ANNO 1968 - (provvisorio)
( Anno 1968 - Settima Parte )

Milano, Dicembre. Mario Capanna, il leader della piazza e il
terrore delle signore alla prima della Scala. Uova marce per tutti.

7 DICEMBRE - S. AMBROGIO e le uova marce alla Scala. Nel clima che abbiamo gi� descritto nelle altre pagine, non potevano mancare anche delle spallate al costume e alla quieta godereccia "societa'"; i parvenu degli anni d'oro del miracolo economico. L'insulto pacchiano, l'ostentazione gretta, l'arroganza, non veniva dalla vecchia borghesia, a questa gli si perdonava le "tare congenite", l'"amoralita' educativa", quell'atavica insensibilita' di fronte anche ai pi� gravi problemi sociali. Chi non si perdonava era la nuova neo borghesia, i Brambilla arricchiti nel boom, con i mobili, gli elettrodomestici, le cucine, i panettoni, i vestiti, i condomini; quelli considerati fino a ieri pezzenti ora diventati industriali e palazzinari, e che ora portavano a passeggio le loro donne con i chili di collane e braccialetti d'oro, o entravano nei templi della mondanita' meneghina solo perch� affrancati dai loro conti in banca  non da una cultura umanistica della vecchia borghesia che solo a vederli sorrideva ma mandava gi� nel frattempo il rospo. Infatti questa,  piu' accorta e anche pi� intelligente rimase a casa e quei pochi che arrivarono all'appuntamento -donne e uomini- erano vestiti sobriamente.

Impellicciate dame e damerini si presentarono alla consuetudinaria prima della Scala la sera del santo patrono meneghino. A riceverli trovarono gli studenti con casse di uova marce pronte per le esercitazioni di lancio su ogni elegante coppia che scendeva dalle fiammanti auto e si incamminava pomposamente alla passerella della vanita' (mirino ambito un vestito di una dama del costo di due milioni, lo stipendio di un operaio di un anno).
A dirigere i lanci, a guidare il gruppo di "incazzati" e ' lui, il capo di tutta la gioventu' studentesca contestatrice milanese, lui il capo indiscusso, lui il tribuno di tutte le manifestazione, lui ad avere il carisma del trascinatore, lui in prima fila a prendere le manganellate, e sempre lui in questo evento mondano,  incitare provocatoriamente e a mettere in mano ai poliziotti chiamati a disperderli, le uova marce da tirare alle eleganti signore agghindate come a carnevale. Lui e' MARIO CAPANNA, il leader, quello che questa sera fara' piangere le eleganti signore belle statuine.

13 DICEMBRE - Il governo LEONE e' durato poco: cinque mesi. Il 19 novembre il Presidente da' le dimissioni e si d� l'incarico il 26 novembre a MARIANO RUMOR, che il 13 dicembre forma il suo 1� governo con DC, PSI e PRI. Forte la presenza dei socialisti che ricevono 10 ministeri.
Il 18, voto di fiducia. Al Senato Rumor riceve 181 s� e 119 no; alla Camera 351 s�  247 no e 2 astensioni della SVP altoatesina..

14 DICEMBRE - Scontri in Brasile. Alle manifestazioni di studenti diventate incandescenti il governo di Costa e Silva, proclama lo stato di assedio nel Paese, sospende ogni diritto politicoe le attivita' del Parlamento; istituisce una rigida censura e perseguita tutti i partiti. I morti e i feriti in questa manifestazione non furono mai divulgati, ma di incidenti gravi ve ne furono molti e molti soggetti sparirono dalla circolazione.

