STORIE DI CINEMA


Roberto Benigni
Il 22 marzo 1999, a Los Angeles, Benigni trionfa. Tre Oscar in una "Notte delle stelle" memorabile.

di Antonio Gaito


Il popolare comico toscano, amatissimo in tutto il mondo, è nato il 27 ottobre 1952 a Misericordia, in provincia di Arezzo. Ancora molto piccolo si stabilisce con la famiglia a Vergaio, paesino non lontano da quello natale ma nel Pratese.
Personalità aperta e dall'allegria contagiosa, sente molto presto l'esigenza di fare nuove esperienze, di viaggiare e di vedere il mondo, ma soprattutto sente il desiderio di mettersi in mostra e far ridere le persone, cosa che gli dà un gusto inebriante.

Il passo dalle "rappresentazioni" private a quelle pubbliche è breve. L'Italia pullula di compagnie teatrali più o meno note, frutto spesso della collaborazione fra appassionati e Benigni aderisce con entusiasmo a diverse produzioni, sempre più attratto dalla dimensione attoriale, anche se in lui prevale di gran lunga la vena comica. Ad ogni buon conto, è proprio grazie alla partecipazione a diversi spettacoli, e successivamente alla serie televisiva "Onda Libera", che si crea una fama come comico.

Dopo alcune apparizioni televisive in ruoli secondari, è Giuseppe Bertolucci a scoprirlo tanto che nel 1975 scrive con lui il monologo "Cioni Mario di Gaspare fu Giulia", messo in scena al teatro Alberichino di Roma, il teatro più alternativo e all'avanguardia dell'epoca.

Il successo immediato e crescente dello spettacolo lo porta in tournée per l'Italia. Il monologo viene ripreso e rielaborato da Bertolucci nel 1977 e trasposto sullo schermo nel film "Berlinguer ti voglio bene".
Questa pellicola oggi come oggi è divenuta un vero e proprio "cult", a causa soprattutto delle traversie che l'hanno segnata e che hanno elevato di converso Benigni a personaggio scomodo e ribelle (immagine che nel tempo andrà edulcorandosi). Alcune scene forti del film spinsero infatti alcuni censori dell'epoca, quelli dell'Italia democristiana, a stigmatizzare la pellicola, impedendone la diffusione nelle sale. D'altro canto, però, anche la critica specializzata non si schierò più di tanto dalla parte di Benigni che venne lasciato senza un sostanziale supporto morale. Detto altrimenti: il film non era piaciuto neanche alla critica ufficiale.

Da quel momento in poi, dunque, Benigni diventa un personaggio di nicchia, un folletto capace di ribaltare le regole e di provocare deliziosi choc ovunque compaia.

La grande popolarità arriva invece nel 1978 con il programma di Renzo Arbore "L'altra domenica", in cui il comico compariva nelle vesti di un bizzarro e del tutto particolare critico cinematografico. Segue poi l'interpretazione da protagonista del film di Marco Ferreri, "Chiedo asilo". Nel 1980 presenta il Festival di Sanremo e, nello stesso anno, partecipa al film di Arbore "Il Papocchio", seguito l'anno dopo da "Il Minestrone" di Sergio Citti.

Fino a quel momento, dunque, Benigni non ha ancora mai diretto film, ma solo spettacoli teatrali, spesso e volentieri rappresentati nelle piazze o ai festival dell'Unità. Nel 1983, invece, comincia a prendere in mano anche la parte registica delle sue produzioni. Esce, diretto da lui, "Tu mi turbi" un titolo che apre la strada al grande successo popolare di "Non ci resta che piangere", interpretato in coppia con Massimo Troisi e che ha offerto una serie di gag e di tormentoni entrati nel linguaggio comune.

Nel 1986 ancora il fido Bertolucci firma la regia di un lungometraggio dal titolo "Tuttobenigni", un'antologia dal vivo delle esibizioni del comico condotte in varie piazze d'Italia. Nell'86 è invece la volta di un'esperienza tutta americana: viene diretto da Jim Jarmusch in "Daunbailò" (al fianco di Tom Waits e John Lurie), film bizzarro e sottile che in poco tempo viene anch'esso rubricato nella categoria "cult".

