Economia Italia 1862
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Ricorrere al patrimonio degli enti ecclesiastici fu la principale delle forme straordinarie con cui i governi del Regno d'Italia tentarono di fronteggiare le esigenze della finanza.
(ma vedi anche in CORSO FORZOSO DELLA LIRA)
Un primo passo in questa direzione fu la soppressione degli enti religiosi: il patrimonio dei loro beni stabili e mobili fruttava annualmente circa 15 milioni e ne poteva valere quasi 300. Il governo non poteva privarsi dei mezzi che poteva fornirgli la vendita di quei beni.
La legge 21/8/1862 ordinava il passaggio al demanio dei beni immobili e la vendita dei medesimi, assieme ai beni urbani e rurali dello Stato che non fossero destinati a uso pubblico o richiesti per il pubblico servizio (norme approvate nello stesso anno).
Chiarissima l'urgenza finanziaria, l'alienazione aveva altres� un intento economico e sociale:
- Quei beni che nelle mani dello Stato o degli Enti morali sarebbero rimasti incolti o malcoltivati, sarebbero stati migliorati e avrebbero dato maggior frutto se affidati al privato interesse;
- facilitando i modi di acquisto, grazie al frazionamento e all'allungamento dei termini del pagamento, anche i coltivatori di quelle terre potevano concorrere alle aste, ottennendo cos� di ripartire pi� equamente la ricchezza sociale.
Il risultato finanziario e commerciale delle operazioni � riassunto nella tabella:
Beni esposti all'asta Beni venduti anno lotti prezzo d'asta lotti prezzo d'asta aggiudicazione 1867 13.327 67,2 7.073 41,8 57,3 1868 34.663 161,1 25.888 122,3 162,5 1869 11.794 40,2 9.717 40,9 51,4 1870 10.327 31,2 8149 34,0 40,5 (*) Prezzi in milioni di lire.
( Un grazie agli ALLIEVI ISTITUTO
"JACOPO RICCATI" - di TREVISO )
e grazie al Prof.Giovanni Tozzi