19 DICEMBRE - La Corte costituzionale stabilisce che l'adulterio della donna non e' piu' reato e concede anche alla donna la separazione dal marito in caso di una sua accertata infedelta' coniugale, prima riservata solo all'uomo (ma vedi in "Costume" i particolari)

20 DICEMBRE - Siamo in pieno clima natalizio e all'Isolotto le polemiche non si sono calmate, la chiesa e' presidiata, e sono falliti tutti i tentativi di mediazione fra curia e parrocchiani. Con una lettera a don MAZZI interviene il Papa in persona. PAOLO VI prega il parroco di ritornare all'obbedienza. Ma ormai non dipende piu' da don Mazzi, e' tutta la popolazione fiorentina a schierarsi contro l'alta gerarchia, a sfilare a migliaia in silenzio davanti alla curia, a ricevere solidarieta' non solo da tutta Italia ma da tutto il mondo, perche' la notizia sta ora girando in tutto il mondo. E polemicamente sul sagrato con migliaia e migliaia di cittadini si celebrano le funzioni natalizie con don Mazzi e gli altri due viceparroci "ribelli" solidali. Una Caporetto del cattolicesimo intransigente, conservatore, incapace perfino di "vedere" e capire un evento cosi' dirompente e plateale. La chiusura della chiesa dell'Isolotto, ando', allora, sulle pagine dei giornali, ma rimarra', in futuro, nelle pagine degli annali. Perche' cambio' un'epoca!

Gli eventi si susseguiranno per oltre otto mesi con trattative burrascose con i parrocchiani; fino all'epilogo del 30 agosto del 1969. Il Cardinale Florit sfidando tutta la comunita', dopo la sospensione a divinis di Don Mazzi e degli altri due viceparroci, dopo aver chiusa la chiesa, stanco e infuriato volle recarsi di persona a riaprire il tempio e celebrarvi la messa, ma i fedeli compatti risposero con durezza; continuarono la protesta e nessuno entro' nel tempio. Siamo in piena rivolta cattolica e i cartelli all'isolotto e nelle sfilate silenziose, persino funeree, erano di questo tenore "Cos'e' il popolo nella chiesa? Tutto. Cosa conta? Nulla."

Non fini' li' la questione sollevata da don Mazzi. Altre comunita' di altre citta', seguaci del prete toscano, e tutt'altro che estremisti, ingrossarono le file, si ramificarono, nacquero le avanguardie, i Coordinamenti delle comunita' di base, nella Cisl, nelle Acli; i cattolici piu' esagitati chiesero addirittura l'abolizione dei Patti Lateranensi. Ci fu l'isterelimento della mistica e dell'ascesi, defezioni, calo di vocazioni. Si formarono nel Nord i gruppi "clerico-laicisti", e il nuovo progressismo cattolico, che comincia a stringere rapporti con altre culture del secolo. Siamo a una grande svolta,  che nessuno per� pu� ancora giudicare a distanza di anni.

Nel prossimo '69 partira' il nutrito movimento di CL, Comunione e Liberazione, e per tutti gli anni Settanta attivi saranno i nuovi ideologi proiettati verso traguardi piu' "temporali", come Turchini, Buttiglione, De Petro, Ronza, Scola, Formigoni, Tassani. A fine anni Settanta, il "movimento"  in mano a don GIUSSANI, ha la fortuna dalla sua parte, perche' nel '78 diventa Papa, WOJTYLA . Ha fatto l'operaio, ha fatto il "combattente" in una terra atea e avara di dottrine ma anche libera da gerarchie conformistiche ierocratiche, di funzionari di chiesa. E subito questo papa opera, svincola certe deferenze e crea una religiosita' piu' militante, ricostruisce "esperienze di unita" (e chi ha memoria di unita' come la chiesa?) e riporta alcuni equilibri di unione dentro una societa' in continua evoluzione dove gli uomini hanno bisogno piu' che di evangelizzazione burocratizzata e razionalizzata, hanno la necessita' di un'assistenza spirituale e insegnamento etico, capace di far uscire tutto il potenziale latente della solidarieta' umana. Che non e' una creazione intellettuale, educativa, legata alla civilta', ma e' dentro nel profondo di ogni essere vivente. Basta vedere quando una comunita' e' colpita da un evento catastrofico, ed ecco che la solidarieta' fra simili diventa una necessita' interiore; si saltano tutti gli steccati delle minestre ideologiche, culturali, di razza, di ceto, le inimicizie e le animosita'. Ci si aiuta solo!
Ma allora perche' bisogna aspettare un terremoto?

