vedi stesso periodo "RIASSUNTI STORIA D'ITALIA"
ANNO 1780
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MORTE DI MARIA TERESA (vedi anche la BIOGRAFIA)
*** ALESSANDRO VOLTA sconfessa GALVANI
*** AUSTRIA - A novembre, muore l'imperatrice MARIA TERESA d'Austria, madre di Francesco II, ex re di Napoli. Sale sul trono il suo co-reggente figlio, GIUSEPPE II, ora unico sovrano che prosegue il periodo, fra chiari e scuri, delle riforme iniziate da Maria Teresa. Il nuovo sovrano emana (1781) la patente di tolleranza lasciando libert� di culto agli ebrei e ai protestanti, abolisce la servit� della gleba (ma non in tutto l'impero), concede la libert� di stampa (molto relativa), emette il nuovo codice penale (ligio ma repressivo), sopprime gli ordini religiosi contemplativi e confisca i loro beni.Il suo regno durer� fino al 1790 non privo di problemi interni, come le insurrezioni dei movimenti autonomistici in Belgio e in Ungheria dal 1787 fino alla sua morte, lasciandoli come eredit� scomoda al suo successore LEOPOLDO II, che dovrà fronteggiarli; deve inoltre occuparsi precipitosament della Francia rivoluzionaria. Ma far� appena in tempo a intervenire (in una situazione di ambiguo, stallo insieme al re prussiano) che morir� nella fase pi� critica della Rivoluzione, nel 1792, con gli eserciti sul piede di guerra, per difendere piuttosto blandamente il re di Francia.
Leopoldo non poté quindi continuare la proficua ventennale politica riformista in Toscana, dovendo rinunciare al titolo granducale per andare a sostituire il fratello sul trono d'Austria.
Nelle audaci riforme degli Asburgo in campo sociale (prima dette "teresine", ora prenderanno il nome di "giuseppine"), sono fortissime le "influenze" del giurisdizionalismo, ma anche quelle di VOLTAIRE e ROUSSEAU e del "nemico-amico" prussiano Federico II (a sua volta il pi� attento ai modelli di Voltaire). Le loro idee per quasi tutta la seconda parte del Settecento, seguiteranno a introdursi in tutte le istituzioni dei monarchi pi� illuminati, oltre che in quelle, fra breve (non sempre applicate bene), rivoluzionarie.
ALESSANDRO VOLTA sconfessa GALVANI: "non � la rana elettrica, ma lo � il metallo usato, il rame e lo zinco".Le proprietà elettriche e magnetiche della materia derivano dal fatto che gli atomi contengono particelle, elettroni e protoni, dotate di cariche elettriche in movimento. Gli elementi principali dei fenomeni sono però gli elettroni. Essi sono legati al nucleo da forze solitamente grandi, ma con numerose eccezioni in particolari condizioni.
Ad esempio accade che ponendo ossigeno e idrogeno, in quantità opportune, in un recipiente e facendo scoccare una scintilla elettrica, i due elementi si uniscono formando quel composto che chiamiamo acqua. Ma lo stesso risultato (acqua) si ottiene durante la combustione per esempio del metano (facendo bruciare il metano con l’ossigeno dell’aria si ottiene anidride carbonica e acqua). In forma assolutamente sommaria accade che gli elementi che si combinano mettono “in comune” uno o più elettroni, in modo da raggiungere uno stato di equilibrio più stabile.
Nei metalli alcuni elettroni sono debolmente legati al nucleo e quindi possono “muoversi” liberamente nella massa: sono questi gli elettroni che costituiscono la corrente elettrica quando sono sottoposti ad una differenza di potenziale. Se la differenza di potenziale è costante gli elettroni si spostano fisicamente da un polo all’altro del conduttore (corrente continua); se la differenza di potenziale è variabile, per esempio alternata, gli elettroni si muovono ondeggiando fra due posizioni (corrente alternata). Questa proprietà è comune, in modo più o meno efficiente, a tutti i metalli, i quali quindi vengono classificati come buoni conduttori di corrente. Fra i metalli però ci sono delle differenze: alcuni hanno elettroni “più liberi” e quindi conducono meglio (argento, oro, rame, alluminio, ferro, dal migliore in giù). Tenendo conto di questa proprietà si costruisce una scala detta dei potenziali elettrochimici.
Una proprietà simile è posseduta dalle soluzioni in alcuni liquidi, per esempio acqua e sale: in questa soluzione sono presenti gli ioni, cioè il sale Na Cl si scinde in Na (sodio) con una carica positiva avendo perso un elettrone e Cl (cloro) con una carica negativa, avendo sottratto un elettrone al sodio. Gli ioni si comportano quindi come gli elettroni liberi presenti nei metalli.Quale fu la scoperta di Volta? Rame e zinco hanno potenziali elettrochimici diversi, per cui collegandoli ad una estremità, all’altra creano una differenza di potenziale, cioè creano una “forza” (questa parola non è corretta, la uso solo per rendere “visibile” il fenomeno) capace di far muovere le cariche elettriche libere. Allora, se fra le estremità libere del rame e dello zinco mettiamo un panno bagnato di acqua e sale, il sodio si muove da una parte, il cloro dall’altra e quindi si crea una corrente elettrica. E’ questa la “pila” di Volta. Il nome di pila deriva dal fatto che per avere una corrente sensibile occorre mettere uno sull’altro (in pila) numerosi elementi zinco – panno bagnato – rame, collegando fra loro tutti gli elementi zinco e tutti gli elementi rame. In tal modo gli effetti si sommano e si ottiene un risultato misurabile.
Anche nel nostro corpo, e in quello delle rane, sono presenti soluzioni acquose piene di ioni, per cui anche noi conduciamo la corrente elettrica, quando in qualche modo siamo sottoposti all’azione di una differenza di potenziale. Il guaio nasce dal fatto che alcune nostre funzioni sono garantite da potenziali elettrochimici, per cui un potenziale esterno può provocare delle disfunzioni fatali.
Ad onore di Alessandro Volta è rimasto il suo nome all’unità di misura della d.d.p. per cui oggi la corrente elettrica si studia sotto tre parametri fondamentali: il Volt (V), l’Ampère (A) per l’intensità di corrente e l’Ohm (©) per la resistenza. In verità quando tanti anni or sono frequentavo il primo anno di Ingegneria, non si diceva Volt ma proprio Volta. In seguito la normalizzazione, guidata come sempre dagli Anglosassoni, ha imposto la caduta della A finale ed è rimasto il nome di Volt.
(queste note tecniche sono del Prof. Ing. GIOVANNI CARUSO)
(elementi di Meccanica, Idraulica, Meccanica Celeste, Astrofisica, Termodinamica, Ing.Navale)
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