ANNO 1941
Questa pagina � di GIOVANNI ARUTA
"L'operazione Blu" (parte terza)
Il Quartier Generale tedesco, prima di dare inizio alla grandiosa avanzata prevista dall' OPERAZIONE BLU", le cui grandi linee erano state fissate dalla direttiva n. 41 emanata da Hitler sin dal 5 aprile 1942, aveva previsto due offensive tattiche da attuare in via preliminare. La prima doveva iniziare nel tratto pi� meridionale del fronte, in Crimea, dove erano schierate due armate sovietiche, la 44^ e la 51^, il cui compito era di difendere l'istmo di Parpac.
Nell'inverno precedente in quella zona si era verificato un episodio increscioso per la "Wermacht": il conte Von Sponeck, comandante della 46^ divisione di fanteria, aveva ordinato la ritirata della sue truppe, in quel momento attaccate da ogni parte da soverchianti forze russe, e perci� minacciate di accerchiamento. Con questa decisione egli aveva disobbedito all'ordine di non muoversi emanato dal suo superiore, il generale Von Manstein. Hitler, appresa la notizia, era andato su tutte le furie e subito si era riunita una corte marziale, presieduta dal feldmaresciallo Hermann Goering, che aveva condannato a morte von Sponeck. Successivamente, Hitler aveva commutato la condanna nel carcere a vita (dopo l'attentato al dittatore nazista del 20 luglio 1944 la Gestapo fuciler� comunque von Sponeck senza tanti complimenti).
Adesso Hitler voleva a tutti i costi garantirsi la conquista dell'intera Crimea e soprattutto della piazzaforte di Sebastopoli ed a questo scopo aveva concepito un'offensiva che era stata denominata "Caccia alle Otarde", dal nome degli uccelli che corrono veloci per sfuggire al pericolo. Scopo di questo attacco era evitare che il possesso della Crimea e di Sebastopoli da parte dei Russi costituisse una pericolosa spina nel fianco delle armate tedesche lanciate alla conquista del Volga e del Caucaso. Per questo compito era stato designato uno dei pi� abili generali della "Wermacht", Manstein, comandante della XI armata tedesca. Egli, sferr� il suo attacco iniziale in data 8 maggio 1942, e, con abili movimenti e simulando un'offensiva nel settore nord del fronte, riusc� ad ad aggirare le linee russe con un improvviso attacco nel settore meridionale. In dieci giorni conquist� l'intera penisola di Kerc catturando 170.000 prigionieri e 1133 pezzi di artiglieria. Restava per� da compiere l'impresa pi� difficile, la conquista della munitissima piazzaforte di Sebastopoli, che annoverava tra le sue difese degli enormi cannoni da 305 millimetri racchiusi in forti che sembravano invulnerabili viste le spesse corazze che li proteggevano.
Intanto, in quel momento, i pensieri di di Hitler erano puntati su ci� che avveniva pi� a nord, dove il 18 maggio doveva prendere il via un'altra offensiva tattica, denominata "Operazione Fredericus", che aveva come obiettivo l'eliminazione di un saliente creato dai Russi nell'inverno precedente ed il ripristino del fronte del Donets, con la conquista di Izyum. Inaspettatamente, e con grande sorpresa del dittatore nazista, furono i sovietici ad attaccare in forze prevenendo cos� le sue mosse. Stalin era riuscito a riunire in quel settore cinque armate, forti di 640.000 uomini e 1.200 carri armati, ai comandi del maresciallo Timoscenko. L'obiettivo principale dell'offensiva russa, che scatt� il 12 maggio 1942 era la rottura del fronte tedesco e la riconquista dell'importante citt� di Kharkhov, mossa che non era riuscita nella controffensiva lanciata dai sovietici nell'inverno precedente. Successivamente il piano prevedeva che l'attacco dovesse proseguire in direzione di Dniepropetrovsk allo scopo di liberare tutta la regione. Negli ambienti dell'alto comando sovietico vi era grande fiducia sull'esito di quest'offensiva in quanto era diffusa la convinzione che con essa la guerra iniziasse un nuovo corso.
