i
"NEOCON"
e la "DOTTRINA" di Bush
Giovanni De Sio Cesari
(http://www.giovannidesio.it/ )
Indice: Premessa - Relativismo etico - Storia del 900 - Islam fondamentalista
Legalità internazionale - America ed Europa
PREMESSA
E’ opinione comune che la cosi detta “ dottrina Bush ” enunciata subito dopo l’11 settembre e nel complesso portata avanti in questi anni sia la realizzazione delle idee dei " neoconservatori " americani (in genere abbreviato in”" neocon" ”)
Probabilmente si tratta di una esagerazione giornalistica in quanto le componenti che determinano la politica estera USA sono complesse, molteplici e anche contrastanti: tuttavia è indubitabile che la “dottrina Bush” cioè la attuale condotta della politica estera USA, non possa essere compresa se non si fa riferimento alle idee dei " neocon " . In questo articolo intendiamo offrire al lettore un quadro generale dell’orizzonte spirituale "neocon": non vogliamo proporre una studio sistematico di quel pensiero per il quale rimandiamo ad altre opere e nemmeno sollevare critiche che lasciamo al lettore: ci limitiamo a riportare un certo modo di concepire la realtà internazionale senza entrare nel merito della sua validità.
Ci pare però necessario premettere un brevissimo cenno informativo
"Neoconservatore” ( "neoconnservative") fu il termine con cui furono definiti un gruppo di pensatori che partendo dalla sinistra liberal americana degli anni '70 se ne staccarono ritenendo che alcune delle posizioni che essa andava assumendo fossero in contrasto con in principi di libertà e democrazia che ne erano il fondamento. Fondatori sono considerati William Kristol , direttore del settimanale conservatore The Weekly Standard e Gary Schmitt, direttore del Project for a New American Century (PNAC)
Attualmente i personaggi di spicco sono Norman Podhoretz e Robert Kagan
Norman Podhoretz nato nel 1930 in una famiglia povera ebrea fuggita dalla Germania fu esponente della controcultura leftist (della sinistra) degli anni 60 e se ne staccò collaborando a Commentary, rivista che difendeva i valori liberali Americani verso i quali egli sentiva "amore" descritto " My love affair with America" (la mia storia d'amore con l'America)
Recentemente ha pubblicato: "La quarta guerra mondiale: come è cominciata, che cosa significa e perchè dobbiamo vincerla"
Robert Kagan nato nel 1958 ha ricoperto anche incarichi di consigliere presso l’Amministrazione Presidenziale, è attualmente è il più attivo e noto esponente: recentemente ha pubblicate due opere di grande successo: "ll diritto di fare la guerra". "Il potere americano e la crisi di legittimità" e "Paradiso e potere. America ed Europa nel nuovo ordine mondiale".
Va notato che gli esponenti " neocon " sono in piccolo numero.
RELATIVISMO ETICO
I " neocon " intendono superare il relativismo sia etico che politico secondo il quale ogni civiltà ha una sua autocentralità, propri valori di riferimento e conseguentemente nessuna civiltà può considerarsi superiore a un’altra e tutte vanno tutte ugualmente considerate su un piede di parità. Essi sostengono invece che nel mondo vi è un progresso, che alcune civiltà e relative visioni etiche possono considerarsi più evolute di altre. Il punto di riferimento del giudizio è sempre l’uomo nella sua totalità e concretezza che ha, dovunque in qualunque latitudine e a qualunque razza appartenga gli stessi bisogni fondamentali.
Ogni uomo aspira alla libertà e al benessere: questi beni sono diffusi soprattutto in USA che sono espressione generale e più matura della civiltà dell’Occidente. La libertà è la condizione al benessere: la libertà rende possibile esprimere le proprie capacità e le proprie scelte non solo nel campo spirituale e culturale (religione, opinioni politiche, etiche ecc) ma anche nel campo della realizzazione economica: gli Usa (e l’Occidente in generale) conosce la prosperità perchè in essi è fiorita la libertà.
Non si può ad esempio mettere sullo stesso piano la civiltà dell’Occidente e quella islamica fondamentalista di un Mullah Omar o di Komeini: in quei paesi vediamo mancanza di liberta, terrore, donne oppresse e lapidate, culto della morte e guerre ininterrotte e conseguentemente povertà e sottosviluppo. Paesi come l’iraq e l’Iran sono state favorite dalla natura per i preziosi giacimenti di petrolio ma pure in essi la vita è angosciosa e misera perché manca la libertà e conseguentemente anche la prosperità.
