DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
1 D.C. - 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
(pagine in continuo sviluppo (sono graditi altri contributi o rettifiche)
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"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA"
ANNO 1160
*** BARBAROSSA - L'ASSEDIO DI CREMA
*** LA MINACCIA SU MILANO
*** CONCILIO DI TOLOSA: PAPA ALESSANDRO III
(QUI in breve L'AUTORITARISMO IMPERIALE E LA LEGA LOMBARDA)
*** ITALIA - FEDERICO BARBAROSSA sempre pi� deciso a punire le citt� ribelli, dopo aver assediato CREMA lo scorso anno, per il rifiuto ad accettare i funzionari imperiali, rifiuto di eliminare i consoli, rifiuto a rinunciare alle autonomie, in GENNAIO la citt� dopo sei mesi, presa per fame si arrende, capitola.
BARBAROSSA la punisce barbaramente, la fa radere al suolo; i suoi uomini distruggono ogni cosa. Con questa atto di violenza, l'imperatore intende mandare un monito a MILANO che con renitenza sta opponendosi in tutti i modi per non sciogliere la sua autonomia comunale.
In Agosto la stessa punizione dovrebbe abbattersi sulla capitale della ribellione, ma i milanesi contro le forze imperiali escono vincitori in due scontri.
La seconda vittoria la ottengono con una grande insurrezione. Gli abitanti hanno osato perfino attaccare le forze imperiali, fuori dalla citt�, metterle in fuga oltre Crema. Qui, solidali, i milanesi osano ancora, quasi una sfida a non rassegnarsi; aiutano i poveri cittadini di Crema a ricostruire le case e i ponti distrutti.
BARBAROSSA non demorde, va a rifugiarsi a PAVIA, rinserra le fila e attende rinforzi dalla Germania e dall'Ungheria. Poi il prossimo anno giocher� la carta dell'assedio di Milano; che non � possibile fare ora; la citt� � molto grande, ha molte strade, molte via d'acqua, piccoli e grandi canali, e ha il cuore vitale urbano circondato da grandi mura. A Barbarossa occorre dunque una grande armata. Tutto � rimandato alla prossima primavera.
Intanto proprio a Pavia convoca un concilio. La maggioranza dei cardinali curialisti ha contestato l'elezione del papa tedesco imposto dall'imperatore, VITTORE IV. Barbarossa riafferma la sua volont�, ma dalla Francia e dall'Inghilterra i rispettivi re, LUIGI VII e ENRICO II, riconoscono con il concilio di Tolosa, ALESSANDRO III come unico e legittimo papa.
Per il Barbarossa questa decisione rappresenta una presa di posizione che non prelude a nulla di buono. Perder� venti anni a combattere questo scomodo "prete", ma si ritrover� sempre allo stesso punto di partenza.
Non immagina neppure lontanamente che papa Alessandro sar� la sua bestia nera che gli attraverser� sempre la strada per venti anni. Battagliero, coraggioso, audace, carismatico, amato e odiato dai potenti, questo papa si scaten�. Scrisse a tutte le corti d'Europa chiedendo aiuto, scrisse a ogni convento, chiesa, parrocchia, per divulgare e sostenere la sua causa. Incoraggi� a ribellarsi non solo le citt� italiane, ma mise contro a Barbarossa anche quelle tedesche, sciogliendole dall'obbedienza dopo averlo scomunicato.
Gli terr� testa per venti anni; lo combatter�, lo destituir�, lo scomunicher�, e alla fine sar� lui a vincere la partita, fino a farlo inginocchiare. Per restare ancora sul trono, Barbarossa sar� costretto ad accettare le sue condizioni.
*** DANIMARCA - Nel corso delle spedizioni contro i Vendi Valdemaro Re di Danimarca, con l'aiuto di Enrico il Leone, conquista l'isola di Rugen, nel Baltico.
*** A Palermo, in una biblioteca araba, in occidente scomparso dalla circolazione da mille anni, spunta fuori L'almagesto dell'astronomo, matematico e geografo greco TOLOMEO. Nell'opera espone il suo sistema astronomico che da lui prese il nome, e comprende anche numerose e importanti osservazioni celesti, la teoria delle eclissi, i principi di trigonometria sferica.
*** Poco distante, a Catania, alla corte di Guglielmo, spuntano fuori altre due perle dell'antichit�: Il Fedone di PLATONE, e Metereologia di ARISTOTELE.
ANNO 1161
*** BARBAROSSA: L'ASSEDIO DI MILANO
(QUI in breve L'AUTORITARISMO IMPERIALE E LA LEGA LOMBARDA)
*** FEDERICO BARBAROSSA, lasciata Pavia con un esercito rinforzato e adatto allo scopo, pone un drammatico assedio a MILANO. Blocca tutte le strade che portano alla citt� lombarda. Ma soprattutto blocca i porti dei grandi canali che sono poi le principali e quasi uniche vie di rifornimento della citta'. Canali che collegano i grandi fiumi con la navigazione fluviale che prosegue fino al mar Adriatico.
Le derrate alimentari in pratica giungono solo per queste vie d'acqua.
La citt� all'interno delle grandi e possenti mura � molto grande, e la vita cittadina non ne risente subito, del resto quest'assedio era previsto ed ognuno si era organizzato al meglio; ma....
...ma non pensavano alla determinazione di Barbarossa. L'assedio dur� l'intero anno e continu� fino in aprile. Nel frattempo quasi ininterrottamente gli assedianti svolsero azioni di guerra prima nei dintorni, poi nell'intera regione devastando i paesi e le campagne della pianura.