L'attacco si abbatt� come una folgore sulla 6^ armata tedesca, al comando della quale, sin dal gennaio del 1942, era stato posto il generale Von Paulus in sostituzione di Reichenau (posto al comando del gruppo di armate sud in sostituzione del dimissionario Von Rundstedt, e poi subito dopo deceduto). Von Paulus, a differenza di molti altri ufficiali tedeschi, non aveva una personalit� molto accentuata. Non era un uomo incline a stare in prima linea con le sue truppe, preferendo piuttosto studiare le operazioni a tavolino. La sua mentalit� era quella di uno stratega da stato maggiore, probabilmente non molto idonea a comandare grandi unit� in zona di operazioni. L'offensiva russa, lanciata con grande spiegamento di forze, mise a dura prova lo schieramento tedesco, aprendo alcuni varchi pericolosi. Il comando del gruppo armate sud era stato assunto dal feldmaresciallo von Bock. Quest'ultimo, nell'inverno precedente, come comandante del gruppo di armate centro, aveva fallito la conquista di Mosca ed era stato allontanato per motivi di salute. Era per� uno dei generali pi� capaci e dotati di maggior prestigio della "Wermacht" e perci� Hitler lo aveva richiamato in servizio affidandogli il nuovo compito di mettere in esecuzione la grande offensiva estiva.
Von Bock si dimostr� all'altezza della situazione: lasci� penetrare i russi all'interno delle sue linee e, quando questi ultimi, che non avevano in dotazione mezzi motorizzati sufficienti e rifornimenti adeguati ad alimentare l'avanzata, si trovarono in difficolt�, lanci�, il 17 maggio, due possenti contrattacchi da sud, con la prima armata corazzata guidata da von Kleist. I carri armati tedeschi fecero buoni progressi, anche se sulla loro strada avevano trovato formazioni di carri armati russi T34, le cui corazze respingevano i proiettili tedeschi come se fossero semplici fuochi d'artificio. Da nord alcune formazioni di Von Paulus mossero incontro alle colonne corazzate di Von Kleist e, grazie anche al fatto che Timoscenko non ritir� tempestivamente le sue truppe minacciate di accerchiamento (forse per l'opposizione di Stalin), le armate tedesche chiusero i russi in una gigantesca trappola. L'operazione fu completata il 25 maggio e, nei giorni immediatamente successivi, le armate russe furono compresse in un territorio sempre pi� ristretto. Vi furono selvaggi combattimenti durante i quali i sovietici cercarono con ogni mezzo di rompere la morsa che li circondava ma i loro tentativi rimasero senza esito.
Il 28 maggio, quando terminarono i combattimenti, i tedeschi catturarono circa 240.000 uomini. Avevano inoltre distrutto (o comunque messo fuori combattimento) 1.200 carri armati nemici. L'offensiva sovietica si era dunque conclusa con un completo fallimento. Anzi, si era rivelata un pericoloso boomerang in quanto Stalin aveva bruciato delle preziose riserve strategiche, faticosamente costituite, senza alcun costrutto. Adesso, di fronte all'inevitabile offensiva tedesca, facilitata anche dal fatto che i nazisti avevano nel frattempo conquistato l'importante citt� di Izyum, i russi non avevano riserve da opporre. Sul fronte opposto Hitler era euforico, nelle due battaglie, in Crimea e sul Donets, le sue armate avevano catturato oltre 400.000 nemici. Era convinto che l'Unione Sovietica fosse allo stremo e che la vittoria definitiva fosse ormai vicina. Pertanto, il primo giugno 1942 si rec� presso il quartier generale di Von Bock, a Poltava, per definire i dettagli della "Operazione Blu". Allo scopo di ingannare il nemico ordin� di effettuare degli accorgimenti volti a convincere il nemico che l'obiettivo dell'attacco tedesco fosse Mosca.