D’altra parte l’emigrazione verso L’Occidente è un fenomeno che ben mostra come tutti gli uomini in quanto uomini dotati degli stessi bisogni fondamentali ritrovano in esso una vita migliore e per raggiungerla non temono di sottoporsi ad ogni terribile sacrificio pur di fare si che, se non essi, almeno i propri figli possano un giorno godere di vivere in quella civiltà: l’America è il sogno di tutta l’umanità.
Da questa concezione nasce conseguentemente l’idea che diffondere il modo di vivere americano sia inteso non come sopraffazione ma come liberazione degli uomini. Se non vogliamo rassegnarci all’idea che la maggior parte dell’umanità viva nell’oppressione e nel sottosviluppo dobbiamo ammettere che tutti gli uomini, se viene offerto loro la occasione, siano capaci di vivere in libertà e creare la loro prosperità. Ad esempio, non è affatto vero che gli Iracheni siano condannanti per razza o per irreversibile contesto storico a vivere sotto grottesche dittature e ai limiti della sopravvivenza: bisogna offrire loro la possibilità di un vivere secondo quel modello di libertà che porterà loro anche il benessere.
LA STORIA DEL 900
I " neocon " partono da una ricognizione della storia del '900
Gli USA tradizionalmente sono stati isolazionisti seguendo la "dottrina Monroe“ del 1823 secondo la quale come gli europei noi dovevano intromettersi negli affari delle Americhe cosi gli Americani non dovevano intervenire nei problemi dell’Europa e, data la situazione politica di inizio secolo, possiamo dire praticamente del mondo: malgrado alcune vistose eccezioni (come l’acquisto delle Filippine in seguito alla guerra con la Spagna) gli USA sono sempre rifuggiti dall’idea di espandersi al di fuori dei propri confini che era invece aspirazione forte delle potenze europee.
Tuttavia lo sviluppo della storia ha reso sempre più piccolo e interdipendente il mondo per cui gli Americani sono stati costretti, contro le proprie aspirazioni, ad intervenire nel mondo. Solo dopo aver superato un grandissimo disagio spirituale e una fortissima opposizione interna sono intervenuti nella Prima Guerra Mondiale quando una vittoria degli Imperi Centrali avrebbe minacciato anche la democrazia e gli Usa stessi.Subito dopo però si sono ritirati nel proprio isolamento e non vollero nemmeno partecipare alla Società delle Nazioni. Ma questo atteggiamento in effetti ha permesso l’affermarsi del nazismo in Germania e del nazionalismo in Giappone che hanno affermato una concezione “malvagia” del mondo secondo cui quelle nazioni erano considerate superiori e avevano il diritto di asservire o distruggere gli altri popoli (slavi, ebrei o cinesi), hanno portato i lager, gli stermini di massa, ogni orrore
Solo tardi l’America è scesa in campo contro di essi e dopo una lunga e sanguinosa guerra è riuscita a debellare quelle ideologie e portare in quei paesi libertà, democrazia e quindi benessere .
Si è pero profilato un secondo pericolo per l’umanità: il comunismo. Questo ha prodotto oppressione e miseria. I capi comunisti elevati a semidei con grotteschi culti della personalità hanno portato a fallimenti economici clamorosi con la conseguente morte per fame di milioni di individui (in URSS e in Cina in Cambogia) e per far tacere le critiche hanno sterminati la stragrande maggioranza dei comunisti stessi (purghe di Stalin , Rivoluzione culturale in Cina, killing field in Cambogia): anche il comunismo può essere allora definito, come già il nazismo il “male” (“impero del male“ secondo la celebre definizione di Reagan). Gli americano per quaranta anni lo hanno combattuto e alla fine sono riusciti a sconfiggerlo salvando per la seconda volta il mondo.
L’ISLAM FONDAMENTALISTA
Attualmente si profila un nuovo pericolo un nuovo “male” da combattere: il fondamentalismo islamico. Questo è molto meno dotato di mezzi di quanto lo fossero il comunismo o il nazismo tuttavia è un estremamente insidioso per la possibilità che ha esso, attraverso il terrorismo, di creare il caos in Occidente: secondo la minaccia bin Laden anche un numero molto contenuto di combattenti islamici (terroristi) può trascinare l’Occidente in una crisi di incalcolabile portata e minacciare le basi stesse della civiltà americana. Terroristi islamici potrebbero infatti compiere attentati in centri commerciali, ferrovie, industrie e bloccare la vita economica della nazione, potrebbero costringere a limitare quindi anche le libertà fondamentali che sono l’essenza stessa dell’America fin dalla sua formazione. Non vi è la possibilità di una difesa passiva; non è possibile controllare tutti gli obbiettivi possibili, praticamente infiniti, non bastano i normali controlli di polizia e il tradizionale sistema giudiziario garantista.