Ad unirsi a Barbarossa, le milizie di quelle citt� che erano rimaste fedeli all'imperatore. L'odio di questa gente quasi dello stesso sangue, verso la potente citt�, sconcert� l'imperatore che non era certo un santo, e perfino i soldati tedeschi. Cremona, Pavia, Lodi, Como, Novara, furono spietate con Milano, la volevano radere al suolo......
ANNO 1162
*** BARBAROSSA: L'ASSEDIO DI MILANO
(QUI in breve L'AUTORITARISMO IMPERIALE E LA LEGA LOMBARDA)
*** MILANO - FEDERICO BARBAROSSA, con l'assedio ad oltranza di Milano si � messo dentro in un vicolo cieco. Dopo un anno intero la citt� gli sopravvive, e se continuer� a resistergli il suo prestigio sa che calerebbe. Deve infliggere un colpo mortale a Milano: non c'� altro modo per piegare la resistenza lombarda, che sta diventando un pericoloso simbolo per le altre citt�.
Chiede rinforzi, vuole prostrarla, e se possibile entrarci.
L'Ungheria invi� rinforzi; dalla Germania ne arrivarono altri, le milizie delle citt� filo-tedesche mobilitarono tutte le loro truppe. Per Milano non ci fu scampo.
L'ostinazione venne meno, di veri soldati sempre impegnati, n'erano morti molti sul posto di combattimento. Poi la fame, le malattie, i mezzi di difesa divennero sempre pi� scarsi. Tentarono in queste condizioni di scendere a patti per arrendersi. Barbarossa non li accett�; lui voleva stravincere e punire, dare una dimostrazione esemplare di severit�.
In aprile Milano dovette piegarsi; aprire le porte. I tedeschi entrarono, lo spettacolo di miseria dest� perfino piet�, non infierirono; ma quando entrarono le milizie delle altre citt�, l'odio non conobbe limiti. Ne fecero scempio, distrussero ogni cosa. Fino al punto che gli stessi soldati tedeschi fecero appello alla clemenza di Federico, che non fu preso da nessun rimorso, anzi doveva dimostrare che non era lui a voler distruggere e a punire i ribelli, ma erano gli stessi italiani. Le milizie di Cremona, Pavia, Lodi, Como, Novara, all'imperatore fedeli, nella foga dell'odio e della vendetta gli chiesero di abbattere le mura della citt� una volta per sempre, Barbarossa non disse di no; e loro si scatenarono. Dopo le mura, rase al suolo, si accanirono contro case, palazzi, ponti. Di quello che non era possibile depredare, appiccarono il fuoco. La citt� bruci� per giorni e giorni.
Gli abitanti sopravvissuti della citt� in cenere, li incolonnarono e li deportarono in quattro localit� diverse a fare gli schiavi, a zappare i campi.
Un grande errore! - disse in seguito un cronista dell'epoca - non destinarli a localit� lontane dalla citt� in rovina! Nessuno infatti, avrebbe immaginato che la citt� in quelle condizioni potesse risorgere. Fra l'altro in un periodo di grande potenza del Barbarossa, che dopo Milano, le sue dure condizioni imposte a Roncaglia, furono con il terrore accettate da tutte le altre citt� ribelli. Milano dunque, serv� da monito alle altre, a tutte quelle che avevano velleit� autonomiste.
Alla fine, BARBAROSSA, ottenuto lo scopo nelle citt� del Nord, rivolse la sua attenzione al Sud. Voleva ripetere le gesta lombarde, piegare le citt� ribelli. Ricostituire il grande impero fino alla Sicilia
Ma non aveva fatto i conti con un prete! papa ALESSANDRO III.
Il Papa dopo le lettere inviate in ogni angolo di ogni regno d'Europa, si � messo lui stesso in cammino. In Italia sta incoraggiando le citt� a costituirsi in Lega. Quella di Milano - la Lega Lombarda- la tiene unita anche sulle ceneri (con il secondo patto di Anagni visto sopra - poi con un'altra bolla Alessandro promise di prendere sotto la sua protezione i beni della chiesa milanese - terreni che non erano pochi, e in buona parte appartenevano all'arcivescovo). Stessa proposta nel Veneto: qui appoggia la nascita della Lega Veronese costituita con le citt� di Verona, Vicenza, Treviso, Padova.
Ma � all'estero che Alessandro opera a fondo: nel corso dell'anno lo troviamo a tessere la sua "tela" in Francia dove si � rifugiato, imbarcandosi a Capo Circello in Sicilia, ed � stato accolto a Parigi con entusiasmi di devozione. Tutta l'altra Europa � al suo fianco. Alessandro � cos� abile che persino l'impero bizantino lo riconosce papa.
Ma non trascur� la stessa Germania con un ostinato impegno, tale, da creare grossi difficolt� all'imperatore, da mettere nelle condizioni di far ritornare Barbarossa a domare le rivolte in casa propria.
*** INGHILTERRA - Enrico II Re d'Inghilterra nomina il suo amico Thomas Becket, gi� Cancelliere del Regno, Arcivescovo di Canterbury. Bench� amici i due personaggi arriveranno a scontrarsi aspramente nei prossimi anni.
*** A PARIGI papa ALESSANDRO ospite del clero francese, dopo la fuga dall'Italia, inaugura la chiesa di SAINT GERMAIN DES PRES; e mette la prima pietra della cattedrale di NOTRE DAME.
*** ITALIA - A Firenze � consacrata la chiesa di SAN MINIATO. La costruzione era iniziata nel 1018.
*** ITALIA - Inizia la costruzione della cattedrale di MOLFETTA.
ANNO 1163
*** BARBAROSSA RITENTA DI PIEGARE I RIBELLI
(QUI in breve L'AUTORITARISMO IMPERIALE E LA LEGA LOMBARDA)
*** ITALIA - FEDERICO BARBAROSSA, compiuta la sua distruzione, appagato per aver domato finalmente Milano, lo scorso anno non � riuscito a proseguire nel resto della penisola - com'era nei progetti - per domare altre citt� ribelli. Ha dovuto interrompere la campagna, rientrare subito in Germania.
