SPORT
SCI - STORIA
GLI ALBORI DELLO SCI IN ITALIA
L'uso
degli sci � il pi� antico mezzo di locomozione inventato dall'uomo,
prima ancora della ruota. Un'incisione rupestre all'isola di Rodoy
in Norvegia databile nel 3000 a.C. raffigura uomini che hanno ai piedi
degli sci. A confermare questa scoperta, in una torbiera di Hoting
in Svezia, ne sono stati rinvenuti un paio in ottime condizioni di
conservazione databili 2500 a.C. (Non
dimentichiamo che si possono percorrere con gli sci dai 300 ai 400
chilometri al giorno. Il record � del finlandese Rantenen con
401,28 km. Quello femminile detenuto da Kainulaisen � invece di 330
chilometri. Qui non dobbiamo dimenticare l'impresa dello stesso Nansen che nel 1888 in 39 giorni raggiunse la Groenlandia, la attravers� interamente e raggiunse la baia di Baffin (America). La
teoria di Luther e di Nansen � avvalorata dal rinvenimento di
questi attrezzi (sci e racchette) nelle trib� athabasca del
Canad� che hanno una straordinaria somiglianza a quelle in uso nelle
popolazioni arcaiche in Islanda, in Finlandia, in Lapponia ed infine
dopo aver fatto il giro del mondo rinvenute proprio nel nord-est
asiatico in Manciuria e nella punta estrema della Siberia. Veri
specialisti degli sci (dato l'ambiente) furono per� i Lapponi;
circa 2000 anni fa calzavano uno sci lungo e sottile, quasi come quello
attuale nel piede destro, mentre nel sinistro ne calzavano un altro
pi� corto con sotto una pelle di foca, usato per appoggiarsi
e darsi la spinta (come il monopattino). Una cronaca Norvegese ancora del 1200 narra che in una famosa battaglia (quella di Isen) i soldati calzarono gli sci. Ma
� tre secoli dopo che in Svezia inizia la vera leggenda dello sci.
Re Gustavo I di Vasa, convinto di aver perso la guerra contro
i Danesi fugg� verso la Norvegia, mentre i suoi sudditi ritornati
alla riscossa avevano ripreso in mano la situazione nel paese.
Due di loro per dargli la bella notizia e farlo tornare indietro,
per raggiungerlo, percorsero senza mai fermarsi 89 chilometri.
Il
primo manuale-trattato di sci che si conosca (come si fabbricano e
come si usano; insegnandolo perfino con delle illustrazioni)
� quello di un vescovo svedese Olaus Magnus, che per� pubblica il
volume a Roma rientrando in Vaticano nel 1555. Rimase
una bizzarria e nulla pi�. In
Norvegia gli sci usati abitualmente in tutto il medioevo,
possiamo benissimo immaginare che qualche sfida era avvenuta, ma la
prima vera gara tipicamente sportiva avvenne nel 1843 a Tromso in
Norvegia. Diciassette anni dopo nel 1860 il re di Norvegia organizz�
una vera e propria competizione ufficiale a Oslo, mettendo
in palio la coppa Holmenkollen. Leggendaria manifestazione anche questa
che da allora è ripetuta ogni anno. Nel 1888 una grande impresa che entusiasm� il pubblico di tutta Europa. Un certo NANSEN (gi� citato all'inizio) direttore del museo di Bergen; con i soli sci ai piedi comp� la traversata della Groenlandia, da Umivick a Godthahro; in 39 giorni. Prima della diffusione in Europa centrale lo sci conobbe una sua fortuna dal 1854 in poi in Canad�, nel Nevada e ai confini della California tra i cercatori d'oro; indubbiamente fra di loro c'era qualcuno proveniente dai paesi nordici europei che nella circostanza li us� e li diffuse; ma lo sci rimase circoscritto in quelle zone, anche se sappiamo che i postini della zona usavano gli sci per recapitare la posta in quelle immense e isolate innevate contrade fino al 1900. Nelle valli alpine italiane gli sci invece arrivarono con moltissimo ritardo, salvo una zona molto limitata della Carnia per una singolare circostanza: in questa zona nella Guerra dei trentanni partecip� un gruppo di soldati scandinavi, che alla pace di Westfalia del 1648 rimasero in Carnia trapiantandovi cos� questo costume che non fece molta presa sui nativi, anche perch� grandi distese di terreno innevato come nei paesi nordici non ce ne sono; i valligiani indigeni che volevano imitarli alla prima discesa ruzzolavano, e sappiamo tutti, quanto bisogna insistere senza scoraggiarsi per stare in piedi con gli sci. I montanari rinunciarono subito pensando che quelli erano "diavoli", gi� nati con gli sci ai piedi, quindi inutile insistere a volerli imitare. L'Italia dovr� aspettare pi� di due secoli, e per merito di un altro "diavolo", "el diau". L'ing.
ADOLF KIND (Coira 1848 - Bernina 1907) Svizzero, di antica origine
Walser, arriv� a Torino nel 1890. Vi apr� una fabbrica di lucignoli
incurante della diffusione delle lampadine alimentate dalle centrali
idroelettriche che Giovanni Giolitti disseminava in tutto il Piemonte. 21
dicembre 1901 lo Ski Club Torino, il primo d'Italia. Finalit�
delle benemerite societ� era quella di "diffondere e agevolare
questo genere di sport, gi� praticato in Svizzera, Francia,
Austria, Germania e Norvegia, attraverso escursioni sui monti
dell'Alta Val Susa, in particolare a Clavi�re, Bardonecchia, Sestri�re.
I milanesi in Val Formazza, Val Vigezzo ecc. Nel 1909 queste prime societ� di simpatizzanti disputarono il loro primo campionato italiano. A vincere la combinata salto, fondo e discesa non poteva che essere (lui morto nel 1907) che il figlio dell'ing. Kind, Paolo, "un diau" anche lui. Nel 1913 infine viene fondata la Federazione Italiana Sci; nel 1920 prese il nome abbreviato di FIS, e nel 1930 FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) quando allo sci si aggiunsero altre specialit�, come lo slittino e il bob. Nello
stesso anno 1930, nata la Federazione Internazionale, alle classiche
prove di fondo e discesa si aggiunse nella gara del 27 febbraio
1930, lo Slalom Speciale. LE OLIMPIADI Nel
1908 alle Olimpiadi erano state ammesse solo le gare di pattinaggio
e Hockey. Molti tra gli organizzatori del CIO non ne volevano
sapere di introdurre gli sci ai Giochi. Dopo la guerra 1915-18,, la
polemica dur� ancora per altri tre anni, fin quando in forma autonoma
nel 1921 furono varati i primi giochi olimpici invernali a Chamonix.
La Coppa del Mondo venne istituita nel 1967. |
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