KOSOVO - 77 GIORNI - CRONOLOGIA
IL KOSOVO - I PRECEDENTI - LE AUTONOMIE -
RAMBOUILLET - LA GUERRA UMANITARIA
GLI ERRORI - LE TRATTATIVE DI PACE - FINE DELLE OSTILITA'-
LA "RICOSTRUZIONE UMANITARIA"
Rapido riepilogo dei 73 giorni dell'
operazione militare Nato Allied Force contro la Jugoslavia.
24 MAR: inizio attacchi aerei Nato contro obiettivi
militari.
25 MAR: la Jugoslavia rompe le relazioni diplomatiche con Usa, Gran Bretagna, Germania e
Francia.
27 MAR: comincia l'esodo di kosovari in Albania e Macedonia.
31 MAR: tre soldati Usa sono catturati dai serbi.
1 APR: incontro tra Milosevic e il leader kosovaro Rugova.
3 APR: primo bombardamento del centro di Belgrado.
5 APR: missile Nato manca un obiettivo ad Aleksinac, 17 morti.
9 APR: il segretario Onu Kofi Annan propone un piano in 5 punti; appoggiato dalla Nato ma
respinto da Belgrado.
12 APR: Nato colpisce per errore un treno a Grdelica, 55 morti.
14 APR: Ieltsin nomina Cernomyrdin suo speciale rappresentante. Bombardati per errore
profughi a Djakovica, 75 morti.
17 APR: operazione umanitaria 'Allied Harbour' in Albania.
18 APR: la Jugoslavia rompe le relazioni con l'Albania.
22 APR: colpita la residenza di Milosevic.
23 APR: bombardata la sede della televisione, 10 morti. L'Ue adotta un embargo petrolifero
contro la Jugoslavia.
28 APR: il viceprimo ministro jugoslavo Draskovic e' destituito per dichiarazioni
favorevoli a forza Onu nel Kosovo.
27 APR: bombe Nato colpiscono case Surdulica, 20 morti.
1 MAG: colpita una corriera vicino a Pristina,47 morti.
2 MAG: liberati i tre soldati Usa, prigionieri dal 31 marzo. La Nato utilizza bombe alla
grafite contro centrali elettriche.
5 MAG: Belgrado autorizza il trasferimento di Rugova a Roma.
6 MAG: G8 adotta un piano per una risoluzione da far approvare al Consiglio di Sicurezza
dell'Onu.
7 MAG: colpiti per errore l'ospedale civile e il mercato di Nis, 20 i morti. Annan nomina
suoi inviati Bildt e Kukan.
8 MAG: colpita l'ambasciata cinese a Belgrado, tre i morti.
13 MAG Korisa, bombe Nato su un accampamento di profughi kosovari, 87 i morti.
Per la Nato erano 'scudi umani'.
17 MAG: il presidente finlandese Martti Ahtisaari diviene il mediatore dell'Unione europea
per il Kosovo.
27 MAG: il Tribunale penale internazionale (Tpi) accusa Milosevic di crimini di guerra e
crimini contro l'umanita'.
28 MAG: Belgrado accetta i principi contenuti nel piano del G8.
31 MAG: colpito l'ospedale di Surdulica, 20 i morti.
3 GIU: positiva missione di Cernomyrdin e Ahtisaari a Belgrado. Il parlamento serbo
approva la proposta di pace.
6 GIU: I colloqui tra militari jugoslavi e della Nato sulle modalita' di ritiro rischiano
la rottura.
8 GIU - I ministri degli esteri del G8,alla seconda giornata di riunione, trovano un
accordo sulla risoluzione per l'Onu e sulle
varie fasi per giungere alla pace.
9 GIUGNO - Viene firmato l'accordo per la pace.
IL KOSOVO - I PRECEDENTI - RAMBOUILLET - LA GUERRA - GLI ERRORI - LE TRATTATIVE - LA PACE
IL KOSOVO
KOSOVO: LA REGIONE PIU' POVERA DELLA EX JUGOSLAVIA
Il Kosovo (10.887 kmq) e' una delle due province della Serbia, che fa parte della
Federazione Jugoslava. La provincia confina direttamente con Serbia, Montenegro, Albania e
Macedonia. Il suo capoluogo e' Pristina (210.000 abitanti circa). Il 90 per cento degli
abitanti, circa due milioni prima dell'inizio dei combattimenti, e' di origine albanese.