L'opera che sta svolgendo papa ALESSANDRO III sta creando alcuni problemi all'imperatore in casa propria.
Prima della partenza dall'Italia, altre citt� comunali si erano sottomesse alla volont� di Barbarossa. Sciolti i governi comunali, accettati i funzionari imperiali, iniziato a versare nelle loro casse le "regalie", le citt� della Lombardia persero il soffio vitale. Dopo Milano capitol� anche Brescia, mentre la zona est, da Verona a Venezia, furono risparmiate solo perch� prima ancora di arrivare a Verona, Barbarossa fu richiamato a domare alcune rivolte in Germania.
Genova e Pisa, in lotta per contendersi la Sardegna, ricevono il severo monito di Barbarossa, la sua autorit� fa cessare il diverbio e decide lui la contesa. Pur non soddisfatte le due citt� hanno accettato le sue condizioni capestro, per non andare incontro a guai seri come quelli milanesi. Ma quest'atteggiamento crea un grosso equivoco. Barbarossa � convinto di avere due alleati per i suoi progetti futuri: di usare le flotte delle due repubbliche marinare per un'invasione del Regno di Sicilia in mano ai ribelli normanni appoggiati dal papa.
Richiamato in Germania, fatto alcuni compromessi con i suoi Principi ribelli, BARBAROSSA organizza la seconda invasione in Italia.
Ad organizzarsi anche Papa ALESSANDRO III. Rifugiato in Francia, accolto con entusiasmo, convoca un concilio a Tours; buona parte del clero si schiera con lui.
ALESSANDRO III riceve gli omaggi da parte di quasi tutto il clero francese e si aggiungono quelli dei delegati inviati dall'Inghilterra che esprimono i segni del proprio rispetto a questo dinamico papa. Con questi appoggi e con il suo carisma dilagante ALESSANDRO III, incoraggi� nuovamente le due leghe: sia la lombarda che la veronese; e riconquist� anche l'appoggio di Roma rientrandovi dopo l'assenza. L'abilit� politica di Alessandro, con una propaganda massiccia in ogni angolo dell'impero, mirava a isolare Federico con ogni mezzo, sobillando la ribellione nelle citt�, riuscendo a far apparire la battaglia politica del Barbarossa, come un'azione di guerra contro tutta la Chiesa, mettendo cos� l'uomo l'imperatore, nella coscienza collettiva delle popolazioni, su un piano d'inferiorit� morale.
BARBAROSSA sceso nuovamente in Italia, riapparso nuovamente in ottobre in Lombardia, fu investito dalle lamentele dei cittadini per i soprusi dei suoi funzionari. Il monarca non se ne cur� molto, prest� invece pi� attenzione ai rapporti che il zelante (alcuni scrivono, famigerato) Rainaldo Dassel gli sottopose: "la lega lombarda - gli rifer� - era sempre un pericolo costante; quella veronese andava punita e stroncata gi� sul nascere; mentre per domare il sud, Genova e a Pisa erano pronte a far salpare le loro navi per invadere la Sicilia".
BARBAROSSA era sceso a Milano con un piccolo esercito, non in grado quindi di affrontare una guerra lunga e logorante tanto meno con lo stesso dirigersi a sud. Chiese in ogni modo aiuti a Pavia, Mantova e Ferrara di affiancarsi e partecipare a una spedizione contro la lega veronese; ma le due citt� tergiversando, accampando scuse, inventandosi ostacoli inesistenti e difficolt� logistiche di varia natura non gli permettono di organizzare una offensiva.
BARBAROSSA cerc� allora la via diplomatica, un modo per riconciliarsi; ma le sue precedenti spedizioni punitive in Italia, e il suo disinteresse ai problemi che gli erano stati sottoposti, non avevano creato un clima conciliatorio; e non avevano di certo eliminato i rancori e le opposizioni, semmai -interrogandosi- le aveva fatte crescere anche in quelle citt� - fedeli o opportuniste - che non avevano opposto resistenza.
Quasi tutti i Comuni interessati volevano restaurare i diritti conquistati e le libert� appena "assaggiate", con i governi pi� o meno autonomi, chi apertamente chi in modo sfuggente. I funzionari dell'imperatore, spesso non locali, non erano entrati nei cuori della gente di nessun ceto; e la profonda amarezza che c'era nell'aria, ammorbata da una cappa di terrore e dalla miseria - come a Milano e dintorni - invece di prostrarle, finir� per rivelarsi la migliore arma vincente di una popolazione che riscopriva in questa drammatica circostanza una compattezza insospettata.
La perdita del benessere di un periodo libero e prosperoso, mai avvenuto in precedenza, pur con tante distorsioni, fece rinascere la solidarieta'. Il terrore invece di trasformare gli abitanti tutti in agnelli, li trasform� tutti in leoni.
