Essendo morto
Pietro II senza lasciare maschi, secondo il testamento Amedeo
IV a cui abbiamo accennato, la potestà comitale di
Savoia avrebbe dovuto passare finalmente, a Tomaso III,
figlio di Tomaso II. Ma così non fu, perchè
FILIPPO, fratello di Pietro II e zio di TOMASO III si fece
avanti dichiarando di voler fare come aveva fatto suo fratello,
che, d'altronde, pare lo avesse designato come suo successore.
Come Pietro,
anche Filippo era stato avviato alla carriera ecclesiastica,
e vi aveva coperto varie dignità, giungendo gradualmente
a diventare vescovo di Valenza ed arcivescovo di Lione,
e godendo i lauti benefizi di queste alte cariche, quantunque
non fosse stato neppure ordinato prete. Era peraltro un
eccellente capitano, e il pontefice Innocenzo IV gli aveva
affidato il comando delle soldatesche destinate a custodia
del Concilio ecumenico adunato a Lione contro l'imperatore
Federico II, indi l'aveva condotto seco a Genova come capo
di una poderosa scorta, per essere difeso contro le aggressioni
dei Ghibellini, e più tardi si era servito di lui,
ancora come condottiero, contro i Malatesta, partigiani
dell'Impero.
Dallo stesso
pontefice, Filippo era stato ricompensato dei servizi resi,
ricevendo la nomina di Gonfaloniere della Chiesa e la carica
di ministro e consigliere del governo papale.
Ma poi, vista prossima la
possibilità di succedere al fratello, il Sabaudo
era ritornato in patria, dove aveva avuto dal nipote Bonifacio
parecchie terre, sua parte dell'eredità paterna,
e, abbandonati tutti i benefizi ecclesiastici, aveva sposato
Alice, figlia di Oddone II di Borgogna, vedova di Ugo di
Chàlons e già madre, secondo alcuni cronisti,
di ben dodici figli. Le nozze erano state celebrate nel
giugno 1267.
Divenuto nell'anno
successivo Conte di Savoia, Filippo attese ad estendere
i propri domini. Sostenne perciò alcune piccole guerre,
ed ebbe a lottare anche contro Rodolfo d'Absburgo, divenuto
imperatore. Il conflitto con questo sovrano avrebbe forse
avuto gravi conseguenze per la Casa di Savoia, se il papa
Martino IV non fosse intervenuto e non avesse fatto concludere,
tra Rodolfo e Filippo, un trattato di pace (1283), secondo
il quale il Conte di Savoia riebbe, a certe condizioni,
il paese di Vaud, che gli era stato tolto dal potente avversario.
Essendo malato
d'idropisia e perciò temendo di dover morire improvvisamente,
Filippo si preoccupò della sua successione. Per sopprimere
le contese fraterne che già si annunciavano tra gli
eredi Amedeo e Lodovico (o Luigi), figli di Tomaso II e
fratelli di Tomaso III (morto nel 1282), commise al re d'Inghilterra
di designare chi dovesse succedergli. Ma quando morì,
nel castello di Roussillon, il 16 agosto 1285, suo nipote
Amedeo si fece immediatamente riconoscere Conte di Savoia,
mentre Lodovico (o Luigi) rimaneva in possesso della signoria
di Vaud, che già si era presa.
Anche Filippo
I ebbe sepoltura in Altacomba.
« Sebbene, osserva il Predari, non fosse infrequente
il caso di principi che svestivano l'abito ecclesiastico
per ammogliarsi, quando però non facevano impedimento
gli ordini sacri già ricevuti; nondimeno le dolorose
sofferenze di Filippo, perdurate per gli ultimi dieci anni
della sua vita, destarono nei popoli l'opinione che quell'afflizione
fosse stata un castigo divino dell'avere, in età
già avanzata, abbandonati gli uffici ecclesiastici
per passare a nozze. Ma non era colpa sua se la natura lo
aveva fatto per essere piuttosto soldato che sacerdote ».