Il terrorismo è sostenuto infatti palesemente o nascostamente da regimi illiberali dispotici, impregnati di fanatismo antiamericano: gli stati canaglia (rogue states) che non rispettano il diritto internazionale e vengono quindi a costituire “l’asse del male”.
Il fondamentalista combatte l’America non per quello che fa ma per quello che è: solo strumentalmente essi rivendicano questo o quell’altro obiettivo (controllo del petrolio, ritiro americano, annientamento di Israele): in effetti quello che essi vogliono, e lo dichiarano apertamente, è combattere la libertà perchè temono, e a ragione, che questa possa espandesi nei loro paesi mettendo quindi fine ai regimi oscurantisti dispostici , oppressivi.
La lotta fra America e fondamentalismo assume quindi i colori della lotta del bene contro il male come era stato per la lotta il nazismo e al comunismo
Occorre quindi contro di essi bandire un “crociata”, si tratta di una guerra mondiale che sarà lunga e difficile: ma è meglio combatterla ora e non aspettare che le concezioni malefiche del fondamentalismo islamico si siano affermato e sviluppato ripetendo lo stesso errore compiuto negli anni ‘30 nei confronti del nazismo .
Siamo quindi alla IV Guerra Mondiale: l "dottrina" di Bush ha mostrato come vincere la Quarta come Truman mostrò come vincere la Terza
Come scrive Norman Podhoretz:
"La strada sulla quale gli Stati Uniti si sono incamminati dopo l'11 settembre è la sola strada sicura. Mentre procediamo su di essa, sorgono inevitabilmente questioni sulla sua giustezza e tali questioni sollevano richieste di ritiro dal campo di battaglia. Cose analoghe sono avvenute durante la seconda guerra mondiale e ancor più durante la terza (la guerra fredda). Ma siamo soltanto nella fase iniziale di quella che promette di essere una guerra molto lunga. In passato siamo andati avanti nonostante insofferenze e scoraggiamenti, per tutto il tempo necessario fino al giorno della vittoria, ed è esattamente questo che siamo chiamati a fare oggi.
Perché oggi proprio come durante quei titanici conflitti, dobbiamo combattere contro una forza assolutamente malvagia: l'islamismo radicale e gli stati che appoggiano, proteggono e finanziano il terrorismo. Questo nuovo nemico ci ha attaccato sul nostro territorio (cosa che né i nazisti né tanto meno l'Unione Sovietica erano mai riusciti a fare) e minaccia di colpirci di nuovo. Il suo obiettivo è la distruzione di tutto ciò per cui l'America ritiene giusto combattere. E' proprio questo, quindi, che noi, non meno della grande generazione degli anni '40 e della sua erede spirituale degli anni '50, abbiamo il dovere e l'onore di difendere”Si teme pure che Cina e Russia malgrado le apparenze alla fine siano solidali con le dittature medio-orientali perchè in realtà esse stesse sono regimi illiberali.
Si ritiene che l’America fino all’11 settembre sia stata troppo debole e arrendevole verso il terrorismo islamico
Gli Americani non hanno reagito alla presa di ostaggi dei propri diplomatici a Teheran (un fatto inaudito nella storia - vedi in IRAN, IERI E OGGI >), sono fuggiti dal Libano nel ‘82 dopo un attentato, si sono ritirati dalla Somalia dopo aver perso alcuni soldati, hanno sopportato senza reagire la uccisione di propri cittadini in tutto il mondo arabo, attentati continui alle proprie sedi diplomatiche e finanche sul suolo nazionale. Hanno cosi ingenerato l’idea della loro debolezza: bin Laden ha pensato e dichiarato che i russi erano stati miglior combattenti e che se li avevano sconfitti avrebbero potuto ancora più facilmente combattere gli Americani “perchè i vostri giovani (Occidentali ) pensano solo a salvare la loro vita mentre i nostri giovani sono disposti a sacrificarsi" (comunicato per l'attentato di Atocha)
L’11 settembre non è un fatto occasionale: è il culmine di una lunghissima serie di attentati a cui l’America non ha sostanzialmente reagito ingenerando la convinzione della propria fragilità e viltà: se l’America avesse reagito adeguatamente prima non ci sarebbe stato l’11 settembre cosi come se l’America fosse intervenuta in tempo contro il nazismo non ci sarebbe stata nemmeno la Seconda Guerra Mondiale.