L'economia del Kosovo e' la piu' povera della ex jugoslavia, anche se sul territorio ci
sono risorse minerarie di rilievo. Storicamente il Kosovo e' considerato dai serbi come la
culla della loro civilta' e per secoli lo hanno conteso ai turchi. Dopo la fine della
dominazione ottomana, nel 1913 e' spartito tra Serbia, Montenegro e Albania. Alla fine
della prima guerra mondiale, entra a far parte del Regno di Jugoslavia (1918) e durante
l'occupazione italiana (1941-44) della 'Grande Albania'.
Con la Costituzione del 1946 diviene una provincia autonoma della Jugoslavia, con un
potere di autogoverno ampliato dalle successive Costituzioni del 1963 e 1974. Morto Tito,
nel 1981 ci sono i primi moti indipendentisti, domati con la legge marziale. Una nuova
rivolta comincia nel marzo 1989, dopo che Belgrado ha annullato lo status di autonomia. Il
Parlamento serbo nel luglio 1990 scioglie il parlamento e il governo del Kosovo. Nel
settembre 1991, con un referendum 'clandestino', nasce la 'Repubblica del Kosovo'. La
nuova 'Repubblica' non riceve riconoscimenti internazionali se non da Tirana.
Gli albanesi del Kosovo eleggono quindi, il 24 maggio 1992, presidente della
'Repubblica', Ibrahim Rugova, capo
della Lega democratica del Kosovo. 'Primo ministro' e' Bujar Bukoshi, esiliato in
Germania. Nel settembre 1996 il presidente Milosevic firma per la prima volta un accordo
con Rugova, con la mediazione della comunita' di Sant'Egidio, sull'insegnamento della
lingua albanese, fino ad allora boicottato. Ma il 1997 segna il riacuirsi delle tensioni:
in gennaio il rettore dell'universita' di Pristina e' gravemente ferito dall'esplosione di
un'autobomba e a fine mese la polizia arresta decine di presunti terroristi dell' Esercito
di liberazione del Kosovo (Uck). Il 16 dicembre successivo un tribunale serbo condanna per
terrorismo 17 albanesi del Kosovo a complessivi 186 anni di prigione. La tensione sale.
Tra il 28 febbraio e l'1 marzo 1998 nel Kosovo sono uccise
una ventina di persone, tra cui donne e bambini, nel corso di operazioni di polizia contro
l'Uck. E' di fatto l'inizio di un conflitto che dura ormai da sette mesi e che e' costato
finora la vita a circa 1.300 persone (secondo fonti albanesi del Kosovo). Altri 300 mila
hanno dovuto abbandonare le loro case.
L'AUTONOMIA DEL KOSOVO
L'AUTONOMIA DA TITO A RAMBOUILLET - L'estensione
dell'autonomia del Kosovo e' stato uno dei piu' astiosi punti di dissidio durante
tutte le crisi susseguitesi dall'inizio degli anni ottanta. Con l'avvento al potere
dei comunisti del maresciallo Josip Broz Tito, nel 1946 il Kosovo divenne una provincia
autonoma con alcuni elementi di autogoverno, ampliati poi dalla Costituzione del 1963 e
soprattutto da quella del 1974. Quest'ultima stabiliva che il Kosovo (con la sua
maggioranza musulmana) e Vojvodina (minoranza ungherese) erano repubbliche autonome, parte
della Serbia che esse godevano di ampie capacita' di autogoverno (con una propria
assemblea e propri organi giudiziari), tranne nei settori della politica
estera e della difesa.
In tale contesto le autonomie andavano dall'amministrazione alle forze di polizia locali,
dalla lingua alla pubblica istruzione alle questioni sociali. La rappresentanza a livello
repubblicano (anche se nella Serbia) e federale era superiore rispetto alla consistenza
numerica della popolazione. Era inoltre assicurato il rispetto delle festivita' islamiche.
