DISCORSO DI CAMILLO CAVOUR
* PER ROMA CAPITALE DITALIA
* LA LIBERTA' DELLA CHIESA
"La scelta della capitale � determinata da grandi ragioni morali. � il sentimento dei popoli che decide le questioni ad essa relative. Ora, o signori, in Roma concorrono tutte le circostanze storiche, intellettuali, morali, che devono determinare le condizioni della capitale di un grande stato. Roma � la sola citt� dItalia che non abbia memorie esclusivamente municipali, tutta la storia di Roma, dal tempo dei Cesari al giorno doggi, � la storia di una citt� la cui importanza si estende infinitamente al di l� del suo territorio, di una citt�, cio�, destinata ad essere la capitale di un grande stato.
Convinto, profondamente convinto, di questa verit�, io mi credo in obbligo di proclamarlo nel modo pi� solenne davanti a voi, davanti alla nazione, e mi tengo in obbligo di fare in questa circostanza appello al patriottismo di tutti i cittadini dItalia e dei rappresentanti delle pi� illustri delle sue citt�, onde cessi ogni discussione in proposito, affinch� noi possiamo dichiarare allEuropa, affinch� chi ha lonore di rappresentare questo paese a fronte alle potenze estere, possa dire: la necessit� di avere Roma per capitale � riconosciuta e proclamata dallintera nazione.
La libert� della Chiesa
Ho detto, o signori, e affermo ancora una volta che Roma, Roma sola, deve essere la capitale d'Italia. Ma qui cominciano le difficolt� della risposta allonorevole interpellante, (Profondo silenzio). Noi dobbiamo andare a Roma, ma a due condizioni, noi dobbiamo andarvi di concerto con la Francia, inoltre senza che la riunione di questa citt� al resto dItalia possa essere interpretata dai cattolici. In Italia e fuori, come il segnale della servit� della Chiesa. Noi dobbiamo, cio�, andare a Roma, senza che perci� lindipendenza vera del Pontefice venga a menomarsi. Noi dobbiamo andare a Roma senza che lautorit� civile estenda il suo potere sullordine spirituale.
Ecco le due condizioni che debbono verificarsi perch� noi possiamo andare a Roma senza mettere in pericolo le sorti dItalia".
Dal discorso pronunziato al Parlamento il 25 marzo 1861 per Roma capitale dItalia.