Il 29 maggio, il Feldmaresciallo Von Kluge, comandante del gruppo di armate centro, aveva emanato una falsa direttiva per l'esecuzione di una fantomatica "Operazione Kreml", con obiettivo la capitale sovietica. La Luftwaffe fece finta di intensificare i voli sulla zona di Mosca, all'evidente scopo di convincere il nemico dell'imminente attacco, e vennero indette false riunioni per studiare gli accorgimenti tattici. Questa messa in scena sort� in pieno i suoi frutti anche perch� Stalin era a sua volta convinto che l'obiettivo dei tedeschi fosse Mosca. Di conseguenza i migliori reparti vennero avviati vero il settore centrale per parare la presunta minaccia contro Mosca. Intanto, in Crimea si combatteva aspramente e, il 2 giugno, l'XI armata tedesca comandata da von Manstein aveva iniziato l'attacco finale alla formidabile base russa di Sebastopoli. Egli aveva schierato ben 208 batterie di artiglieria pesante in una stretta lingua di territorio, la pi� altra concentrazione di fuoco per chilometro mai avvenuta nella seconda guerra mondiale, ed aveva a sua disposizione i pi� grossi calibri prodotti dalle industrie tedesche. Tra questi vi era il "Dora", un gigantesco cannone da 820 millimetri. Per trasportarlo erano stati necessari ben 60 vagoni ferroviari ed era stata costruita una ferrovia apposita. Quando il "mostro" fu assemblato risult� avere un peso complessivo di 1488 tonnellate per una lunghezza di quasi 50 metri. La sua gittata era di 46 chilometri e pertanto, venne alloggiato a circa 30 chilometri dalla piazzaforte. I suoi proiettili erano idonei a penetrare fortificazioni spesse 30 metri e, pertanto, potevano avere la meglio anche sulla pi� munite roccaforti russe.
Dal 2 giugno al 7 giugno, per cinque giorni, venne effettuato un incessante bombardamento da terra e dal cielo. La Luftwaffe lanci�, instancabili, i suoi "Stukas" contro le linee russe. Dopo quel terrificante bombardamento i soldati tedeschi erano fiduciosi: pensavano che i russi fossero rimasti annichiliti da quell'uragano di fuoco. Con grande sorpresa dovettero constatare invece che le fanterie sovietiche erano sopravvissute a quel terrificante bombardamento, e che erano decise a difendersi fino all'ultimo respiro. Iniziarono cos� una serie di selvaggi combattimenti durante i quali le truppe di Manstein dovettero lottare duramente per espugnare ad uno ad uno i forti, nonostante l'appoggio ininterrotto dei giganteschi cannoni da 305, 380 e 420 millimetri e dell'aviazione tedesca che dominava i cieli. I Russi difesero tenacemente ogni metro di terreno e, il 28 giugno, Manstein dovette ricorrere ad una operazione anfibia mediante lo sbarco di due divisioni nella baia di Severnaja per scompaginare l'irriducibile resistenza russa. L'audace attacco ebbe successo, i Russi furono colti completamente di sorpresa, e ci� contribu� alla vittoria finale germanica. Ma fu soltanto il 4 luglio che i combattimenti cessarono.
Von Manstein aveva riportato una grande vittoria: adesso la Crimea era completamente in mani tedesche e la "Wermacht" aveva catturato altri centomila prigionieri e tantissimo materiale. Hitler, felice per questo brillante successo, nomin� Manstein feldmaresciallo e gli concesse una licenza. Il generale tedesco si aspettava che, al termine della breve vacanza, con le sue truppe ritemprate dopo quella battaglia cos� sanguinosa, avrebbe attraversato lo stretto di Kerc per occupare il Kuban e prendere l'importante centro petrolifero di Batum. Non sapeva che Hitler aveva progetti ben diversi.
Il mese di giugno fu impegnato dai tedeschi nei preparativi, che vennero svolti nel massimo segreto, e nella effettuazione di un paio di attacchi locali che fruttarono altri 50.000 prigionieri russi circa. Hitler, per essere sicuro che il nemico non venisse a conoscenza dei suoi piani, eman� ordini severi che proibivano l'estensione di direttive scritte sulla nuova offensiva. Anche le istruzioni a voce dovevano essere limitate al massimo.
