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Sezione a cura di Michele Squillaci e Francomputer
( e altri gratuiti contributi di scrittori e giornalisti )


( QUI TUTTI I RIASSUNTI )  RIASSUNTO ANNI 1870-1871

L'INNONDAZIONE DEL TEVERE
IL RE ENTRA IN SORDINA NELLA FUTURA CAPITALE DEL REGNO


26 dicembre 1870 - Un'immagine da una stampa dell'epoca
Piazza del Popolo trasformata in un lago dopo la rottura degli argini del Tevere

di Michele Squillaci

1- Premessa

Conquistata Roma nella giornata del 20 settembre 1870, il 2 ottobre il plebiscito sancì l'unione con il resto d'Italia. Accettati con decreto reale del 9 ottobre 1870 i risultati della consultazione, al regno furono annessi i territori di Roma e provincia malgrado le dure proteste di Pio IX. Nello stesso decreto con l’articolo 2 furono riconosciute al Papa prerogative sovrane e con l’art. 3 fu assunto l’impegno di emanare apposita legge atta a garantire l’indipendenza del Pontefice anche con franchigie territoriali ed il libero esercizio della Autorità Spirituale della Santa Sede.

Visto l’ampio successo ottenuto attraverso la consultazione popolare, i liberali romani inoltrarono pressanti inviti al Governo per ottenerne un rapido trasferimento a Roma. Alle petizioni della cittadinanza, malgrado i contrasti tra alcuni membri del Governo, fu risposto negativamente sia a causa dell’esigenza di predisporre il quadro legislativo necessario per consentire lo spostamento della capitale da Firenze a Roma sia per disporre del tempo indispensabile per studiare, esaminare ed approvare la legge delle Guarentigie.

Ad eliminare opposizioni e perplessità circa la convenienza di una visita del Re alla città di Roma, in tempi più brevi rispetto a quelli programmati, provvide…..la natura!

2– L’inondazione

Il 26 dicembre 1870 il Tevere, alimentato dalle violente piogge che si abbatterono per alcuni giorni lungo la Val Tiberina e la Val di Chiana, superò gli argini allagando gran parte della città. In breve nelle campagne, ai prati della Farnesina, a Piazza del Popolo, a Ripetta, al Ghetto, a Tor di Nona, al Corso, a via Condotti, a piazza Colonna ed in altre zone abitate il livello delle acque raggiunse una notevole altezza producendo ovunque gravi danni. Nei quartieri più vicini al fiume furono inondati anche i primi piani delle case.

Organizzati immediatamente i soccorsi, le truppe di presidio ed in particolare pontieri e bersaglieri si segnalarono nelle azioni di protezione civile e nei lavori avviati per far defluire le acque, sgombrare strade e scantinati dal fango e ripristinare le comunicazioni. Alle operazioni di assistenza e di aiuto alla popolazione presero parte 3 compagnie del genio zappatori, la brigata Abruzzi, contingenti della brigata Sicilia, alcuni battaglioni del 4° e dell’8° reggimento bersaglieri nonché un distaccamento del 1° reggimento di artiglieria. L'intervento delle truppe si protrasse sino al gennaio 1871.

3 – Visita alla città di Vittorio Emanuele II

Pervenute notizie sul grave avvenimento alluvionale, il governo ne informò il Re proponendogli di recarsi a Roma. Vittorio Emanuele II accolse immediatamente il suggerimento cogliendo l’occasione di compiere simultaneamente un importante atto politico ed un ancor più rilevante intervento umanitario.

Il 30 dicembre, con i ministri Lanza, Visconti-Venosta, Sella e Gadda, partì da Firenze per ferrovia malgrado i danneggiamenti subiti dalla linea in alcuni tratti a causa dell’irruenza delle acque.

Il Re giunse alla stazione Termini di Roma alle quattro del mattino del 31 dicembre ivi atteso dal generale Alfonso La Marmora, dal principe Doria e da altre autorità civili e militari. Nonostante l'ora mattutina, moltissimi cittadini si recarono ad accoglierlo dando luogo ad una grande manifestazione di benvenuto. Trasferitosi al Quirinale Vittorio Emanuele, dopo essersi riposato per qualche ora, visitò i quartieri maggiormente colpiti dall’inondazione. Contemporaneamente inviò il marchese Giacomo Spinola in Vaticano per porgere al Santo Padre le espressioni della sua devozione e della sua reverenza. Il marchese Spinola accolto dal cardinale Antonelli fu invitato a trasmettere al Re le parole di ringraziamento e di riconoscenza del Santo Padre.

Incontrando poi le autorità municipali in Campidoglio, il Re assicurò pronti ed efficaci provvedimenti da parte del Governo per far fronte alla calamità naturale. Mise inoltre a disposizione del Municipio la somma di 200.000 lire per soccorrere gli alluvionati più bisognosi. Richiamato a Firenze dai propri impegni istituzionali Vittorio Emanuele II ripartì alle 5 del pomeriggio del 31 dicembre 1870.

A ricordo della visita del Re in Campidoglio fu poi coniata una medaglia riportante al verso la scritta:
"I voti della Nazione compiendo entrava in Roma il giorno XXXI dicembre MDCCCLXX eternando nei fasti del Campidoglio la memoria d’Italia riunita".

A Roma, a memoria, furono poi poste nei luoghi maggiormente colpiti dall’alluvione alcune lapidi di marmo ancora oggi facilmente visibili, con l’indicazione del livello raggiunto dalle acque del Tevere.

Approvata nel febbraio la legge per il trasferimento a Roma della capitale e nel maggio quella delle Guarentigie, nel mese di giugno 1871 Roma ebbe finalmente tra le sue mura il Re tanto atteso.

Michele Squillaci

Bibliografia:
Storia Politica d’Italia dal 1849 al 1900 – Agostino Gori – Vallardi Editore 1904.
Il Popolo Italiano nella storia della Libertà e della grandezza della patria dal 1800 ai giorni d’oggi. Vallardi Editore 1928
L. Cappelletti – Storia d’Italia Dalla caduta dell’Impero romano d’occidente fino ai giorni Nostri (476-1900) Vallardi Editore - 1932
R. Mondini – Spigolando tra date e medaglie – R. Giusti Livorno 1913
Bersaglieri – Epopea dei fanti piumati da La Marmora ai Commandos – Compagnia Generale Editoriale – 1979.
Cronache, documenti vari, stampe e medaglie.

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