ANNO 1946 (provvisorio)
(Anno 1946 - Seconda Parte)
La pagina storica dell'anno - 9 Giugno 1946.
11 APRILE - Non meno traumatico il Congresso del PSIUP a Firenze. Il problema � sulla questione di mantenere rapporti con i comunisti che la corrente di PIETRO NENNI e LELIO BASSO appoggiano, mentre un altro gruppo guidato da GIUSEPPE SARAGAT al PCI nega ogni collaborazione.
Lo scontro diventer� incandescente quando il 20 novembre lo stesso Saragat apre le ostilit� al Psiup e nel gennaio del '47 dichiara l'avvenuta scissione creando il suo PSLI mentre il Psiup ridiventa il PSI.
Una scelta autolesionista (diranno i dissenzienti) addirittura autodistruttiva, visto che il PSLI � risucchiato nella sua palude di moderatismo, da dove non uscir� pi�, creando non pochi problemi a tutta la sinistra italiana. E anche dentro il proprio partito.
24 APRILE - E' la volta del congresso della DC. A emergere � la figura di DE GASPERI. Grande mediatore, non esaspera lo scontro con gli altri partiti, ma alacremente cerca il dialogo costruttivo su questioni realistiche e non utopiche. E continuamente tasta il polso della nazione.
Sulla questione Monarchia o Repubblica, fa un sondaggio fra gli iscritti (836.000) e scopre che il 60% � schierato per la Repubblica, il 17% per la Monarchia, mentre il 27% non si pronuncia. Ma De Gasperi non guarda solo al risultato generale numerico, ma analizza il voto e scopre -e saggiamente non sottovaluta- che la monarchia � presente in molti strati sociali della borghesia e nella classe media, ma soprattutto non sottovaluta che il Mezzogiorno � decisamente a maggioranza monarchica. E' lui contrariamente a quello che fanno tutti i partiti, non si schiera, lascia libert� di coscienza ai suoi elettori di votare come vogliono. Ed � la sua la mossa vincente!
Gli altri partiti volevano che la Costituente oltre decidere la forma monarchica o repubblicana del Nuovo Stato che nello stesso tempo attendesse alla legislazione ordinaria.(vedi qui, come nacque la Costituente (i nomi dei costituenti) e la Costituzione Italiana)
De Gasperi invece voleva una soluzione diversa, ai costituenti la stesura del testo costituzionale, al governo la legislazione ordinaria, e al referendum solo la scelta della soluzione istituzionale.
Per De Gasperi la legislazione ordinaria doveva essere subito gestita da un governo provvisorio, il resto era ancora tutto da inventare. C'era davanti a loro un Paese distrutto, una economia a terra, il disagio in tutte le categorie sociali, la crisi in tutti i settori produttivi. Senza un intervento immediato poteva crollare tutto, anche quel poco che stava alla meno peggio funzionando con il precario e l'improvvisazione degli italiani, che come per incanto quando entrano dentro nelle grandi crisi sfoderano le migliori risorse anche senza una guida politica.
Inoltre c'era il rischio non remoto, che il capitale avrebbe preso le vie d'oltre frontiera. Quindi occorreva subito una programmazione economica e sociale cercando di far sedere attorno a un tavolo tutte le categorie (compromesse o meno) esaminando i problemi e cercando delle soluzioni realistiche immediate. Non c'era insomma da perdere tempo, lungo il percorso si potevano correggere alcune scelte nel modello di sviluppo, negli interventi, nei mezzi; ma non partire significava aver fatto la peggiore delle scelte.
Scrive Nicola Travaglia (L'Eta' contemporanea, 5� vol. pag.88.-Garzanti Ed) "I due maggiori partiti della sinistra, al di la' delle critiche, talune giuste, al mito americano, non avevano da contrapporre a quel progetto soluzioni facilmente realizzabili. Sul piano economico, le idee erano piu' chiare su quello che non si voleva che sul modello da realizzare e, del resto, la preferenza per il liberismo era diffusa anche tra i pochi economisti italiani che si riconoscevano nei programmi della sinistra. In definitiva le forze di sinistra non seppero presentare agli italiani una prospettiva chiara e realistica per l'immediato futuro e si autocondannarono per molto tempo a una funzione critica, alle posizioni democristiane ma non in grado di costruire un'alternativa fattibile a quel che si andava realizzando".
