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PERSONAGGI & TERMINI

TRIPLICE ALLEANZA


I Personaggi politici di questo periodo

(vedi anche le numerose pagine di "IL TEMPO DI BISMARCK" )

20 maggio 1882

Il Trattato, di carattere puramente difensivo, rimase ufficialmente segreto fino alla prima guerra mondiale.
 
Era  un trattato conservatore e militarista di una "politica monarchica" che sanzionava il definitivo distacco della politica governativa verso il movimento irredentista-patriottico ostinatamente  legato ai valori  risorgimentali.

Un trattato che aveva come obiettivo comune dei tre sovrani:

a) il rafforzamento innanzitutto del principio monarchico
b) una chiara connotazione contro la Francia
c) altrettanto chiara connotazione  contro la Russia
d) consolidamento del sistema di sicurezza di Austria e Germania 
e) neutralit� o appoggio dell'Italia all'Austria e Germania in caso di conflitti con b) e c)

Tra i vantaggi dell'Italia:  la "grande cattolica" Austria, riconosceva all'Italia  i territori della Chiesa (questione romana) mentre paradossalmente  la "rivoluzionaria" Francia difendeva le rivendicazioni pontificie.

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Isolata, in Europa, sul piano diplomatico, impotente a contrastare la Francia e l'Austria-Ungheria, l'Italia si un� alla Germania di Bismarck e all'Austria sua alleata. 

Questo governo italiano era convinto che � tra l'Italia e l'Austria le uniche relazioni possibili erano l'alleanza o la guerra �, pertanto aveva deciso di garantirsi le spalle mentre cercava di procurarsi possedimenti coloniali.

In cambio c'era la rinuncia alla "redenzione" di Trento e di Trieste (poi si fece una guerra di 600.000 morti);  inoltre il governo cattolico della cattolica Austria si impegnava a non sostenere alcun tentativo di restaurazione dell'autorit� papale su Roma.

Un secondo motivo che spingeva il ministero Depretis verso l'Alleanza era anche un desiderio di vendicare lo sgarbo subito dalla Francia (occupazione di Tunisi), anche a costo di sconvolgere l'equilibrio europeo. In questo senso si mosse principalmente la Sinistra, impegnata a rinsaldare la sua maggioranza parlamentare che era stata scossa dallo scacco subito dalla Francia.

 Poich� l'Italia, era convinzione comune, non poteva rimanere isolata diplomaticamente, l'alleato pi� "naturale" parve la Germania, alla Sinistra in chiave antifrancese, ma principalmente al re, perch� la connotazione era monarchica (e la si consolidava) e militarista (una vocazione sabauda, ma piuttosto sempre ambigua, fin dalla nascita della casata).

Per Depretis la Triplice Alleanza fu una scelta di ripiego. L'adesione era stata (si dice - forse si disse dopo!) cos� riluttante che il governo ne tenne celata a lungo l'esistenza (per non allarmare la Francia - che però gi� il prossimo anno ne � a conoscenza). La notizia ufficiale del trattato fu data solamente alcuni anni pi� tardi e il suo testo fu pubblicato addirittura nel secolo successivo.

Il patto era in sostanza una garanzia contro un'eventuale aggressione da parte della Francia: i contraenti si impegnavano a prestare aiuto militare a chi di essi fosse attaccato, senza colpa, da terze potenze; nel caso uno di essi fosse costretto ad intraprendere una guerra offensiva gli altri sarebbero rimasti "benevolmente"  neutrali.

Un articolo, il 7, fu inserito per regolare i rapporti tra Italia e Austria-Ungheria, impegnando i firmatari ad impedire ogni mutamento territoriale che potesse danneggiare una delle potenze firmatarie. Inoltre, qualora l'una o l'altra fosse costretta ad alterare lo status quo nei Balcani mediante un'occupazione temporanea o permanente, avrebbe dovuto compensare l'alleata con vantaggi territoriali. Un'ultima clausola stabiliva espressamente che l'Alleanza non era diretta contro la Gran Bretagna.
(Ma abbiamo gi� ricordato che nel frattempo l'Austria all'insaputa dell'Italia e della stessa Russia  aveva  firmato un trattato segreto con la Serbia trasformandolo in un protettorato dell'impero austriaco - (La russia era la pi� interessata a non volere gli Asburgo sui Balcani - La tendenza degli imperi centrali all'espansione nei Balcani cozzava contro le aspirazioni dello Zar su questi territori))

E' chiaro chi fosse il reale beneficiario del patto della Triplice: la Germania che si garantiva l'aiuto militare dell'Italia nel caso, non improbabile che la Francia tentasse di riconquistare l'Alsazia-Lorena.

Che la Francia potesse pensare di invadere l'Italia era inimmaginabile pi� che improbabile, salvo, forse, che per Crispi. 
Quindi in cambio di nessun vantaggio concreto, l'Italia con il patto  rinunciava ad ogni progetto di occupazione del Trentino e di Trieste come desideravano gli irredentisti (ecco il motivo per cui lo si tenne segreto)

Ma lungi dal garantire la pace, la firma della Triplice Alleanza provoc� un aumento della tensione internazionale e accrebbe le spese militare nel Paese. L'ossessione militaristica della corte e le manie di prestigio di Crispi fecero il resto: il contribuente italiano fu chiamato a sostenere spese sempre pi� crescenti per fare dell'esercito italiano una forza armata all'altezza della portentosa macchina da guerra prussiana.
(vedi AFFARI DI GUERRA - 1884)

Il prezzo pi� alto, pagato dall'Italia firmando il patto della Triplice Alleanza (confermato d'altronde dalla riottosit� del governo a divulgarne la firma), fu la rinuncia a quella libert� d'azione che aveva favorito la sua unificazione, quando i governi avevano potuto sfruttare a proprio vantaggio i conflitti tra le grandi potenze europee, alleandosi ora all'una ora all'altra oppure avvantaggiandosi con la semplice neutralit�. L'Italia ora alleata con Bismarck, caus� qualche problema al prussiano che non godette pi� della simpatia delle altre nazioni.

Il solo vantaggio concreto che l'Italia ricav� dalla firma del trattato fu di essere considerata una grande potenza; un vantaggio che di l� a poco si sarebbe rivelato piuttosto uno svantaggio perch�, alterando il senso della misura, avrebbe spinto i futuri governi ad una politica aggressiva di conquista, dissennata oltre che dispendiosa.

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