Ma, ad un certo punto, avvenne un episodio che fece andare su tutte le furie il dittatore nazista. Il generale Stumme, comandante del XL corpo corazzato aggregato alla sesta armata di Von Paulus, dietro richiesta insistente di un suo subordinato, stil� un'istruzione per iscritto che descriveva i movimenti delle sue unit� da attuarsi il primo giorno dell'offensiva. Ci� avvenne il 17 giugno e, due giorni dopo, un ufficiale della 23^ divisione panzer, il maggiore Joachim Reichel, pens� di effettuare un volo di ricognizione della zona di operazioni assegnata alla sua unit�, posta a nord - est della citt� di Kharkhov, per avere un quadro pi� dettagliato dei luoghi. Ma, malauguratamente, il suo aereo da ricognizione Fieseler "Storch" (cicogna), sul quale si trovava, venne colpito ad un serbatoio e fu costretto ad atterrare all'interno delle linee russe. Immediatamente von Stumme venne avvertito e, preoccupatissimo, ordin� di localizzare il luogo dove era caduto l'apparecchio. Alcune pattuglie tedesche riuscirono ad infiltrarsi all'interno delle linee russe e, una di esse, vide l'aereo di Reichel e lo ispezion� senza trovare n� i due ufficiali n� i documenti. Nelle vicinanze vi erano due cadaveri che potevano essere quelli di Reichel e del suo pilota ma ci� non era sicuro. Dai rapporti inviati dalla pattuglia esplorante emerse chiaramente che i russi li avevano preceduti. A quel punto Stumme venne colto dal panico: se Reichel era prigioniero dei Russi avrebbe potuto rivelare loro tutti i particolari dell'"Operazione Blu", compreso l'obiettivo finale: la conquista del Caucaso.
Quando Hitler seppe dell'episodio divenne furibondo per la rabbia. Si era impegnato al massimo per la segretezza dell'operazione e, adesso, per l'aperta violazione dei suoi ordini da parte di alcuni ufficiali, tutti i suoi preparativi volti a cogliere di sorpresa i Russi rischiavano di essere posti nel nulla. Senza mezzi termini defin� questo comportamento un atto di grave insubordinazione e, pertanto, von Stumme ed il suo capo di Stato maggiore furono immediatamente spediti davanti alla Corte Marziale presieduta da Hermann Goering. Per loro fortuna, il verdetto fu tutto sommato clemente in quanto i due ufficiali vennero semplicemente trasferiti in nord Africa dove Von Stumme morir� nelle prime ore della Battaglia di El Alamein.
In effetti i documenti di Reichel erano caduti nelle mani dei sovietici ma Stalin in un primo momento aveva pensato che fossero un tranello di Hitler per indurlo in errore. Il dittatore sovietico era assolutamente convinto che l'obiettivo finale fosse Mosca che pens� che, anche se si volesse dare un attestato di certezza a quanto scritto in quelle carte, occorreva necessariamente interpretarle come una mossa preliminare per un'offensiva verso Mosca partendo da sud, cio� dal settore di Voronezh. Di conseguenza dette ordine di radunare ingenti forze corazzate tra Mosca e Voronezh per parare la minaccia.
Intanto, nelle prime ore del 28 giugno 1942, finalmente Von Bock dava inizio all'"Operazione" Blu"! Aveva a disposizione circa 100 divisioni, due terzi delle quali erano tedesche, su un fronte che si estendeva da Voronezh alla Crimea. Le truppe a disposizione dei gruppi di armate Centro e Nord erano state ridotte a sole 85 divisioni, il minimo indispensabile.
Era evidente che Hitler giocava tutte le sue carte nella nuova grande offensiva. La prima mossa fu un poderoso attacco nella zona pi� settentrionale del fronte, con obiettivo Voronezh. L'offensiva venne lanciata dalle forze della seconda armata tedesca, della seconda armata ungherese, e, soprattutto, dai carri armati della 4^ armata corazzata guidata da uno dei pi� brillanti generali tedeschi: Hermann Hoth. Preceduti dalle picchiate degli "Stukas", e con il massimo appoggio possibile da parte dei velivoli dell'ottava flotta aerea guidata dal generale della Luftwaffe Wolfram Von Richtofen (cugino del celebra "barone rosso"), le truppe tedesche sfondarono le linee russe e fecero segnare dei notevoli progressi. Sembrava tornato il tempo felice della "guerra lampo" ed il capo di stato maggiore generale della "Wermacht", Franz Halder, fra i pi� scettici sulla riuscita di questa offensiva, non pot� esimersi di annotare dal suo diario: "Sviluppo delle operazioni sorprendente".
