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CRONOLOGIA

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Anno 1822  - vedi anche i "RIASSUNTI" completi di questo periodo

Memoria presentata dal Duca di Modena FRANCESCO  IV
 al Congresso di Verona nell’ottobre 1822: (Ai potenti  saggi d'Europa dopo i Moti del 1820-21). 
L'Italia � corrotta
Le riforme costituzionaliste ?
 un pretesto, non ragione della Rivoluzione


Francesco IV, Duca di Modena (busto dello scultore G. Pisani)

Ecco il documento (testo fedele compresi gli errori), ossia la Memoria presentata dal Duca di Modena Francesco IV  a Verona nell’ottobre-dicembre 1822, al Congresso degli Stati Europei per stroncare ogni altra velleit� liberale del popolo, dopo quel "sapore di libert�" provata nel periodo napoleonico. Da Metternich chiamata "rivolta degli spiriti" che dovremmo sfruttare ora a nostro vantaggio, mettersi noi alla loro testa". 

"Ai potenti saggi d'Europa

" ... Se si considera lo stato precedente in cui si trovava l’Italia prima della rivoluzione di Francia, il carattere e i costumi differenti dei differenti popoli d’Italia, se non vi si mette rimedio pronto ed efficace, e quali sarebbero i rimedii principali che bisognerebbe avere in vista per assicurare la felicit� di questi popoli e ottenervi una durevole tranquillit�. I principali difetti adunque possono ridursi ai seguenti:

1. La mancanza di religione e l’avvilimento nel quale si � voluto gettarla, come la guerra costante che si � fatta ai suoi principii, alle sue prattiche e ai suoi ministri.

2. La diminuzione del Clero e l’avvilimento nel quale si � voluto gettarlo, come la sua indipendenza dal Capo della Chiesa, che si � voluto introdurvi.

3. L’annientamento della Nobilt�, privandola di tutte le sue prerogative, volendola impoverire, avvilire ed eguagliare alle classi inferiori.

4. La limitazione dell’autorit� paterna, di quell’autorit� stabilita da Dio stesso, ed � voluta dalla natura.

5. La suddivisione delle fortune per mezzo di leggi e concessioni fatali, che dissolvono le famiglie e tutti i loro beni, e tendono a ridurre a poco a poco gli individui egualmente infelici.

6. La milizia troppo mercenaria, guasta nei principii, e indifferente a servire chicchessia, se la paga bene, ed a cambiare padrone se spera migliorare la sua sorte.

7. La corruzione dei costumi voluta e stabilita come principio a meglio sradicare la religione, i buoni sentimenti, l’onore, e rendere gli uomini brutali, a fine di poter meglio servirsene come istrumenti nell’esecuzione di tutti i pi� perfidi disegni; poich� l’uomo che si lascia prendere la mano dalle passioni brutali, perde ogni energia, ogni capacit�, diviene una specie di bestia o di macchina.

8. La corruzione della dottrina e dei principii, ci� che si effettu� con la libert� della stampa, e con la grande premura di spargere cattivi libri, di allontanare i buoni, e di far s� che tutte le classi imparino a leggere e scrivere, ed abbiano qualche idea di studii per avere il mezzo di influenzarle.

9. La buona educazione della giovent� impedita, e la cattiva facilitata, incoraggiata, ecc.

10. L’abolizione delle Corporazioni religiose e delle Corporazioni secolari, come quelle delle arti e mestieri, che distinguono le classi degli uomini, le tengono in una necessaria e salutare disciplina, e che servono ad occuparli.

11. La pericolosa e viziosa moltiplicazione degli impiegati e il "male �" che ciascuno possa aspirare a qualunque carica, senza differenza di stato e di condizione.

12. I troppi riguardi e la considerazione che si d�, senza distinzione di merito, ad ogni uomo letterato, e la soverchia moltiplicazione di professori d’ogni sorta, il troppo potere e diritto che loro si concede, la troppo grande facilit� stabilita ovunque per la giovent� di studiare, ci� che rende tanta gente infelice e scontenta; poich� non tutta trova ad occuparsi, e i soverchii studii che si sono fatti fare a ciascuno, fanno s� che in fondo non imparino niente, e divengano presuntuosi.

"� d’uopo qui aggiungere alcune altre cause di rivoluzioni, alle quali � necessario cercare di rimediare, e sono:

I - L’ozio, che � molto amato in Italia e che bisogna vincerlo e combatterlo, giacch� trascina tutti i vizii ed � una grande sorgente di rivoluzioni.

II - Il grande amalgamamento continuo con tanti forastieri che sono incessantemente in moto per tutta Italia, e che portano dappertutto la corruzione dei costumi, e guastano lo spirito nazionale e i buoni principii.

III - La soverchia lungaggine nell’amministrazione della giustizia, vuoi nei processi civili, vuoi nei criminali.

IV - La instabilit� delle imposte, che � talvolta pi� sensibile e dispiace pi� della gravezza delle medesime.

V - Certe imposte vessatorie nel modo di percezione, o che non sono ben proporzionate e divise; come ancora, allorch� per uno squilibrio delle finanze si � obbligati a sopraccaricare il popolo di tasse.

VI -  Le leggi che inceppano il libero commercio delle derrate, principalmente quelle di prima necessit�, dei commestibili, ecc.; giacch� la mancanza o la penuria dei medesimi suscitano egualmente lagnanze e mormorazioni, come la loro troppa grande abbondanza che ne avvilisce il prezzo e avvezza troppo la plebe a una felicit�, che, non potendo durare, la rende infelice, allorch� finisce; invece che il libero commercio di quelle derrate la tiene sempre in certo equilibrio" 

 Duca di Modena FRANCESCO  IV

(Da Storia documentata della Diplomazia europea in Italia dal 1814 al 1861 di Nicomede Bianchi. — Torino 1865, vol. 2 pag. 357)


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