< < IMPORTANTE: VEDI IRAN - I PRECEDENTI
1�
GUERRA DEL GOLFO
1980-1988
( la "prima volta" di Saddam
Hussein )
(Per la 2a Guerra del Golfo nel 1990-91 - Vedi QUI ) _
Chi |
|
contro chi |
|
Quando & Dove |
|
OBIETTIVI DEI BELLIGERANTI |
Iraq | Saddam Hussein tent� di approfittare della caotica situazione iraniana creatasi in seguito alla rivoluzione islamica condotta da Kohmeini per rivendicare alcuni territori petroliferi iraniani da molti anni in contestazione e per indebolire il prestigio iraniano tra le popolazioni arabe come interprete di una lotta di riscatto dalloccidente. E fu appunto ampiamente sostenuto dall'Occidente interessato a ridurre la potenza dell'Iran komeneista, perchè preoccupato che il fondamentalismo islamico potesse impadronirsi dei paesi arabi e musulmani (cioè quelli che hanno abbondantemente i pozzi petroliferi con riserve per altri 300 anni) |
Iraq | Parlando ai giornalisti stranieri accorsi a Baghdad per assistere alle prime operazioni di quella che doveva essere la guerra lampo dello Shatt El Arab, Saddam Hussein, vestito nellalta uniforme di comandante in capo delle forze armate, dichiar� solennemente il 24 settembre 1980: "La banda di estremisti fanatici che � andata al potere a Teheran ha i giorni contati. Il popolo iracheno ha deciso di riprendersi le terre arabe a occidente di Bassora e di aiutare gli iraniani a rovesciare il regime khomeinista. Questi sono due obiettivi a breve scadenza. Probabilmente entro la fine dellanno saranno raggiunti."
|
LA RIVOLUZIONE KOMEINISTA |
l
precedenti di questi anni La rivoluzione in Iran |
Tra la fine del 1978 e linizio del 1979 l'Iran fu sconvolto da unondata di nazionalismo che sfoci� in una serie di incidenti, scontri, e dimostrazioni violente contro Rheza Pahlevi. Lo sci�, impotente, abdicava il 31 dicembre 1978 mentre ritornava dallesilio layatollah (= segno di Dio) Ruhollah Khomeini. Fu l'inizi� di un lungo periodo di crisi nell'area. LIran komeinista si diede da fare per esportare il radicalismo confessionale islamico allinterno della nazione irachena ed appoggi� quasi tutti i gruppi terroristici antioccidentali. |
l'integralismo | Un
cartellone tenuto da donne islamiche, seguaci di Khomieni, durante una
dimostrazione di protesta ci aiuta a comprendere cosa sia il fondamentalismo
islamico (o integralismo). Sul cartellone era scritto: "Per
ogni situazione la rivoluzione islamica � la sola soluzione";
nulla meglio di questa frase evidenzia lo spirito intransigente
e determinato dellintegralismo islamico che non si ferma
di fronte a nulla ma che anzi � disposto a combattere guerre durissime.
|
ANDAMENTO DEL CONFLITTO |
1980 |
Sostenuto economicamente dagli sceicchi arabi e militarmente dall'Occidente, il presidente iracheno sperava di vincere rapidamente la partita, non esitando a impiegare anche armi chimiche vietate dalle convenzioni internazionali. Gli iraniani invece dimostrarono una imprevista capacit� di resistenza e riversarono contro l'Iraq "ondate umane" di migliaia di pasdaran, sostenitori di una societ� integralmente, e a volte fanaticamente, ispirata ai principi del Corano. Il conflitto assunse allora le proporzioni di un massacro dall'una e dall'altra parte, senza che la linea del fronte subisse sostanziali mutamenti. Per arrestare lavanzata nemica sul territorio iracheno, Saddam non esit� a usare micidiali armi chimiche non solo contro gli iraniani ma anche contro le popolazioni curde dellIraq, tradizionalmente in lotta per lindipendenza e potenziali alleati di Teheran.
|
1988 | Ormai stremati e non prospettandosi la vittoria di nessuno dei due, nel mese di luglio i due paesi, concordano la tregua con la mediazione dellONU. |
CONSEGUENZE DEL CONFLITTO |
Il dittatore iracheno Saddam Hussein aveva invaso lIran per garantire al suo paese un sicuro sbocco sul Golfo Persico e per poter meglio controllare una delle regioni pi� ricche di petrolio del mondo. In quelloccasione sia lUnione Sovietica sia gli Stati Uniti e molti altri paesi delloccidente (come Germania, Francia, Italia) fornirono a Saddam Hussein le armi pi� potenti e moderne. Essi speravano che Saddam vincesse facilmente lIran di Khomeini, finanziatore dei terroristi che facevano capo ai vari movimenti islamici. Il fatto che Saddam dica (o è invitato a dire) sia una contesa di confine, permette alle grandi potenze di restare ai margini del conflitto, e di liquidare la crisi come una questione puramente interna dei due Paesi. Ai margini sì, ma non assenti. Nel 1982,
il presidente degli Stati Uniti, Ronald Regan, rimosse l'Iraq di Saddam
Hussein dalla lista degli stati che appoggiavano il terrorismo internazionale,
per potergli offrire aiuti consistenti, in funzione anti Iran-fondamentalista.
Pochi
mesi prima, dopo un attentato al corteo presidenziale, a Dujail, con
una micidiale rappresaglia ordinata da Saddam erano stati trucidati
con i gas 148 sciti. La cooperazione Usa proseguì anche dopo la fine della guerra.
( i due paesi stremati? ma è quello che si voleva in occidente !!) Con la
nuova presidenza, Bush, addirittura invitò in America gli ingegneri
iracheni per apprendere i metodi più avanzati per sviluppare
le armi nucleari. L'occasione
fu quella dell'invasione del Kuwait, convinto Saddam che gli Usa non
avrebbero mosso un dito, anzi faceva affidamento sulla (apparente) neutralità
americana, anche perchè
dalla guerra iraniana (a pro Usa) lui non aveva ottenuto nessun territorio
rivendicato, inoltre era gravato da debiti ingenti proprio per la guerra
contro l'Iran, nè era in grado di provvedere alla propria ricostruzione
del suo paese dopo il conflitto, e neppure di smobilitare le truppe,
destinate ad incrementare la disoccupazione a causa della recessione
economica. I calcoli
li fecero bene gli americani. Se Saddam non è riuscito a indebolire
l'Iran si è però indebolito lui, quindi questo è
il momento di abbattere Saddam; la strategià sembra questa: "noi
corriamo in difesa del Kuwait, poi conquistiamo l'Iraq, ci mettiamo
le nostre basi sul territorio, e da qui attaccheremo prima o poi anche
l'Iran" (altri pozzi!) . La sortita di Bush, quattro settimane prima dell'attacco, è una vera e propria dichiarazione di guerra, niente retorica, solo realismo "� in gioco la sicurezza nazionale degli Stati Uniti: dobbiamo proteggere il nostro futuro" (Il Giornale, 23 nov.1990) E
se lo catturiamo, lo faremo processare e condannare all'impiccagione
dai suoi nemici interni (e chi non ha nemici interni? Qualcuno lo si
trova sempre!). Sicuramente portando la "democrazia" in Iraq, sorgerà un governo "gradito", e questo appalterà poi lo sfruttamento degli immensi giacimenti petroliferi del Paese alle grandi multinazionali andate in "soccorso".
Ma
siamo proprio sicuri che il mondo Arabo resti alla finestra? VEDI 1991 - LA GUERRA CONTRO L'IRAQ > e |