Sembrava davvero che l'armata rossa fosse giunta alla sua ventiquattresima ora. In quei giorni di giugno dell'estate del 1942 molti soldati tedeschi erano convinti che la vittoria fosse ormai vicina. Sembrava davvero che, dopo tanti sforzi, il "Lebensraum" (lo spazio vitale) ad est, necessario per la creazione della grande Germania, stesse per essere acquisito. In quel momento non molti soldati tedeschi si curavano della triste fine che Hitler, i gerachi nazisti e le SS di Himmler, avevano in mente di riservare ai russi. La gran parte di essi sarebbero stati respinti oltre gli Urali, mentre i superstiti, sopravvissuti alle atrocit� della guerra, trasformati in servi dei nuovi dominatori di razza ariana venuti dalla Germania. Uno studente tedesco di teologia, aggregato alla sesta armata, cos� descriveva le sofferenze delle povere popolazioni civili di quei luoghi: "Un bambino ci si par� davanti. Non supplicava pi�, ma si limitava a mormorare, pane, pane! Strano quanta sofferenza, quanto dolore, quanta apatia possano esserci sul volto di un bambino". Le forze tedesche della zona erano al comando del generale von Weichs, a sua volta subordinato a von Bock.
Il 30 giugno, conformemente ai piani, la sesta armata, posizionata immediatamente pi� a sud, si un� anch'essa all'offensiva e, le due divisioni del corpo corazzato di Stumme (al quale era subentrato il generale von Scwheppenburg) si diressero a tutta velocit� in direzione nord-est per andare incontro alle forze di Hoth, ponendo dunque le premesse per un grande accerchiamento da effettuare nella zona di Stary Oskol. Ma, a questo punto accadde un fatto strano: le truppe sovietiche anzich� lasciarsi circondare senza cedere il settore difensivo a loro affidato, iniziarono a ritirarsi per sfuggire all'accerchiamento. Era un evidente cambio di tattica da parte dei Russi che venne immediatamente percepito dagli ufficiali tedeschi. La tenaglia si chiuse il 2 luglio, ma, tra la costernazione dei germanici, era vuota. I russi si erano ritirati. Questa nuova situazione non sfugg� ad Hitler ed al suo entourage che, come sappiamo, aveva posto come premessa ineliminabile per la riuscita del piano l'accerchiamento delle armate russe poste nel settore meridionale del fronte con una serie di manovre a tenaglia. Pertanto, il 3 luglio, il dittatore nazista si rec� presso il quartier generale di Von Bock per riesaminare la situazione alla luce degli ultimi eventi. Infatti alcuni ufficiali sostenevano che, stando cos� le cose, non era opportuno spingersi troppo in direzione nord est per conquistare Voronezh, ma era necessario ordinare alle divisioni corazzate di convergere verso sud per accerchiare le truppe russe trincerate a difesa della grande ansa del fiume Don.
Il Furher a quella riunione si mostr� di buon umore, le sue armate erano all'offensiva su tutti i fronti (anche Rommel in Africa aveva sbaragliato gli inglesi ed era giunto ad El Alamein a pochi chilometri da Alessandria) e pertanto decise di concedere piena libert� a Von Bock circa l'opportunit� di conquistare Voronezh. Quest'ultimo venne fuorviato dalla rapida avanzata delle sue forze. Queste ultime raggiunsero la periferia di Voronezh il 5 luglio e, si apprestavano ormai ad occupare la citt�.
A quel punto la resistenza sovietica divenne improvvisamente fortissima in quanto le migliori forze russe erano state dislocate in difesa di quello che Stalin considerava il perno della futura offensiva su Mosca. Vi furono feroci combattimenti che si svolsero per le strade della citt�, ambiente in cui i russi si trovavano perfettamente a loro agio, al contrario dei tedeschi che la consideravano una "guerra per topi" e la conseguenza fu che la velocit� dell'avanzata tedesca diminu� drasticamente.
