Quando morì
Tomaso I, vigeva una legge imperiale, promulgata da Federico
I, la quale imponeva l'indivisibilità dei ducati
e delle contee. Perciò, malgrado la numerosa figliolanza
maschile del Conte di Savoia, l'eredità della potestà
comitale passò intera al primogenito, Amedeo IV,
designato erede dal padre stesso, che però, nel testamento,
aveva dovuto assegnare terre, castelli e cospicui appannaggi
agli altri figli, avidi, a quanto sembra, e molto litigiosi.
Ma uno di questi, Pietro, impugnò la validità
del testamento e pretese parte della contea.
Un altro fratello,
Aimone, che già possedeva, mentre ancora viveva il
padre, gran parte delle terre del Chiablese e del Basso
Vallese, si pose risolutamente contro Amedeo IV, con l'appoggio
di Pietro, insieme col quale non esitò a tentare
d'impadronirsi, mediante le armi, di tutta la Valle d'Aosta.
Ma Amedeo prevenne rapidamente i fratelli, accorrendo nei
luoghi minacciati con i suoi armigeri e con gli aiuti inviatigli
dai marchesi di Saluzzo e di Monferrato, suoi generi.
A questo punto,
I' unità della Casa di Savoia si sfascia. Alcuni
dei figli di Tomaso I vanno a stabilirsi in paesi lontani,
come Bonifacio, che, in Inghilterra, diventa vescovo di
Canterbury, e come Filippo che diventa arcivescovo di Lione.
I particolari della deplorevole guerra suscitata da Pietro
e da Aimone non si conoscono, ma si sa che, per l'intromissione
dei fratelli Guglielmo, vescovo di Valenza, e Tomaso II,
si venne ad un accordo (concluso il 23 luglio 1234 presso
Chillon), secondo il quale ad Amedeo, riconosciuto Conte
di Savoia, rimase la Valle d'Aosta, mentre Aimone diveniva
signore del territorio situato fra il Gran San Bernardo
e l'Arve (dichiarando però di tenerlo come feudo
dal fratello Amedeo), e dava a sua volta in feudo a Pietro
i castelli e le terre di Lompres e di San Ramberto.
Pacificatosi
così coi due congiunti più turbolenti, Amedeo
IV riuscì a mantenere la concordia nella famiglia,
aiutato in ciò dal fratello Tomaso II, che gli fu
sempre ligio e al quale donò feudi nelle vicinanze
di Susa e in quelle di Avigliana. Poi, il Conte di Savoia
s'adoperò ad appianare la contesa, che durava fin
dai tempi di suo padre, coi Comuni di Torino e di Pinerolo.
Non si sa esattamente come andarono le cose, ma risulta
che il 18 novembre 1235, le ostilità fra Amedeo e
quei due Comuni cessarono, per la firma di un trattato concluso
in Torino.
Questo Comune
riconfermò al conte di Savoia i diritti signorili
ch'egli aveva sulla città, e dal canto suo il Conte
riconobbe la libertà del Comune stesso, cedendogli
ogni diritto sulla terra di Collegno, causa principale del
dissidio. Per Pinerolo si convenne che le questioni in corso
sarebbero state giudicate da dodici arbitri eletti dalle
due parti; e tutti i castellani del Piemonte si dichiararono
ossequenti e fedeli ad Amedeo IV, ricevendo da lui l'investitura
dei loro feudi. Mentre il fratello Pietro estendeva di là
dalle Alpi da propria potenza, sposando Agnese di Faucigny,
e guerreggiava con fortuna contro i Conti di Ginevra, Amedeo,
al di qua, seguendo la linea di condotta del proprio genitore,
si era schierato in favore dell'imperatore Federico II (del
quale, d'altronde, era vassallo) parteggiando per lui nell'aspra
lotta con Gregorio IX.
L'imperatore
lo ricompensò dei suoi aiuti erigendo in ducato il
Chiablese e favorendolo nell'acquisto del dominio su Rivoli,
terra importante per le rendite che se ne ricavavano.
Oltre a questo, Amedeo IV fece altri considerevoli acquisti,
tra i quali quello del territorio di Cumiana e del castello
di Bard. A Federico II, egli rimase fedele amico anche nei
giorni di sventura.
Ebbe due mogli:
Anna di Borgogna (figlia di Andrea di Borgogna, Delfino
di Vienne), donna virtuosissima che ebbe vita assai breve,
e Cecilia (figlia di Barral de Baux, visconte di Marsiglia),
famosa per la sua rara bellezza, lodata dai cronisti e anche
dai poeti, -che la dissero « più bella di un
fiore e più risplendente di una stella ».
Da queste due
mogli, Amedeo ebbe un solo figlio, Bonifacio, nato in Chambéry
il 1° dicembre 1244, e cinque figlie, le quali furono:
Beatrice prima, che sposò Manfredo III, marchese
di Saluzzo, e poi, rimasta vedova, Manfredi detto Lancia,
figlio naturale dell'imperatore Federico II e futuro re
di Napoli; Beatrice seconda, che fu moglie di Pietro di
Chàlons, signore di Chàteaubellin; Costanza,
che morì nubile; Eleonora, che sposò Guiscardo
di Beaujeu, signore di Montpensier; Margherita, che andò
sposa a Bonifacio IV di Monferrato.
Amedeo IV morì
il 13 luglio 1253, nel castello di Monmeliano e fu sepolto
egli pure in Altacomba. Dotato di molto senno, si dimostrò
abilissimo politico riuscendo a rimanere amico dell'imperatore
e del pontefice mentre vi era fra di loro una continua discordia.