ANNO 1971 (provvisorio) (Parte Quinta)
17 MARZO - Esce Paese Sera con una "notizia bomba". Non si era ancora spento a gennaio l'eco del processo del Colpo di Stato del 1964 - con la commissione che aveva affermato che non era mai esistito un tentativo di golpe - che ne viene rivelato un altro, tentato e capeggiato dal principe JIUNIO VALERIO BORGHESE, (esponente dell'estrema destra, ex comandante della X Mas all'epoca della Repubblica di Sal�, eroe sommergibilista in guerra) nella notte del 7 dicembre scorso. RESTIVO ministro degli interni (dal 1968) deve rispondere alla Camera su queste prime notizie che portano alla luce vicende inquietanti: in quella notte fu occupato per due ore proprio il Ministero degli Interni. Ma che poi a notte fonda una telefonata fece rientrare il golpe.
Per chi agiva Borghese non lo si � saputo mai, solo illazioni. Ma per l'esiguo numero di partecipanti alla "missione" (tanto che fu chiamato il "colpo di Stato da operetta") � impossibile che l'ex comandante agisse da solo. Ne' poteva esserci la regia di un partito come la modesta destra parlamentare di Almirante, ancora in fase di ricostruzione. Ma non dimentichiamo che il 1� dicembre era stato votata alla Camera la legge definitiva del divorzio, e il mondo cattolico era sul piede di guerra. (e non dimentichiamo che appena salito Leone al Quirinale furono annullati i mandati di cattura a Borghese e C. di cui parliamo sotto)
19 MARZO - La procura della Repubblica interviene sulle rivelazioni della stampa, e probabilmente su sollecitazioni di chiss� chi, emana un ordine di cattura per il Principe Valerio Borghese, per il reato di cospirazione contro lo Stato. Inutile dirlo ma ci si appella paradossalmente al "Codice Rocco fascista, traslato integralmente sulle nuove leggi della Prima Repubblica "democratica". Ma dopo le prime indiscrezioni uscite il 17 marzo, Borghese si � gi� reso irreperibile ed � rifugiato in Spagna.
21 MARZO - Dopo la fuga di Valerio Borghese su ordini dei magistrati viene perquisito il suo appartamento e vengono trovati gli organigrammi dell'apparato direttivo che doveva insediarsi dopo il "golpe": ci sono nomi di uomini politici, militari e magistrati iscritti alla massoneria che avrebbero architettato e appoggiato il "golpe". Questo elenco detto "tabulato dei 500" per il momento si ferma dentro il ministero degli interni e non ne vengono divulgati i nomi. Solo l'8 settembre del 1976 all'arresto di Sindona esploder� lo scandalo e verra' trasmessa ai giudici. Nella lista comparvero 962 nominativi di noti uomini del mondo politico, economico, dell'informazione e dei servizi segreti. (fra i nomi di spicco coinvolti: Longo del PSDI, Cicchito del PSI, De Carolis della DC, Bandiera del PRI, gli imprenditori Berlusconi, Rizzoli, Tassan Din ecc., i banchieri Calvi, Sindona ecc. i giornalisti Di Bella, Costanzo, F. Colombo ecc., i militari Santovito, Maletti, Grassini, Federici ecc., altri e Vittorio Emanuele di Savoia.) Gruppo che avrebbe dovuto dar vita a un centro di potere che faceva capo alla loggia massonica P2 guidata da Licio Gelli. Nel 1981-82 De Martino e Spadolini faranno scoppiare il caso con grandi ripercussioni dentro il governo, nelle forze armate e nell'opinione pubblica (ma ne riparleremo a suo tempo).
28 MARZO - PROLETARIATO ASSASSINA PROLETARIATO - A Genova una banda in fuga, dopo una rapina all' Istituto Case Popolari, uccide un semplice fattorino (e la lotta di classe!?) che si era opposto alla rapina. Grazie alla fotografia di un passante viene identificato l'assassino, Mario Rossi, appartenente al gruppo di estrema sinistra XXII Ottobre, che viene arrestato con altri suoi quattro complici di cui un paio risultano essere nient'altro che elementi della malavita che con la politica nulla hanno a che vedere.
Si scopre inoltre che sono anche i responsabili di un sequestro di un facoltoso genovese Sergio Gadolla, a scopo estorsione, ma che i banditi giustificano come espropriazione proletaria; necessaria a finanziare il gruppo estremistico. Inutile commentare che la notizia fa scalpore, e getta le prime ombre di dubbi sulla natura estremistica della sinistra extraparlamentare (ma lo si attribuisce a un incidente, a teppaglia)
Ma nello stesso periodo ci si allerta e si indaga su Milano proprio sulla sinistra extraparlamentare dove emergono inquietanti collegamenti con il terrorismo. Il 16 aprile il rapporto curato dal prefetto Mazza viene inviato per conoscenza al ministro degli Interni Restivo che lo rende noto il 30 aprile in una seduta alla Camera sollevando vivaci proteste dentro i banchi della sinistra. Ma soprattutto perch� anche questo rapporto-rivelazioni, come quello del "golpe" viene anticipato alcuni giorni prima con grossi titoloni a piena pagina da un certo tipo di stampa, dal giornale Il Messaggero di Roma .