Questa ampia autonomia fu pero' abolita per timore delle spinte centrifughe dopo l'ascesa
al potere a Belgrado di Slobodan Milosevic. Nel 1989, dopo una recrudescenza delle
tensioni fra le due etnie, Milosevic pronuncio' un discorso a Kosovo Polje per
l'anniversario di un celebre vittoria nelle lotte contro gli ottomani,
annunciando la revoca di gran parte delle citate autonomie. Nonostante manifestazioni e
disordini tale revoca fu attuata l'anno successivo e la situazione continuo' a
esacerbarsi sfociando nel sanguinoso confronto protrattosi fino a oggi. Nelle
82 pagine dell'accordo di Rambouillet, firmato una settimana fa solo dalla parte albanese,
figura un progetto di Costituzione che prevede l'istituzione di un'assemblea di 120
membri, 80 a elezione diretta e 40 in rappresentanza dei vari gruppi etnici.
All'assemblea dovrebbe spettare l'elezione di un governo locale (retto da un presidente e
due vicepresidenti), mentre dovrebbe essere reistituito un potere giudiziario locale nei
vari gradi, ciascuno con un'equa rappresentanza della due etnie.
Il progetto prevede inoltre una forza di polizia locale di 3.000 agenti e una forza
confinaria federale di 1.500 uomini. Altre clausole del documento di Rambouillet prevedono
la smilitarizzazione delle attuali forze che si confrontano nel Kosovo e l'invio di una
forza multinazionale della Nato che dovrebbe contribuire all'attuazione dell'accordo ma
che Milosevic considera inaccettabile.
L'AUTONOMIA - I PRECEDENTI
28 FEB 1998: nei villaggi di Likosani e Cirez, nel
Kosovo, in scontri tra polizia e dimostranti muoiono 16 persone. Il 5 e 6 marzo la polizia
serba uccide 58 albanesi durante operazioni nella regione di Drenica. Ucciso anche il
leader dell'Esercito
di liberazione del Kosovo (Uck) Adem Jasari.
22 MAR 1998: Ibrahim Rugova e' rieletto presidente del Kosovo in elezioni non riconosciute
da Belgrado.
23 APR 1998: referendun in Serbia, il 95% dice 'no' a una mediazione internazionale per il
Kosovo.
15 MAG 1998: a Belgrado si incontrano per la prima volta il presidente jugoslavo Slobodan
Milosevic e Ibrahim Rugova.
16 LUG 1998: a Pristina, gli albanesi del Kosovo istituiscono un loro parlamento composto
da 90 deputati.
16 AGO 1998: le forze serbe riprendono il controllo di Junik nel Kosovo, una roccaforte
dell'Uck.
1 SET 1998: su pressione Usa, Milosevic propone un accordo della durata dai tre ai cinque
anni che accorderebbe alla provincia serba del Kosovo ''un certo grado di autonomia''.
23 SET 1998: il Consiglio di Sicurezza approva la risoluzione 1199 che chiede l'immediato
cessate-il-fuoco in Kosovo e passi
immediati per negoziati senza precondizioni.
28 SET 1998: il parlamento serbo nomina un governo provvisorio del Kosovo, la nomina e'
pero' respinta dagli albanesi della regione. Scoperto un massacro di 20 albanesi a Gornje
Obrinje.
1 OTT 1998: l'Onu chiede a Milosevic di punire i responsabili.
8 OTT 1998: l'Uck annuncia una tregua unilaterale.
13 OTT 1998: la Nato da' via libera all''activation order' e concede ai serbi quattro
giorni di tempo per conformarsi alle decisioni. A Belgrado, dopo nove giorni di colloqui,
il mediatore Usa Richard Holbrooke annuncia un'intesa con Milosevic. L'accordo prevede la
presenza di 2.000 'verificatori' Osce per controllare gli impegni previsti dalla
risoluzione 1199 dell'Onu.
15 GEN 1999: 45 civili albanesi vengono massacrati a Racak.
18 GEN: il procuratore del Tribunale penale internazionale Louise Arbour che indaga sul
massacro viene respinto alla frontiera serba. Le autorita' di Belgrado ordinano
l'espulsione del capo dei 'verificatori' Osce William Walker che ha accusato le forze
serbe di responsabilita' del massacro.
20 GEN: la Nato rafforza il dispositivo militare in Adriatico.
22 GEN: Belgrado congela l'applicazione della misura di espulsione nei confronti di
Walker.
28 GEN: la Nato lancia un duro avvertimento a Milosevic ed all'Uck perche' accolgano
rapidamente l'iniziativa di pace del
Gruppo di Contatto. Un negoziato lungo e difficile fino alla svolta.
