(P28) MAZZINI E LA GIOVANE ITALIA
MODERATI E RIFORMISTI DEL 1848
Giuseppe Mazzini e la "Giovine Italia"
Il fallimento dei moti del 1831 aveva rivelato la necessita' di dare un'organizzazione unitaria ai moti promossi dai carbonari. L'uomo che cerco' di realizzare questo programma fu Giuseppe Mazzini. Nato nel 1805 a Genova, entro' nella Carboneria nel 1830; arrestato e rinchiuso in carcere, ando' poi in esilio in Francia, dove, nel 1831, diede vita ad una associazione, la Giovine Italia, che aveva come fine l'unita' e l'indipendenza degli Italiani, in una repubblica fondata sulla sovranita' del popolo.
Fra il 1831 e il 1834 Mazzini organizzo' moti insurrezionali in Piemonte, in Savoia e a Genova, che furono stroncati dalla polizia. Mazzini e alcuni suoi seguaci, fra cui Giuseppe Garibaldi, furono condannati a morte in contumacia.
Esule in Francia e Svizzera, Mazzini dal 1837 al 1848 si stabili' a Londra, dove maturo' il suo pensiero e continuo' la sua opera politica.
Nel 1844 i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, benche' sconsigliati da Mazzini, tentarono con pochi compagni una spedizione per sollevare il popolo contro i Borbone, ma, sopraffatti, furono fucilati a Cosenza.
Moderati e riformisti prima del 1848
Anche i tentativi insurrezionali mazziniani avevano avuto esiti negativi. La delusione e lo scoraggiamento che si diffusero tra i patrioti italiani porto' alla formazione di una tendenza moderata, che si proponeva non il sovvertimento dell'ordine mediante moti rivoluzionari, ma la realizzazione di graduali e pacifiche riforme nel campo sociale e di un ordinamento politico piu' consono alle possibilita' del tempo.
Al'interno della corrente moderata si delinearono due gruppi principali: quello neoguelfo, di cui fu ispiratore Vincenzo Gioberti, che aspirava a una federazione degli Stai italiani sotto la presidenza del pontefice, e quello di cui i massimi esponenti furono Cesare Balbo e Massimo D'Azeglio, che voleva
invece una federazione di Stati guidata dai Savoia.Nel 1846 sali' al pontificato Pio IX, che si rivelo' di idee liberali; spinto dalla pressione popolare inizio' una politica di riforme (liberta' di stampa, consulta di Stato, guardia civica), presto imitato, malgrado le proteste austriache, da Leopoldo II e da Carlo Alberto. Si creo' cosi' in molti Stati italiani un clima di grande entusiasmo e di speranza. Nel 1848 Ferdinando II di Napoli, costretto dallo scoppio di una rivoluzione in Sicilia, concesse la Costituzione; seguirono il suo esempio Leopoldo II di Toscana, Carlo Alberto e Pio IX.
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