Hitler, intanto,vedeva passare i giorni senza che le sue preziose unit� corazzate potessero districarsi dai combattimenti in corso a Voronezh, nella zona nord del fronte, per lanciarsi velocemente verso sud est nella prevista manovra di accerchiamento delle forze russe poste a difesa dell'ansa del Don. Il dittatore nazista incolp� Von Bock di questi ritardi che stavano facendo fallire i suoi obiettivi strategici. Fino a quel momento, infatti, nei primi dieci giorni dell'"Operazione Blu" erano stati catturati appena settantamila prigionieri ed il Furher era sempre pi� insoddisfatto di come procedeva l'offensiva. Ordin� pertanto una serie di movimenti per effettuare un accerchiamento nella zona di Millerovo, dove credeva che vi fossero consistenti forze russe. Von Bock era di diverso avviso e protest� ritenendo che quella manovra si sarebbe risolta in un nulla di fatto in quanto le truppe sovietiche erano ormai pi� ad est. Quando la tenaglia si chiuse furono catturati soltanto 50.000 prigionieri e fu chiaro che Von Bock aveva avuto ragione.
A quel punto Hitler prese una decisione gravida di conseguenza: ordin� alla quarta armata corazzata di dirigersi verso sud, in direzione di Rostov, dove insieme prima armata corazzata avrebbe dovuto prendere parte ad un altro tentativo di accerchiare i Russi. Ancora una volta Von Bock protest� per questa decisione che, costituiva un grave errore per pi� motivi. In primo luogo privava le forze tedesche che avanzavano su Stalingrado della maggior parte dei reparti corazzati. In secondo luogo concentrava troppe forze corazzate nel settore meridionale del fronte. Come ebbe a dire dopo la guerra il generale tedesco Von Kleist, comandante della Prima Armata Corazzata, anch'essa impegnata in quel settore (vedi Basil Liddell Art, "The German Generals talk"( parlano i generali tedeschi) pagine 169 - 171), la quarta armata corazzata avrebbe potuto, in quei giorni di luglio, prendere Stalingrado quasi senza combattere perch� allora non vi erano consistenti truppe russe a difenderla.
Hitler invece la sped� a sud dove intas� le colonne di rifornimenti di Kleist, salvo poi rispedirla di nuovo a nord a quando ormai era troppo tardi. In realt�, il Furher, con le direttive n. 44 e 45 emanate in quel luglio 1942 (quest'ultima nota come "Edelweiss"), aveva radicalmente modificato l'articolazione dei suoi attacchi cos� come stabiliti nel "Piano Blu". Adesso egli non voleva attendere la conquista di Stalingrado e del Volga per lanciare le sue forze in direzione del Caucaso. Egli era deciso adesso a perseguire i due obiettivi contemporaneamente ed in conformit� a questa nuova impostazione smembr� il gruppo di Armate sud comandato da Von Bock, con la creazione di un nuovo gruppo di armate, denominato "A", al comando del quale fu posto maresciallo List, il cui obiettivo era la conquista del Caucaso. Von Bock protest� di nuovo osservando che in questo modo lo sforzo offensivo tedesco veniva pericolosamente disperso e, per tutta risposta, il 15 luglio 1942 Hitler lo destitu� dal comando nominando in sua sostituzione il barone Von Weichs, che cedeva il comando del suo sottogruppo di armate a Von Salmuth.
Von Bock, amareggiato per quella che riteneva un'ingiusta punizione, in privato esclam�: "Non c'� niente da fare, sono stato usato come capro espiatorio". La notizia venne inizialmente nascosta al popolo tedesco, tanto era il prestigio del vecchio feldmaresciallo. Ma, Fedor Von Bck, dopo 45 anni di onorato servizio prima nell'esercito imperiale tedesco e poi nella "Wermacht", non avrebbe pi� avuto alcun comando nella seconda guerra mondiale.
