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(pagine in continuo sviluppo  (sono graditi altri contributi o rettifiche)

ANNO 1706

(VEDI EUGENIO DI SAVOIA)

e maggior particolari nel periodo "RIASSUNTI STORIA D'ITALIA"

*** L'ASSEDIO DI TORINO -PIETRO  MICCA


Il 7-settembre, i SAVOIA, (questa volta con gli austriaci - e fanno quasi tutto loro con le forze imperiali guidate dal PRINCIPE EUGENIO DI SAVOIA) sconfitti i francesi, hanno altre ambizioni: fanno un pensierino su Milano, Torino e Napoli, ma a comandare sono gli austriaci, i Savoia diventano (nonostante sia Eugenio cugino) solo delle comparse abilmente usate dagli austriaci per i loro progetti molto pi� ampi e a respiro internazionale. Il malumore quindi serpeggia fra i Savoia, pronti nuovamente a passare dalla parte del nemico; cio� stanno pensando di ritornare sui loro passi per fare un'altra alleanza con i  francesi.

Facciamo un passo indietro- Nel 1690 Eugenio (era giovane e non ancora a capo dell'esercito imperiale) era stato inviato dall'Austria in Italia a combattere sotto gli ordini di suo cugino Vittorio Amedeo II. Il trattato poi di Ryswick del 1697 aveva sanzionato l'indipendenza piemontese comprensiva di Torino e Vigevano. 
Nella nuova guerra che si era profilata per la successione al trono di Spagna, il Duca Vittorio Amedeo cercava di agire ambiguamente secondo quanto gli convenisse di pi�. Trattava infatti (come al solito, e come faranno sempre fino all'ultimo giorno della loro dinastia - vedi 1915 e 1940-43) separatamente ora con gli austriaci, ora con i francesi. Ma questi ultimi se ne accorsero, diffidavano, ed a sorpresa (un 8 settembre '43) disarmarono -le intenzioni non erano molto chiare- una guarnigione piemontese a S. Benedetto-Po. Questo fece s� che il Duca si alleasse decisamente (quando si sta per perdere si cambia bandiera) con gli Austriaci, che gli promisero in cambio se si schierava con loro nel battere i francesi, i territori del Monferrato, parte della Lombardia, della Lomellina, della Valsesia, di Vigevano e di un tratto della provincia di Novara. 

Ma i 3 eserciti francesi penetrati in Piemonte, prima di quanto Amedeo si aspettasse, sconfissero il Duca, ancora impreparato, a Susa, a Vercelli e ad Ivrea nel 1704. Il Duca resistette solo a Torino il pi� a lungo possibile; poi, lasciato il comando, and� personalmente incontro ad Eugenio di Savoia, che stava accorrendo in suo aiuto, alla testa delle forze imperiali. La stessa popolazione torinese reag� a favore del Duca offrendogli un notevole appoggio con atti di partigianeria per colpire i francesi.
 Bisogna ricordare in questo assedio francese il sacrificio di Pietro Micca che, il 29 agosto 1706, in una galleria della fortezza, fece scoppiare una mina sotto i suoi piedi, saltando in aria assieme ai francesi ed a molti loro armamenti. 
Quando Torino era ormai allo stremo dopo 117 giorni d'assedio, i due Savoia arrivarono con 30.000 uomini, contro i 47.000 francesi. Ma il divario di forze fu superato dal maggiore senso tattico e strategico di Eugenio, che con una battaglia durata poche ore, mise in rotta completa gli assedianti. 

Giunti a Superga, in posizione sopraelevata, il Principe Eugenio e Vittorio Amedeo di Savoia osservarono i trinceramenti franco-spagnoli che attorniavano la città sotto assedio. Dopo di che, le truppe piemontesi (con un buon rinforzo di austriaci e prussiani) aggirarono la città da sud, attraversando anche il Po e schierandosi ad ovest, in modo da "chiudere" gli avversari in una morsa: da un lato la non doma guarnigione torinese che aveva sino ad allora resistito all'assedio, dall'altro le fresche forze austro-piemontesi.
Lo scontro si sviluppò infatti nella zona pianeggiante (e specularmente opposta a Superga, che trovasi sulla sponda destra del Po) a nord ovest della città, dove tuttora vi è il Borgo VITTORIA (!), la cui chiesa conserva resti dei caduti DELLA BATTAGLIA DEL SETTEMBRE 1706 e i cui toponimi sono ricchi di riferimenti alla battaglia.

Poi dopo la vittoria, acclamatissimi, Vittorio Amedeo ed Eugenio entrarono a Torino, scortati dalla popolazione festante fino al Duomo, dove fu eseguito un Te Deum di Ringraziamento.
 La vittoria di Torino rappresent� anche la rovina del partito borbonico in Italia.
Ma c'� qualcosa nei Savoia che non va in questa vittoria. Non hanno ricevuto quanto si aspettavano e gi� stanno pensando ad altro. Tramando un'altra volta ambigue alleanze.

PAPIN costruisce il 1� battello vapore. Alle prime dimostrazioni, l'invenzione appare subito ad alcuni straordinaria, ma ad altri inquietante per il posto di lavoro. Infatti viene assalito e distrutto dai barcaioli inferociti per la concorrenza sleale. Minacciano di fermare tutte le barche, i navigli, e di paralizzare tutti i trasporti.

 CONTINUA ANNO 1707 >