ANNO 1164
*** L'ANTIPAPA SCOMUNICA IL PAPA
*** BARBAROSSA SEMPRE PIU' ISOLATO
(QUI in breve L'AUTORITARISMO IMPERIALE E LA LEGA LOMBARDA)
*** BARBAROSSA nella sua ormai totale insofferenza verso i Comuni che si ribellano anche con le armi per non rinunciare alla propria autonomia, incontra prima una serie di difficolt� nella "lega veronese" (Verona, Treviso, Vicenza, Padova) poi interviene nella lotta tra Pisa e Genova, che nel frattempo stanno scannandosi a vicenda per annettersi la Sardegna; Barbarossa, appoggia e conferma il possesso dell'isola a Pisa (un altro grosso errore!). Genova che ambiva annettersi oltre che la Corsica anche la Sardegna non resta che ubbidire all'imperatore per evitare altre conseguenze. Cos� anche questa citt� comincia a covare la vendetta; e ad incoraggiarla � papa ALESSANDRO III. Barbarossa lo trova in ogni angolo, pronto ad alimentare le riscosse, mentre il carisma del papa, aumenta, si diffonde, fa a molti nuovamente sperare l'impossibile.
*** INGHILTERRA - Enrico II Re d'Inghilterra vara le Costituzioni di Clarendon che riordinano il sistema giuridico inglese, sottraendo ai tribunali feudali gran parte della giurisdizione. Viene deferito ai tribunali civili ordinari il giudizio dei chierici colpevoli. Queste Costituzioni saranno all'origine dello scontro tra il Re e Thomas Becket, Arcivescovo di Canterbury.
*** Il 20 APRILE muore l'antipapa Vittore IV; RAINALDO DASSEL, il cancelliere di Barbarossa in Germania, ma anche l'uomo che ha il compito di nominare i funzionari nelle citt� italiane, convoca lui il giorno dopo un concilio di cardinali tedeschi del partito imperiale, e fa loro eleggere GUIDO DA CREMA, col nome di PASQUALE III. Elezione che se gi� sconcerta per la forma poco canonica, la polemica che ne segue diventa rovente quando questo antipapa alla dieta di Borgogna dove partecipa anche Barbarossa, si permette di scomunicare e destituire ALESSANDRO III.
Questa volta ad opporsi violentemente non fu sola la curia romana anti-tedesca, ma la curia moderata della stessa Germania.
Alcuni prelati preferirono la via dell'esilio piuttosto che ubbidire al nuovo antipapa, fra questi l'arcivescovo di Magonza, Treviri, Magdeburgo, Salisburgo, Bressanone; ne rimasero perfino scandalizzati. Altri pi� deboli e opportunisti si sottomisero, ma ormai questa plateale destituzione nella forma poco canonica che non aveva precedenti, and� a creare non pochi problemi all'imperatore.
Una certa inquietudine incomincia a diffondersi per tutta Europa. Anche se l'atteggiamento preso dal re d'Inghilterra sembra seguire la linea di pensiero di Barbarossa contro le ingerenze dei pontefici romani negli interessi del regno. Ed infatti l'imperatore ha l'impressione di poter d'ora in avanti contare anche sull'appoggio inglese. Dura poco l'illusione. Oltre la Francia a stringersi attorno ad Alessandro III (in esilio a Parigi dopo l'avventurosa fuga da Roma), il papa riceve espressioni di simpatia da una delegazione inglese inviata dal re d'Inghilterra, forse per smorzare le forti polemiche di Becket e ricucire alcuni strappi.
Papa Alessandro, ne approfitta subito per riavvicinare i sovrani dei due Paesi, provocando a Barbarossa oltre che una delusione anche il suo isolamento politico. Il re d'Inghilterra questa sua mossa � stato quasi costretto a farla per riavvicinarsi al papa per motivi politici, mentre Barbarossa assieme al suo consigliere, con l'arroganza dimostrata in Borgogna (con la scomunica di papa Alessandro) sono ormai indicati, oltre che degli ostinati intransigenti - dei veri e propri perturbatori di un equilibrio politico-religioso.
Il timore che avvenga uno scisma, non viene solo dalla curia romana legata a papa Alessandro, ma dallo stesso clero tedesco turbato, disgustato e inquieto.
*** NORVEGIA - Nella Dieta di Bergen in Norvegia i vescovi rivendicano il diritto di eleggere il sovrano. Contro il clero insorge il partito aristocratico dei "Birkenbeine" ("gambali di betulla") che riuscir� a far eleggere re, vent'anni dopo (1184), Sverre.
ANNO 1165
*** L'indignazione seguita all'elezione dell'antipapa Paquale - se ha messo in agitazione e ha inquietato mezza Europa, in Germania le cose non vanno meglio. A Wurzburg, Barbarossa riunisce in una dieta il clero tedesco; ma molti di quelli che lo hanno criticato platealmente non partecipano, mentre i filo-imperiali riconfermano ancora una volta l'antipapa Pasquale III.
Segu� un coreografico rito commemorativo con gran pompa per convincere il mondo intero che l'impero e il potere imperiale risiedeva in Germania e non a Roma. Nella notte di Natale, Pasquale davanti alle spoglie di Carlomagno ad Acquisgrana, canonizza un fantasma del passato per affermare che Barbarossa ha la stessa supremazia del suo illustre discendente e di diritto lo scettro del Sacro Romano Impero, quindi il "Potere Universale" � nelle sue mani.
Fu controproducente. Pasquale era l'uomo meno indicato per nominare santo il predecessore di Barbarossa, mentre l'imperatore non si rese conto che il presente non era pi� il tempo di Carlomagno; farlo resuscitare ora, oltre che apparire una "festa" anacronistica, era anche dannoso. Nessuno in Europa voleva tornare indietro con gli ideali del suo avo, n� il clero, n� l'impero, n� le citt�, n� le popolazioni. Fu un'infelice idea che gli procur� pi� danni che benefici.
Alcuni arcivescovi in Germania preferirono la via dell'esilio piuttosto che ubbidire al nuovo corso impresso alla storia, alla vecchia storia, e fra questi l'arcivescovo di Magonza, Treviri, Magdeburgo, Salisburgo, Bressanone. Aderirono invece i soliti "servi" riuniti attorno al loro "padrone" che dava a loro le briciole del suo desco e toglieva a loro sempre di pi� ogni prerogativa di potere..
