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LA DERIVA DEI CONTINENTI

 

Sotto questo nome - Deriva dei Continenti - si indica una teoria geologica, secondo la quale i continenti sarebbero sottoposti ad un movimento di deriva che li farebbe spostare l'uno rispetto all'altro.

Era questa già un' ipotesi formulata da BACONE nel 1620,  ripresa da PLACET nel 1668, ma era rimasta allo stato di intuizione. Dobbiamo arrivare all'inizio dell'Ottocento, quando le dispute sull'età della terra si infiammarono con lo studio dei fossili; sorsero discussioni a non finire, vere e proprie liti. 

Pochi anni prima, nel 1795, era uscita l'opera di un filosofo James HUTTON , Theory of the Earth  che alcuni indicano come il primo comprensivo trattato che possa propriamente essere considerato una sintesi geologica  invece che un opera filosofica o un esercizio di immaginazione. Ma Utton ha sorvolato (come aveva già fatto Voltaire pochi anni prima) di fare date; non si espone, afferma che le date non hanno molta importanza, e la tesi "mosaica" della non antichità della terra e dell'uomo può tranquillamente essere accettata; e chiude l'argomento. Segna comunque un punto di non ritorno perchè ha esposto una quantità enorme di fatti e li ha interpretati in modo rigoroso, fedele ai suoi presupposti newtoniani. Ha insomma creato la scienza della geologia pur non occupandosi della formazione del mondo, cercando, devoto com' era, di sorvolare la questione. Precauzione insufficiente perchè fu sottoposto ad attacchi feroci (KIRWAN, JAMESON, DELUC, ecc.) e fu presentato come un distruttore della religione e un diffusore di empietà. Lo stesso Rosseau polemizzò contro queste "filosofie ateistiche". 

Ma Utton lasciò un degno erede. Nel 1830 esce infatti  l'opera di CHARLES LYELL (1797-1875), Principi di Geologia , con le prime ipotesi-rivelazioni sulla origine dei fossili  si azzarda anche a formulare una datazione, mettendo così in discussione l'Età della Terra, la Bibbia e perfino  la leggenda" del biblico Diluvio Universale (quest'ultimo per alcuni era la testimonianza di quel castigo divino,  e quindi i fossili  erano appunto  quelli che erano stati sommersi dalle apocalittiche acque purificatrici).

Quello di Lyell era  il secondo "botto" nell'ambiente scientifico, che seguiva il primo,  quello molto attinente, di quattro anni prima, nel 1826 con WOHELER che aveva annunciato la sua sintesi organica  gridando a destra e a manca che "la materia è la chimica , e la chimica è la vita"; oltre al botto  provocò anche i "fuochi artificiali" di tutto il mondo accademico. Ovviamente Lui e Lyell misero a rumore anche quello ecclesiastico che seguitava caparbiamente a sostenere (e con loro tutti gli "scienziati" cattolici o a loro servizio) che i fossili pietrificati erano scherzi della natura, e che ogni scheletro di uomo o animale non poteva datare oltre il 4004 a.C. cioè dalla Creazione Biblica del mondo, quella cioè che il teologo LIGHTFOOT nel  1675 aveva fissato (dopo discussioni di secoli) con una sua certezza matematica: Dio aveva creato il mondo alle ore 9 del mattino del 26 ottobre, appunto del 4004.

  Quasi cento anni prima, nel 1750 c'era stato un uomo audace, BUFFON, che ipotizzò che la Terra aveva 75.000 anni, e affermava che la vita vi era apparsa dopo 35.000 anni. La reazione del mondo degli studiosi fu quella di perdonare questa "buffoneria" , affermando che si addiceva al nome che l'autore portava. Del resto anche lo stesso Voltaire, in una sua Storia del mondo, considera i fossili uno scherzo della natura e nel parlarne sorvola in gran fretta il tema.

