Storia dei servizi segreti russi (2) |
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LE TORTUOSE TRAME DEL KGB |
Churchill,
Roosevelt e Stalin: a Yalta divisero il mondo in due blocchi |
Donald Maclean, Kim Philby, Guy Burgess, Antony Blunt, John Cairncross, sono questi i nomi delle cinque talpe inglesi reclutate a Cambridge dall'NKVD che, a partire dalla metà degli anni Trenta, sottrassero alcune tra le più importanti informazioni ai servizi segreti britannici e le passarono alla Russia. A differenza di molte spie che vendevano informazioni al nemico per denaro, "i magnifici cinque" erano mossi da motivi ideologici ed in particolare dall'antifascismo e vedevano nel comunismo russo l'unico modo per combatterlo efficacemente. Kim Philby era nato in India nel 1912 e si era laureato in economia a Cambridge. Sempre animato da ideali antifascisti, iniziò partecipando alle attività di un gruppo comunista legale a Parigi, per poi passare ad un'organizzazione clandestina comunista a Vienna dove il suo compito era quello di fare da corriere tra i comunisti fuorilegge austriaci ed i loro contatti in Ungheria e a Parigi.
Philby era abilissimo nel far uscire dallo Stato comunisti e socialisti e, date queste sue particolari capacità, nel '34 fu rimandato in Inghilterra per tentare di infiltrarsi nel SIS (Secret intelligence service). Fece così domanda per essere assunto nel servizio civile inglese ma gli fu risposto che i suoi trascorsi di simpatizzante comunista non erano i requisiti ideali per poter accedere ad una carica amministrativa. Philby quindi si impiegò presso la redazione di un giornale liberale e intanto ruppe tutti i legami con gli amici comunisti di Cambridge e sparse la voce che le sue idee politiche erano cambiate.
Lo stratagemma funzionò perché qualche tempo dopo fu ammesso a lavorare presso la Società delle Nazioni. Fu inviato in Spagna durante la guerra civile come giornalista, ma in realtà aveva ricevuto l'ordine dall'NKVD di constatare e fornire informazioni sulla potenza bellica dei fascisti. Nel '40 riuscì finalmente a penetrare nel SIS dapprima nella sezione D detta dei "trucchi sporchi" che aveva l'incarico di escogitare mezzi diversi dalla forza per battere i nemici, in seguito fu assunto nel SOE (Special operations executive), dipartimento voluto da Churchill per vincere la guerra in Europa usando la sovversione, e da ultimo entrò nel controspionaggio. Il 'colpo' di Philby meglio riuscito e grazie al quale il KGB lo considerò il suo migliore agente tra il 1935 e il 1951, avvenne nel '44 quando fu costituita in Gran Bretagna la IX sezione incaricata di studiare i vecchi fascicoli dell'attività comunista sovietica. La direzione della sezione spettava di diritto al capo di Philby, Cowgill, ma Mosca intimò al suo agente di ottenere il comando della sezione a tutti i costi. Così Philby colpendo alle spalle il suo superiore ed amico, prese a frequentare assiduamente il vicecapo del SIS Valentine Vivian, da anni nemico giurato di Cowgill, se ne assicurò l'appoggio e il posto fu suo.
Cowgill in seguito a ciò fu costretto alle dimissioni cosicché Philby si sbarazzò pure di un feroce anticomunista. Guy Burgess, figlio di un ufficiale della marina, condusse un'infanzia agiata e convenzionale. Sfacciatamente omosessuale, sfoggiava insieme alle sue relazioni con i maschi della classe operaia, idee marxiste e godeva dei segni evidenti dello sfascio dell'Impero inglese. Grazie all'aspetto attraente ed al carattere aperto e disinibito, riuscì ad allacciare stretti rapporti con numerosi personaggi di spicco del mondo universitario mentre ancora studiava, e con personalità politiche in seguito. Alla fine del '35 divenne l'assistente personale di un giovane deputato conservatore talmente di destra da venire definito un fascista. Dopo qualche anno trascorso come produttore presso la BBC (la radio nazionale inglese), ottenne un incarico al SIS nella sezione D e poi nel SOE ma fu presto licenziato a causa del suo carattere indisponente. Burgess fu elemento chiave nel reclutamento di un altro dei magnifici cinque, Antony Blunt. Blunt, pur avendo abbracciato già da un pezzo le dottrine marxiste, non avrebbe mai avuto la determinazione di passare dalle idee ad un'azione vera e propria. Fu Burgess a convincerlo sfruttando l'ascendente che godeva nei suoi confronti. L'attrazione che Burgess esercitava su Blunt era sia di natura sessuale che intellettuale; Blunt era conquistato dalla vivacità di spirito e dalla competenza in materia politica dell'amico ed eseguiva tutto ciò che Burgess gli consigliava di fare. Dopo aver seguito un corso per capitano della polizia militare di sicurezza, fu impiegato nel controspionaggio del SIS col compito di sorvegliare le ambasciate dei paesi neutrali. Donald Maclean, figlio di un avvocato presbiteriano e liberale, crebbe in un ambiente conservatore e moralista, ma non vi si oppose mai con violenza pur coltivando fin dalle scuole superiori idee di sinistra. Fu all'università che conobbe Burgees che lo liberò dalle inibizioni sia politiche che di altra natura.