28 DICEMBRE - Un raid israeliano bombarda Beirut. Dopo la guerra dei "sei giorni" due furono gli errori da entrambi le parti. Gli arabi fecero una concreta intesa diplomatica dichiarandosi pronti, a parole,  alla guerra immediata che li fece passare dalla parte del torto agli occhi dell'opinione pubblica occidentale, e gli israeliani ne approfittarono e li attaccarono facendosi considerare un popolo potenzialmente e virtualmente aggredito. Sembro' un capolavoro di strategia politica, ma nonostante tutto gli arabi non crollarono come, sbagliando avevano supposto a Tel Aviv che ne trasse solo un vantaggio passeggero anche per il moltiplicarsi delle spese militari che ando' poi incontro. La questione infatti dei territori occupati (nonostante che l'ONU il 21 aprile dichiaro' nulla la decisione israeliana di annettersi i territori palestinesi) si accentuo' e fece iniziare da entrambe le parti la spirale repressione-resistenza per fronteggiare le rappresaglie indiscriminate sui confini e dentro gli stessi territori presidiati. Una escalation del terrorismo che non avra' piu' fine, fin quando non troveranno una intesa, che alla luce dei fatti odierni (anno 2000) sembra ancora essere molto lontana.

31 DICEMBRE - Non poteva finire che cosi' l'anno '68. E' stato l'anno della contestazione, e questa non poteva mancare fino all'ultimo minuto. Fino all'ultimo tocco e' accompagnato dai singolari "botti" dei candelotti lacrimogeni degli scontri fra polizia e studenti dove ci saranno arresti e feriti, di cui uno grave.

Finisce l'anno e finisce anche l'anno della contestazione studentesca. E' l'ultimo sussulto di un anno inquieto. L'appuntamento degli studenti questa volta e' avvenuto in Versilia; al veglione dell'ultimo dell'anno, nel tempio della musica: alla Bussola di Marina di Pietrasanta, dove, come alla Scala si sfoggiano le grandi toilettes e dove un biglietto costa quanto lo stipendio di un mese di un operaio della Fiat. A operare e' ancora una volta il gruppo pisano studentesco di Potere Operaio di Sofri, e a contestare dame e cavalieri si sono dati appuntamento gli studenti di diverse citta' italiane.

"Viareggio- Circa cinquecento giovani del Movimento studentesco e di Potere Operaio si sono riuniti davanti al noto ritrovo mondano La Bussola...Pomodori e uova sono state lanciate contro le persone che entravano nel locale...con alcune barche hanno eretto delle barricate...scontri con la polizia e i carabinieri....Un giovane,....� rimasto ferito con un colpo di rivoltella. Le forze di polizia dichiarano di non avere usato le armi da fuoco e avanzano l'ipotesi che a sparare siano stati alcuni clienti della Bussola" (Comun. Ansa, 1 gennaio. ore 18.50)

FINE ANNO 1968

LA STAMPA IN ITALIA IN QUESTO '68

Molte proprieta' di importanti giornali, analizzando i fenomeni e intuendo meglio dei politici la situazione vogliono fare caute aperture verso in centro sinistra; quasi in massa sostituiscono le firme dei loro giornali, e alcuni lo faranno entrando perfino in attrito con i partiti referenti, come  la DC veneta a Venezia.

GIOVANNI SPADOLINI e' il nuovo direttore del Corriere della Sera. ALBERTO ROCHEY a fine dicembre diventa direttore de La Stampa. PIERO OTTONE dirige il Secolo XIX di Genova, DOMENICO BARTOLI il Resto del Carlino di Bologna.

 ALBERTO CAVALLARI a Venezia va a dirigere Il Gazzettino, ma andra' oltre le righe e dopo appena un anno verra' licenziato dalla proprieta', la DC. Ma siamo nel profondo e "bianco" Veneto, non siamo nelle zone "calde" come Milano, Torino, Bologna, e Genova, investite di "rosso"; qui la classe operaia comincia a essere esaltata dai successi, si e' data un volto nuovo e sta prendendo coscienza di essere forte.