Ma gli appassionati di questa scienza proseguirono e gli studi pure. Non eravamo nel Medioevo,  in questo periodo c'era già la rivoluzione industriale;  in funzione c'era il telaio meccanico, il motore a vapore,  Coulumb aveva già misurato la carica elettrica, Jenner scoperto il vaccino del vaiolo, Volta  la pila, Ampere   l'elettromagnetismo;  Linneo e Lamarck avevano già compilato  la classificazione degli invertebrati. Spallanzani al microscopio aveva ridicolizzato Buffon (che sosteneva la germinazione spontanea - altra buffonata si disse), Dalton annunciato la Teoria atomica, Lussac la Cinetica, Berzelius la Tabella dei pesi atomici, Lavosier pubblicato il primo trattato di chimica moderna,  Babbage costruito la sua calcolatrice analitica, Stephenson la locomotiva, Henry il motore elettrico, Morse il telegrafo, eppure.......della Terra dove tutti ci vivevano sopra nessuno aveva indagato a fondo. Ignoranza completa. Guai a toccare le verità bibliche.

Ma questa scienza (geologia e paleontologia così fortemente legate all'evoluzione) ad un certo punto esplose. Agli inizi dell'Ottocento, Von HUMBOLT penso' che Africa ed America furono un tempo unite ed affermo' che successivamente si sarebbero separate a causa dell'Atlantico, che sarebbe stato un'enorme valle, scavata da una forte corrente marina. Proseguendo gli studi  iniziati da Lamarck  (morto nel 1829 ancor prima di Lydell), CUVIER aveva fatto un approfondito studio sistematico e descrittivo (1828), ma non si era azzardato  a fare ipotesi antibibliche come Lydell,  diffondendo datazioni, formazione  e evoluzione della terra. Comunque la sua opera diede un buon contributo alla ricerca.

Alcuni, approfondendo questi studi, si spinsero anche nel sentiero non solo della datazione della terra,  ma anche in quello della formazione e  nascita dei continenti riprendendo  le ipotesi di Bacone e Placets. Scoprirono così fra le altre cose, che tra la flora fossile nordamericana e quella europea, e tra la fauna fossile africana e quella sudamericana esistevano somiglianze, che potevano essere spiegate soltanto se si ammetteva che i continenti fossero uniti all'epoca dello sviluppo di questi organismi. Bisogna infine citare l'abate Antonio SNIDER PELLEGRINI che parlo' esplicitamente della possibilita' di una frattura e di una deriva dei continenti circumatlantici.

La geologia  stava dunque facendo passi da giganti, e fu proprio il geologo SUESS verso la fine dell' Ottocento a dimostrare che molte caratteristiche geologiche delle due coste comprovavano questa ipotesi. Ma restavano sempre ipotesi. Ci vollero anni perchè si  ritornasse sull'argomento; bisognerà attendere il  Novecento!

Infatti tutto iniziò nel 1910, quando F.B. TAYLOR pubblico' la prima coerente formulazione di deriva, basata sulla distribuzione delle catene montuose, anziche' sull'incastratura dei continenti. Ma ricevette scarsa attenzione a causa delle inaccettabili conclusioni cui giunse, basate sul distacco della Luna dalla Terra durante il Cretaceo. Questo avrebbe provocato delle maree cosi' forti da trascinare i Continenti.

Ma i tempi erano maturi. Il geofisico tedesco Alfred WEGENER,  per primo formulò una teoria "mobilista" che espose al mondo scientifico,  pubblicando nel 1915 la sua opera  La formazione dei continenti e degli oceani. Presuppose che le terre attualmente emerse costituissero all'inizio dell'Era mesozoica (circa 200 milioni di anni fa - vedi animazione) un blocco unico che chiamò Pangea, circondato da un unico mare, vastissimo, che chiamò Pantalassa.  In seguito a colossali fratture, la Pangea sarebbe stata spezzata in molte "zolle" (continenti e isole) di Sial (così si chiama la crosta terrestre perchè costituita  in prevalenza  di silicio (Si) e alluminio (Al) ) galleggianti sul Sima ( lo strato sottostante ottenuto dall'abbreviazione di SI-licato di Ma-gnesio) che inizia ad una profondita' di circa 40 km (discontinuita' di Mohorovicic/"Moho") fino ad un limite inferiore di 2900 km (discontinuita' di Gutenberg).