29 GEN: i ministri degli esteri del Gruppo di contatto lanciano un 'ultimatum politico' ai
governanti serbi e ai leader kosovari, per trovare un accordo sulla 'sostanziale
autonomia' del Kosovo. Il Gruppo di contatto convoca per il 6 febbraio a Rambouillet,
vicino a Parigi, una Conferenza internazionale. I negoziati dovranno concludersi entro
sette giorni.
- 30 GEN: gli ambasciatori Nato danno al segretario Javier Solana l'autorizzazione a
ordinare interventi aerei della Nato.
- 2 FEB: lo stato maggiore dell'Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) decide di
partecipare alla Conferenza. Il 4 anche il parlamento serbo vota a favore dell'invio di
una delegazione.
- 6 FEB: il presidente Jacques Chirac apre la Conferenza.
- 11 FEB: la delegazione serba firma i dieci principi base che fanno da premessa
all'accordo. Belgrado chiede pero' che il preambolo sia firmato anche dalla controparte
albanese.
- 14 FEB: il Gruppo di Contatto prolunga di una settimana i lavori. L'accordo va raggiunto
entro le ore 12 del 20 febbraio.
- 18 FEB: il presidente russo Boris Ieltsin dichiara di aver informato il presidente
americano Bill Clinton che Mosca ''non
permettera' che venga toccato il Kosovo''.
- 20 FEB: il Gruppo di contatto si riunisce a Rambouillet per tentare un salvataggio in
extremis della Conferenza e decide di
continuare le trattative oltre la scadenza dell'ultimatum, protratto fino alle ore 15 del
23 febbraio.
- 22 FEB: il segretario di stato Usa Madeleine Albright incontra la delegazione albanese
per convincerla ad accettare il disarmo
e la rinuncia al referendum per l'autodeterminazione. Gli altri membri del Gruppo di
contatto esercitano pressioni parallele su Milosevic per ottenere dai serbi almeno un
'accordo di principio' sulla presenza militare internazionale in Kosovo.
- 23 FEB: scaduto il nuovo ultimatum senza aver raggiunto un accordo, i ministri del
Gruppo di contatto stilano la lista dei
punti di accordo raggiunti che dovrebbe poi essere adottata quale punto di partenza di una
nuova conferenza che si svolgera'
a Parigi a partire dal 15 marzo.
- 8 MAR: i dirigenti militari dell'Uck, l'Esercito di liberazione del Kosovo, autorizzano
la firma dell'accordo di pace raggiunto a Rambouillet.
- 11 MAR: a Belgrado, fallisce la missione dell'inviato Usa nei Balcani, Richard
Holbrooke. Nessun cambiamento nella posizione jugoslava circa lo spiegamento di una forza
internazionale sotto l'egida Nato. Il 12 fallisce anche una missione a Belgrado del
ministro degli esteri russo Igor Ivanov.
- 13 MAR: esplodono delle bombe nei mercati di Kosovska Mitrovica e Podujevo (Kosovo).
Restano uccise sei persone.
- 15 MAR: a Parigi, presso il centro delle conferenze internazionali di avenue Kleber,
comincia la Conferenza bis.
- 18 MAR: la delegazione albanese firma l'accordo sull' autonomia del Kosovo, i
serbi restano fermi sulla loro intransigenza. Il Gruppo di contatto sospende i lavori
della Conferenza per alcuni giorni per concedere ai serbi di ritornare sulle
loro decisioni.
- 23 MAR: - Risultano fallite tutte le trattative.
- 24 MAR: Alle ore 20 la forza multinazionale sferra l'attacco sul territorio della
Serbia.