7 APRILE - I tre sindacati compatti indicono uno Sciopero generale per la casa e le riforme sociali. La partecipazione � massiccia perch� il problema casa nel Paese � diventato serio e viene avvertito ormai da tutte le categorie del mondo del lavoro sia privato che pubblico. Viene quindi sollecitato il governo a preparare un progetto di riforma urgente (vedi esito il prossimo 26 giugno).
Nello stesso giorno la Camera boccia le nuove norme sulla riforma della scuola dove fra l'altro si chiedeva l'abolizione degli "esami a ottobre". Si sta aprendo una grave crisi che esploder� con effetti dirompenti a Giugno (Vedi SCUOLA capitolo a parte).
13 APRILE - Un giudice di Treviso, Stiz, seguendo le indagini della "pista nera", emette mandati di cattura a FREDA, VENTURA e per lo studente Aldo Trinco (esponenti dell'estrema destra padovana) , dopo aver trovato alcuni elementi di colpevolezza per la strage di Piazza Fontana (ma si prosegue anche sulla pista anarchica. Quella degli anarchici diventa sempre comoda e immediata).
Dopo alcune indagini, indizio principale per il gruppo padovano � quello di aver acquistato in un negozio delle borse simili a quelle che erano state utilizzate negli attentati di Milano e Roma. Il 27 agosto del prossimo anno verranno incriminati per la strage, e il 15 maggio del 1973 altro mandato di cattura per GUIDO GIANNETTINI, (*) che risulta essere (lo confermer� anche Andreotti) un agente del SID, poi aiutato dagli stessi servizi a fuggire all'estero (in effetti si � consegnato alle autorit� consolari italiane in Argentina) dal generale MALETTI, capo del servizio segreto ufficio D, del SID, che il 28 febbraio 1976 verr� incriminato per questa complicit�. Il 23 febbraio del 1979 Freda, Ventura e Giannettini, al processo di Catanzaro, verranno condannati all'ergastolo (ma assolti il 1� agosto 1985 dalla Cassazione)
(*) GIANNETTINI, giornalista, era un esperto di guerriglia, uno dei tanti usciti dalla scuola di paracadutismo, dove dominava un colonnello, e dove se si aveva anche un lontano parente comunista si veniva subito cassati dagli organici e inoltrati ad altri reparti. Ma quelli che venivano scelti era gente in gamba. Di grande intelligenza ma soprattutto fidati fino in fondo, anche nelle complicate e rischiose infiltrazioni, dunque pronti a pagare anche di persona.
14 APRILE - CHU EN LAI apre le porte di Pechino a una delegazione di atleti statunitensi per i campionati di Ping Pong in Cina. Che favorisce e promuove il disgelo dei rapporti fra l'America e la Cina di Mao. Avranno una grande importanza negli sviluppi positivi nella politica cinese compresi i successivi contatti che dopo il "grande evento" (tale viene visto da tutto il mondo, questa semplice partita di ping pong) seguiranno.
MAO ha ormai abbandonato la "rivoluzione Culturale" e sta completamente rivedendo la sua programmazione economica nel Paese, aprendosi all'Occidente e agli interventi capitalistici. Alla "tigre di carta" com'era chiamata la grande potenza americana, si inviano formali inviti. Viene infatti invitato ufficialmente il consigliere di Nixon, Kissingher, che dal 9 all'11 luglio compie una visita ufficiale in Cina. I risultati di questa missione (dove troviamo ambasciatore Bush) si vedranno subito. (vedi 25 ottobre).22 APRILE - Colpo di mano alla Montedison. Dentro la Montecatini (Faina-Macerata) e la Edison (Valerio) dopo il grande "matrimonio" ("testimone" Cuccia) ognuno aveva, conservato il suo vertice e il suo potere nelle due ex societ�, e ognuno sperava nel fare lo sgambetto all'altro per assumere la dirigenza della seconda pi� grande impresa privata italiana (193 stabilimenti, 177 mila dipendenti). Ma tra i due litiganti, alla presidenza dell'ENI (dello Stato, la potente creatura di Mattei) c'� per� un uomo: Cefis, che attende di compiere il suo capolavoro. Convince i politici di governo a tirare fuori i soldi, si affida allo stesso Cuccia per fare in segreto un rastrellamento di titoli in borsa, si assicura cosi' nell'ombra il controllo della societ�, e si presenta allo scontro violento dei due giganti espropriati , con la determinazione a prendersi lui la dirigenza visto che � lui l'autore del "golpe" piu' appetibile d'Italia.
