ANNO 1992
La falsa rivoluzione 1992 – 1994, il crollo della “prima” repubblica, tangentopoli, il tintinnio delle manette.
Di Giacomo Franciosi
Con una data, anche se forse non è del tutto imputabile a quella, s’aprì in Italia la stagione di Tangentopoli, del pool di Mani Pulite, dello scatafascio del sistema partitico di quella che venne chiamata la “prima Repubblica”, la data in questione è il 17 febbraio del 1992.
MARIO CHIESA , socialista, direttore dell’ospizio Pio Alberto Trivulzio in Milano viene arrestato in flagranza di reato, si era appena intascato 7 milioni di vecchie lire da un ditta di pulizia monzese che così comprava un appalto.
Un caso circoscritto in Milano, di risonanza poco più che locale, anche se “il mariuolo” così ebbe a definirlo Bettino Craxi allora in capo al PSI, dopo poco più di un mese di reclusione in San Vittore, iniziò a parlare allargando a ventaglio l’inchiesta nei confronti di imprenditori e politici.
I magistrati del pool “Mani Pulite” sono Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo magistrato con spiccate simpatie politiche già indagante in passato sulla loggia P2, e sui fondi neri dell’IRI; procuratore a Milano è Francesco Saverio Borrelli.
Gli intendimenti del pool sono quelli di scindere i politici dagli imprenditori usando due pesi e due misure, gli imprenditori non ne possono più di pagare e sanno che dopo un paio di giorni possono tornare a casa e riprendere la loro attività visto che i loro conti correnti non vengono bloccati, diverso è per i politici a cui i conti sono bloccati, e tenuti in carcere fino a confessione.
Di Pietro nei confronti di Chiesa rifiutò la proposta del legale del medesimo, il quale rifacendosi alle applicazioni del nuovo codice, chiese il processo con patteggiamento, Di Pietro sapeva che così facendo avrebbe lasciato campo a Craxi, dato per i sondaggi di nuovo a Palazzo Chigi, secondo la ben nota staffetta del pentapartito (DC, PSI, PRI, PLI, PSDI), a elezioni fatte.
Le elezioni politiche del 1992 sono le prime non anticipate dopo vent’anni, e segnano una cocente sconfitta per i partiti storici, DC meno 5%, PDS (evoluzione del PCI) al 16,1% dal 26,6 % , il PSI dal 14,3% al 13,6%, uniche vincitrici sono due nuove formazioni politiche la Lega Nord, e la Rete, che assorbono un buona fette dell’elettorato dei partiti storici, alto resta comunque l’astensionismo.
Nel frattempo si apre la caccia agli esponenti socialisti, nell’ordine : Cariera, Pillitteri (gia’ sindaco di Milano, cognato di Craxi), Tognoli (gia’ sindaco di Milano), Radaelli, Armanini, Dini, Parini, Lodigiani, Moroni, ligresti, zaffa, , mandati di cattura per Silvano Larini, Giovanni Manzi, primi avvisi di garanzia colpiscono Giovanni Balzamo (tesoriere del PSI).
L’inchiesta Mani Pulite, continua con scarcerazioni arbitrarie, coabitazione coatta con tossicodipendenti, portatori di Aids, piccoli criminali.
Il pool gioca a farsi dire i nomi dei pezzi grossi della politica, Di Pietro si guadagna copertine, presenze televisive, magliette con la sua effige, scritte a lui inneggianti su muri. Il suo esibizionismo, l’italiano dialettale, la gestualità, e il fatto che si iniziasse a tagliare qualche testa importante, stimolava il sadismo, e il giustizialismo più feroce degli italiani.
Le dimissioni anticipate del picconatore Cossiga dalla Presidenza della Repubblica, portarono a nuove elezioni; a camere riunite, in un clima acceso, surreale, un’arena, nuovi arresti portarono la contestazione in aula (Prada, Frigerio, Rezzonico, Calderoni, della Democrazia Cristiana e Fiacchini e Sportelli del Partito Socialista Italiano), dai banchi del MSI parte il grido “ladri, ladri” che si estende con quelli della Lega, l’onorevole Buontempo MSI lancerà monetine sui banchi dei Democristiani, i Verdi alzano uno striscione con la scritta "forza Di Pietro", come se non bastasse il 23 maggio la strage di Capaci che costò la vita al giudice Giovanni Falcone, la moglie, e gli uomini della scorta, evento che accelera l’elezioni a favore di Oscar Luigi Scalfaro (DC), proposto da Marco Pannella.