Ma questo spostamento a sinistra, non solo dentro i partiti ma anche dentro le stesse istituzioni cattoliche non piace affatto agli americani ne' ai suoi servizi segreti sia a quelli ufficiali che a quelli non ufficiali; la strategia della prima e' diversa, piu' cauta e attenta a non compromettersi, mentre � piu' libera di agire la seconda che opera, ramifica e gestisce senza consenso parlamentare apparati non solo informativi ma operativi e fuori dal potere esecutivo italiano, quasi del tutto ignaro di queste strutture parallele. Indubbiamente dalla Alleanza i partiti italiani di maggioranza o di appoggio al governo, sono tutti considerati inaffidabili. Del resto e' anche comprensibile, perche' il governo italiano pur legato alle strategie della Nato, spesso e' ambiguo. Lo abbiamo letto piu' di una volta; l'uomo sempre inviso � Moro con le sue "aperture" a sinistra.

Abbiamo detto quasi perche' qualcuno e' bene informato ed e' l'unico a garantire l'operativita' di alcune di queste strutture segrete dipendenti dall'Alleanza atlantica create da molto tempo per salvaguardare l'integrita' dello Stato dal sovversivismo rosso nel momento in cui ci potrebbero essere le convulsioni di un centro sinistra o di un PCI, che appare "ghettizzato" perch� non all'altezza di poter controllare le sue schegge impazzite. E quel qualcuno e' GIULIO ANDREOTTI.

MORO si e' staccato dalla corrente morotea, va decisamente a sinistra e seguita a buttare ai suoi colleghi gli ami della sua "strategia dell'attenzione" verso il PCI; DONAT CATTIN sta diventando leader di una corrente democristiana di sinistra fatta di lavoratori; e nelle stesse file cattoliche si parla troppo di "sinistra storica", di "sinistra rivoluzionaria", di "Cristiani per il Socialismo", di nuove "alternative" anch'esse "rivoluzionarie", e i piu' cauti parlano di "clerico-laicismo". Che dire poi delle riunioni perfino alla luce del sole dove ci sono insieme leader comunisti e democristiani.

Inoltre in politica estera il governo italiano sta offrendo in molte circostanze una simpatia filo araba, fuori dall'ottica Usa e non sempre in linea con l'Alleanza Atlantica.

L'unico sulla scena politica italiana che sembra offrire garanzie, e' lui GIULIO ANDREOTTI, e questa affidabilit� lo porter� presto a diventare un protagonista della politica.  E' capo di una forte e agguerrita corrente democristiana  in contrapposizione a quella di Moro, cio� a destra, ma (pur essendo un anticomunista da sempre) molto abile e capace di colloquiare  -  meglio di Moro - anche con la sinistra:
Questo lo vedremo poi chiaramente nel 75 quando Andreotti con la svolta a sinistra (lui che stava per abbandonare l'Italia - perch� non c'era pi� posto per lui  nella politica italiana, ma  poi fece le rivelazione (Espresso, ottobre '74)  sul SID, sul paracadutista GIANNETTINI, e ribalt� la situazione. Le sue azioni (rivelandosi filodestroide) ripresero quota. Fu abile a sostituirsi nei colloqui con la sinistra iniziati da Moro, scavalcandolo. (vedi anni '75,  '76 e '77 e gennaio '78). Questo nonostante la sinistra l'avesse sempre combattuta con accanimento fin da giovane.
Riusc�  insomma a coagulare attorno a se' non solo il consenso di molti italiani col vecchio passato di destra (andreotti divent�  il piu' votato d'Italia - soprattutto Roma, che molti anni dopo allo scontro Rutelli-Fini scopriremo improvvisamente met� di destra) ma si prese la fiducia di chi pur con quel passato era sempre rimasto ai vertici delle istituzioni, nelle forze armate, negli apparati dell'ordine pubblico, oltre ovviamente ad essere appoggiato dagli americani che contrastavano Moro nel progetto di svolta a sinistra. (Gli USA lo dissero anche chiaro e tondo fino a pochi giorni prima della uccisione di Moro, ma alla fine, se non proprio lo avrebbero appoggiato,  nemmeno lo avrebbero contrastato fino al punto di eliminarlo. Poteva scatenare l'emotivit� dell'opinione pubblica, essere questa eliminazione un vero e proprio boomerang. Quello che infatti accadde).