Alla luce di queste prime considerazioni la rottura dei governi di Unit� Nazionale poteva essere rinviata di qualche mese ma in nessun modo evitata e accantonata.
9 MAGGIO - Come abbiamo visto all'inizio di questo anno in anteprima Vittorio Emanuele III abdica a favore del figlio Umberto, non compromesso con il regime, con nessuna responsabilit� nella guerra. Ma il sovrano si era dissociato troppo tardi e inoltre con la fuga dell'8 settembre non era riuscito neppure a salvare la dignit� della corona. Solo la pelle!
Un gesto questo del Re, venuto all'improvviso, forse per ridare un immagine alla Casa Savoia ("la posizione di mio figlio e della dinastia ne risulteranno consolidate") , ma gli italiani non cascarono nel tranello e lo stesso De Gasperi il giorno dopo questo annuncio, al Consiglio dei ministri minimizzer�. Fu considerato solo una pagliacciata, gli italiani avevano ancora freschi nella memoria quel Re ambiguo che aveva sempre ubbidito a un "caporale" per vent'anni, dicendo sì quando doveva dire no, e no quando doveva dire sì.
2 GIUGNO - Elezioni Referendum (lo abbiamo gi� anticipato in apertura, inoltre vedi i vari link a inizio anno pi� dettagliati; sull'attesa, i vari proclami e infine i risultati)
3-4-5 - GIUGNO - Tre giorni caldi nel Consiglio dei ministri in una seduta fiume per quella che venne considerata una crisi estremamente grave. Umberto rifiuta di trasferire i suoi poteri al Presidente del Consiglio come prevede la legge. L'abilit� di De Gasperi in questa circostanza � encomiabile, fa la spola con i rappresentanti dei partiti e gli alleati, mirando alla fermezza, ma soprattutto (scriver� Andreotti, che � gi� il suo delfino e poi diventer� sottosegretario alla Presidenza del Consiglio) "per assicurare che una svolta cos� importante, com'� la scelta istituzionale, si possa compiere in modo da offrire in seguito motivi o pretesti di dubitare che essa non abbia una assoluta validit� morale prima ancora che politica".
Il 7 Giugno a Padova, in tribunale, � presentato un ricorso da un gruppo di zelanti magistrati monarchici, perch� non sono stati resi noti nei risultati del referendum il numero che fa riferimento alle schede nulle; vogliono conoscere la maggioranza dei votanti e non solo i voti validi. Ma la Corte di Cassazione respinge il ricorso e fa presente il 13 giugno - dando i risultati definitivi - che comunque c'� il mezzo milione di differenza di voti in pi�. Ufficialmente la Repubblica Italiana � proclamata.
IL 10 GIUGNO a risultati ormai acquisiti, ma non ancora confermati dalla corte di Cassazione investita dal problema sollevato da Umberto e mentre DE GASPERI riceve dal consiglio dei ministri il mandato di Capo di Stato provvisorio, si svolgono manifestazioni in varie parti d'Italia. Nel nord ci sono scontri fra repubblicani e monarchici, mentre a Roma e soprattutto a Napoli si verificano incidenti anche gravi, e sono causati da quelli che sostengono fortemente la monarchia. Ma sono questi (non dobbiamo dimenticarlo) coloro che non hanno conosciuto i 20 mesi della guerra civile del Nord, la RSI e la Resistenza.
IL 13 GIUGNO UMBERTO II di Savoia, lascia l'Italia (ma non abdica) dopo aver lanciato alla radio un proclama, dove afferma che ritiene un atto rivoluzionario e arbitrario la presa del potere del governo di De Gasperi, che per� gli risponde per le rime.
