DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
( QUI TUTTI I RIASSUNTI ) RIASSUNTO ANNI 1893-1895
DOVE ANDIAMO ?
Interviene Pasquale Villari, sugli abusi, i disordini, gli scandali (Banca Romana)
(e i primi allarmanti moti rivoluzionari proletari)
PASQUALE VILLARDI: (Napoli 1826-Firenze 1917) - Storico, filosofo, uomo politico. Rappresentante di quella gioventù colta napoletana (fu tra i primi a porre alla classe politica e all'opinione pubblica la "questione meridionale").
Professore di storia all'Università di Pisa (1859-65), all'Istituto Superiore di Firenze (1865-1913), deputato (1870-76 e 1880-82), senatore dal 1884, fu ministro della P.I. con A. Rudinì (1891-92) e presidente della Società Dante Alighieri (1896-1903).
Tra il 1847-48, Villardi, 21enne, secondo gli insegnamenti e l'esempio di F. De Sanctis, partecipò con fervore al movimento liberale; ma dopo il colpo di stato reazionario del 15 maggio 1848 fu costretto all'esilio, fissando -come tanti- la sua residenza in Toscana a Firenze. Avvenuta l'Unità d'Italia, nel 1870 veniva eletto deputato.
Nel 1892 Villardi assiste allo scandalo della Banca Romana, nel successivo novembre del '93 il governo fu travolto, e lo stesso Giolitti annunciò le dimissioni per consentire la massima libertà alla accesa discussione sui risultati dell'inchiesta parlamentare.
Il 1° novembre '93 Pasquale Villari scrive questo indignato articolo su "Nuova Antologia".
Il fascicolo viene stampato dalla tipografia della Camera dei Deputati e distribuito ai colleghi..
Pochi giorni dopo (9-25 novembre) scoppiati i moti popolari in Sicilia (Partinico, Monreale poi in tutti i centri della provincia di Palermo) contro le tasse comunali e il dazio su i consumi, il Governo con le forze dell'ordine reprime con particolare violenza le rivolte, provocando decine di morti e feriti.
Il nuovo governo Crispi, dopo quello dimissionario di Giolitti, per fronteggiare la difficile situazione, chiede ai partiti una "tregua di Dio". Ma a gennaio in Sicilia viene proclamato lo stato d'assedio, si scatena la repressione, i fasci e tutte le organizzazioni dei lavoratori sono sciolte, si procede all'arresto di numerosi dirigenti dei Fasci (circa 2000) "sovvertitori dell'ordine sociale" processati e puniti con dure pene detentive. Ma pochi giorni dopo (13 gennaio '94) anche in Toscana (Lunigiana) scoppiano rivolte, e anche qui viene proclamato lo stato d'assedio.
Labriola pubblica su "Critica sociale", l'articolo "Sul filo del rasoio", e riconosce nel movimento dei Fasci una fase della lotta di classe e ne rivendica la sua anima socialista; anche se quello dei Fasci fu soprattutto uno spontaneo movimento popolare di protesta contro i "galantuomini". I Fasci erano composti da un'ampia compagine sociale, ne facevano parte contadini, braccianti, mezzadri, minatori, ma anche artigiani, piccoli commercianti, e piccoli proprietari.
Crispi tornato al potere, i Fasci li presentò come "una vasta cospirazione tesa a sovvertire lo Stato".
Ma le proteste (soprattutto sul caropane) in crescendo e nel corso dei successivi anni si estenderanno poi in Romagna, in Toscana, nelle Puglie, in Campania, in Piemonte ed infine in Lombardia dove anche qui fu proclamato lo stato d'assedio. La repressione a Milano del '98 fu durissima, la svolta autoritaria intollerante, culminò col noto eccidio comandato dal generale Bava Beccaris (diresse i cannoni alzo zero sulla folla, che provocarono 80 morti, ma secondo altre fonti non governative i morti furono 300).
A celebrare la forza e la determinazione della folla di umili, proletari e sottoproletari, che popolava l'Italia del tempo, Pelizza da Volpedo inizia il famoso quadro "Il quarto stato". Fu presentato nel 1900; L'anno in cui D'Annunzio dalla destra passa alla sinistra, e poche settimane dopo, Gaetano Bresci, per vendicare l'eccidio del '98, scarica la sua pistola sul petto di Re Umberto. I colpi oltre che chiudere l'esistenza del monarca, chiusero definitivamente il conservatorismo e l'autoritarismo di fine secolo.
Così Pasquale Villari, alla domanda "dove andiamo?" ebbe la risposta.
Con i colpi dell'anarchico Bresci ha termine quello che verrà concordemente indicato dagli storici come il tentativo reazionario di fine secolo. L'impronta liberale alla politica governativa viene impressa da Giolitti. Tornato al potere, cerca un coinvolgimento dei socialisti al fine di legarli alle scelte riformistiche dei liberali. Atteggiamento che favorisce la crescita e l'organizzazione del movimento sindacale in Italia, e toglie vigore alle opposizioni sovversive.
Il fascicolo di Villari lo
riportiamo integralmente digitalizzato.
(IL CARICAMENTO IN
ON-LINE E' LENTISSIMO - MA E' PER QUESTO -PER LEGGERLO IN OFF-LINE- CHE E' NATO
CRONOLOGIA IN CD-ROM - DA OGGI GIA' DISPONIBILE
(queste pagine digitalizzate -come del resto quelle di
altri titoli - per un breve periodo compaiono sul sito,
poi - per recuperare spazio sul server - sono inserite nel
CD-ROM)