(P14) COMUNI, IMPERO, PAPATO
DECADENZA IMPERO PAPATO
Comuni, Impero, Papato
Lo scontro tra Impero e Papato non si era esaurito nella lotta per le investiture risoltasi nel 1122 con il Concordato di Worms. Esso riprese con maggiore violenza nel secolo XII, perche' sia Impero che Papato desideravano rinforzare la loro influenza sui territori del regno d'Italia.
Le dinastie di Sassonia e Franconia avevano nominalmente il possesso di questo regno, dove pero' di fatto dominavano i feudatari e dove soprattutto si erano create le forti autonomie dei comuni, dopo il risveglio delle citta'. Quando, dopo gravi contrasti, per la sua elezione, Federico I di Svevia, detto Barbarossa, divenne imperatore, la situazione in Italia era assai grave. Molti feudatari, e lo stesso papa, chiedevano il suo intervento contro i Comuni che s'erano formati nei loro territori.
Il Barbarossa scese cosi' piu' volte in Italia con il suo esercito, tra il 1154 e il 1176, anno in cui fu gravemente sconfitto a Legnano dai liberi Comuni confederati della Lega Lombarda. Venuto a un accordo con il papa, Federico raggiunse con i Comuni, nella pace di Costanza del 1183, un compromesso per il quale, in cambio del riconoscimento della propria autorita' concedette loro l'autonomia.
A Federico I, morto durante la terza crociata, segui' il brevissimo regno del figlio Enrico VI, il quale, grazie al suo matrimonio con Costanza d'Altavilla, erede dei possedimenti normanni dell'Italia meridionale, riuni' sotto di se' le tre corone di Germania, Italia e Sicilia.Alla sua morte sali' sul trono imperiale Federico II, ancora bambino, cui fece da tutore il grande papa Innocenzo III. Federico II fu un re sostanzialmente italiano: risiedette in Sicilia, dove alla sua corte nacque la prima poesia italiana, e riorganizzo' il suo Stato, amministrandolo mediante suoi funzionari, e accentrando su di se' tutti i poteri. Egli presto entro' in urto col Papato, geloso della accresciuta potenza della casa sveva. Il papa si alleo' con i Comuni, e scese a conflitto con Federico II: la guerra duro', tra alterne vicende, fino al 1250, quando improvvisamente Federico II mori'.
I suoi successori non riuscirono a mantenere il potere e furono sconfitti in battaglia da Carlo d'Angio', fratello del re di Francia Luigi IX il Santo, che il papa chiamo' in aiuto. Ma anche Carlo d'Angio' venne presto in contrasto con il pontefice per la sua ambizione e irrito' con il suo malgoverno il popolo siciliano che si ribello' nei Vespri Siciliani. A Pietro d'Aragona, intervenuto a favore dei Siciliani, dopo una guerra durata vent'anni, rimase il possesso della Sicilia.
Decadenza dell'Impero e del Papato
Il conflitto tra Chiesa e Impero non s'era ancora concluso quando il consolidarsi delle monarchie nazionali e l'affermarsi delle autonomie locali misero in crisi queste istituzioni universali e la stessa mentalita' medievale che esse rappresentavano.
All'estinzione della dinastia sveva i feudatari tedeschi elessero un imperatore che oriento' la sua politica esclusivamente verso i problemi tedeschi: Rodolfo d'Asburgo, iniziatore d'una delle piu' potenti dinastie della storia europea. Il disinteresse del nuovo imperatore per i fatti italiani permise al Papato di riprendere la sua politica di supremazia: e con l'energico pontefice Bonifacio VIII la Chiesa torno', per breve momento, a grande potenza.
Ma il conflitto apertosi tra Bonifacio VIII e l'ambizioso Filippo il Bello, re di Francia, il quale giunse a fare arrestare il pontefice, precipito' presto il Papato in uno dei periodi piu' tristi della sua storia: la cosiddetta "cattivita' avignonese", iniziata nel 1309 con Clemente V. Questo papa, la cui elezione era stata favorita da Filippo, porto' la sede del Papato ad Avignone, in Provenza.
Il ritorno dei papi a Roma, dove intanto i contrasti tra le diverse fazioni e il disordine avevano portato all'episodio della repubblica popolare di Cola di Rienzo, avvenne soltanto nel 1377. Ma la lotta tra Papato e Francia non era ancora conclusa: per quarant'anni infatti si ebbero un papa residente a Roma e un antipapa, eletto dai cardinali francesi, ad Avignone.
L'elezione di Martino V, da tutti riconosciuta, ricostitui' nel 1417 l'unita' spirituale della chiesa: la forza politica e il prestigio della Chiesa tuttavia non tornarono piu' ad essere quelli di un tempo.
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