Nel 1935, dopo aver rinnegato le sue idee comuniste ed aver superato durissimi esami di ammissione, riuscì a diventare funzionario diplomatico di Sua Maestà al Foreign Office presso la Società delle Nazioni. Da qui inizialmente fornì all'NKVD una gran massa di informazioni soprattutto riguardo alla guerra civile spagnola, ma i russi volevano che riuscisse ad arrivare ancora più in alto. Nel 1944 fu trasferito a Washington come primo segretario presso l'ambasciata britannica. Il quinto uomo, l'ultimo ad essere identificato ufficialmente e riguardo al quale sono state scritte molte pagine nel tentativo mal riuscito di carpirne l'identità, è John Cairncross, il cui nome viene rivelato per la prima volta da Oleg Gordievskij nel libro di Andrew-Gordievskij, La storia segreta del KGB, edizioni Rizzoli. Cairncross, proveniente da Glasgow, studiò a Cambridge dove uno dei suoi supervisori per la letteratura francese era Antony Blunt il quale, notate le sue tendenze smaccatamente comuniste, lo segnalò a Burgess. Nel '36 dopo aver reciso ogni contatto con il partito comunista, Cairncross fu assunto al Foreign Office e due anni dopo passò al Ministero del Tesoro. Sembra che Cairncross sia stato il primo agente infiltrato a dare notizia ai sovietici della decisione di inglesi e americani di costruire la bomba atomica. Stalin, saputolo, dette subito ordine ai suoi fisici di lavorare allo stesso progetto e al tempo stesso sguinzagliò le sue migliori spie perché sottraessero il maggior numero di informazioni in merito. Durante la guerra Cairncross riuscì a trasmettere quasi tutta la documentazione sulle strategie pianificate da Churchill nel War Cabinet, il Consiglio di Guerra e sui comitati scientifici creati per studiare l'applicazione della scienza allo sforzo bellico.
Così grazie al quinto uomo i sovietici si fecero un quadro molto preciso della politica britannica. Ma Stalin, anziché considerarsi soddisfatto, si agitava. Per anni i cinque di Cambridge condussero una doppia vita: di giorno portavano avanti il lavoro ufficiale e di notte fotografavano i codici, ricopiavano i dispacci, trasmettevano le informazioni che avevano raccolto durante lo svolgimento del loro lavoro e nello stesso tempo dovevano adottare tutti gli accorgimenti opportuni per non venire smascherati. Le manovre rocambolesche e i singolari espedienti che fanno sorridere nei film sulle spie, non sono sempre frutto della fantasia dei registi. Un giorno Kim Philby, durante la sua permanenza in Spagna, fu fermato e perquisito dai fascisti; in tasca aveva un foglietto con il numero di codice assegnato dall'NKVD: l'unico modo per non farlo cadere in mano ai poliziotti fu quello di mangiarselo. L'apporto che i Cinque di Cambridge insieme ad altre spie infiltrate diedero alla sigint sovietica (nel gergo dei servizi russi la sigint indica la tecnica di decodificazione dei dispacci segreti dei governi stranieri o nemici), negli anni Trenta e poi durante la seconda guerra mondiale, fu notevole. Si può dire che, per la quantità sorprendente di informazioni che trasmisero agli analisti russi in circa 15 anni, la resero ancora una volta il sistema informativo più forte del mondo. Durante la guerra, mentre i servizi segreti inglesi e americani erano impegnati ad operare contro un unico nemico cioè la Germania, la Russia continuava a tenere sotto stretto controllo sia l'antica nemica, la Gran Bretagna, sia gli Stati Uniti che cominciavano ad acquisire un ruolo sempre più rilevante nell'assetto mondiale. Mentre però a Whitehall gli agenti sovietici erano riusciti a penetrare in un solo ministero, in USA l'OSS, predecessore della CIA, non aveva quasi più segreti per loro e lo stesso avveniva per l'ambasciata americana a Mosca.