*** Intanto papa ALESSANDRO III, con questo clima a favore, con la popolarit� in crescita, part� dalla Francia dove era rimasto in esilio, viaggi� fino in Sicilia, poi da Messina scortato, con gran pompa fornita dal re normanno Guglielmo, fece il suo trionfale ingresso a Roma il 23 NOVEMBRE, rioccupando il Laterano, con la capitale in buona parte schierata con lui; ma non tutta; i filo-tedeschi c'erano, sempre ostili, e sempre pronti a colpire.
Con l'appoggio di quest'ultimi, il suo avversario, PASQUALE III, scese anche lui a Roma, ma si dovette accontentare di mettere il suo quartiere generale a VITERBO e fare i nuovi piani di guerra con il solito RAINALDO DAISSEL, l'uomo pi� odiato d'Italia; l'uomo che imponeva i funzionari imperiali alle citt� e a quelle ribelli conquistate con la forza gli metteva dei veri e propri aguzzini.
ANNO 1166
(QUI in breve L'AUTORITARISMO IMPERIALE E LA LEGA LOMBARDA)
*** BARBAROSSA disimpegnatosi in Germania dopo aver affrontato in qualche modo i suoi problemi interni, scende per la quarta volta in Italia, questa volta con un notevole esercito. Gi� con i primi contatti, prende atto che il clima in Italia � molto cambiato, l'atmosfera d'odio � maggiore di prima. Molte citt� che prima erano apertamente schierate con lui, le trov� tiepide, quelle tiepide ostili, e quelle ostili unite ed organizzate ora con uomini in armi, come la Lega Veronese; ma anche quella annientata - la Lombarda- era riuscita a ricompattarsi e a ricreare una gran forza con delle militia, pronta ad affrontare se necessario le truppe imperiali.
Perfino Pisa e Genova, che prima avevano promesso di allearsi a Barbarossa fornendogli una flotta per invadere la Sicilia, gli crearono cos� tanti problemi, che prefer� non pi� fidarsi del loro appoggio. Sospetto fondato, visto che Pisa e Genova si stavano mettendo d'accordo con il re di Sicilia Guglielmo d'Altavilla, che si era messo perfino a fornire denari alla Lega Lombarda.
Le intenzioni di Barbarossa in questa nuova campagna, erano di scendere subito la penisola, conquistare Roma, farla finita una volta per sempre con ALESSANDRO III, poi proseguire per la Sicilia per affrontare i normanni.
Si rese per� subito conto - nonostante il suo grosso esercito- che non poteva avere alle spalle una minaccia costante, cio� le due Leghe; cambi� cos� i piani, dirott� verso la Lombardia e ricomparve a Milano. Convoc� una dieta a Lodi; dove emersero ulteriori ostilit�; invece di appianarle, alle sue truppe ordin� di fare per qualche mese scorribande nei dintorni per dimostrare che lui dalla parte sua aveva la forza; seminando cos� altro odio. A farne le spese questa volta � anche BRESCIA e BERGAMO.
Poi, prima della fine dell'anno, decise di marciare verso Roma, dividendo l'esercito in due. Quello guidato da lui scese in Emilia, assedi� e occup� Bologna, la costrinse a consegnare degli ostaggi, poi prosegu� verso la Romagna e le Marche e pose in assedio ANCONA; che era un lembo di terra tutta Bizantina e a Barbarossa gli era necessario occupare il porto per coprirsi le spalle da un eventuale sbarco (stava cos� cercando altri guai con i bizantini, che alla fine passarono addirittura dalla parte del papa)
L'altra parte dell'esercito, da Bologna attravers� gli Appennini, puntando su Roma; con alla guida il solito RAINALDO, l'uomo pi� odiato d'Italia. Sua intenzione era quella di riunirsi con Barbarossa nelle vicinanze di Roma per poi marciare uniti sulla capitale.
ANNO 1167
*** LA LEGA LOMBARDA A PONTIDA
*** IL FALLITO ASSEDIO DI ROMA
*** IL "Concilio dei Catari"
(QUI in breve L'AUTORITARISMO IMPERIALE E LA LEGA LOMBARDA)
*** IL 7 APRILE, con Barbarossa impegnato nel centro Italia, i capitani delle cinque citt� lombarde, MILANO, BRESCIA, BERGAMO, MANTOVA, CREMONA approfittano per incontrarsi in una localit� tra Bergamo e Lecco, nel monastero di PONTIDA per concertare una linea comune di lotta anti-imperiale. Imbaldanziti dalla Lega di Verona, - finora mai stata attaccata (che aderir� a quella lombarda il 1� DICEMBRE) - ma soprattutto sollecitati dai milanesi deportati nei dintorni ma sempre attivi (un grosso errore di Barbarossa lasciarli nei paraggi!) tutti insieme decidono di riprendere la lotta cercando di adottare una strategia comune.
Il 27 APRILE dopo le chiacchiere si passa ai fatti. Davanti alle rovine di Milano, gli ex deportati milanesi, aiutati da un contingente di validi uomini delle quattro citt�, impegnandosi tutti, alacremente, fanno risorgere in pochi mesi come per incanto Milano. Ricostruiscono le mura, scavano intorno alla citt� un grande fossato, preparano le fortificazioni. Milano dalle ceneri riprende la vita, e si pensa ad una sola cosa: a una prossima guerra per sbaragliare Barbarossa, o dargli il benvenuto alla prima occasione.
Poi l'idea geniale: costruire in un punto della Lombardia una citt� fortezza; poi in questa attirare in una prossima campagna militare il Barbarossa. (leggeremo pi� avanti)
Tutto questo mentre a Roma......