Per effetto della rotazione terrestre, le zolle continentali avrebbero subito un movimento di deriva spostandosi nella direzione della rotazione, cioè verso ovest. Wegener  nell'esporla citò molte argomentazioni a sostegno della sua teoria.

1) Argomentazioni geologiche: i continenti presentano una corrispondenza nelle linee di costa, specialmente l'Africa e l'America Meridionale, non solo figurativa (una giustapposizione quasi perfetta)  ma si nota anche una corrispondenza delle serie stratigrafiche, e ai margini occidentali delle zolle in movimento la formazione dei corrugamenti montuosi.

2) Argomentazioni paleontologiche: lo studio della distribuzione attuale e passata degli esseri viventi, porta a conclusione che in passato vi deve essere stata possibilità di comunicazione fra continente e continente, attraverso lingue di terra o istmi chiamati ponti continentali.

3) Argomentazioni  geofisiche: partendo dal concetto di isostasia, per altro gia' accettato fin dall'800, si assunse che il substrato della crosta terrestre agisca come un fluido altamente viscoso. Ed allora, come i blocchi possono spostarsi verticalmente, cosi' lo possono fare anche orizzontalmente: E' quindi una compressione orizzontale quella necessaria alla formazione delle catene montuose. Le misurazioni lungo la longitudine  hanno permesso di stabilire un movimento relativo fra Europa e Groenlandia, con le due zolle che si allontanano.  Wegener stesso partecipo' a due spedizioni in Groenlandia nel 1906-08, dimostrando con empirici strumenti che l'isola  si distanziava di 32 metri all'anno dall'Europa. I dubbi sulla sua teoria -già debole e contestata- aumentarono quando si apprese che quei calcoli erano affetti da parecchi plateali errori.

4) Argomentazioni paleoclimatiche: sono procurate dalle rocce sedimentarie, dai depositi di carbone, indicanti condizioni umide, dalle tilliti (morene fossili), sicuro indizio di glaciazioni; dalla presenza di gesso e sale ed arenarie rosse che indicano climi aridi. Infine la presenza di rocce carbonatiche indica che si sono formate in climi caldi e tropicali.

Tutte queste argomentazioni dettero la possibilita' di notevoli ricostruzioni anche ambientali. La teoria di Wegener fu quindi oggetto di molte dispute e in taluni ambienti fu accolta con molto scetticismo, e in alcuni perfino accantonata, benche' avesse alcuni importanti sostenitori come il DALY, ARGAND, DUTOIT ed HOLMES. Quest'ultimo suggeri', nel 1929, un modello basato sulle correnti convettive subcrostali, che forse puo' venir considerato il vero embrione delle recenti teorie sulla dinamica della crosta terrestre.   

Solo fra il 1950 e il 1964, un' équipe di geologi e di geofisici  oceanografi  porto' nuove prove alle argomentazioni di Wegener. Cio' quando si scopri', con gli ecoscandagli, nel bel mezzo dell'Atlantico, la prova che si cercava. Essa consisteva nel fatto che sul fondo degli oceani si estende un'unica, grande e continua catena montuosa lunga circa 64.000 chilometri dall'estremo nord fino a sud dell'Atlantico; essa aggira l'Africa, attraversa l'Oceano Indiano, passa tra l'Australia e Antartide  fino alla sponda americana dell'Oceano Pacifico a sud della California. 