Umberto "liquidato" dal responso della Corte di Cassazione, oltre che acrimonioso sfrutta anche gli incidenti "In spregio alle leggi e al potere indipendente e sovrano della magistratura, il governo ha compiuto un gesto rivoluzionario, assumendo con un atto unilaterale e arbitrario poteri che non gli spettano e ha posto il Re nell'alternativa di provocare spargimento di sangue o di subire la violenza".
"Leggemmo - scrive Andreotti - il messaggio, e le conclusioni erano tanto prive di interesse che nella sala eravamo poco meno che in venti giornalisti. Il risultato della Corte di Cassazione era dato per scontato, come e' scontato il linguaggio dei fatti".
Ha dimenticato Umberto che la sua fuga dell'8 settembre, questo s� era un atto arbitrario, fu un atto che provoc� uno spargimento di sangue. Un vero e proprio tradimento al popolo italiano, a quelli soprattutto del Nord che pagarono non per colpa loro ma anche per colpa sua con 20 mesi di guerra civile. Un vero ignobile tradimento (secondo alcuni) fatto ai tedeschi.
L'autore che scrive era in quella famosa notte presente a Palazzo Mezzanotte a Chieti, dove arrivarono i reali, tutto lo stato maggiore italiano delle tre Armi e i 300 nobili in fuga. Ma a casa dell'Autore c'erano gi� da due giorni un gruppo di alti ufficiali tedeschi mandati da Kesselring, che seguirono appartati tutti gli eventi e che poi il mattino dopo presero possesso del palazzo dal 10 settembre 1943 fino all'8 giugno del 1944 per preparare (Kesselring e Rommel personalmente), creare e guidare la difesa della famosa linea strategica di sbarramento - la Gustav - fra la valle del Pescara e il Sangro, per contrastare la 8a armata di Montgomery che stava risalendo la penisola e che inchiod� gli anglo-americani per dieci mesi. Che però non rimasero fermi per merito dei tedeschi ma perch� Churchill aveva deciso di disimpegnare il fronte italiano.
Armata che arriv� (Montgomery nel frattempo il 31 dicembre del '43 a Tollo aveva lasciato il comando al Gen. Leese per predisporre lo sbarco in Normandia ) nello stesso palazzo Mezzanotte il 9 giugno 1944 mettendovi un comando.
In questo frangente delle elezioni che sta spaccando ancora una volta gli italiani, gli alleati, ma soprattutto gli americani, sono molto allarmati. Le ragioni sono le stesse contenute negli appelli di Alexander e di Clark sulla smobilitazione dei partigiani alla fine del '44 e a pochi giorni dalla fine della guerra. Consideravano la Resistenza tutta di sinistra. I suoi componenti, dei ribelli in armi. La usarono per alcuni motivi, poi la lasciarono al suo destino e in certi casi la contrastarono, come quando chiesero la consegna delle armi e il "tutti a casa".
Allarme e preoccupazioni proprio in Abruzzo, e soprattutto a Chieti al nostro centro ascolto radio di Palazzo Mezzanotte, trasformato in Quartiere Generale Americano con collegamenti costanti con la Casa Bianca.
Era la zona con il primo risultato italiano tenuto sotto controllo. Arrivarono i dati dell'Abruzzo. Monarchia 459.478 contro Repubblica 347.678. Un K.O. che mise in fibrillazione tutto l'apparato militare statunitense. Contemporaneamente arrivarono inquietanti messaggi dalla Casa Bianca. "Tenersi pronti!". A far scattare "l'operazione Komunism", come quello di Churchill in Grecia. Poi il resto dei risultati su tutto il territorio tranquillizzarono, ma il fenomeno anomalo nel Nord rimaneva, perch� oltre che essere questo decisamente per la Repubblica, era soprattutto un territorio in prevalenza comunista.
Nulla in confronto al KO che da l� a poco si verific� a Pescara il 15 Febbraio del '48 (33 giorni esatti prima delle Elezioni Politiche). Si vot� per le Amministrative; tutta Italia punt� gli occhi su questa citt� dove vinsero i Comunisti col Fronte Popolare con il 48,6% contro il 27,7% della DC. (ci ritorneremo su questi fatti nel 1948).Intanto vediamo i primi importanti provvedimenti di questo governo......
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