GIULIO ANDREOTTI inizia a incarnare, dal '75 in avanti, in modo esemplare l'interclassismo, la duttilita' e l'indifferentismo etico della DC. In un modo aconfessionale e aclericale diventando uno strano cattolico laico e antitemporalista. Fara' governi con tutti, perch� nel suo modo di agire curiale diventa amico di tutti. Di grande sagacia manovriera anche a livello internazionale si guadagn� presto la fama di operare (oltre che con le battute qualunquistiche e la nota ironia) con la spregiudicatezza, e con la cinica strumentalizzazione,  nell'intervenire nei problemi e nelle ore  pi� drammatiche del Paese  e "affrontare problemi politici e di ordine pubblico con disinvoltura a fini di conservazione del regime e del potere. Si propone grandi cose, ma piccole, estranee a ogni solenne "senso dello scopo". (lo scriver� A. Ronchey, il 25 luglio del '76, sul Corriere). "Ha una intimit� ineguagliabile con la Curia e il clero laziale, legami con l'alta burocrazia e l'alta ufficialit�, � di ingegno acuto, pronto, versatile ma senza slancio e poi freddezza, freddezza e tanto  "sangue di ghiaccio".  
Un giorno non lontano forse scopriremo chi era veramente Andreotti.

Per quanto riguarda le simpatie a destra, nel 1954 Graziani (comandante ex Repubblica Sociale e dal 1950 presidente onorario del MSI) scelse proprio Giulio Andreotti in un criticatissimo incontro (tanto che Graziani poi si dimise dal MSI) per  fare una "pacificazione" storica.
E se andiamo a rivedere alcune affermazioni di Gedda, costui affermava che non vi erano delle strutture controrivoluzionarie (inquadrate e con dotazioni di mezzi militari) dentro i suoi Comitati civici, ma nemmeno le negava "se vi sono state, sono da iscriversi, probabilmente, alla componente della Fuci, quindi a livello locale e per ordine di alcuni militanti democristiani".

Deviazioni dunque dentro la Fuci e quindi un apparato paramilitare segreto di democristiani militanti pronti ad entrare in azione in caso di vittoria dei comunisti nelle elezioni del '48. ("non avremmo ceduto il potere facilmente" confesso' Scelba anni dopo). Insomma una Pre-Gladio. Il caso vuole che presidente alla Fuci era - prima della sua sfolgorante carriera politica - proprio il giovane ventiduenne Giulio Andreotti.

Ma il perch� di tanto mistero nella creazioni di queste strutture parallele e a cosa dovevano servire � presto detto. La contestazione studentesca in Italia con i suoi slogan contro gli Usa e la guerra in Vietnam era stata presa in considerazione, ma non era mai stata temuta politicamente, non aveva procurato alcuno allarmismo.

La "guerra fredda" tra i due blocchi era in atto, e in Italia i reduci di questo '68 studentesco stavano formando gruppi autonomi e incontrollabili dai partiti storici e sempre piu' cercavano di promuovere la mobilitazione delle masse in una forma nuova che fin dalle prime battute stavano ottenendo discreti risultati, scavalcando i leader dei partiti e contestanto gli stessi sindacati.