*** Il 29 MAGGIO, ROMA vive il suo dramma. L'armata di RAINALDO ha occupato Tuscolo sistemandoci l'accampamento. Superiori di numero, i romani pensarono di sortire; attaccare prima ancora che assediassero Roma. Non immaginavano che Rainaldo stava attendendo un altro grosso contingente di truppe da nord, che proprio il quel momento si affiancarono
I romani si ritrovarono circondati; subirono una sconfitta terribile; quelli scampati rientrarono in citt�, demoralizzando chi ancora aveva sperato nell'impossibile; ora non c'era altro da fare, bisognava difendersi.
Il 24 LUGLIO proveniente da Ancona, BARBAROSSA con il suo esercito si unisce alle due armate e scatena l'offensiva. Roma resiste qualche ora, poi messa a ferro e fuoco, a Santa Maria in Turri, capitola.
Nella stessa chiesa, si precipita subito da Viterbo l'anti-papa PASQUALE III; che con gran pompa incorona il vincitore, Re d'Italia.
BARBAROSSA poteva ritenersi soddisfatto, Roma era sua, l'Italia era stata domata; ora veniva il turno della Sicilia. - Ma il fato disse No! - Inizia un dramma.
IN AGOSTO, in un'estate torrida, si rovesci� sugli accampamenti un temporale con una pioggia giallastra (forse proveniente dall'Africa mista a qualche virus) che invece di rinfrescare caus� un flagello.
Il giorno dopo e nei seguenti, moltissimi soldati furono colpiti da una terribile febbre; una strana epidemia inizi� a falciare le vite dei migliori soldati di Barbarossa. Gli altri furono presi dal panico, attribuirono alla maledizione di aver profanato S. Pietro, Roma, il Papa. BARBAROSSA abbandon� subito la capitale con il suo esercito, ma lungo la strada, perse i migliori uomini: il nipote Federico, il duca Guelfo VII di Toscana che lo aveva seguito nell'impresa, l'arcivescovo di Liegi, di Spira, di Ratisbona, di Verden; e il famigerato (mezza Italia fece festa) consigliere RAINALDO DI DASSEL; e con lui centinaia di ecclesiastici e nobili al suo seguito. Una vera odissea per le strade d'Italia.
Superata la Toscana, riusc� a raggiungere il Nord Italia eludendo l'esercito della lega grazie all'aiuto del Marchese Obizzo Malaspina che lo scort� nei i suoi possedimenti che si estendevano (dalla Lunigiana alla valle Padana) passando per le valli appenniniche (Val Borbera, Val Trebbia
Valle Staffora) sostando ad Oramala (Pv) nell'imprendibile castello dei Malaspina, proseguendo poi per Voghera.
Fu Federico I a creare l'Oltrep� Pavese assegnando al fidatissimo comune i feudi collinari del vogherese per spezzare con un cuneo di territori a lui fedeli, quelli della lega guelfa tra tortonesi e piacentini, cos� i territori che dipendevano dai Vescovi di Tortona e di Piacenza passarono sotto il dominio politico del comune e in seguito dei nobili di Pavia.
Con i sopravvissuti, BARBAROSSA si trascin� quindi fino a Pavia. Poi evitando di passare dalla Lombardia (in quelle condizioni l'avrebbero annientato) fece un lungo giro, si port� in Piemonte. Incontr� a Susa un'ostilit� tale da costringerlo col favore delle tenebre a fuggire travestito, come un ladro, attraverso l'ospitale SAVOIA, quindi superare la frontiera, rientrare in Germania.
Chiunque dopo questa quarta discesa in Italia conclusasi con questa tragica disfatta, con la mala sorte accanto e una fuga cos� poca regale, avrebbe rinunciato a ritornarci, cercato degli accordi con i ribelli, fatto compromessi con il papa. Chiunque, ma non Federico!
Sulla scena europea c'erano due giganti: da una parte c'era un BARBAROSSA ostinato che si sentiva forte, dall'altra, un papa, ALESSANDRO III, ancora pi� ostinato e in quanto a "forza" l'imperatore ne far� le spese per altri tredici anni; sar� questo papa- come vedremo- il suo incubo.
*** In questo anno si tiene a St. Felix-de-Caraman il Concilio dei Catari che saranno una delle eresie pi� famose del Medioevo. Essi denunciavano l'estrema mondanizzazione della Chiesa ed il suo attaccamento ai beni terreni, invitando il clero a tornare alla povert� ed alla purezza delle origini apostoliche. I Catari, in particolare, riprendono dal bogolimismo bulgaro le dottrine dualistica della contrapposizione tra il principio del bene e quello del male. Al Concilio dei Catari cui abbiamo fatto riferimento trionfa la teoria di Niceta da Bisanzio che predica una severa ascesi e vita di imitazione degli Apostoli. La setta � molto numerosa nella Francia meridionale, nella citt� di Albi da cui prender� anche il nome di setta degli Albigesi.
(VEDI I CATARI - LOTTA CONTRO GLI ERETICI )
ANNO 1168
*** BARBAROSSA: SEI ANNI DI CALMA. POI CI RIPROVA
(QUI in breve L'AUTORITARISMO IMPERIALE E LA LEGA LOMBARDA)
*** L'anno nuovo trova l'Italia in festa, con alle spalle la clamorosa sconfitta dell'imperatore, che fa nuovamente sperare le citt� comunali. Mentre in Germania BARBAROSSA oltre a dover risolvere non pochi problemi interni (ha una breve guerra con un suo feudatario, Hektor Babonzo di Turingia, per il controllo sulla citt� di Essen, che assedia, cattura e l'uccide), seguiter� a leccarsi le ferite e a meditare la disfatta sub�ta in Italia.