- DAL 24 MARZO AL 9 GIUGNO SI SVOLGONO LE OPERAZIONI MILITARI DELL'INTERVENTO
LA GUERRA (l'intera cronaca a parte ) vedi > > > > > >
LE OPERAZIONI DI GUERRA IN 77 GIORNI
- Oltre 34 mila missioni aeree compiute di cui
oltre 13.000 quelle d'attacco
- sganciati circa 20.000 tra bombe e missili
- distrutti oltre 450 bersagli fissi tra cui: oltre il 57% delle riserve di carburante;
circa un terzo delle riserve di munizioni; una cinquantina di ponti colpiti di cui
35 distrutti; distrutto circa il 40% degli apparati della difesa aerea; distrutte
piu' di due terzi delle postazioni missili superficie area; distrutti 15 centri di comando
e controllo e il 40% dei sistemi di produzione e riparazione dei sistemi
missilistici. - Tra i bersagli mobili, sono stati colpiti circa 100 aerei al suolo; oltre
125 carri armati; oltre 240 tra mezzi corazzati diversi; piu' di 420 pezzi di artiglieria,
circa 275 veicoli di vario genere. Colpiti tutte e 9 i principali aeroporti e ridotta del
70% la loro capacita' operativa. Dopo 73 giorni di operazioni militari della Nato questi
alcuni dei dati piu' significati del conflitto secondo fonti dell'Alleanza:
- Oltre 34 mila missioni aeree compiute di cui oltre 13.000 quelle d'attacco.
- Sganciati circa 20.000 tra bombe e missili.
- Distrutti oltre 450 bersagli fissi tra cui: oltre il 57% delle riserve di carburante;
circa un terzo delle riserve di munizioni; una cinquantina di ponti colpiti di cui 35
distrutti; distrutto circa il 40% degli apparati della difesa aerea; distrutte piu' di due
terzi delle postazioni missili superficie area; distrutti 15 centri di comando e controllo
e il 40% dei sistemi di produzione e riparazione dei sistemi missilistici.
- Tra i bersagli mobili, sono stati colpiti circa 100 aerei al suolo; oltre 125 carri
armati; oltre 240 tra mezzi corazzati diversi; piu' di 420 pezzi di artiglieria, circa 275
veicoli di vario genere.
- Colpiti tutte e 9 i principali aeroporti e ridotta del 70% la loro capacita' operativa.
LE DIFFICILI TRATTATIVE PER LA PACE
29 MAR: Le operazioni militari della Nato sono
già iniziate da cinque giorni con i raid aerei giornalieri su Belgrado. Il presidente
russo Boris Ieltsin affida al primo ministro Ievgheni Primakov un primo tentativo di
mediazione della crisi jugoslava. Primakov il 30 incontra a Belgrado il presidente
jugoslavo Slobodan Milosevic che chiede la fine dei raid come precondizione al ritiro dal
Kosovo. La Nato rifiuta. 1 APR: si reca a Belgrado il 'ministro degli esteri' vaticano,
mons. Jean Louis Tauran.
6 APR: mons. Vincenzo Paglia, della comunita' di Sant'Egidio, a Belgrado cerca tra l'altro
di far uscire dalla Serbia il leader kosovaro Ibrahinm Rugova.
14 APR: il presidente Ieltsin nomina l'ex primo ministro russo Viktor Cernomyrdin suo
rappresentante speciale per la crisi jugoslava.
22 APR: Cernomyrdin incontra per la prima volta Milosevic e afferma che Belgrado e'
disposta ad accettare in Kosovo una forza internazionale sotto l'egida dell'Onu. Belgrado
smentisce.
26 APR: il reverendo Jesse Jackson si reca a Belgrado per ottenere la liberazione dei tre
soldati Usa. Il 2 maggio i serbi consegnano i tre militari alla delegazione di Jackson.
30 APR: Cernomyrdin e' di nuovo a Belgrado e presenta al leader serbo una proposta in tre
punti.
13 MAG: Milosevic si rifiuta di incontrare l'alto commissario dell'Onu per i diritti umani
Mary Robinson.
19 MAG: Cernomyrdin ottiene dal presidente Milosevic l'assenso 'in linea generale' ai
principi elaborati dal G8.
28 MAG: quarta missione di Cernomyrdin a Belgrado. Le autorita' jugoslave affermano di
accettare i principi espressi dal G8.
2 GIU: a Bonn Cernomyrdin, il rappresentante dell'Ue, il presidente finlandese Martti
Ahtisaari, e il sottosegretario Usa, Strobe Talbott raggiungono un'intesa sulle modalita'
e i tempi del piano di pace in Kosovo; subito dopo Cernomyrdin e Ahtisaari partono per
Belgrado.
8 GIU: Raggiunti gli accordi di pace. Cessano i bombardamenti.
IL PERCORSO DELLA PACE DA PARIGI A BELGRADO
L'accordo russo-occidentale per il Kosovo. I PUNTI FERMI
A) - Fine delle violenze e della repressione in Kosovo.
