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CRONOLOGIA

20 MILIARDI
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ANNO 149 d.C.

QUI  riassunto del PERIODO  ANTONINO -  M. AURELIO ( dal 138 al 180 d.C. )


*** INFLAZIONE GALOPPANTE
*** E GLI SPECULATORI FANNO AFFARI CON LA CRISI

Come in tutti i paesi dove in consumismo � legato sia alla produzione interna sia a quella estera importata, quando si verifica che la prima (perch� in tempi di congiuntura favorevole si preferisce importare invece che produrre) non riesce a soddisfare il mercato perch� non attrezzata n� incentivata, e la seconda per tante ragioni (le guerre) non invia pi� i suoi prodotti: i prezzi aumentano, e la rarefazione delle merci dovuta alle due cause contemporaneamente, di fronte a consumatori che invece ha molti soldi da spendere, fa salire di prezzo i beni di consumo a vette stratosferiche che tutti conoscono.

Ed � proprio in questa met� anno, per i motivi che abbiamo accennato, che la crisi a monte con la  monetazione imperiale in crisi con la bilancia dei pagamenti e a valle le critiche risorse dei contraccolpi economici , rivela in prospettiva il pericolo di turbativa sociale, che si fa sentire forte quando un Paese ha bruciato le sue risorse o non ha operato in profondit� e a lunga scadenza un progetto economico al quale tutti dovrebbero essere chiamati a partecipare.
Un Paese che non integra queste forze quando la societ� � divenuta complessa � pi� esposto alla distruzione rispetto ad una societ� semplice, perch� la prima, quando il ceto alto prospera, � altamente differenziata e richiede una grande integrazione del ceto basso per il suo funzionamento.
(ne sappiamo qualcosa nei nostri tempi moderni, basta che scioperano i facchini ed ecco che si fermano anche i mezzi tecnologici pi� sofisticati come un Concorde che vi porta in America in 4 ore. Basta che incrociano le braccia gli scaricatori marocchini nei nostri mercati generali ed ecco che sulle nostre mense manca la verdura, la frutta, il pesce, la carne. E questo accade anche molto prima che scoppiano  le vere e proprie guerre).

Torniamo a Roma:
se le province asiatiche sono trattate come abbiamo visto sopra come rozze, e a nulla servono le loro vecchie culture poco valorizzate o appena a sufficienza tollerate, e i popoli che le hanno espresse prendono coscienza che tali millenarie culture mai riusciranno a far abbassare con un po' di rispetto la testa ai romani, prendono per� anche coscienza che Roma ha bisogno di loro, sia per mangiare, sia per fare la bella vita, perch� quest'ultima pu� venire solo dal quel lavoro umile spesso nascosto, anche il pi� generico, e dal quale  i ricchi traggono poi i denari per soddisfare i propri capricci o godersi la tranquillit� in case e ville servite da un nugolo di servi. (nei nostri tempi persino dai rifiuti sono nate ricche famiglie che prosperano con questo nuovo oro nero del XX secolo, ma chi li raccoglie pur svolgendo il lavoro pi� ingrato prende solo le briciole di questo business).

Per quanto si era fatto in Italia in questi ultimi cento anni, l'agricoltura era affidata a piccoli proprietari che la portavano avanti con mezzi arcaici, poco avvezzi a fare selezioni di ci� che seminavano. Producevano un fabbisogno necessario per soddisfare appena se stessi e non certo i grossi centri urbani popolati come Roma, la vita rurale non era fatta per i nuovi ricchi, e i vecchi possedevano grandi latifondi dove qualcosa avevano prodotto in passato, ma appena vennero a mancare gli schiavi (Seneca nelle sue campagne ne aveva 250 e predicava nel 38 d.C. che la felicit� era la povert�) furono abbandonate per operarvi solo con la pastorizia, si preferiva importare, importare, importare. Uno di questi si vantava di guadagnare con un solo viaggio in Egitto quanto mille agricoltori messi insieme.

