AIla morte di
Adelaide seguì un periodo di contese per la successione,
del quale non si conoscono bene i particolari.
Agnese, vedova di Federico di Montbéliard (che Adelaide,
alla morte di Amedeo Il, aveva fatto investire del marchesato
d'Italia) aveva assunto la potestà della contea di
Torino, come primogenita del marchese Pietro I di Savoia,
e pretendeva di essere l'erede legittima dei domini della
famiglia, col diritto di trasmetterli al figlio suo primogenito.
Disgraziatamente
per lei, Federico di Montbéliard si era schierato
fra i nemici dell'imperatore Arrigo IV, che, dopo essersi
mostrato generoso verso Adelaide ed Amedeo II quando aveva
avuto bisogno di loro per farsi perdonare da Gregorio VII,
non esitò - morta la grande donna - a manifestare
la volontà di riprendersi le terre che aveva cedute,
tanto più ch'esse erano rimaste in potere della vedova
di un suo nemico.
Ed ecco, nel
1092, calare dalle Alpi un esercito imperiale, comandato
da Corrado, figlio di Arrigo IV, che invase la Marca di
Torino, la devastò guerreggiando per più d'un
anno, e ne occupò la città principale e parecchie
borgate.
Essendo figlio
di Berta e quindi nipote di Adelaide, anche Corrado vantava
diritti di successione sui dominii della grande ava defunta.
Come se questa invasione non bastasse a sparger stragi e
rovine negli Stati Sabaudi, ne venne un'altra capitanata
da Bonifacio del Vasto e di Savona, che sosteneva il diritto
della propria moglie Alice, figlia di Pietro I di Savoia,
a raccogliere l'eredità paterna. Corrado riuscì
a far revocare l'investitura concessa a Federico di Montbéliard;
ma questi era morto, e la vedova di lui, Agnese, avendo
perduto anche l'unico figlio, si ritirò in un convento
e così scomparve dalla scena del mondo.
Bonifacio del
Vasto rimase dunque solo ad arginare con le armi l'invasione
di Corrado, «ma combattendo provvide ad acquistare
per sè, non già a conservare domini al giovane
suo cugino Umberto II, unico vero erede legittimo della
Casa di Savoia ».
A queste invasioni negli Stati della grande Adelaide, seguì
un avvenimento allora frequente nei paesi sfuggiti ai sovrani
naturali ed invasi da stranieri, e cioè l'emancipazione
di parecchie delle principali città, le quali divennero
liberi Comuni. Così al giovanissimo Umberto II, figlio
di Amedeo II, di tutto l'avito dominio che legittimamente
gli spettava, rimasero soltanto, di qua dalle Alpi, la contea
d'Aosta e la valle di Susa.
Nel breve corso
della sua vita, questo principe mirò unicamente,
ma con poca fortuna, a rientrare in possesso delle terre
e delle città perdute. Egli fu primo della sua Casa
a chiamarsi conte di Moriana, e al semplice titolo di marchese
aggiunse la designazione di marchese d'Italia. Ebbe probabilmente
intenzione di partire crociato per la Terra Santa, poichè
fece donazioni a monasteri e a priorati « per
l'anima sua e di suo padre Amedeo e dei suoi predecessori
e per la sua contea, e perchè Dio gli fosse guida
nel viaggio oltremarino». Ma certo rinunciò
a questo viaggio per ritogliere ai nemici della sua Casa
le terre italiane sulle quali Adelaide aveva regnato.
Nel luglio
del 1098, Umberto II concluse un trattato di alleanza col
Comune di Asti, che, minacciato dal marchese del Vasto,
gli si accostò volentieri. Cedette a quel Comune
alcune terre, che però erano intanto occupate dal
marchese, e si fece aiutare dagli Astigiani a combattere
contro gl'invasori, riuscendo ad impadronirsi di alcuni
castelli dopo aver fatto prigioniero lo stesso Bonifacio.
Non si può
stabilire con precisione l'origine del soprannome di Rinforzato
aggiunto al nome del sesto conte di Savoia. Forse, questi
fu un uomo d'alta statura e di robusta costituzione. E la
preferenza da lui data al titolo di conte di Moriana, che
nelle antiche cronache è sempre aggiunto al suo nome
ed al suo soprannome può essere spiegata, secondo
il Carutti, considerando che la Moriana univa i domini transalpini
con quelli italiani e perciò aveva particolare importanza.
Nelle Cronache
di Savoia si trovano attribuite ad Umberto II le prime conquiste
nella Taratasia,
mentre risulta che Umberto I e Oddone avevano già
avuto signoria in quella regione; ma probabilmente egli
vi compì delle imprese militari per le quali gli
abitanti gli fecero atto di completa sottomissione.
Questo principe
sposò Gisla, figlia di Guglielmo I, detto Testardita,
conte di Borgogna, dalla quale ebbe sette figli cinque maschi
e due femmine. I maschi furono: AMEDEO III, che gli succedette;
Guglielmo, che fu vescovo; Umberto, che morì giovane;
Guido e Rinaldo, ecclesiastici. Le femmine furono : Adelaide,
che sposò Luigi VI il Grosso, re di Francia, ed Agnese
che secondo alcuni storici fu moglie di un conte di Bourbon.
Certo i tentativi
di Umberto il Rinforzato per ricuperare tutti i domini di
Adelaide avrebbero avuto buon esito, poichè egli
diede prova di energia e di accortezza in tutti i suoi atti;
ma la morte lo colse in ancor giovane età, nel 1103,
prima ch'egli potesse compiere l'impresa risolutamente iniziata.