B) - Ritorno dei profughi.
C) - Disarmo dell'UCK.
D) - Presenza internazionale in Kosovo.
E) - Salvaguardia e integrita' territoriale della Jugoslavia.
CHE COSA E' CAMBIATO RISPETTO A RAMBOUILLET
1 - FORZA MULTINAZIONALE - Il piano di Rambouillet prevedeva un contingente di pace esclusivamente Nato di circa 30 mila uomini, che si sarebbe schierato in Kosovo dopo il si' di Belgrado. Il piano russo-occidentale prevede una presenza mista (Nato, Russia e altri paesi) di almeno 50 mila uomini. Milosevic inizialmente aveva detto che avrebbe accettato solo una 'forza' civile. Poi si era detto disposto ad accettare anche un contingente di pace, ma senza paesi Nato.
2 - RUOLO DELL'ONU - Il nuovo piano russo-occidentale riconduce la crisi nell'ambito delle Nazioni Unite, emarginate
sia dai colloqui parigini, sia dal processo che ha fatto scattare i raid della Nato. L'accordo di Rambouillet prevedeva solo che l'Onu ratificasse con una risoluzione lo schieramento in Kosovo della forza della Nato. E' una vittoria non solo per l'Onu ma anche per la Russia (che dispone del diritto di veto al Consiglio di sicurezza) e in una certa misura per Belgrado.3 - RITIRO FORZE SICUREZZA E 'PRESENZA' JUGOSLAVA IN KOSOVO -
Clausola contenuta negli accordi di Rambouillet e nel piano Ahtisaari-Cernomyrdin. Nel primo caso, pero', alla Jugoslavia veniva concesso di rischierare in Kosovo circa 4.500 uomini, tra polizia e esercito. Nel nuovo piano la presenza di 'personale'
serbo-jugoslavo e' drasticamente ridotta a alcune ''centinaia''.4 - DISARMO UCK - Lo prevedono sia Rambouillet sia il nuovo piano. In Francia si parlava solo di consegna delle armi 'proibite', lasciando intendere che non tutti gli arsenali dei secessionisti albanesi sarebbero stati smantellati. Nel documento russo-occidentale si fa un riferimento a una 'smilitarizzazione' dell'Uck.
5 - AUTONOMIA - Secondo il piano di Rambouillet doveva essere attuata sotto la supervisione dell'Osce o di un altro organismo internazionale. L'accordo accettato da Belgrado prevede che sia il Consiglio di sicurezza dell'Onu a gestirla. A Rambouillet c'era poi il controverso passaggio dove si ipotizzava un meccanismo per decidere sull'assetto definitivo della provincia ''sulla base della volonta'' popolare, che e' stato uno dei fattori determinanti della rottura. Nel nuovo testo non si parla di assetti definitivi ma si fa comunque un riferimento generico a Rambouillet. Un capitolo molto delicato che resta ancora in una zona 'grigia' e che potrebbe dar luogo ad altri problemi.
LA GUERRA IN 77 GIORNI
- Oltre 34 mila missioni aeree compiute di cui oltre 13.000 quelle d'attacco
- sganciati circa 20.000 tra bombe e missili
- distrutti oltre 450 bersagli fissi tra cui: oltre il 57% delle riserve di carburante; circa un terzo delle riserve di munizioni; una cinquantina di ponti colpiti di cui 35 distrutti; distrutto circa il 40% degli apparati della difesa aerea; distrutte piu' di due terzi delle postazioni missili superficie area; distrutti 15 centri di comando e controllo e il 40% dei sistemi di produzione e riparazione dei sistemi missilistici. - Tra i bersagli mobili, sono stati colpiti circa 100 aerei al suolo; oltre 125 carri armati; oltre 240 tra mezzi corazzati diversi; piu' di 420 pezzi di artiglieria, circa 275 veicoli di vario genere. Colpiti tutte e 9 i principali aeroporti e ridotta del 70% la loro capacita' operativa. Dopo 73 giorni di operazioni militari della Nato questi alcuni dei dati piu' significati del conflitto secondo fonti dell'Alleanza:
- Oltre 34 mila missioni aeree compiute di cui oltre 13.000 quelle d'attacco.