Craxi che ebbe già Scalfaro in suoi due governi come Ministro degli Interni, avanza la richiesta di salire nuovamente a Palazzo Chigi, ma l’odor di tangenti spingono Scalfaro a negargli ciò, il “ti massacreranno” che rivolse a Craxi è inequivocabile.
Scelse un socialista nella rosa di tre nomi che Craxi gli propose come sue alternative, De Michelis, Martelli, Amato, venne scelto quest’ultimo, non a caso poco dopo per Martelli e De Michelis partiranno delle indagini.
Inizia quello sporco voltagabbanismo di vari uomini politici, definiti da Craxi successivamente Extraterrestri.
Il 3 luglio 1992, Bettino Craxi prende parola a Montecitorio, autodenunciandosi e denunciando tutti i colleghi e i partiti che per finanziarsi hanno allungato le mani, il discorso è un ammissione di colpa, una chiamata di correo, ma anche la difesa d’ufficio di una classe politica:
“I partiti, specie quelli che contano su apparati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale.
Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest’aula, responsabile politico di organizzazioni importanti che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro. E del resto andando alla ricerca dei fatti, si è dimostrato e si dimostrerà che tante sorprese non sono in realtà mai state tali.”
A fine discorso non vola una mosca in aula, tutti chi più chi meno hanno la coda di paglia, prosegue la campagna mediatica contro Dc e Psi, e manifestazioni di piazza che vedono a braccetto comunisti e missini.
Intanto la mafia consuma un’altra sua atrocità verso la giustizia, lo stato, le istituzioni, viene ucciso da un autobomba Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta in Palermo.
Il 2 settembre del 1992, Sergio Moroni, giovane deputato socialista, raggiunto da due avvisi di garanzia, si toglie la vita sparandosi un colpo di fucile nel garage della sua casa bresciana, la gogna mediatica cui venne sottoposto, l’essere ancor prima che giudicato etichettato come un ladro sono un peso troppo pesante per una persona fondamentalmente onesta, Moroni lascerà un lettera ai familiari e una al presidente della camera Napolitano, estremamente toccanti; e prima di lui suicidatosi per la vergogna fu Amorese PSI a Lodi.
Craxi molto toccato, al funerale del giovane deputato dichiarerà “Hanno creato un clima infame”, due settimane dopo anche Vicenzo Balsamo tesoriere del partito morirà stroncato da un infarto.
Nel frattempo il Pds riuscirà ad entrare con il benestare dei socialisti e socialdemocratici nell’internazionale socialista, l’elezioni amministrative del dicembre ’92 affossano ancor più i vecchi partiti e il 15 dicembre viene notificato un avviso di garanzia a Bettino Craxi, il sistema oramai ha i piedi nella fossa.
Se il 1992 è l’anno horribilus, tra le altre cose il PSI festeggiava i suoi cent’anni in quel di Genova, il 1993 è l’anno dove l’onta giudiziaria toccherà il suo picco massimo.
Nel mese di gennaio per voce di Craxi si chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta su tangentopoli, appello che cade nel vuoto, la commissione starà per essere votata il 19 gennaio 2000 giorno in cui proprio lo stesso Bettino Craxi morirà.
A Febbraio il congresso del PSI vede l’addio di Bettino Craxi dalla segreteria dopo 16 anni e 7 mesi di regno incontrastato, un applauso lungo e fragoroso accompagna il suo discorso, a lui succederà nella fase più dura del partito l’ex sindacalista della UIL Giorgio Benvenuto.
Per tangenti vengono coinvolte la Rai, a Napoli si dimette il sindaco Polese. In Bankitalia Ciampi lascia la reggenza, Gabriele Cagliari presidente dell’ENI viene indagato, La Malfa (PRI), Vizzini (PSDI) si aggiungono a una fittissima lista di nomi di rilievo delle politica e imprenditoria locale.
Il gioco dell’umiliazione pubblica, porta alle immagini del Democristiano Carra ex portavoce di Forlani ammanettato davanti a telecamere e fotografi.
Altri nomi riempiono la lista degli inquisiti, Altissimo leader del PLI, Cariglia PSDI, Di Donato PSI, Misasi DC.
Nasce il governo Amato-bis, avvisi di garanzia per De Michelis PSI, Vincenza Tommaselli segretaria da trent’anni di Bettino Craxi, Severino Citaristi DC cassiere del partito raggiunge quota 11.