Infatti negli anni Trenta le misure di sicurezza prese dagli Stati Uniti nella trasmissione dei loro dispacci erano praticamente nulle e la maggior parte dei diplomatici americani non si rendeva conto della portata dello spionaggio russo. Non si faceva caso ad esempio alle ragazze gentilmente fornite dall'NKVD per l'intrattenimento dei militari o degli agenti dell'ambasciata nella capitale sovietica e fino alla fine della guerra nessuno pensò a perquisire gli uffici in cerca di microfoni. Nel contempo a Mosca gli Stati Uniti non avevano nessun agente infiltrato. Nel '43 anzi il generale Donovan, capo dei servizi segreti americani, propose una collaborazione tra l'OSS e l'NKVD. Il patto che fu accolto con entusiasmo dai russi, prevedeva uno scambio reciproco di informazioni, la costituzione di un'agenzia dell'OSS a Mosca e una dell'NKVD a Washington (che non avvenne mai perché sia Roosevelt che il capo dell'FBI si opposero) e l'unione delle forze per attuare misure repressive contro il nemico comune, la Germania. Secondo Andrew e Gordievskij, l'OSS dava molte più informazioni di quante ne ricevesse. Inoltre i russi fornivano notizie importanti solo se potevano ricavarne una qualche utilità; ad esempio nel settembre del '44 l'NKVD fornì agli USA l'elenco di alcuni insediamenti nemici in Polonia e in Germania Ovest, ma solo nella speranza che gli americani le bombardassero. Nel 1945 il neo presidente americano Trumann decise di sciogliere l'OSS; fu un duro colpo per i russi che videro licenziare tutti i loro agenti infiltrati. Anche in Gran Bretagna dopo la fine della guerra fu smobilitato il SOE e il Centro di Informazioni cosicché Blunt ed altre spie dovettero lasciare il SIS. La situazione fu aggravata dalla defezione di molti agenti sovietici: infatti l'ondata di entusiastica passione per il socialismo che aveva animato molti giovani negli anni trenta, era quasi del tutto svanita alla fine della guerra e l'ossessione per i complotti aveva ricominciato ad albergare nell'animo di Stalin unitamente all'ansia di primeggiare non solo rispetto alla Gran Bretagna, ma ormai anche, prepotentemente, rispetto agli Stati Uniti che nel 1947 avevano fondato una nuova organizzazione di servizi segreti: la Central Intelligence Agency (CIA).Furono le armi atomiche la prima grande sfida lanciata dagli Stati Uniti e su cui i russi dovettero misurarsi. Berija, capo dell'NKGB, nuovo nome dei servizi segreti sovietici, mentre torchiava il responsabile del progetto atomico, Kurcatov, perché sperimentasse la bomba atomica il più in fretta possibile, nello stesso tempo ordinava a tutte le spie occidentali, come priorità assoluta, di occuparsi delle informazioni sugli ordigni che erano esplosi su Nagasaki e Hiroshima. Un ruolo di primo piano nel furto delle informazioni fu ricoperto a Washington da Donald Maclean il quale, come membro dell'ambasciata britannica, aveva accesso all'Atomic Energy Commission dove prese a fare delle puntatine notturne. La prima bomba atomica sovietica fu sperimentata nel settembre del 1949, ma Stalin e Berija non si perdonarono mai di essere arrivati secondi e vissero perennemente nel timore che gli americani fossero a conoscenza di segreti nucleari a loro ignoti.