La borghesia, il mondo finanziario, i militari, il ceto medio chiamato "maggioranza silenziosa" divento' un po' inquieto. Il pericolo comunista in Italia e in Europa per gli americani esisteva, e a intervenire nei vari Stati alleati per conoscere le nuove strategie che si preparavano all'interno non era piu' sufficiente la Nato e i contatti diretti con lo Stato italiano, nacquero cos� organismi americani paralleli, come il CIC, che iniziarono a creare in Italia una ramificata struttura, adottando una singolare strategia e appoggiandosi a personaggi di vecchia militanza fascista e perfino di ex nazisti. Lo abbiamo gia' accennato sopra nelle prime righe.

La logica era molto semplice: combattere il comunismo con gli unici uomini capaci veramente di farlo, quelli con l'ideologia del vecchio regime, i nemici storici (era una garanzia a tutto tondo). E molti erano ancora presenti nei piu' delicati gangli dell'apparato dello Stato, come nelle forze armate, prefetture, polizia e nei carabinieri, sia in servizio che fuori servizio.

Ecco dunque nascere alcune organizzazioni, che iniziarono a crescere. Nasceranno in pochi mesi venti gruppi (la Rosa dei venti). Strutturate come organizzazioni clandestine o con doppio livello legale, cio� coperto, e tutte miranti allo ristabilimento dell'ordine in caso di "sorprese rosse".

Abbiamo gia' detto "a carattere difensivo", "eccezionalmente offensivo". Ma non avevano forse previsto che alcuni contattati erano delle "teste calde", che si sentivano ed erano convinti di essere i "salvatori della patria".

Ecco dunque nascere i vari gruppi, Ordine Nuovo, Avanguardia nazionale, i MAR, Movimento di Azione Rivoluzionaria, la Costituente Rivoluzionaria, Europa e Civilta', il Fronte Nazionale di Valerio Borghese, e molti altri. Alcuni con una centrale operativa e di collegamento a Verona, e altri gruppi in altre citta' metropolitane. Tutte intente ad arginare una fantomatica rivoluzione e una possibile presa del potere dei comunisti.

Il capitalismo sembrava avere le ore contate. I comunisti dal '57 stavano guidando le masse,  conquistandosi alcuni spazi dentro la societ�; occupavano mezza Europa, stavano dilagando in Oriente, e si erano insinuati con Castro anche in America. L'estrema sinistra italiana era fortemente convinta che erano ormai mature le condizioni oggettive  per l'avvento del comunismo in Italia e che bisognava ora creare quelle soggettive, coinvolgere le masse, ritenute (erroneamente) tutte di sinistra. E le stesse cose le pensavano quelli dell'estrema destra facendo affidamento alla classe media e a quella borghese, ritenute (erroneamente) tutte di destra.
Ma si sbagliarono entrambi. Gli italiani erano molto diversi. L'Italia non era n� piu' fascista (e una destra forte nelle masse in Italia non e' mai esistita -era stata nel ventennio solo consenziente, come lo fu il cattolicesimo dal '48 a fine anni '50- entrambe dominarono entrambe una Italia contadina e ignorante), ne' era piu' antifascista (anche questa  nelle masse in Italia  una forte sinistra  non � mai esistita).
Il proletariato si era imborghesito, e la borghesia si era proletarizzata. In atto una nuova omologazione della vita, dove dominava il "nuovo potere" con una ideologia sempre piu' diffusa; quella individualista e quella consumistica. Bastava guardarsi attorno.
In Italia riconoscere nel '68-'69 un borghese da un proletario non era cosa facile; riconoscere uno di destra da uno di sinistra altrettanto. A Bocca e Montanelli occorsero dieci anni per distinguerli. (lo scrivono entrambi nei giornali dell'epoca - l'unico � Bettiza che abbiamo gi� letto, ma anche lui ne fa una ipotesi, non ha una certezza).

Dentro questa  totale irrazionalit�, c'erano alcuni fanatici idealisti che volevano agire.
E per agire, dovevano innanzitutto  trovare un pretesto per far proclamare nel Paese uno stato d'assedio come in Grecia;  una emergenza come Francia;  un intervento militare come in Cecoslovacchia; o un giro di vite per eliminare l'ubriacatura ideologica proveniente dalla "maoista" Albania. Fu cos� che le "volpi" rivolgendosi ai  "professorini" ideologi,  cercarono di usare le teste piu calde, che  per evoluzione, per esperienze o per necessita' di risposta, purtroppo diventarono sempre piu' calde contro il comune "nemico", contro lo Stato debole e i vecchi politici,  contro la stampa che li derideva, e contro  perfino i sindacati. 

