LA DIGNITà DELLA POLITICA
di LUCA MOLINARI
La politica è compiere scelte conformi ed atteggiamenti per il bene e per il miglioramento della vita pubblica.
Ciò deva avvenire rispettando le regole le legge che l'intera collettività si è data.
Ogni atteggiamento pubblico può essere considerato "politico" (nel senso etimologico della parola).
La politica, quindi, diviene una delle attività più importanti nella vita di una comunità. La politica, quindi, necessita di essere sempre coniugata e collegata alla dignità. La politica stessa ha una propria dignità che deve andare a beneficio della comunità e della collettività
Fin dall�antica Grecia la politica era ritenuta una scienza ed un�arte al servizio della collettività e del benessere diffuso di tutta la cittadina. Questa idea alta e nobile della politica si è tramandata attraverso i secoli ed è ben sintetizzata ed espressa in queste parole di Napoleone III: �In politica bisogna guarire i mali, non acuirli�.
Dalla cultura illuminista del XVIII secolo trova nuova linfa vitale un�idea della politica come spirito di servizio che coniugato con il concetto di democrazia moderna (secoli XIX e XX) fa sì che la vita civile sia il risultato dell�interazione di tutte le componenti sociali e partitiche (sia di maggioranza, sia d�opposizione) nell�interesse di tutte le classi sociali e di tutti i settori della popolazione.
La politica non può essere ridotta ad una pura competizione elettorale: le elezioni sono solo un momento del gioco in cui gli elettori affidano i diversi ruoli (maggioranza ed opposizione) ai differenti attori presenti nell�agone politico. Contrariamente ad una qualsiasi manifestazione sportiva la vittoria elettorale è solo l�inizio di un lungo e difficile percorso di governo durante la cui azione si deve tenere conto degli interessi sia di quei settori sociali da cui si ha ricevuto consenso, sia di coloro i quali avevano espresso una diversa preferenza. Sopra a tutto deve prevalere l�interesse comune di tutta la cittadinanza e non, come purtroppo è avvenuto troppo spesso in Italia, quello dei singoli che, spacciandosi come uomini della provvidenza, hanno pensato di poter piegare le istituzioni agli interessi propri e del proprio blocco sociale.
E� proprio in nome di questa nobile concezione della politica che riaffermiamo la necessità di non ridurre la vita pubblica ad uno spot, con cui è giusto propagandare e sollecitare l�acquisto di un bene di consumo prodotto da una determinata azienda piuttosto che quello di una ditta concorrente, ma è assolutamente sbagliato influenzare le scelte elettorali ricorrendo a tali mezzi di pressione: tali scelte dovrebbero essere il frutto di valutazioni e meditazioni personali e non di un incessante martellamento pubblicitario. Vi è, infatti, il rischio che l�utente del mezzo televisivo non sia più libero nelle proprie scelte quotidiane, ma venga condizionato dalla pubblicità e da una distorta informazione che non fa coincidere il messaggio diffuso con la realtà contingente; i mezzi radiotelevisivi non sono più servizi informativi di pubblica utilità, ma diventano elementi condizionanti del nostro agire quotidiano (dalla decisione relativa a quale marca di lavatrice acquistare al supermercato, alla scelta di quale partito votare nel segreto dell�urna): non è più l�uomo a controllare la tecnologia, ma è la tecnologia a controllare la vita umana.
Discorso analogo al precedente vale anche per i famosi e famigerati sondaggi d�opinione il cui uso distorto e martellante rappresenta un vulnus, una ferita, per una moderna democrazia. Non si può condizionare l�azione della classe politica in base a sondaggi, molti dei quali di dubbia natura, che vengono branditi come clave da solerti giornalisti, nel cui pantheon personale di sicuro non trovano posto né Joseph Pulitzer, né Ilaria Alpi, ma si vedono chiaramente gli stessi cromosomi presenti nel DNA di molti imbonitori degni delle peggiori televendite, che, spacciandosi come difensori di una fantomatica quanto inesistente società civile, diventano difensori di ben strutturati e chiaramente definiti gruppi di pressione (di ogni tendenza e di ogni colore): si deve sempre provare un profondo e sincero senso di ribrezzo quando qualcuno contrappone il popolo sovrano alle legittime assemblee da esso elette.
Un importante compito di una classe dirigente degna di questo nome è saper fare e far recepire anche scelte che, nel momento contingente in cui vengono proposte, risultassero avverse, ma che, nel medio-lungo periodo potrebbero risultare necessarie ed utili per l�interesse collettivo. Quando ci si oppone alle scelte del potere esecutivo la democrazia stessa prevede gli strumenti, a volte anche molto duri, per opporsi e per cercare consenso su opzioni alternative.
Da questo quadro d�insieme si denota come la politica debba essere una missione, frutto di un forte spirito civico e di quel �senso del dovere� di cui parlava un martire della democrazia e dell�Italia repubblicana, quale il compianto onorevole Aldo Moro.
Giunti a questo punto non possono che tornare alla mente le parole di uno dei Padri dell�Illuminismo come Immanuel Kant. �Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me�, ossia si è veramente liberi quando, nel proprio agire quotidiano, si sceglie di fare ciò che è giusto svincolandosi da motivazioni e passioni personali (liberi da e non liberi di): ci si comporta in maniera proba e corretta, non perché timorosi di una punizione, ma perché si capisce che tale comportamento è contemporaneamente giusto ai fini dell�interesse sia personale, sia collettivo e del rispetto reciproco. Una volta che questa semplice norma sarà interiorizzata da ampi strati della comunità la vita pubblica e la politica assumeranno una forte dignità e livelli qualitativamente migliori rispetto a quelli attuali
di LUCA MOLINARI