Fino agli anni '50 comunque il servizio segreto sovietico in quanto a raccolta delle informazioni e penetrazione di agenti, prevaleva nettamente sul SIS e soprattutto sulla neonata CIA, grazie al fatto di non avere mai interrotto la sua attività durante la guerra, ma soprattutto perché fino al 1951 poté contare sulla collaborazione dei cinque di Cambridge, forse i migliori agenti infiltrati che un servizio segreto a quei tempi potesse vantare. Burgess, ad esempio, per quanto logorato dalla doppia vita che conduceva, tanto che alcuni sospettavano che fosse tossicodipendente, era stato ammesso nell'Information Research Departement, nuovo organismo inglese creato con lo scopo di controbattere la guerra psicologica sovietica; "grazie" a Burgess il dipartimento fu compromesso completamente. Inoltre molti dei tentativi fatti da Gran Bretagna e Stati Uniti di inviare agenti in Russia e nei paesi Baltici perché si infiltrassero e inviassero informazioni segrete, fallirono. L'NKGB riusciva infatti quasi sempre ad intercettarli in seguito a segnalazioni di talpe attente e ben addestrate come Philby, a catturarli e quindi ad usarli per trasmettere informazioni false alla controparte. Talvolta però, com'era tipico dei sovietici, si cadeva in esagerazioni; nel '54 il SIS chiese ad alcuni suoi agenti infiltrati, ma in realtà catturati dai russi, di inviare un campione d'acqua di un fiume in Russia presso il quale si sospettava ci fosse una centrale nucleare. I sovietici inviarono il campione d'acqua che però risultò possedere una concentrazione tale di radioattività che non poteva essere stato prelevato che da un reattore nucleare.
Gli inglesi non solo riconobbero l'inganno, ma si resero conto che la Russia manipolava i loro agenti. Nel 1951 Maclean, Burgess e Cairncross, furono costretti a uscire di scena. Maclean e Burgess fuggirono in Unione Sovietica appena in tempo per non essere smascherati. Gli americani infatti erano riusciti a sfruttare alcune piccole crepe nella sicurezza dei codici sovietici per intercettare ed interpretare molti messaggi cifrati. Fu un grande passo avanti nello sviluppo della tecnologia americana se si pensa che per interpretare un messaggio sovietico era necessario sostituire ad ogni parola o addirittura ad ogni lettera, un numero di cinque cifre dato da un codice, quindi ad ogni numero bisognava aggiungerne un altro di altrettante cinque cifre tratto da un codice sempre diverso di cui ne esisteva solo una copia a Mosca.
Grazie a queste decodificazioni, si individuò l'esistenza di una talpa tra le file britanniche a Washington e nel '51 le maglie della rete si strinsero sempre più attorno a Maclean il quale si accorse che ormai da mesi nessun collega gli consegnava più alcun tipo di documentazione. Burgess, che da qualche tempo lavorava negli Stati Uniti, spaventato a morte per la situazione, fu fatto defezionare insieme a Maclean. Cairncross invece si dimise dal Ministero del Tesoro in seguito ad un imperdonabile errore di Blunt. Questi, dopo la fuga di Burgess, fu incaricato dal SIS di perquisire l'abitazione del fuggitivo ma naturalmente sfruttò l'occasione per nascondere alcuni documenti compromettenti; ma non notò parecchi fogli che nominavano e coinvolgevano Cairncross, il quale, interrogato, non poté nascondere di avere trasmesso alcune informazioni alla Russia, ma riuscì a non rivelare la sua identità di spia. Si trasferì in Nordamerica e poi a Roma dove lavorò presso la FAO (Fondo per l'agricoltura e l'alimentazione) fino al 1964, anno in cui durante un ennesimo interrogatorio fu costretto a scoprire tutte le sue carte.
Per quanto riguarda Philby, in seguito alla fuga di Burgess, con cui aveva sempre avuto stretti rapporti, fu sottoposto a processo e, sospettato di spionaggio, allontanato dal SIS; anche se non poterono incriminarlo per mancanza di prove, tutti, tranne una piccola schiera di amici intimi, erano convinti della sua colpevolezza. Il 5 settembre 1953 moriva Stalin e nel marzo dell'anno dopo il servizio segreto sovietico fu riorganizzato e prese il nome di Komitet Gosurdarstvennoij Bezopasnosti, ossia il Comitato della Sicurezza di Stato, abbreviato con la sigla KGB e posto sotto il comando del generale Serov. Nel '53 venne anche costruita una nuova sede dell'ambasciata americana a Mosca in via Ciaikovski all'interno della quale si trovava la sezione moscovita della Cia. La sorveglianza durante i lavori di costruzione perché non venissero installati microfoni, fu serratissima eppure i funzionari che lavoravano e dimoravano nell'edificio si accorsero presto che le pareti delle stanze emettevano degli strani fruscii. Gli americani insomma non avevano scampo contro la collaudata sigint sovietica e per quanto avessero costruito una serie di tunnel che si diramava da Berlino Ovest per l'intercettazione delle comunicazioni telefoniche dell'URSS e della Germania Orientale, la quantità di informazioni raccolte non era mai pari a quella nemica. Dovettero così intraprendere altre strade; una di queste fu quella della ricognizione aerea. Nel 1955 il presidente Eisenhower propose all'URSS di attuare la politica dei "cieli aperti" con la quale entrambe le parti avrebbero potuto controllare la situazione militare opposta. La Russia rifiutò la proposta, ma gli USA, noncuranti della volontà degli avversari, cominciarono a sorvolare i cieli sovietici con aerei tipo U2 e dopo alcuni mesi misero in orbita il primo satellite spia.