Intanto, Manstein, rientrato, apprende con tutta sorpresa che la sua armata non avrebbe proseguito le operazioni nel settore meridionale del fronte, come egli si aspettava, ma era destinata ad essere smembrata! Due corpi di armata, con tutta l'artiglieria d'assedio, dovevano risalire la Russia dirigendosi nel settore di nord dove dovevano contribuire all'offensiva finale contro Leningrado (Stalingrado). Una divisione sarebbe stata prelevata per rafforzare le riserve del gruppo di armate centro ed un'altra mandata a Creta. In Crimea sarebbero rimaste solo un paio di divisioni tedesche ed alcune truppe rumene. Con questa decisione Hitler si contraddiceva in quanto da una parte aumentava gli obiettivi della sua offensiva ma, incredibilmente, indeboliva le forze che dovevano attuarla.
Intanto, passato il fiume Mius, le truppe tedesche avanzano per eseguire i nuovi ordini del Furher.
Il 23 luglio entrarono a Rostov, che, nell'inverno precedente era stata oggetto della prima ritirata di un reparto tedesco dall'inizio della guerra. Di pi�, essa era stata la causa delle dimissioni dal comando del settore meridionale del pi� prestigioso feldmaresciallo della "Wermacht": Von Rundstedt.
La riconquista di Rostov sembrava essere per l'esercito tedesco un ottimo auspicio per il futuro. Ma, pi� a nord, l'avanzata tedesca in direzione del Volga e di Stalingrado aveva subito un drastico rallentamento. Il signore della guerra nazista aveva infatti concentrato quasi tutti i suoi mezzi corazzati nell'attacco a Rostov e, pertanto, la sesta armata di Von Paulus, priva dell'aiuto della quarta armata corazzata, marciava lentamente verso Stalingrado.
Per di pi�, per ordine del Furher, l'afflusso dei rifornimenti doveva privilegiare le truppe incaricate di conquistare il Caucaso ed i suoi preziosi giacimenti petroliferi. Questa impostazione della manovra capovolgeva l'impostazione originaria dell'"Operazione Blu" che prevedeva due offensive sfalsate nel tempo. Secondo il piano le armate naziste dovevano infatti prima raggiungere il Volga, e soltanto dopo, presa Stalingrado, dirigersi verso sud in direzione del Caucaso.
Adesso Hitler iniziava questo attacco senza aver conseguito il primo obiettivo che ne costituiva la necessaria premessa strategica. Ma vi era un altro elemento preoccupante: il grosso delle forze sovietiche era sfuggito ai tentativi di accerchiamento effettuati dai tedeschi. Il nemico pertanto non era affatto completamente battuto come Hitler credeva (o voleva far credere ai suoi generali). Inoltre il fronte a nord di Stalingrado, durante l'avanzata della sesta armata si allungava sempre pi� e veniva presidiato con truppe ungheresi, italiane e rumene.
Ci� si era reso necessario in quanto era evidente che non vi erano sufficienti truppe tedesche per presidiare linee cos� estese. La conseguenza logica era che non vi erano risorse sufficienti per condurre due offensive contemporaneamente.
Negli ultimi giorni di luglio il dittatore nazista si rese conto di avere sbagliato a privare la manovra di avvicinamento a Stalingrado del grosso delle sue truppe corazzate. Pertanto il 31 luglio 1942 ordin� alla quarta armata corazzata guidata da Hoth di dirigersi verso nord est per congiungersi con le forze di von Paulus cercando cos� di intrappolare i sovietici prima che avessero la possibilit� di ritirarsi all'interno della citt�. In un certo senso era un ritorno parziale al piano originario (anche se due divisioni corazzate della quarta armate furono comunque trattenute nel Caucaso).
L'offensiva tedesca, come aveva acutamente osservato Von Bock al momento della sua destituzione, "era stata divisa in due". La domanda da porsi era questa: avrebbe trovato la "Wermacht" le forze per raggiungere contemporaneamente i due obiettivi prefissati dal Furher: il Volga ed il Caucaso?
In quella torrida estate del 1942 ci� sembrava possibile ad Hitler. Egli per� non immaginava che le fortune dell'Asse avevano ormai raggiunto il loro zenith e che sarebbero inaspettatamente crollate di l� a pochi mesi.
la QUARTA parte dell' Operazione Blu" > >