Nell’aprile del 1993 ci sono dei referendum importanti, stravince il sì a favore dell’abolizione del proporzionale al senato, si è scelto il maggioritario, gli italiani si esprimono anche per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, e la soppressione di 3 ministeri (turismo e spettacolo, agricoltura, partecipazioni statali), Amato rassegna le dimissioni dalla Presidenza del Consiglio, a lui succede Carlo Azeglio Ciampi con un governo tecnico.
La mancata autorizzazione del parlamento a procedere nei confronti di Bettino Craxi da parte della magistratura scatena violente reazioni, Craxi uscendo dalla sua residenza romana il Raphael, è oggetto di insulti, monetine, cori, sfottò, istigati da PDS e MSI.
Agli ossequi, gli “zerbinismi “ di una volta, adesso la maggior parte di “amici”, colleghi, nani e ballerine girano alla larga dal leone ferito, rinnegano, spergiurano.
Altri suicidi eccellenti, e pesanti come macigni, Gabriele Cagliare ex presidente dell’ENI suicidia in cella con un sacchetto di plastica alla testa, dopo mesi in cui gli avevano garantito il ritorno a casa, almeno sottoforma di arresti domiciliari, Raul Gardini capo di Enimont, del gruppo Ferruzzi, “la chimica sono io”, suicida a 60 anni con un colpo di pistola alla testa nella sua casa in Milano a palazzo Belgioioso, sapeva che quella mattina sarebbero andati ad arrestarlo.
Gabriele Cagliari scrisse un’ultima lettera per la famiglia, moglie, figli, nipotini; lettera dove manifesta l’impossibilità di resistere alla vergogna e alle mortificazioni del carcere.
La DC dopo che anche De Mita e Forlani sono inquisiti e accusati cambia pelo riciclandosi nel PPI (partito popolare italiano), cambiamento che porta alla scissione delle molteplici fazioni interne al partito.
Giulio Andreotti viene accusato di Mafia e inizia per lui il maxi processo, al quale si sottopone rinunciando all’immunità parlamentare.
Da segnalare che nel 1993 la Lega di Bossi, partito emergente e dai chiari intendimenti giustizialisti conquista Milano oramai ex centrale del potere socialista, Formentini ne diventa sindaco.
Gianni Agnelli in una convention di confindustria ebbe a dire che il gruppo Fiat con le corruttele del sistema partitico ebbe a che fare, Romiti viene chiamato in causa, indagato.
Nel 1993 si apre il processo a Sergio Cusani finanziere socialista, la maxitangente Enimont un grosso quantitativo di denaro, miliardi, dei quali una fetta a ciascun partito in proporzione alla grandezza e al peso del medesimo, 200milioni anche alla Lega perbenista, vengono inquisiti l’ex cassiere del PCI/PDS e Primo Greganti finanziatore del partito.
Si susseguono arresti di imprenditori, politici locali, giunte comunali interamente inquisite e destituite in tal modo.
Il processo Cusani è la gogna mediatica della vecchia classe politica, la bava di Forlani davanti all’incalzante Di Pietro è segno di un punto di non ritorno, l’unico a tenergli testa e in certi casi a metterlo in soggezione è Bettino Craxi.
La Olivetti di Carlo De Benedetti, il gruppo Fininvest, ancora nomi di influenti politici, Cirino Pomicino DC, De Lorenzo PLI, Darida Dc.
Un paese con un precario assetto istituzionale, la lira svalutata, e la Mafia al suo spessore di violenza più acuta, il 1993 è l’anno delle autobomba ai beni dello stato.
Roma, Milano, Firenze vennero colpite.
Cosa è venuto negli anni successivi è storia dei nostri giorni, le nuove facce, quelle fortunosamente riciclate, il polo, l’ulivo, Di Pietro moralista in politica, e sempre più si sente dire dalla gente che si stava meglio quando si stava peggio.
Anche perché la corruzione e la collusione politica-imprenditoria, che la vadano a darla a bere a qualcun altro che si sia estirpata: sono due componenti inscindibili.
A riguardo di Mani Pulite, Clelio Darida ministro e sindaco di Roma Democristiano, indagato, incarcerato eppoi assolto con formula piena, ebbe a dire ad anni distanza:
“Che si andassero a rileggere la storia
prima di metterci le mani sopra da sprovveduti e incompetenti”.
Giacomo Franciosi