In questi anni fu anche ingaggiato il primo grande agente infiltrato sovietico, il colonnello Oleg Vladimirivic Penkovskij. Buon amico di Serov, fornì agli americani 5500 foto dei missili e dell'artiglieria terrestre sovietica, le valutazioni aggiornate dei missili balistici intercontinentali, le fasi di allerta, la sequenza di lancio, il grado di precisione e i difetti dei missili. Tra americani e inglesi, erano trenta gli analisti impegnati nella valutazione dei soli dati forniti da Penkovskij. Grazie a questo materiale e alle riprese fotografiche degli aerei-spia U2, gli americani nel '62 riuscirono ad intervenire tempestivamente nella crisi cubana, quando cioè i sovietici, dopo avere appoggiato il governo di Castro, installarono segretamente a Cuba, a sole 90 miglia dalla costa della Florida, dei missili nucleari puntati sugli USA. Elemento cruciale per la copertura della missione fu la residenza del KGB a Washington che fu incaricata, tra l'altro, di mantenere un canale per le comunicazioni tra Mosca e la Casa Bianca con lo scopo di disinformare.
Quando però gli americani scoprirono l'esistenza dei missili, la stessa residenza dovette cambiare politica e tentare il tutto e per tutto per salvare le apparenze e mantenere intatto il dialogo USA-URSS. Intanto il presidente americano Kennedy ordinava la formazione di un Comitato preposto alla soluzione della crisi e il 22 ottobre imponeva il blocco navale per impedire che i rifornimenti bellici arrivassero ai sovietici a Cuba. Nel 1963 Penkovskij, sospettato di spionaggio a seguito di una serie di comportamenti anomali, fu pedinato. La famiglia che viveva sopra l'appartamento del colonnello fu mandata in vacanza e così gli agenti del KGB poterono praticare un piccolo foro sul pavimento inserendovi un obiettivo miniaturizzato dal quale riuscirono a riprenderlo mentre adoperava macchine fotografiche e manipolava cifrari.
Per la prova decisiva di colpevolezza era però necessario perquisire il suo appartamento e fu possibile farlo spedendo il sospettato in ospedale per un breve periodo dopo avergli provocato tramite una sostanza tossica somministrata attraverso la sedia, una lieve ma fastidiosa indisposizione. Ottenute le prove necessarie nel '63 Penkovskij fu arrestato, brutalmente torturato e fucilato. Dalla metà degli anni '60 la Russia non ebbe più agenti brillanti, ideologicamente e politicamente coinvolti come lo furono i Magnifici Cinque insieme a pochi altri. Perlopiù si trattava di piccoli criminali in cerca di una vita fatta di azioni eclatanti, fama e denaro. Quel che è interessante esaminare sono invece i rapporti tra USA e URSS negli anni Settanta, gli anni cioè della cosiddetta distensione. Nel Maggio del '72 Richard Nixon si recò a Mosca: fu la prima volta che un presidente americano faceva visita all'Unione Sovietica. E nel '73 Breznev ricambiò la visita, recandosi negli Stati Uniti. Da questi incontri scaturirono alcuni tra i più importanti accordi mai stipulati durante gli anni della guerra fredda, tra i quali quello per la limitazione dei sistemi antimissili balistici e delle armi strategiche. In realtà non fu tanto per merito dei due presidenti che si arrivò a tali accordi ma per le trattative di due diplomatici, Henry Kissinger, preposto alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti e Anatolij Fedorovic Dobrinin, ambasciatore russo a Washington. Quest'ultimo era molto criticato a Mosca per il suo essersi eccessivamente 'americanizzato'; in realtà fu uno dei pochi a calarsi nella mentalità occidentale ed a riuscire a trovare un punto di incontro con gli americani.
