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ANNO 311 d.C.
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riassunto del PERIODO
di COSTANTINO dal 306 al 337 d.C.
L'ANNO 311
* EDITTO DI TOLLERANZA
* A PROPOSITO SCRIVE EUSEBIO...
30 APRILE - L'inaspettato, l'evento principale e gli altri piccoli eventi che vi concorrono, contribuiscono a modificare la grande Storia, con i fatti gi� preannunciati e ormai imponderabili.
In brevissimo tempo accaddero tutti insieme.GALERIO, l'uomo che aveva concepito e poi condotto la pi� inutile e gratuita persecuzione dei cristiani, cade nei primi mesi di quest'anno gravemente ammalato.
Lattanzio (vedi 298) aveva gi� scritto la premonitrice e tenebrosa storia Sulla morte dei persecutori; in questa accennava minuziosamente a quali castighi erano andati incontro tutti coloro che avevano perseguitato i cristiani. I sintomi dei mali che la maledizione divina inviava e le morti atroci che attendevano i malvagi oppressori.
Galerio ora era quindi uno di questi che andava ad aggiungersi alla lunga lista. Forse qualche zelante amico-nemico non manc� di farlo presente, che presto sarebbe apparso anche lui in quella lista, salvo ravvedersi, pentirsi, e forse chiss� se Dio lo perdonava gi� in terra non era da escludersi in una sua immediata guarigione dal male che ora lo tormentava.
Galerio convertito o no volle quindi cos� riscattarsi. Da Nicomedia dove ormai giaceva fra la vita e la morte, emise l'editto che i cristiani aspettavano da 311 anni. Con questo editto imperiale le persecuzioni cessavano e i cristiani finalmente ricevevano un riconoscimento giuridico. Era un editto di tolleranza che sottoscrissero poi sia Licinio che Costantino.
Non sappiamo chi fu l'ispiratore; si dice Licinio, si suppone Costantino stesso, rimane il fatto che n� Eusebio n� Lattanzio parlano dell'intervento dei due imperatori, e per il fatto che Costantino diventer� leggendario per il cristianesimo sembra proprio che se un suggerimento ci fosse stato, i due storici non lo avrebbero certamente tenuto nascosto. Credibile quindi che sia stato opera di Galerio.Una ispiratrice di Galerio potrebbe essere stata sua moglie VALERIA. Questa come abbiamo letto in precedenza, l'aveva sposata nell'anno 293, ed era la figlia di Diocleziano; e proprio il padre forse indirettamente con i suoi grossi problemi esistenziali degli ultimi anni gli aveva fatto conoscere la religione cristiana di cui si conoscono nonostante l'opera persecutrice del marito, in sua moglie alcune simpatie.
L'unico a non firmare l'editto fu per� l'altro persecutore, MASSIMINO; e diventa anche lui un "altro malvagio", per Lattanzio da mettere in lista nel suo libro. Il 1� MAGGIO del 313, Massimino nello scontro con i 30.000 uomini di Licinio vide all'improvviso passare dall'altra parte della barricata i suoi 70.000 soldati. Caduto subito dopo anche lui vittima di una grave malattia, divent� cieco e il suo corpo inizi� a diventare uno scheletro. Corse ai ripari per guadagnarsi la benevolenza divina dei cristiani, firmando anche lui un editto di tolleranza e la restituzione di tutti i beni ai cristiani; ma era troppo tardi, come Galerio, anche lui, dopo alcuni giorni mor�, a Tarso il 12 AGOSTO dello stesso anno 313.
L' EDITTO DI TOLLERANZA...
di LICINIO e COSTANTINO ci fa capire quello che accadr� fra breve, e ci chiarisce anche la improvvisa ascesa di Costantino con la sua nuova scienza politica, che segue soprattutto gli eventi e non la irrazionalit� dei suoi predecessori, n� resta a compiacersi per una battaglia o una guerra vinta; entrambe non bastano a creare serenit� e fiducia nei popoli, anzi spesso pi� che risolvere i problemi, le guerre vinte li complicano e riescono perfino a peggiorare certe situazioni. Occorre quindi grande acume politico.
Avremo quindi in questi anni che seguono modificazioni sempre politicamente e opportunisticamente utili ai fini dello creazione di un grande Stato.