E' chiamata "Dorsale Oceanica" e, cosa ancora più stupefacente, ai piedi di questa Dorsale e' stata rilevata una valle, una spaccatura, una fessura aperta verso l'interno della terra. Vi sono poi delle fratture che si dislocano trasversalmente alla Dorsale, che prendono il nome di faglie trasformi. Esse la dividono in zone segmentate, che si muovono in senso opposto. In tali zone si formano rilievi, vi sono eruzioni vulcaniche e terremoti. Si e' notato che tale attivita' diminuisce, allontanandosi via via dalla Dorsale. A questo argomento si rimanda al lavoro relativo alla zona di frattura della ROMANCHE


Un'ulteriore prova della deriva  è consistita nei risultati del rilevamento sistematico delle zone costiere  atlantiche dell'Africa e dell'America Meridionale, che ha permesso di riscontrare una stretta corrispondenza dei terreni al di qua e al di la' dell'oceano. 

Altro fenomeno studiato a fondo per avvalorare la teoria della deriva, è la migrazione dei poli magnetici terrestri nei vari  tempi geologici (paleomagnetismo). 

Studiando e analizzando la magnetizzazione di lave raffreddate milioni di anni fa, si è stati in grado di ricostruire con precisione l'orientamento del campo magnetico terrestre nei vari periodi, ed anche di stabilire che il campo magnetico terrestre ha spesso invertito la sua polarità. Un altro fenomeno di grande importanza e' stata la scoperta di importanti anomalie magnetiche dei fondi oceanici che ha permesso di poter conoscere l'espansione di tali fondali. I risultati sono stati collegati con lo studio del flusso di calore che lungo la Dorsale e' sensibilmente piu' elevato che nelle altre parti dell'Oceano e diminuisce con la distanza dall'asse.

Oggi con le misurazioni satellitari (nel 1976 fu lanciato Lageos proprio per questi studi)  si sono accumulate una serie di prove decisive e di misurazioni che solo pochi decenni fa erano impensabili. Infine con la spettrografia spaziale oggi queste spaccature le possiamo vedere distintamente anche sulle immagini fotografiche.

Da tutti questi studi e' nata cosi' la teoria della tettonica a placche, oggi universalmente accettata. Essa fornisce un modello comprensivo di quasi tutte le problematiche esogene ed endogene. Sappiamo attualmente che lo spostamento dei continenti prosegue a circa  5 - 10 cm all'anno. Sono misurazioni ricavabili  dall'espansione dei fondali oceanici, cioè dall'allargamento della fessura. Questa spaccatura viene riempita da materiali basaltici che risalgono dal Sima  formando nuova crosta. Quella preesistente viene spinta lateralmente, slittando nella astenosfera (strato compreso fra la crosta terrestre e la zona piu' esterna del mantello), che si troverebbe sottoposta cosi' a sforzi contrari causati anche del raffreddamento del magma). Utilizzando un meccanismo di subduzione a circa 700 km di profondita', le rocce verrebbero completamente riassorbite, mentre lungo la Dorsale si formerebbe nuova litosfera. Le placche non sarebbero altro che la parte superficiale, raffreddata del mantello, in lento moto convettivo.

Tenendo sotto controllo e misurando questo costante slittamento delle zolle, possiamo  determinare oggi una possibile futura situazione dei continenti tra  50 milioni di anni.

L'America Meridionale si sarà allontanata di circa 25-30 gradi dall'Africa (pari a una metà dell'attuale  distanza che la separa); la stessa Africa  verrà sospinta verso l'Europa inghiottendo l'intero Mediterraneo; mentre l'Australia sarà unita all'Asia insieme a tutto l'arcipelago delle isole indonesiane che oggi sono poste in mezzo. Gli Oceani Atlantico ed Indiano si allargheranno a spese del Pacifico. Los Angeles, in California, avra' un clima quasi polare. Per quel che ci riguarda, l'Italia verrebbe unita alla ex-Jugoslavia, mentre nel Mediterraneo orientale sorgerebbe una catena di montagne.

Appuntamento quindi ai prossimi 50 milioni di anni. Da Genova a Tripoli andremo in treno: attraversando Corsica, Sardegna,  Sicilia, e con  l'ultima tratta  arriveremo in Africa.

Francomputer  & Sergio Rossi


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