
Un doloroso lutto ha colpito una protagonista assoluta del programma Rai Ora o Mai Più. Una notizia improvvisa che si è abbattuta su una giurata amatissima e che ha scosso il mondo dello spettacolo e della cultura.
Rosabianca Cinquetti, affettuosamente conosciuta come Robi, si è spenta ieri mattina all’età di 78 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel panorama artistico veronese. Sorella della celebre cantante Gigliola Cinquetti, Robi ha dedicato la sua vita all’arte, non solo come pittrice, ma anche come insegnante e gallerista, contribuendo attivamente alla promozione della cultura visiva in Italia. La sua carriera artistica è stata caratterizzata da una continua ricerca del significato profondo degli oggetti e delle esperienze quotidiane, che riusciva a trasmettere attraverso il suo lavoro.
Nata a Verona, Rosabianca ha ottenuto il diploma al Liceo Artistico Boccioni nel 1964. Sin dai primi anni della sua carriera, ha mostrato una spiccata inclinazione per l’insegnamento, trasmettendo la sua passione per l’arte ai suoi studenti. Tuttavia, è stata la sua pensione a segnare un vero e proprio rinascimento per la sua attività pittorica. In questo periodo, Robi ha dato libero sfogo alla sua creatività e ha avviato una carriera parallela come gallerista, insieme al marito Maurizio Angiari, nello Spazioarte Pisanello, situato nel suggestivo contesto della chiesa di San Fermo, in collaborazione con la Fondazione Toniolo.
Un impegno per l’arte
Dal 1997 al 2012, la coppia ha dedicato il proprio impegno a promuovere giovani artisti emergenti e a rendere omaggio ai maestri storici dell’arte veronese. Questo spazio è diventato un punto di riferimento per la comunità artistica locale, un luogo dove l’arte contemporanea e la tradizione si sono incontrate in un dialogo fecondo e stimolante. L’iscrizione all’Accademia Cignaroli nel 1980 ha rappresentato un ulteriore passo in avanti per la Cinquetti, che ha avuto l’opportunità di seguire corsi sotto la guida del Maestro Francesco Giuliari. Questo percorso le ha consentito di affinare la sua tecnica e di ottenere riconoscimenti significativi da parte di critici di fama, tra cui Renato Barilli e Flavio Caroli.

L’arte di Rosabianca
Le opere di Rosabianca sono caratterizzate da una straordinaria capacità di trasformare oggetti quotidiani in un palinsesto narrativo che va oltre la mera rappresentazione. Carmela Perucchetti, nel presentare il ciclo “Acciaio”, ha descritto il lavoro di Robi come capace di raccontare l’invisibile percorso dell’anima, mettendo in luce le fatiche e le gioie della vita. Le tele di Rosabianca, spesso dominate da oggetti ingigantiti, creano un’atmosfera di straniamento, dove la realtà si fonde con la dimensione onirica.
La sua abilità nel riprodurre dettagli con precisione ha portato alcuni critici, come Jean Jouvet, a definire i suoi oggetti come “sublimati, quasi vivi”.
Giorgio Cortenova ha sottolineato come il lavoro della Cinquetti non si possa etichettare come iperrealista; piuttosto, la sua arte si sviluppa lungo una traiettoria opposta, in cui memoria e esperienza personale giocano un ruolo cruciale.
Rosabianca Cinquetti lascia un’eredità duratura nel mondo dell’arte e un ricordo indelebile nella vita di coloro che l’hanno conosciuta e apprezzata. La sua capacità di trasmettere emozioni e significati attraverso il colore e la forma continuerà a ispirare generazioni di artisti e amanti dell’arte.