(QUI SOTTO, ANTICIPIAMO UN PO' I FATTI del 1174-75)
Per sei anni BARBAROSSA non si far� avvistare in nessuna frontiera. Fino al 1174, quando compiendo anche questa volta un lungo giro, scese in Italia con un grande esercito entrando dal territorio degli "ospitali" SAVOIA. Inizi� la sua campagna in Piemonte iniziando con una vendetta covata sei anni: rase al suolo Susa, per l'umiliazione ricevuta anni prima (quando fu costretto a una fuga notturna, come un ladro di polli - fu umiliante).
Ma BARBAROSSA dopo Susa, non sapeva cosa l'aspettava! In sei anni la Lombardia era risorta, e se Barbarossa era deciso a schiacciare i lombardi, altrettanto i lombardi lo aspettavano con la stessa decisione per schiacciare lui. Gli avevano preparato una bella trappola, e lui ci casc� dentro anche qui come un "pollo"..
Dopo la riunione a Pontida dello scorso anno, verso la fine, il 1� DICEMBRE, con la definitiva costituzione della "LEGA LOMBARDA", ader� anche la "LEGA VERONESE" e successivamente REGGIO EMILIA.
Quest'anno guardano con simpatia alle due leghe, Genova e Pisa, e perfino dalla corte di Sicilia i leghisti ricevono aiuti in denaro. I normanni hanno capito che a nord le due leghe unite potevano rappresentare insieme un vero e proprio sbarramento alle mire del Barbarossa, che da anni ha intenzione di scendere nel Sud, dei normanni ma anche di papa Alessandro che vanta sul regno di Sicilia la giurisdizione pontificia.
I capitani delle citt� si ritrovano tutti alla Dieta di LODI per studiare delle nuove strategie. All'assemblea compare il nome di una nuova citt�-comune.
Sorge su una piccola sconosciuta localit� alla confluenza del Tanaro con la Bormida. La citt� (anche se era gi� un plurisecolare piccolo paese) nasce volutamente grande per un'esigenza logistica su una posizione ideale, tale da essere in grado di controllare tutti i punti d'ingresso nella piana lombarda.
La lega a Lodi, decise di farne il baluardo della Lombardia; nacque in brevissimo tempo, senza edifici di lusso, ma con una fortificazione estrema. In breve abitata da 15.000 "leoni". In segno di fedelt� e di alleanza col papa ALESSANDRO III, un cittadino propose di chiamarla proprio col suo nome: ALESSANDRIA.
Quel cittadino - a parte la solidit� urbana che si era venuta a creare con gli immensi bastioni - non poteva avere avuto idea migliore; fu un lampo di genio, con un forte impatto psicologico. Quando FEDERICO scese dalla Savoia, per la quinta volta in Italia e inizi� a distruggere nel '174 tutte le citt� piemontesi, quando giunse davanti a questo paese (ora trasformato un una turrita citt�) che non era menzionato da nessuna parte, del tutto sconosciuto, ma che gli attraversava la strada, sconvolse tutti suoi piani.
Quando BARBAROSSA arriv� davanti alle sue mura, Alessandria gli tolse il sonno. Il nome prima di tutto gli ricordava il suo avversario, poi con i tanti e vani tentativi di distruggerla, cominci� a vederla come il simbolo e il baluardo della ribellione. Questa citt�, con i primi assalti andati a vuoto con pesanti perdite, divent� la sua ossessione e la sua rovina. Ci riprov� diverse volte, ma ogni volta una carneficina; fallimenti uno dietro l'altro che invece di scoraggiarlo provocarono un'irrazionale ostinazione (che si dimostr� alla fine fatale).
Se questa citt� non spariva dalla faccia della terra, la sua inespugnabilit� poteva diventare la "favola" di papa Alessandro; questa localit� sconosciuta a tutti, sarebbe diventata il sollazzo dei suoi nemici; le sue mura se restavano in piedi, sarebbero diventate oggetto di scherno; uscirne sconfitti una vera onta per l'esercito imperiale; e per lui che aveva distrutto e incenerito la grande Milano, rappresentava un vero e proprio affronto.
Scelse cos� l'inverno per assediarla, ma ebbe ancora una volta avverso il destino. L'inverno fu uno dei pi� rigidi e caus� pi� sofferenze agli assedianti che non agli assediati. Un'ecatombe ogni volta che si tentava di prenderla d'assalto per porre fine all'assedio e poter continuare la campagna militare sul resto d'Italia.
Dopo sei mesi, con la "favola" gi� raccontata in giro per schernire i nemici e sollazzare gli amici, FEDERICO si ostin� a far giungere rinforzi; uomini e mezzi da ogni parte; poi nell'aprile del 1175 Barbarossa ricorse all'astuzia, fece scavare delle lunghe gallerie per entrare dentro la fortezza. A lavori ultimati cercarono di penetrare nella citt�, ma furono scoperti; ci fu un'altra ecatombe. Ne approfittarono gli alessandrini; con gran coraggio, uscirono i veri "leoni" da quelle stesse gallerie, attaccarono il campo dell'imperatore distruggendo e appiccando il fuoco agli accampamenti e alle macchine da guerra, poi rientrarono dalle stesse galleria lasciandosele dietro distrutte. Per Barbarossa fu un disastro!
BARBAROSSA cerc� scampo; si diede alla fuga con gli uomini sopravvissuti ritirandosi tra Casteggio e Voghera. Qui inizi� dei negoziati di pace con la Lega, sperando di prendere tempo per ricostituire la sua armata con dei rinforzi provenienti dalla Germania; ed infatti, arrivarono nella successiva primavera nel '176, ma era un esercito di sbandati, inoltre mancava ENRICO il leone, su cui Federico faceva molto affidamento; invece l'amico non accolse il suo appello; fu quasi un tradimento.