Fecero alla fine il "matrimonio di sangue nella violenza". Spesso cambiando barricata, dimostrando che alcune loro ideologie erano semplicemente "usa e getta".
Che alcuni gruppi, pur avendo una matrice di sinistra, fossero utilizzati a loro insaputa (forse, ma non vogliamo pensare cos� male) da altri organismi � una ipotesi verosimile, che verr� un domani fuori (forse un giorno -con i documenti segreti russi- ne avremo la certezza)

Questi gruppi iniziarono a spostarsi dalle scuole ai cancelli delle fabbriche, poi nelle piazze e infine visto che i politici facevano intese e i sindacati agivano in concerto ottenendo ambigui risultati, risposero con atti terroristici, sui treni, nelle banche, nelle manifestazioni, ognuno convinto che quella era la strada. Spesso convinti che dietro le prime stragi ci fossero le regie di Stato, i politici italiani, la destra nostalgica, i servizi segreti e perfino elementi legati al Vaticano (chiedere ai terroristi  ancora oggi nel 2000 qual'era il loro obiettivo non lo sanno ancora. Qualcuno affermer� che il loro mito era diventare un partito rivoluzionario a sinistra del PCI, sullo stile dei Gap (lo diranno ai processi).

Ma Stato, Politici, Servizi, c'erano?, non lo sapremo mai (forse), e se agirono in concerto, anche questo non lo sapremo mai. Una cosa e' certa che chi stava ora operando sconsideratamente nella estrema destra e nell'estrema sinistra semin� il panico in un modo tale da far crescere ulteriormente la violenza, portando il Paese piu' che a un disordine generalizzato (che non ci fu mai) a una inquietudine sociale, con l'intento di suscitare una reazione nell'ala piu' conservatrice, che per� era troppo debole per poter affrontare le emergenze con i mezzi istituzionali. L'uomo forte non c'era.

Poi c'erano le invidie. E a molti questo caos andava bene, per eliminare quella concorrenza spietata che dalla nuove correnti stava nascendo.
Involontariamente o di proposito diedero il via al terrorismo per far sollecitare l'intervento dell'esercito, far scattare l'emergenza,  intimorire, trovare consenso dei cittadini e quindi l'avallo per combattere su ogni fronte l'eversione dei rossi. E i rossi a, loro volta, per combattere l'eversione dei neri.
Ma � una spirale che inizia a girare con delle forze centrifughe sempre piu' pericolose e fuori da ogni controllo (o almeno a qualcuno sembrarono tali, tanto da invocare pi� volte il pugno di ferro).

Invece l'emergenza militare tanto attesa non arriv�. Non sapremo mai perche', ne' chi gli italiani devono ringraziare perche' il paese non scivol� in un pantano come in Grecia in un caso, o come l'Albania nell'altro. Solo queste due erano le alternative in questi anni. O i colonnelli o i comunisti (ma in entrambi i casi dopo una guerra civile). 

Per alcuni la "strategia della tensione" fu un modo (qualcuno ha detto "americano") per tenere lontana la estrema sinistra che ambiva al potere con le utopie maoiste (modello Albania?) dopo aver quasi rinnegate quelle sovietiche. Ma � una follia solo a pensarlo, non erano certo questi gruppetti a impensierire gli americani. Gli accordi del dopoguerra tra le due potenze (spartizione dell'Europa sul foglietto a quadretti) erano ancora solidi e validi. Nessuno oltre atlantico mosse un dito per la Cecoslovacchia o l'Ungheria.  Nessuno al Cremlino mosse un dito per la Grecia. Cos� in Francia, n� gli uni n� gli altri. 

Per altri invece .......

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