L'OECD (Organization for
Economic Co-operation and Development) ha presentato la prima
panoramica completa sui prezzi dei servizi Internet nei Paesi
che fanno parte dell'organizzazione, fra cui l'Italia.
Secondo il rapporto, esiste
una chiara relazione fra la presenza di mercati competitivi e
gli accessi a Internet, la cui crescita è stata sei volte
più veloce che nei Paesi con mercati monopolistici delle
telecomunicazioni.
Sembra quindi dimostrato
che nei casi in cui gli operatori pubblici detengono il controllo
in regime di monopolio delle infrastrutture per la telecomunicazione,
il prezzo e la disponibilità dei servizi Internet sono
negativamente toccati con la conseguenza di penalizzare dai futuri
competitivi mercati globali il Paese stesso.
Lo studio Information Infrastructure
Convergence and Pricing dell'OECD è consultabile al sito:http://www.oecd.org./dsti
stiict.html.
Inoltre
Da un indagine condotta
da una consociata Nielsen su incarico dall'americana CommerceNet
(un consorzio attivo nelle applicazioni commerciali dove vi aderiscono
130 grandi aziende operanti nei settori dell'elettronica, dei
servizi finanziari e d'informazione) ha ottenuto dei risultati
- sulle grandi opportunità e all'espansione del business
attraverso l'utenza mondiale di Internet - che sono stati definiti
"una vera pietra miliare", tali da "modificare
le prospettive delle aziende circa le opportunità commerciali
offerte dalla rete" e suggeriscono questi risultati, lungi
dall'aver dispiegato le loro piene potenzialità, che le
applicazioni commerciali di Internet saranno praticamente illimitate
in un futuro molto prossimo. E a sostegno di questa tesi c'è
già un dato eclatante che è il prologo a questa
grande rivoluzione economica: 3 milioni di americani, utenti di
Internet acquistano già tramite la rete, 24 milioni sono
effettivi utenti, altri 13 milioni dichiarano di aver accesso
alla rete e 9 milioni hanno una propria e-mail.
Chi lo desidera i risultati
sono disponibili al sito:
http://www.commerce.net
In conclusione non lamentiamoci
noi surfisti se paghiamo cara con la famigerata TUT la nostra
(per gli scatti, apprensiva) navigazione in rete per (come ci
dicono ) curiosare, fra poco tale politica limitativa, non certo
incentivante, sarà un boomerang sull'intera economia italiana
e a pagare le cambiali firmate ora in bianco sarà tutto
il comparto produttivo, che se non troverà sbocchi sul
mercato globale mondiale, con l'invecchiamento della popolazione
e la riduzione di prodotti edonistici normalmente mirati a quella
fascia tipicamente giovane e consumistica sempre di più
carente vedrà ridurre l'intero mercato dei consumi interno.
In poche parole ci mancano i leader che non vedono questo futuro
sulla rete come opportunità.
Ed è molto triste!
Questo è il preambolo (E SIAMO NEL
1996 !)
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