LEGALITA' INTERNAZIONALE
I "neocon" Non credono alla efficacia di intervento dell’ONU e di altri simili organismi, del diritto internazionale, dei trattati.
L’ONU non ha mai fermato una guerra, non ha mai risolto una crisi: non sarà certo l'ONU a fermare il fondamentalismo islamico come non ha fermato nè i nazisti nè i comunisti. I principi internazionali sono in realtà i principi di libertà (diritti umani) propri degli Occidentali che attualmente vengono usati strumentalmente da quelle forze negatrici di ogni libertà. Quel tanto di legalità che c’è nel mondo è dovuto essenzialmente alla forza degli USA, al timore del loro intervento. Certamente l’ONU non ha fermato l’invasione del Queit o i massacri nella ex Jugoslavia, le guerre arabo-israeliane, guerre e guerriglie in africa: certamente non difenderà l’America dall’assalto del terrorismo islamico.
Il mondo è una giungla in cui bisogna sapersi difendere da soli e non bisogna fingere che esista un autorità super nazionale o leggi internazionali che siano n grado di difenderci. Classico è l’esempio dell’orso fatto da Kagan
Se si sa che nella foresta si aggira un orso (il terrorismo islamico) non bisogna (come fanno gli europei) armarsi di un coltello e cercare di non provocarlo nella speranza di non essere attaccati: prima o dopo l’orso feroce attaccherà e non saranno in grado di difendersi. Bisogna invece amarsi di un fucile e andare a scovare l’Orso per ucciderlo e liberarsi così del pericolo che esso rappresenta per tutti. Certo chi non ha il fucile (sufficienti forze militari cioè gli europei) può pure illudersi che basti il coltello ma se si ha il fucile vedrete che tutti poi lo useranno
Altro esempio famoso è quello del west: gli sceriffi danno la caccia ai banditi per eliminarli: i proprietari e gli avventori del saloon possono avere poco simpatia per gli sceriffi perché temono che li coinvolgano nelle loro sparatoria contro i banditi e sperare che alla fin fine i banditi possano anche accontentarsi di qualche bicchierino, senza fare troppi danni. Ma in realtà gli sceriffi colpiscono proprio per rendere sicuri i saloon perché i banditi non si accontenteranno solo di un bicchierino se nessuno li ferma.
Si pensa a un equilibrio instabile in cui la democrazia è il mezzo fondamentale per importare pace, stabilità e benessere Le guerre vengono riportate quindi a una concezione generale del mondo non sono legate a motivi strettamente difensivi
Non si tratta di stabilire se una guerra è giusta o meno secondo il criterio che sia una risposta a un attacco conclamato o meno ma bisogna vedere nella concretezza storica quali sono i valori in gioco.
Le guerre non sono più, come un tempo, dichiarate apertamente e combattute da eserciti schierati, ma sono combattute con ogni mezzo, in ogni luogo, in un mondo cosi interdipendente nel quale ogni avvenimento che accade in un punto qualsiasi di esso ha immediate ripercussioni su tutti il resto del mondo.
Non bisogna allora farsi “ legare le mani “ da considerazioni giuridiche che varrebbero solo per una parte e che invece l’altra parte ignora e strumentalizza.
Non si ignora il fatto che poi gli Americani stessi sarebbero i giudici o, come si dice, gli sceriffi del mondo intero. Ma non esiste una autorità moralmente e politicamente superiore che possa mettere ordine come d’altra parte non è mai avvenuto nella storia.
Non si nasconde che cosi sì forma una sorta di impero americano potenzialmente esteso su tutta la terra: tuttavia si ritiene che un tale impero sia anche un impero apportatore del bene (libertà e benessere) che combatte il male (oppressione e povertà).
Non si nega che questo stato di porti vantaggi all’America stessa ma si ritiene pure che ci sia una specie di coincidenza fra il bene dell’America inteso in senso lato e quello del resto del mondo.²%
AMERICA ED EUROPA
Il movimento "neocon" non solo non nasce dal nulla, ovviamente, ma sostanzialmente è in linea con la tradizione americana che risale fin alla formazione della nazione.