Ma se questa era la situazione così come appariva ufficialmente, di fatto tra gli anni '72-'80 sia da parte americana che sovietica si verificò un massiccio riarmo: aerei d'attacco, cacciabombardieri, caccia intercettori, missili terra-aria, sottomarini nucleari, sommergibili d'attacco, bombardieri d'attacco con base a terra, armi atomiche tattiche, moltiplicarono il loro numero nell'arco di pochi anni negli arsenali di entrambe le potenze. Dal canto suo il Primo Dipartimento, cioè la sezione del KGB che si occupava di Stati Uniti e Canada, crebbe enormemente come numero di funzionari e agenti addestrati; possedeva una residenza, oltre che a Washington, anche a New York e a San Francisco e gli USA continuavano ad essere definiti il "Nemico Principale". Quando nel '74 Krjuckov divenne capo del Primo Direttorato (il dipartimento delle informazioni estere), furono adottate delle misure atte ad approfittare del clima creato dalla distensione per intervenire contro il nemico. Ad esempio fu costituita una sezione speciale col compito di attuare azioni di spionaggio contro gli americani stanziati in altre parti del mondo, fu ingaggiata una nuova generazione di agenti infiltrati e si produsse una gran quantità di falsa documentazione da attribuire alla CIA per screditarla. Ma fu con Reagan negli anni '80 che la tensione tra Est e Ovest si acuì in modo pericoloso. Il presidente americano non sembrava avere alcuna intenzione di continuare e rafforzare il dialogo con la Russia cominciato in modo serio da Nixon e rinnovava ogni volta che poteva l'accusa al governo sovietico di voler instaurare ovunque e con qualunque mezzo il regime comunista; aumentò di molto il budget stanziato per la difesa e potenziò le armi nucleari e i missili, convinto che non era pensabile fare dei tagli finanziari alla difesa poiché la pressante realtà dell'avanzata sovietica verso la supremazia militare minacciava pericolosamente l'assetto di pace.
A sua volta Andropov, capo del KGB, non ci mise molto a sospettare che gli Usa stavano per sferrare un attacco nucleare e tenne un drammatico discorso in cui annunciava l'incursione imminente ed avvisava che i servizi segreti sovietici ai più alti livelli avrebbero collaborato in un'operazione segreta chiamata in codice RYAN, Raketno Yadernoe Napadenie cioè attacco di missili nucleari. In preparazione ad un eventuale attacco, RYAN doveva rubare informazioni militari alla CIA e alla NATO e controllare ogni mossa dell'avversario, fu persino ordinato di controllare se il numero di luci accese di notte negli uffici governativi americani aumentava. Intanto si diede inizio ad una serrata campagna denigratoria contro Reagan. Tipica era la mossa di fornire al corrispondente a Londra di un giornale americano alcune false notizie su qualche personaggio di spicco per mettere a segno la duplice mossa di screditare la persona in questione e incrinare i rapporti tra Stati Uniti e Gran Bretagna, soprattutto da quando con l'elezione di Margaret Thatcher, questi rapporti si erano rinforzati. Nel febbraio dell'83 Mosca diede ordine di adottare tutte le misure attive possibili per impedire la rielezione di Reagan, come contattare tutti gli altri candidati ed appoggiarli, raccogliere il maggior numero di informazioni per screditarlo, diffondere lo slogan "Reagan vuole la guerra". Il 1� settembre 1983 nel Mar del Giappone la Russia abbatté un aereo di linea coreano, il KAL 007 che senza ostili intenzioni era entrato nello spazio aereo sovietico. Tutti i passeggeri e l'equipaggio morirono. La prima reazione dei sovietici fu quella di negare la responsabilità e in seguito ammisero di aver abbattuto un aereo credendolo una spia americana, ma in ogni caso dimostrarono al mondo intero di tenere sotto rigido controllo lo spazio aereo e di avere i caccia caricati di missili e in assetto di guerra.
Reagan sfruttando la situazione a dir poco imbarazzante in cui si erano cacciati i russi, fece diffondere in televisione un pietoso programma in cui era possibile ascoltare parte della comunicazione tra il pilota che aveva lanciato il missile e il comando al suolo, dialogo ottenuto con l'intercettazione della sigint e raggiunse lo scopo di convincere definitivamente Mosca che era in corso un mega complotto occidentale antisovietico. Questa convinzione si rafforzò ancora di più quando nel novembre dello stesso anno le truppe della NATO provarono per dieci giorni le procedure militari per un eventuale attacco nucleare: 'Able Archer 83' fu chiamata l'operazione. Andrew e Gordievskij sostengono che durante 'Able Archer 83' il mondo si è davvero trovato sull'orlo dell'abisso nucleare. A quel punto era possibile intraprendere solo due strade: la guerra o il tavolo delle trattative. Michail Gorbaciov scelse la seconda. (2 - FINE)
di Paola Mocchi
Ringrazio per l'articolo
il direttore di