Ecco un passo illuminante di Eusebio dopo la stesura e la pubblicazione dell'Editto (che per� non ha in mano quello di Milano ma quello di Galerio, e da questo copia): "Quando io, Costantino e Licinio ci siamo incontrati abbiamo discusso per il benessere e la sicurezza dello stato, siamo giunti alla conclusione di adottare questa politica: ossia che a nessuno debba essere negata la libert� di seguire la religione dei cristiani o qualunque altro culto, perci� nostra volont� � che siano abrogate tutti gli editti in merito ai cristiani (e che sembravano alieni alle nostre clemenze) e lasciate che tutti coloro che desiderano seguire la predetta religione dei cristiani si affrettino a seguire la stessa senza molestia e interferenze con le altre. Possiamo essere sicuri che abbiamo in questo senso dato ai cristiani che ne facevano richiesta la illimitata libert� di seguire la propria religione, ma che capiscono che anche agli altri � stata concessa analoga libert� completa e illimitata, di religione e di culto, poich� tale concessione � conveniente alla pace dei nostri tempi, e facendo cos� pensiamo di non aver arrecato disonore a qualsiasi religione"."Historia Eccl.,X,5"
Quando Costantino mosse verso Roma, lo abbiamo gi� detto non vi erano certamente cristiani da sottrarre a una persecuzione religiosa, queste erano gi� terminate. Da ricordare inoltre che i buoni contatti di sua madre FLAVIA GIULIA ELENA con i cristiani di Roma, potevano questi anche favorire e rendere non solo pi� rassicurante un suo arrivo militare nella citt�, ma oltretutto essere appoggiato come abbiamo visto sopra anche dagli stessi pagani che alla fine scelsero di tutti i mali che affliggevano Roma quello che secondo loro era il minore. I cristiani erano notoriamente conosciuti come non belligeranti, e quello che ora desideravano tutti i romani era proprio di evitare una inutile guerra civile.
Nessuno di certo immagin� quel giorno, favorendo l'ingresso a Costantino che quell'uomo avrebbe fatto finire da l� a poco la leggenda di Roma e che al suo posto sarebbe nata la Nuova Roma al di l� dei mari; ma gli eventi camminano con il destino, e per la capitale dell'impero, ma anche per tutto l'occidente, il destino ormai stava per compiersi.Elezione di Papa Melchiade (Milziade) Iberico (311-314)
Prete di famiglia iberica (nda: proveniente quindi dalla penisola Iberica, attuale Spagna o Portogallo), fu eletto vescovo di Roma il 2 luglio 311, due anni dopo la morte del suo predecessore Eusebio.
L'occasione non fu fortuita ma determinata dalle mutate circostanze politiche.
Infatti...l'impero romano tetrarca, ormai purtroppo, diviso in due tronconi si stava dissolvendo.
Da una parte l' impero orientale con Galerio e Massimino Daia, dall'altra, l'impero d' occidente con Massenzio e Costantino.
Lasciato da una parte l'impero d'oriente, la storia vuole che Costantino sotto i labari dello "Acheropoyetos" (nda: Acheropita = dipinto senza l'intervento delle mani dell' uomo "ovvero la stessa figura che si ritrova impressa sul lenzuolo della "Sacra Sindone" , ovvero le insegne della croce e del volto di Cristo), abbia sconfitto a Ponte Milvio ( 28 ottobre 312) le legioni anticristiane di Massenzio.Da qui in poi la storia dei cristiani avrà sviluppi completamente diversi.
Non sarà papa Melchiade a passare alla storia ma, l'imperatore COSTANTINO il quale riuscì a radunare, in qualche maniera, le torme di cristiani ormai mal disposti a sopportare le oppressioni e le angherie.
Sotto le insegne " IN HOC SIGNO VINCES" i cristiani vinsero contro il resto di quel che ormai rappresentava lo sfacelo imperiale tetrarchico.
Ad onor del vero, Costantino, diversamente da quanto si vuol credere... non fu un fervido cristiano ma, più semplicemete un opportunista che riuscì ad utilizzare in maniera molto pragmatica un movimento popolare in continua crescita: Un movimento, senza molte pretese dal punto di vista politico, che si accontentava dei benefici derivati da lasciti o prebende e che, almeno in apparenza rivendicava semplicemente la libertà di culto religioso.
Costantino, completamente preso dall'ingranaggio cristiano, non riuscirà mai più ad uscirne e papa Melchiade opportunista più dell'imperatore ne approffitterà sino alla determinazione di far intervenire le milizie imperiale in contrasti interni al movimento cristiano: Donato vescovo di Cartagine, fu deposto a favore di Ceciliano.
Melchiade morì il giorno 11 gennaio del 314, fu l'ultimo papa ad essere sepolto nella cripta papale di San Callisto.