(P43) SITUAZIONE ORIENTE CRISI SUEZ
              SITUAZIONE IN AMERICA LATINA

La situazione nel Medio Oriente e la crisi di Suez

Nel 1956 un pericoloso focolaio di guerra s'apriva nel Mediterraneo quando il presidente egiziano NASSER decideva di nazionalizzare il canale di Suez.

Lo Stato di ISRAELE (costituitosi nel 1948 dopo la fine del mandato britannico sulla Palestina), alle cui navi gli Egiziani proibivano il transito nel canale, attaccava l'Egitto, mentre Francia e Inghilterra intervenivano militarmente, presidiando la zona del canale. La "crisi di Suez" veniva sbloccata grazie all'azione congiunta degli USA e dell'URSS che imposero il ritiro degli  Anglo-Francesi e, attraverso l'ONU, la cessazione delle ostilita' fra Egitto e Israele.

La presenza nel Medio Oriente di uno Stato agguerrito e dinamico come quello di Israele, il problema della definitiva sistemazione in una entita' territoriale autonoma dei profughi arabi che abbandonarono la Palestina all'indomani della costituzione dello Stato di Israele, accampandosi nei paesi limitrofi, e soprattutto i contrastanti interessi delle grandi potenze determinarono in questa zona del Mediterraneo orientale uno stato di crisi latente.
Crisi che esplose nuovamente nel giugno del 1967 in un breve ma violento conflitto armato (la cosiddetta "guerra dei 6 giorni"), in seguito al quale gli Israeliani occupavano Gerusalemme, la Cisgiordania e la penisola del Sinai, attestandosi sulla sponda orientale del canale di Suez. Una guerra di rivincita contro Israele fu scatenata nel 1973 da egiziani e siriani: l'attacco fu respinto in sedici giorni di lotte sanguinose. Tra il 1977 e il 1978 il primo ministro israeliano BEGIN e il presidente egiziano SADAT si incontrarono piu' volte e firmarono finalmente (1979) un accordo di pace tra i due paesi. Questo accordo, tuttavia, ha accentuato i contrasti dell'Egitto (passato da una politica filosovietica ad una politica filoamericana) col restante mondo arabo (Sadat morira' in un attentato).

Negli anni '90 si sono intensificati gli sforzi per risolvere il problema della coesistenza pacifica dei diversi Stati mediorientali e del riconoscimento dell'esistenza di un nuovo Stato palestinese, specialmente grazie a RABIN (che verra' assassinato per mano di un estremista israeliano) e di ARAFAT.

La complessa situazione dell'America latina

Nell'America latina la situazione economica e politica non miglioro' nel dopoguerra, anche per l'acuirsi di problemi sociali quali l'esplosione demografica, l'abbandono delle campagne, la conseguente formazione d'un sottoproletariato urbano, l'arretratezza industriale e i forti squilibri tra
classi sociali. In questo clima d'instabilita' politica si inserirono gli interessi di grossi gruppi capitalistici americani che intendevano continuare a sfruttare le ricchezze naturali dei paesi sudamericani.

Nel 1956 a CUBA un gruppo di intellettuali, guidati da FIDEL CASTRO, diede il  via a un'accanita guerriglia contro la dittatura militare che da molti anni soffocava il paese. All'appello castrista alla lotta risposero le masse sfruttate dei contadini. Nel giro di tre anni la rivoluzione trionfo'. Castro avvio' una radicale riforma agraria, indirizzando Cuba verso l'istituzione d'un regime di tipo socialista. Gli Stati Uniti, preoccupati che si turbasse l'equilibrio dei blocchi, avversarono fin dall'inizio, anche con la forza, il governo cubano.

Nel 1962, in effetti, l'installazione di basi missilistiche sovietiche a Cuba parve una grave minaccia per gli Stati Uniti e persino una violazione della tradizionale dottrina di Monroe ("l'America agli Americani").

La crisi internazionale che ne segui' rischio' di precipitare il mondo nella tragedia d'una nuova guerra.
L'esperienza cubana veniva esportata da uomini come Ernesto "Che" Guevara, poi ucciso in Bolivia, in altre nazioni dell'America latina, dove vennero organizzati importanti movimenti rivoluzionari e focolai di guerriglia, i quali tuttavia non hanno portato al rovesciamento delle dittature militari quasi ovunque imperanti nel sub-continente americano e che si sono estese anche a paesi in precedenza retti da governi democratici, come il Cile, dove nel 1973 fu rovesciato con la forza il governo di Unita' popolare di Salvador Allende.


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