Si grida allo scandalo e ci si straccia le vesti nei due ex quartieri alti, finora ai ferri corti per il potere e per l'indirizzo da dare alle due societ� ora diventata una sola - chimica si' chimica no. Ora sono in ritardo per cambiare le cose, ed entrambi i due vertici considerano quella di Cefis una vera rapina di Stato (fatta con i soldi pubblici) questa manovra speculativa su un'azienda privata. Ma per far calmare le acque vengono messi due presidenti super partes, Merzagora e Campilli. Ma durano poco, la confusione aumenta, le polemiche non si placano, intervengono gli "amici" politici che contano (Cefis ha un grande alleato: Fanfani) e incaricano il governatore della Banca d'Italia di risolvere la diatriba, che ha per� un solo logico sbocco "naturale": EUGENIO CEFIS entra da re a Foro Bonaparte e subito progetta il suo secondo capolavoro.
CEFIS ha convinto i politici ad acquistare il grande colosso privato per non far danneggiare le aziende di stato, ma ora, salito al potere inizia a cedere quelle poco redditizie e con i bilanci in rosso (26) proprio alle altre aziende di stato del gruppo IRI / EFIM ecc, quelle nella quali sempre di piu' piovono i finanziamenti a pioggia per le riconversioni, le partecipazioni, i salvataggi ecc. e ottiene due risultati Cefis: si scrolla di dosso le aziende in perdita e risana la Montedison scegliendosi (o "ricattandole") anche le aziende private (comodo!) che producono, vendono o acquistano dentro il Gruppo.In questo modo la Montedison diventa il miglior gioiello d'Italia, grazie a Cefis, un uomo che rappresenta il tipico imprenditore, che si vale della politica per fondare sui padrinaggi di partito un immenso potere personale. Questo fenomeno verr� battezzato "razza padrona". Cefis far� scuola a questa "razza". E. Scalfari e G. Turani in Razza padrona, Storia della borghesia di stato, Milano 1974 cos� la descrivono "La confisca del potere politico ed economico effettuata da alcuni uomini utilizzando il denaro dello stato per finalit� che con lo stato niente hanno da vedere, e senza incontrar resistenza alcuna da parte di chi viene espropriato e confiscato". (Si dimentica pero' che gli espropriati e i confiscati stavano portando capitali all'estero (qui torna in mente l'opera di Beneduce lasciata in eredit� a Cuccia) , e che una certa borghesia industriale, sempre restia ai rinnovamenti, difettava in intraprendenza e in lungimiranza e perdeva il confronto manageriale persino con il piccolo ma iperattivo artigiano, che molto scaltro e senza conoscere la grande finanza, stava emergendo).
Cefis non si fermer� ai due capolavori di sopra, per altri cinque anni ci riserva grosse sorprese in molti settori, compresi quelli dell'informazione. Ma ci apparir� sempre piu' difficile storicamente tracciare un preciso confine tra quello che era giusto o sbagliato fare in questi anni, con i vuoti di potere e un'industria vecchia e piena di rughe, preoccupata piu' dallo Statuto dei lavoratori che non dei terroristi (facendo sorgere anche l'inquietante dubbio di connivenza proprio con questi).
Ancora piu' difficile scoprire a posteriori se l'etica di uno di questi personaggi pubblici fu inferiore o superiore a quella dei grandi capitalisti privati che ottennero anche loro gli stessi finanziamenti pubblici ma ne ricavarono poi un ritorno privato.
Con il potere personale far concedere dallo Stato finanziamenti a un'azienda pubblica in crisi per conservare il posto di lavoro di migliaia di operai che ci lavoravano poteva essere anche socialmente utile e anche etico! Il "capitalismo di stato assistito" ha finalit� da vedere con lo stato, mentre il "capitalismo privato assistito", salvo quello di dare occupazione, non ne ha nessuna di finalit�, perch� sia il plusvalore della produzione che le plusvalenze dell'azienda restano interamente al privato.
28 APRILE -La rivista Il Manifesto diventa un quotidiano, diretto da GIOVANNI PINTOR con redattori ROSSANA ROSSANDA, MAGRI, Massimo Caprara, Aldo Natoli, Liberato Bronzuto, Eliseo Milani e altri. Un foglio che ebbe un largo seguito di giovani comunisti e fu l'unico foglio (l'unico a sopravvivere fino ai nostri giorni) che coinvolse i quadri militanti del Partito Comunista Italiano anche se per alcuni fondatori e redattori pur appartenenti al comitato centrale erano stati, su proposta di Natta, chiesta la radiazione dal partito il 25 novembre del 1969, dopo che erano nati forti contrasti al congresso del PCI dell' 8 febbraio dello stesso anno. La questione era la libert� di dissenso all'interno del partito, ma proprio per questa presa di posizione furono accusati di frazionismo.