- Sganciati circa 20.000 tra bombe e missili.
- Distrutti oltre 450 bersagli fissi tra cui: oltre il 57% delle riserve di carburante; circa un terzo delle riserve di munizioni; una cinquantina di ponti colpiti di cui 35 distrutti; distrutto circa il 40% degli apparati della difesa aerea; distrutte piu' di due terzi delle postazioni missili superficie area; distrutti 15 centri di comando e controllo e il 40% dei sistemi di produzione e riparazione dei sistemi missilistici.
- Tra i bersagli mobili, sono stati colpiti circa 100 aerei al suolo; oltre 125 carri armati; oltre 240 tra mezzi corazzati diversi; piu' di 420 pezzi di artiglieria, circa 275 veicoli di vario genere.
- Colpiti tutte e 9 i principali aeroporti e ridotta del 70% la loro capacita' operativaGLI ERRORI
GLI ERRORI
L'elenco degli ''errori'' compiuti dalla Nato nei bombardamenti sulla Jugoslavia.
Ammissione che una bomba ha deviato dalla traiettoria a Novi Pazar e potrebbe aver colpito
una zona residenziale. Secondo Belgrado i morti sono almeno 23. Questo l'elenco degli
episodi principali con il bilancio di vittime fornito da fonti serbe e non corretto dalla
Nato:
6 APR: un missile della Nato manca una caserma e colpisce una zona residenziale della
citta' serba di Alexsinac, 12 morti.
7 APR: a Pristina un missile Nato manca la centrale telefonica e colpisce un'area
residenziale: 12 morti.
12 APR: un missile colpisce un treno che passa sul ponte di Grdelica. Almeno 10 morti e 17
dispersi.
14 APR: due convogli di profughi nel Kosovo sono ripetutamente colpiti da un F-16 Nato,
tra Prizren e Djakovica, vicino all'Albania. I morti sono 75.
27 APR: durante un attacco a una caserma a Surdulica, colpita una vicina zona
residenziale: almeno 20 morti.
1 MAG: un missile centra una corriera sul ponte di Luzane, 20 km da Pristina: 40 morti.
7 MAG: colpito ospedale civile e il mercato a Nis: 20 morti. La notte, centrata
l'ambasciata cinese a Belgrado: tre giornalisti morti, 20 diplomatici feriti dice Pechino.
14 MAG: oltre 80 morti e 50 feriti sono il bilancio dell' attacco della Nato contro il
villaggio di Korisa, dove si erano rifugiati circa 700 profughi. Secondo la Nato, si
trattava di un obiettivo legittimo in quanto era usato come campo e posto di comando per
le forze serbe.
19 MAG: due missili colpiscono un ospedale nel centro di Belgrado: tre morti.
20 MAG: colpita la caserma di Kosari, vicino al confine albanese. La Nato era convinta che
fosse in mano serba, mentre era stata conquistata dai guerriglieri dell'Uck all'inizio di
aprile. Il bilancio e' incerto: un morto e 15 feriti secondo alcune fonti albanesi, sette
morti, secondo altre.
30 MAG - Bombe Nato sono cadute vicino a due auto su cui viaggiavano alcuni giornalisti.
L'Alleanza ha confermato di aver attaccato nei pressi di un tunnel nella zona.
30 MAG - Colpito il ponte di Varvarjn, 150 chilometri a sud di Belgrado, undici morti. La
Nato ha ammesso l'attacco, dicendo che si trattava di un obiettivo legittimo.
31 MAG - Colpito l'ospedale di Surdulica, 11 morti. Per la Nato, e' stata colpita una
caserma.
31 MAG - Bombe su Nozi Pazar. Per i serbi hanno colpito una zona residenziale, provocando
almeno 23 morti. La Nato ammette oggi che una bomba ha deviato dalla traiettoria.
1 GIU - Ammissione della Nato che una bomba ha deviato dalla traiettoria a Novi Pazar e
potrebbe aver colpito una zona residenziale. Secondo Belgrado i morti sono almeno 23
8 GIUGNO - Terminano i bombardamenti dopo la firma della pace.
"Ma per l'Europa la parte difficile comincia adesso" Titola un articolo F. Camon
LA GUERRA (l'intera cronaca a parte ) vedi > > > > > >
Fine
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