino II, COSTANTE non vi era mai stato, non conosceva ne' la zona, ne' i problemi locali. Quando accorse in quella che qualcuno molto allarmato aveva descritto come una invasione, si trov� invece davanti a della gente molto laboriosa, che aveva gi� fatto il suo insediamento nelle campagne, aveva disboscato e messo a colture vegetali, iniziato allevamenti, canalizzato acque, costruito paesi, case, porti fluviali, ponti, dighe ecc.
In quanto all'aggressivit� questo mondo germanico in pieno movimento e in aumento, non dimostrava la minima animosit�, voleva vivere in pace. Molti parlavano gi� il latino o meglio la loro lingua stava mutuando dal latino molte radici, ne creava delle nuove o adattava quelle indigene. Che a Roma comandasse uno o l'altro - affermarono - per loro era lo stesso, volevano solo lavorare e vivere in pace.
Insomma COSTANTE si trov� in una situazione umanamente difficile da risolvere militarmente, la coscienza e l'intelligenza cozzavano contro la logica della ragione di Stato. Infatti bench� avesse 22 anni, era un carattere completamente diverso da suo padre, sembrava essere ritornati ai tempi dei condottieri filosofi, allo spartano Marco Aurelio. Costante aveva una inesauribile energia, capacit� di spostamenti fulminei su grandi distanze in pochi giorni come abbiamo visto fare in occasione della scontro con suo fratello, camminando nella pioggia, nella neve, nel caldo e nel freddo, spesso dormendo anche per terra, e senza aver bisogno di nessun servo o aiutante quando mangiava, si vestiva e accudiva alle sue cose.
Suo padre voleva la genuflessione, il bacio delle vesti, non si faceva toccare neanche dai parenti pi� prossimi, lui invece dopo una battaglia abbracciava dai gradi bassi a quelli alti tutti quelli che vi avevano partecipato (anche se odiava la guerra) insomma era un uomo pratico, non litigioso, accomodante, e visti questi comportamenti, indubbiamente anche intelligente, non certo borioso, prepotente, arrogante. Si faceva amare da tutti per queste sue virt�.
E di essere amabile e intelligente lo dimostr� subito anche ai nemici, con i Gallici, quando visto come stavano le cose accett� di non mandarli via; che rimanessero pure dentro i confini, purch� pensassero solo a lavorare, costruire, seminare e dare il loro contributo soprattutto in natura. E i Gallici accettarono, finalmente erano uomini liberi, affrancati, "franchi".
Questo compromesso che doveva fare di quella zona la Francia futura era stato fatto in un modo che diventer� poi epocale. Perch� nasce in questa zona della Gallia il primo territorio dei FRANCHI, al di la' del Reno. Non � ancora la Francia, ma e' gi� la terra dei Franchi, cio� uomini detti franchi, che appunto nel suo significato etimologico significa liberi. Prima si chiamavano con i nome delle rispettive trib�, Camavi, Ampsivari, Catruari, Catti, Borgundi, Alamanni, Sassoni ecc. Quelli stanziati del corso medio e inferiore del Reno (tra Treviri e Colonia) erano chiamati Ripuari; quelli del basso Reno fino al mare, Salii. Questi ultimi erano considerati i piu' saggi fra tutte le tribu' del Reno, con una vocazione a fare i legislatori.
Con gli antichi Galli, questi Franchi di questo iniziale periodo e poi anche con quelli che poi pi� massicciamente si riverseranno fra il 355 e il 370, allacciarono indubbiamente dei rapporti durevoli, sanciti da alcune ferree "leggi" consuetudinarie dei Salii, detta appunto Legge Salica . Queste intese forse nacquero prima da un rapporto di subordinazione e poi di protezione dei vinti offerti dai vincitori.
La "Legge Salica" (finora trasmessa per via orale), in seguito fu pi� volte redatta e rimaneggiata nel periodo di Clodoveo e di Carlo Magno, ma conservo' nei secoli (pur con molte nuove leggi mutuate dal Diritto Romano) la sua validit�; tanto che un suo preciso articolo fu ancora ripreso in et� moderna per contestare l'eredita' al trono di una figlia femmina (che le guerriere trib� saliche nel modo piu' assoluto escludevano). Famosa quella di Maria Teresa d'Austria (prammatica sanzione) fortemente osteggiata da tutte le monarchie "saliche" d'Europa, ligie alle consuetudini "barbare", mai tramontate.
E doveva essere una ottima intesa nei rapporti, visto che cominciarono fin da questo momento i Franchi a organizzarsi e a creare una forte unit� che poi pi� tardi porter� proprio il loro "capo tribu'" ad essere il re capostipite della dinastia dei Merovingi nel 481: Clodoveo (pi� avanti racconteremo le loro origini).
Cambieranno molte cose in seguito, giorni tristi, anni con vuoti di potere, lacerazioni dinastiche, spartizioni traumatiche, ma saranno tutti eventi che non riusciranno mai a intaccare la coscienza nazionale. Le beghe di palazzo dei potenti furono ininfluenti, i franchi si erano ormai formati e non cambieranno pi�, diventeranno i Francesi.
Un nazionalismo che parte da questo 342. Quando il nostro Costante decise di farli rimanere dove si erano insediati e resi liberi, cio� franchi. (E attenzione ora al prossimo 343, si stanno buttando le basi per far nascere un'altra grande nazione europea)-------------------
COSTANTINOPOLI - Viene eletto il patriarca di Costantinopoli, che secondo le intenzioni dovrebbe essere la citt� e il centro della cristianit�. E' un vescovo ariano, MACEDONIO, con alcune idee un po' diverse da quelle attualmente sempre in contrasto nella Nuova Roma. Le motivazioni di questa nomina sono politicamente abbastanza chiare; si cercava un compromesso e questo vescovo aveva in serbo una dottrina semi-ariana, che era proprio un accomodamento per riuscire a riavvicinare le due parti in conflitto.
Ma non fu sufficiente. Ammetteva la sua dottrina la somiglianza di sostanza tra il padre e il figlio, mentre lo Spirito Santo veniva concepito come una creatura del Verbo. Questa dottrina prende il nome di Macedonismo, ma non andra' molto lontano, perche' sempre di un compromesso si trattava e non accontentava i conservatori di una e l'altra corrente che invece rimanevano su posizioni ferme.
Ma ha un risultato positivo, pratico e immediato, smorza per un certo periodo le persecuzioni e quell'atteggiamento intollerante che avevano manifestato quegli oscuri personaggi che tramavano dentro il palazzo. Erano quelli che avevano comandato prima di lui e fatto demolire tutti i templi pagani. Il beneficio che se ne trasse fu quello che non furono pi� distrutte le opere d'arte che questi templi contenevano da secoli e che erano dopo la "pulizia" eusebiana, gli unici ad essere rimasti intatti.
Ma ad opporsi a questa nomina (e quindi alla sua dottrina conciliante) si schierarono subito gli ortodossi, pur sempre numerosi nella capitale dell'impero d'Oriente, che sostenevano invece il Vescovo Paolo. Ed anche qui siamo appena all'inizio delle ostilita'. Infatti si sta organizzando il concilio del prossimo anno su iniziativa di Costante e che anche Costanzo sembra abbia approvato.