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CRONOLOGIA

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(pagine in continuo sviluppo  (sono graditi altri contributi o rettifiche)

vedi stesso periodo "RIASSUNTI STORIA D'ITALIA"

ANNO 1640

*** L'ASCESA DEL CARDINALE MAZZARINO
*** SI FORMA LA POTENTE PRUSSIA
*** RIVOLTA IN SCOZIA (Pace di Berwick)
*** COMPARE
OLIVER CROMWELL


*** FRANCIA - Richelieu, ormai 55 enne, seguita a dominare incontrastato la politica francese come l'elemento pi� influente sia in quella interna come e soprattutto in quella estera. Cos� molto indaffarato quest'anno si sceglie un segretario che secondo il suo intento dovrebbe poi diventare il suo successore: GIULIO MAZZARINO.
Italiano, nativo di Pescina dov'era nato nel 1602, Giulio era un rampollo dei Colonna di Roma; nella capitale segu� il corso di studi presso i gesuiti. Capitano delle milizie del papa, poi segretario dei legati pontifici in Valtellina, a Ferrara e a Milano -pur non essendo prete- si guadagn� ben presto per la sua abilit� il favore di papa Urbano VIII. 

Trentenne, il papa lo invi� presso Richelieu come ambasciatore per ottenere il suo appoggio alla progettata ma poi fallita invasione del Cantone svizzero di Ginevra insieme alle truppe di Vittorio Amedeo I di Savoia.
Entr� poi a servizio del  cardinale Barberini; poi nunzio straordinario a Parigi dal 1634 al 1636.
Inizialmente come il papa era filo-spagnolo, ma ai primi contrasti dello scorso anno, o forse perch� fu il primo ad avvertire la decadenza della Spagna, pass� al servizio della Francia prendendone perfino la cittadinanza.
Con i suoi precedenti nell'arte diplomatica, poi con la sua costante presenza nella corte di Francia, il giovane nell'arco di quattro anni si fece subito notare da Richelieu. Lo abbiamo gi� accennato, Mazzarino non era prete; ma il potente cardinale di Francia (quest'anno 1640) prima lo nomina suo segretario, poi gi� il prossimo anno (1641) gli fa ottenere la nomina cardinalizia e nello stesso tempo lo indica a Luigi XIII come suo successore. Appena in tempo. Richelieu morir� a settembre dell'anno dopo (1642). Luigi pur non avendolo mai amato Richelieu (fin da giovane si era sempre lasciato dominare) accolse sul letto di morte due suoi preziosi consigli; la successione a primo ministro di Mazzarino  e di mettere anche in mano sua l'educazione del futuro re di Francia, suo figlio Luigi XIV di 4 anni.
Il 5 dicembre del 1642 re Luigi XIII lo nomin� infatti primo ministro; anche qui appena in tempo perch� prematuramente (42enne)  il 14 maggio 1643 mor� anche lui, lasciando la difficile eredit� del governo della Francia al piccolo Luigi XIV. In buone mani per�: reggente la madre Anna d'Austria ma sotto la tutela appunto del Mazzarino, che tenne in effetti tutto da solo la direzione della politica francese; e nonostante l'avversione del Paese anche dopo la maggior et� del re, fino alla morte, avvenuta nel 1661.

Solo da quell'anno c'� l'ascesa autoritaria di Luigi XIV dichiarando subito che non avrebbe pi� assunto primi ministri; e pur avvalendosi dell'opera di abili e devoti collaboratori (come Colbert per le finanze, Louvois per l'esercito, e altri geniali funzionari)  inaugur� quel governo personale che ha fatto definire il suo regno con la celebre frase che lo stesso re avrebbe pronunciato "Lo Stato sono io". 

Ma quando morirono i suoi migliori collaboratori, con il solo suo "assolutismo regio" (La Lega di Augusta -Asburgo, Spagna, Olanda Svezia, Inghilterra, Savoia, la definirono arroganza e prepotenza), non seppe poi gestire gli aspri contrasti successivi, non seppe arginare l'appannamento del suo prestigio, e nemmeno seppe impedire l'inizio di quel periodo di grave decadenza politica, militare, economica e commerciali, quando morendo nel 1715 (mentre Parigi faceva festa), senza eredi (pur con tanti figli illegittimi) lasci� la Francia in un mare di debiti (superiori ai tre anni successivi di entrate).
Ma avremo occasione di parlarne molto nei prossimi  75 anni.
 