Fin dal primo sbarco dei Padri Pellegrini l’America si è posta come un luogo in cui potessero regnare la pace, la libertà, il lavoro in una parola uno stato ispirato alla morale e non alla ragion di stato.
In seguito mentre la vecchia Europa era dilaniata in guerre incessanti per il predominio e per l’espansione gli USA invece dichiaravano che non volevano partecipare ai giochi delle grandi potenze, che non volevano territori coloniali e si isolavano al di la degli oceani.
Mentre le nazioni europee quindi realisticamente (loro sì) distinguevano chiaramente l’etica dalla politica gli interessi nazionali dalla giustizia in generale gli USA invece rafforzavano l’idea che anche la politica internazionale doveva avere un valore, una connotazione etica. Quando poi l’evolvesi della politica internazionale ha portato gli Usa a potenza mondiale intervenendo prima nelle guerre mondiali, nella lotta al comunismo e in tutte le vicende politiche del mondo si è sempre mantenuta l’idea della dimensione etica: si combatte per il bene contro il male: il bene è la libertà e la democrazia, il male è ciò che si oppone ad esse impersonato dal nazismo, dal comunismo, ora dal fondamentalismo islamico: L’americano medio cosi si rappresenta la propria storia: che essa corrisponda effettivamente e in quale misura alla realtà poi è tutt’altra questione.I pensiero "neocon " in realtà è solo un aggiornamento e se vogliamo una ripresa della tradizionale visione politica americana e questo spiega il suo successo di fondo a prescindere dal numero esiguo di intellettuali che la propugna.
Per quanto riguarda l’Europa essi osservano che finchè erano le nazioni europee a dominare il mondo, (loro sì) l'uso della forza era frequente e ben tollerato e alla fine per ben due volte dopo con un intervallo di appena 20 anni si sono affrontate e distrutte a vicenda in due guerre sanguinose come mai nella storia. Dopo tali disastri, dal 45 in poi hanno finito con l’affidare la propria sicurezza all’America
In questo modo essi possono permettersi un tenore di vita alto, si possono permettere pensioni, assistenza sanitaria e lunghe ferie (il "paradiso") grazie al basso livello delle spese militari, consentito dalla protezione Statunitense (il "potere").
E' l'immagine del "free ride" (prendere l'autobus senza pagare il biglietto).In questo modo però hanno perso il senso della realtà internazionale finendo con il credere che realmente l’ONU o il diritto internazionale li possano difendere da pericoli. Ma certamente l’ONU non li difenderà dai terroristi islamici cosi come non li protesse dal pericolo comunista: la loro sicurezza invece dipende solo dal potenziale militare USA che invece restano “impigliati” nella storia ad esercitare il potere in funzione del bene comune e della difesa dei valori dell’Occidente .
Tuttavia la diversità di cultura strategica non discende direttamente, come sembrano pensare molti europei e anche alcuni Americani, da una diversità del carattere nazionale ma si tratta di un fatto contingente.
Si auspica che l’Europa possa ritrovare un suo ruolo internazionale ed affiancare l’America nella sua azione stabilizzatrice.
In particolare va pure rilevato il rapporto con il mondo cristiano.
In generale nel "neocon" vi è la tendenza a affermare i valori tradizionali dell’Occidente come la famiglia, il lavoro, in generale i principi morali tradizionali in opposizioni a tendenze troppo innovatrici che ne mettano in dubbio la validità: emblematico il problema dei matrimoni fra omosessuali: in questo campo essi concordano con la critica cristiana in generale a certe tendenze del mondo moderno.La Chiesa cattolica tuttavia appare estremamente ostile all’uso della forza come mezzo per mettere ordine nel mondo e quindi si scontra con la dottrina "neocon" : emblematico in questo ambito l’opposizione strenua di papa Giovanni Poalo II all’intervento militare in Iraq: tutti ricordano il veemente appassionato appello del vecchio papa.
I movimenti religiosi evangelici Americani invece paiono consentire in maggior parte anche a interventi militari considerati indispensabili: pure in questo caso la differenza pare riflettere i diversi atteggiamenti dell’Europa e dell’America.
Giovanni De Sio Cesari
(http://www.giovannidesio.it/ )__________________________________________
Vedi anche un altro intervento sulla questione di Luca Molinari
"AMITAI ETZIONI E IL PENSIERO NEOCOMUNITARIO -
TRA GLOBALIZZAZIONE - E RITORNO AL LOCALISMO" > > >