BARBAROSSA non poteva far altro a quel punto che tentare ugualmente la sua "ultima e disperata carta". Attaccare anche in quelle condizioni.
Il 29 MAGGIO 1176 a LEGNANO suon� la sua ora: BARBAROSSA nella battaglia fino allo stremo contro ALBERTO da GIUSSANO e la sua Compagnia della Morte, con coraggio si butt� anche lui nella mischia, ma fu disarcionato e spar� dalla vista. La sconfitta fu totale. Lui in fuga; mentre in mano ai veri "leoni": il suo scudo, la sua lancia, il suo cavallo, il suo vessillo, il suo forziere, i suoi uomini, il suo generale e persino qualche suo parente.
Il "CARROCCIO" simbolo della lega, divent� perfino troppo piccolo per caricarci i trofei.
Insomma, BARBAROSSA lascio' sul campo la sua dignit� e la maest� dell'impero. In OTTOBRE s'incammin� verso Anagni, ad inginocchiarsi davanti ad ALESSANDRO III, l'uomo che da quasi vent'anni era diventato il suo incubo; e la sua citt�, la causa della disfatta.
(abbiamo anticipato gli eventi- ma occorreva farlo)
-------------------------*** NEL corso dell'anno, il 20 SETTEMBRE muore l'antipapa Pasquale III, l'uomo che ha provocato molti danni. Barbarossa come il solito � lui ad arrogarsi il diritto di eleggerne un altro: un suo fedele prelato, che prende il nome di CALLISTO III.
ANNO 1169
(QUI in breve L'AUTORITARISMO IMPERIALE E LA LEGA LOMBARDA)
*** IN GERMANIA, Barbarossa dopo la brutta esperienza romana e l'avventuroso rientro in Germania, preoccupandosi forse ora pi� di prima della sua successione, convoca una dieta a Bamberga e fa eleggere re dei romani il figlio ENRICO (futuro sposo di Costanza d'Altavilla (nel '86) e genitrice di Federico II di Svevia).
*** IN INGHILTERRA, re ENRICO II, nomina anche lui i suoi successori: i tre figli dividendo il regno. A ENRICO l'Inghilterra, la Normandia, il Maine e l'Angi�; a GOFFREDO la Bretagna; a RICCARDO l'Aquitania.
Una divisione che creer� molti problemi tra fratelli; ma il problema pi� grande lo crea subito l'arcivescovo di Canterbury THOMAS BECKET. Esautorato dal nuovo corso politico impresso da Enrico, dall'alto della sua autorit� ecclesiastica sentendosi ancora unico rappresentante della vera cristianit� romana sull'isola, scomunica tutti i prelati che alla cerimonia hanno incoronato i figli del re senza l'autorizzazione della Chiesa.
*** CROCIATI - Nel regno di Gerusalemme, nel '162, morto Baldovino III, gli era succeduto il fratello Amalrico I. Quest'anno creer� un gran pasticcio. I Crociati erano arrivati in Palestina per scacciare gli infedeli; se la presero con gli arabi, con i turchi, con gli ebrei. I territori ex bizantini che dovevano riconquistare e riconsegnare se li erano poi spartiti i nobili creando dei personali regni feudali, anche scannandosi fra di loro per allargare i domini, e spesso fuori dalla Terrasanta, sfruttando le lotte intestine musulmane. Non solo questo, ma cosa gravissima, non certo in linea con la missione, perfino aiutando - mettendosi alla pari con i mercenari - turchi e arabi a combattersi fra di loro
Nel '164 in Egitto il visir SHAWAR era stato spodestato dal rivale DIRGHAM. Il primo, chiese aiuto a AMALRICO I, mentre il secondo, si rivolse a Damasco al sultano turco Nur ad Din che invi� l'emiro SHIRKUH, ma perse lo scontro proprio per l'intervento del Crociato al Cairo, che imbaldanzito da questo successo, trad� poi lo stesso Shawar e occup� nel '168 l'Egitto.
Con l'emiro Shirkhuh, che aveva perso la prima partita, combatteva il giovane figlio di un capo curdo: Salah ad Din SALADINO; insieme con l'arabo quest'anno riconquistano l'Egitto e cacciano il Crociato non dimenticando di averlo avuto contro e - anche se era un loro avversario - di aver tradito Shawar.
Morto lo scorso anno Shirkuh, Saladino quest'anno assume il visirato. Nel '171 pone fine alla dinastia FATIMIDA, dando inizio alla dinastia AYYUBIDE (nome del padre Ayyub). Inizia la leggenda di SALADINO, nel mondo musulmano ma anche in quello cristiano. Condottiero di armate ma anche amante della cultura ed esaltato come sovrano, per 25 anni Saladino dominer� la scena Europa, Oriente, Egitto, in Siria e in Mesopotamia. Il 2 OTTOBRE del '187 espugn� Gerusalemme. ( ....tutto il resto lo troveremo nei prossimi anni.....)
*** THOMAS d'ANGLETERRE poeta francese, compone il primo romanzo sull'eroe Tristano e Isotta. In seguito ne appariranno pi� versioni, in poemetti e romanzi nel periodo medievale.
La trama � la tragica vicenda di due innocenti amanti.
*** A Siviglia l'arabo IBN-RUSHD (AVERROE' per i latini) inizia i Commentari di ARISTOTELE, fondamentali poi - una volta accettata la sua opera dai teologi - nell'influenzare e conciliare tutto il pensiero cristiano, prima nella "Scolastica" poi nell "Umanesimo"