*** INGHILTERRA - In Scozia prosegue la rivolta dei presbiteriani contro i puritani inglesi di re CARLO I. Riescono ad impossessarsi di Edimburgo e altre citt�. Viene affrontata dalla corona inviando l'esercito, ma prima dello scontro si apre uno spiraglio di pacificazione (Pace di Berwick)  promettendo il re di affidare gli affari civili a un parlamento formato da scozzesi, e quelli religiosi ad un'assemblea generale, a condizione che venga sciolto l'esercito scozzese.  Non fidandosi, gli scozzesi non stanno al ricatto di sciogliere l'esercito; il re ne fa una ragione per non mantenere le promesse. Gli scozzesi -proprio con il loro esercito- iniziano nuovamente le ostilit�, prendendosi anche il lusso di sconfiggere  in agosto a Newburn l'esercito inglese.
Carlo sar� costretto non solo a subire la sconfitta  ma a pagare il soldo giornaliero ai soldati scozzesi. Questo quando gi� le sue finanze in Inghilterra sono disastrate. Motivi che scateneranno la richiesta dell'apertura del parlamento; apertura concessa a Novembre ma che assume subito una posizione nettamente ostile alla corona. 

Nonostante tutto il denaro raccolto non era ancora sufficiente per le spese del sovrano e al Parlamento voleva chiederne dell'altro. Questa fu la quarta convocazione del Parlamento e passer� alla storia come il "Parlamento Breve". Breve ma � l'inizio di una vera e propria guerra alla corona.
 Principale esponente dell'opposizione JHON PYM la cui spiccata capacit� oratoria si indirizz� fin dal principio nei confronti degli abusi dell'autorit� reale. Con lui  alcuni dei grandi protagonisti dei prossimi anni, come un certo OLIVER CROMWELL, eletto per la vicina citt� di Cambridge.

( OLIVER CROMWELL )

 Nell'arroventata riunione, il conte di Stafford, consigliere del re viene chiuso nella Torre di Londra; va sotto accusa anche l'arcivescovo Laud, ritenuto il vero responsabile del rovescio economico e delle severe repressioni ai puritani oltre che ai dissidenti anglicani; infine dichiara illegale la forzosa tassa imposta ai porti ma anche all'interno, per la flotta della corona.
Si verifica per� una spaccatura tra presbiteriani anglicani radicali e i puritani. I primi firmano una petizione (la Root and Branch) chiedendo l'abolizione del sistema episcopaliano e quindi una radicale riforma; mentre i puritani pi� moderati si dissociano. 

*** GERMANIA - I francesi nella dichiarata guerra anti-asburgica, fanno meglio degli stessi svedesi; loro hanno occupato l'Alsazia mentre i loro alleati sono costretti a ritirarsi dalla Boemia che avevano invaso lo scorso anno guidati da Johan Baner dopo la vittoria nella battaglia di Chemnitz, e dopo aver cinto d'assedio Praga.
Nello stesso tempo avviene una svolta politica decisiva nel Brandeburgo. Morto Giorgio Guglielmo, gli succede il figlio Federico Guglielmo. Oltre che rafforzare la politica, l'esercito e l'economia con delle accorte alleanze, rafforzer� e centralizzer� l'apparato statale diventando l'artefice dell'unificazione del Brandeburgo, Prussia e Cleve. Con il riconoscimento appunto della sua sovranit� sulla Prussia, rafforz� l'assolutismo (uno dei primi a crearlo), cre� un potente esercito permanente, riform� le finanze e fu anche grande mecenate. Fu detto "il Grande Elettore". Lasci� nel 1688 questa eredit� poi al figlio Federico I (1657-1713), che prosegu� egregiamente la sua  opera; ma la prosegu� ancora di pi� "l'assolutista illuminato" FEDERICO II "Il Grande" (1712-1786) che salito sul trono nel 1740, trasform� la piccola Prussia in uno degli Stati pi� potenti, con l'esercito pi� temuto d'Europa; anche definito il padre del "nazionalismo" tedesco.(vedi su questo stesso sito, la sua interessante biografia in "Personaggi Forti").

*** SPAGNA - Forti contrasti con la corona spagnola si creano (il prossimo anno avverr� in Portogallo) in Catalogna. Scoppia la rivolta autonomista catalana; la pi� violenta a Barcellona contro il dominio centralistico spagnolo. E' la prima rivolta, che ne innesca altre in altri territori nell'arco di dodici anni. Nel 1643 Filippo IV per l'incapacit� di sedare le insurrezioni licenzier� il duca Olivares. Lo sostituisce con il Don Luis de Haro. Ma gli ci vorranno quasi dieci anni per riprendersi Barcellona, con l'esercito imperiale comandate dal figlio di Filippo, DON GIOVANNI d'AUSTRIA.

 CONTINUA ANNO 1641 >