Ed � proprio dall'Egitto che parte un grosso segnale che dovrebbe far riflettere tutti ma non sar� ancora sufficiente, si preferir� o usare la forza o, subito dopo, la FILOSOFIA STOICA proprio con Marco Aurelio che, per ironia della sorte, con la sua ascetica serenit� (che conosceremo pi� avanti) ben poco sarebbe stato di beneficio ai numerosi conflitti che lo aspettavano e che dovette poi affrontare. 

Dovette anche lui adeguarsi. C'erano gli opposti aspetti del mondo? Bene qui si fa una guerra e si stermina l'intera popolazione e l� invece si fa la pace. "Io sono il giusto ma devo diventare un ladrone in certi momenti, perch� � predestinazione, perch� cos� � stato stabilito da un ente supremo." Insomma, un altro potente che si mette il cuore in pace! "L'imperialismo ci � necessario".

In Egitto accade che i contadini non vedevano neanche un chicco del grano che coltivavano poich� andava tutto a Roma – requisito da speculatori che acquistavano l'intero raccolto mesi prima - e quindi nella disperazione incrociarono le braccia.  Fecero uno sciopero che qualcuno strumentalizz� politicamente, aiutato forse anche da qualche speculatore romano del posto che aveva in mano tutto  l'export, e che dai suoi colleghi di Roma avrebbe  voluto ottenere un rialzo dei prezzi.
Ma intanto nel periodo caldo di questa crisi i rifornimenti di grano a Roma cessarono, con gravi ripercussioni sociali.
In sostanza i produttori in Egitto volevano produrre meno e nello stesso alzare il prezzo, cos� ottenevano sempre lo stesso guadagno, ma utilizzavano meno manodopera. Come fanno oggi gli arabi con il petrolio. Gli basta chiudere il rubinetto per far alzare il prezzo, anche se il petrolio sgorga gratis. O come fanno certe fabbriche, pi� licenziano maestranze, pi� vale la fabbrica).

Troviamo dunque quest'anno una Roma che era piena di soldi ma che si trov� in preda alla fame e al centro di tensioni sociali. Nell'emergenza ci si rivolse all'interno, ai vecchi agricoltori, ma qui nelle campagne, quelle che una volta erano indorate di grano in giugno, non c'era altro che pascolo. I latifondisti avevano dismesso, fatto abbattere le fattorie, licenziati i coloni che solo alcuni avevano poi sostituito con gli schiavi: Molti per non pagare le tasse fondiarie si erano trasferiti nelle citt� a fare gli importatori, a gestire grandi magazzini, a fare i distributori o meglio ancora si erano trasferiti a fare gli imprenditori nelle province, dove la manodopera schiava non era certo carente come a Roma.

I ceti pi� bassi che non potevano permettersi di pagare a borsa nera il pane, scesero allora in piazza con la ferma intenzione di assaltare i magazzini degli speculatori. Nei tumulti lo stesso imperatore ANTONINO  sceso in mezzo a loro per calmare gli animi, rischi� di essere lapidato. Fu costretto ad aprire i suoi magazzini e con la forza pubblica quelli che avevano fatto aggiotaggio, che avevano imboscato le derrate cerealicole in attesa degli aumenti e per vendere a chi produceva pane, a borsa nera, e quindi con la prospettiva di lucrosi guadagni sulla pelle dei poveracci con il minimo del prodotto.

ANTONINO di sua tasca per evitare il peggio dovette acquistare e far distribuire pane, vino, olio e carne ai poveri per molte settimane. Un piccolo brivido scosse per qualche giorno le classi agiate, quella degli speculatori e dei noleggiatori, ma poi con vari compromessi si stipul� con un trattato nel 154 la "concordia" Nilo-Tevere, e si rimand� il nocciolo del problema, che non era stato per niente risolto in profondit� politicamente, ma solo aggirato con la provvidenza e la magnanimit� di un imperatore che era fortunatamente molto ricco.

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*** In Grecia si svolgono i giochi della CCXXXII OLIMPIADE