Da ricordare che in questo periodo la stampa di sinistra extraparlamentare conta numerose pubblicazioni; ed alcune affrontano problemi teorici dell'ideologia marxista-leninista e rimasero dentro questo alveo; altre invece con atteggiamenti intransigenti filosovietici o maostici credevano solo nell'azione; l'ultrasinistra, i vari gruppi e movimenti dalle mille sigle, tali atteggiamenti con vari intrecci di ideologie e mercati di idee "rosse" e "gialle" ci si catechizzarono, anche quando si comincio' a promuovere la lotta armata e lo scontro fisico senza tanti mezzi termini.
Promuovevano la "militarizzazione"(*) ("servizio d'ordine") la "difesa delle piazze", incitavano a rimanere "mai senza fucili", auspicavano la "potenza di fuoco"; nei cortei si levavano al cielo le mani imitando con le dita la pistola P-38. In poche parole predicavano la cultura della politica guerreggiata, del sabotaggio.
Inizia cos� la "propaganda armata" ossia azioni esemplari contro i "nemici del proletariato", lotte traumatiche al di fuori delle istituzioni; poi parte con alcuni attentati a capireparti di fabbrica, capi del personale, pubblici ministeri, commissari servi dei padroni, ecc ecc. cercando di coinvolgere le masse operaie nella lotta, convinti che siano ormai mature le condizioni oggettive per l'avvento del comunismo e per la rivoluzione mondiale contro "l'imperialismo delle multinazionali" (questa la frase ricorrente nei volantini dei dopo attentati).
Ma rimasero in pochi; la grande maggioranza della folla di contestatori si ritrasse confusa e molto delusa; e ritenne di rientrare o nei partiti storici e nelle istituzioni, o di ritornarsene al "privato", a leggere altri misticismi come Siddharta, a fare le comunit� dei fiori, e a disaffezionarsi alla politica e perfino alla fabbrica.
Ricordiamo alcuni fogli di una linea e di quell'altra "piu' forte", fra cui alcuni usciti fin dal '68: "Servire il popolo" diretto da ALDO BRANDIRALI, rigido e dogmatico della ideologia marxista-leninista. Operai e capitale diretto da MARIO TRONTI. Quaderni Rossi diretti da RANIERO PANZIERI. La Sinistra diretto da LUCIO COLLETTI. Giovane critica diretto da GIAMPIERO MUGHINI. Avanguardia Operaia di CORVISIERI-GORLA dei Cub milanesi. Potere operaio con ORESTE SCALZONE, ANTONIO NEGRI e FRANCO PIPERNO. Lotta Continua di ADRIANO SOFRI "diretto" da PIO BALDELLI; un foglio che diventer� quotidiano il prossimo anno, anche questo con un largo seguito di giovani di questa generazione, diffondendo ideologie maoiste ma puntando molto allo spontaneismo operaio che incitava a militarizzarsi e a dar vita, perch� l'ora della lotta di classe era giunta e la rivoluzione pure. ("Tremate padroni ladroni, la Cina � vicina! E' in Albania!")
(*) Lotta Continua il 27 maggio usci' con un supplemento dal titolo "Operai in divisa!" Fu denunciato Pier Paolo Pasolini, che non avendo il giornale di Sofri un direttore responsabile giornalista come vuole la legge, presto' il suo nome perch� potesse uscire in edicola. ("Io non credo alla rivoluzione, ma non posso non stare dalla parte dei giovami che si battono per essa"- Pasolini, cosi giustifico' questo "prestito" dopo essere stato accusato di incoerenza)
Ma � quest'ultimo foglio che inizia fin dal 14 ottobre scorso una campagna infamante contro Calabresi: lo accusa apertamente dell'omicidio di Pinelli, l'anarchico di Piazza Fontana. Calabresi querela Baldelli. Ma la campagna accusatoria su Lotta Continua � partita, non si fermer� piu', alzer� i toni e diventer� persecutoria fino alla fine, e anche dopo.
Sui muri di Milano compaiono manifesti con le mani di Calabresi che grondano sangue. Il 24 giugno prossimo la vedova Pinelli non ha pi� indugi, lo denuncia per omicidio. La magistratura apre un procedimento a carico di Calabresi con questa accusa.
Per il commissario Calabresi la vita quotidiana diventa un inferno, accusato e minacciato di morte da centinaia lettere anonime vive braccato. Ma ne riparleremo il prossimo anno, quando accadde quello che virtualmente desidera il foglio di Sofri; che sar� cinico anche quando Calabresi verr�, come molti ormai temevano che accadesse o (con la congiura) volevano che accadesse, spietatamente "giustiziato".