In seguito, ancora in ambito internazionale, è protagonista di un episodio di "Taxisti di notte" insieme ad attori di fama internazionale come Gena Rowlands e Beatrice Dalle.

Nel 1988 Benigni manda in tilt i botteghini italiani con il film "Il piccolo diavolo" al fianco di un mostro sacro come Walter Matthau. L'anno dopo partecipa all'ultimo film di Federico Fellini, "La voce della Luna" e accetta con entusiasmo il ruolo di voce recitante nella fiaba musicale di Sergej Prokofiev "Pierino e il lupo", accompagnato dalla European Chamber Orchestra diretta da Claudio Abbado. E' il 1990. L'anno seguente esce sugli schermi "Johnny Stecchino", uno dei pochi record di incassi del cinema italiano.

Nel 1993 interpreta il figlio segreto dell'ispettore Clouseau ne "Il figlio della Pantera Rosa", una commedia di un maestro del genere, quel Blake Edwards sempre additato come esempio di comicità intelligente. Ancora desideroso di sviluppare progetti in completa autonomia, poco dopo è la volta de "Il mostro" diretto, interpretato e prodotto dallo stesso Begnini (nuovamente record d'incassi).

Nel 1998 arriva la vera e propria consacrazione internazionale con l'acclamatissimo (ma anche da più parti contestato): "La vita è bella".
La pellicola suscita un vero e proprio vespaio a causa dell'argomento trattato, quello della deportazione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. L'ottica scelta, infatti, non è quella "banalmente" drammatica ma la sceneggiatura utilizza un'inedita miscela di tragicomico, il che in realtà non fa che aumentare in diversi punti la commozione per lo scempio che quell'immensa tragedia ha comportato.

Critiche e disquisizioni di lana caprina a parte, il film trionfa nell'edizione degli Oscar del 1999, vincendo la
statuetta non solo nella categoria "miglior film straniero" ma anche come "miglior attore protagonista". Memorabile l'esplosione di gioia di Benigni all'annuncio del suo nome da parte di Sophia Loren, una scena che rimarrà sicuramente negli annali delle cronache (il comico toscano balzò addirittura sui braccioli delle sedie della sala in cui erano convenuti tutti i divi di Hollywood).

Fra gli altri riconoscimenti, "La vita è bella" raccolse anche il Gran Premio della Giuria al 51° Festival di Cannes, oltre a quello indiretto dei 16 milioni ed 80 mila persone che si sintonizzarono su Rai Uno per seguirne la trasmissione in televisione, stabilendo un record d'ascolti difficilmente superabile.

Dopo questo exploit, la fatica successiva è invece all'insegna del divertimento e della leggerezza: sceglie di comparire nel film francese "Asterix e Obelix contro Cesare", accanto ad un mostro sacro come Gerard Depardieu e alla neo-diva Laetitia Casta.

Dall'agosto 2001 inizia la lavorazione di "Pinocchio", uscito di recente nelle sale e che si prevede sarà un altro clamoroso successo. Con questo film, comunque, il genio comico toscano rischia molto: non solo si tratta di una sua produzione (quindi i soldi li ha messi direttamente di tasca sua), ma si tratta anche del film in assoluto più costoso della storia del cinema italiano.


filmografia:

2002 Pinocchio
1999 Asterix e Obelix contro Cesare
1997 La vita è bella
1994 Il Mostro
1993 Il figlio della pantera rosa
1991 Johnny Stecchino
1991 Taxisti di notte
1989 La voce della luna
1988 Il piccolo diavolo
1986 Coffee and Cigarettes
1986 Daunbailo
1984 Non ci resta che piangere
1983 Effetti personali
1983 Tu mi turbi
1983 Tutto Benigni
1981 Minestrone
1981 Il Pap'occhio
1981 Anche i ladri hanno un santo
1979 I Giorni cantati
1979 Letti selvaggi
1979 La Luna
1979 Chiedo asilo
1979 Chiaro di donna
1977 Berlinguer ti voglio bene


«Le mogli dei politici fanno tutte beneficenza. Hanno il senso
di colpa per quello che rubano i mariti.»
Roberto Benigni

«Adesso fanno le partite tra giudici e cantanti. Ne dovevano
fare una anche tra ministri e mafiosi: insomma, un'amichevole.»
Roberto Benigni

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