Venerdi 15 Gennaio 1999
( giorno delle lucide palle )
(Trucco  vecchio - Torino 1800)

LOTTO
I padri prima puntavano
poi preparavano le palline,
poi i figli le estraevano.
poi  loro vincevano soldi
poi le mogli li spendevano
Tutto fatto in casa,
casareccio, come le fettuccine.

Anche oggi  nell'era telematica!

E la telematica   cosa ci riserva?
peggio, molto peggio!
Forse una giorno o l'altro
sballerà  il banco  con . . . . . . -

 

LE PALLE BIT

...la "stangata" ....delle virtuali  bit-palle

( Card n. 47 - del  15-01-1999 )  

BASTA MUOVERE L'ALLUCE DEL PIEDE

Dopo lo scandalo, come ora non notare che ....
Domenica 1 Novembre 1998 - Corriere della Sera - Dopo la vincita di 63 miliardi del sabato, Corbelli del movimento Diritti Civili, dichiarava "Avevo esattamente previsto già da martedì scorso l'uscita del "6" miliardario;  non solo previsto in quale  regione, ma anche la città. Ho indicato la zona tra Foggia  e Bari ".  E Prometteva Corbelli, di rivelare la tecnica della "grande truffa" in corso ai danni dei giocatori. (cosa sapeva Corbelli?)

Il "6+1" di 63 miliardi  fu poi vinto a Peschici, a 6   chilometri da Manfredonia - Foggia
Lo stesso giorno, un "5+1 di 10 miliardi, fu realizzato  a Muggiò milanese, a pochi passi da Cinisello.
Inoltre sulla stessa strada a pochi passi (5 km) , a Mariano Comense,  in una stessa tabaccheria in precedenza erano stati vinti 4 miliardi, due miliardi, e un miliardo. Una coincidenza!
Molto singolare é l'accostamento ora di nomi e città.
Fra l'altro,  il n. 21, della schedina vincente, era uscito proprio a Milano. Puntando solo su questo numero per ogni milione se ne vincono 52.
E il Jolly 74  era uscito a  Venezia. La stessa città che ha registrato   due terni in due giorni.  Dopo un centinaio di simulazioni,  il computer  lo dà possibile  sulla stessa ruota all'incirca nell'arco di un secolo.  Mica per nulla che viene pagato 5250 volte la posta! Cioè con un solo   milione puntato si incassano  5 miliardi e 250 milioni!!
Se usciva la cinquina, per pagarla ci volevano 1000 miliardi esatti. Quasi una finanziaria!!!

Il ministro delle Finanze oggi dichiara, che d'ora in avanti vedremo in TV l'estrazione delle palline. Prima, con il rischio che abbiamo visto sopra, c'erano i figli degli addetti che le estraevano e  i loro stessi  padri che le confezionavano; pazzesco! Cioè un "gioco da bambini"!  Ma gli altri, in alto,  non sapevano proprio nulla? 
E'  perfino patetico il trucco, perchè  già in uso alla fine dell'800 a Torino (con le palline più lucide - uno storico raggiro;  senza dubbio risaputo in tutti gli ambienti del lotto, anche dai bambini, quindi facile da imitare). Pazienza allora, ma oggi siamo nell'era della telematica. Viene in mente quel contadino che si comprò l'auto più bella e non sapendola guidare la utilizzava come una carrozza, facendosi  trainare da un cavallo. Oggi, i computer dietro, e davanti ancora le palline del bambino.
Qualcuno ha proposto per l'estrazione perfino un pappagallo. Ma questo animale paradossalmente non è il più ammaestrabile di tutti?  Li usavano gli imbonitori per far scegliere la "busta"  o "la pianeta" alle Fiere di Paese. (naturalmente addestrati a prendere quella che desideravano) Ma non siamo al 2000?

Il fatto di vedere in Tv   estrarre le palline sembra per nulla rassicurante, visto che non sappiamo chi le prepara e come le prepara. Poi  ha aggiunto, Visco,  che il sistema  informatico è a prova di bomba, molto sicuro.
(ll sistema lo fanno gli uomini, e gli uomini sono deboli)

Lo avevano detto anche alcuni mesi fa. Poi viene fuori questa truffa persino deamicisiana. Le palline lucidate col sidol,  il bebé dell'addetto che le pesca, l'orsacchiotto in regalo per il lavoro ben fatto. Una farsa! Peggiore del partenopeo gioco delle Tre carte, che lo Stato punisce, perchè possibile d'imbrogli.
Mentre  i bricconi dello Stato anche se rei confessi sono sempre al loro posto, come quel funzionario a Domenica In; fece un contrito pianto  in diretta è finì tutto lì.

Prova di bomba il computer? Non è affatto così. Il Pentagono non spenderebbe tanti miliardi. Un gruppo di disonesti potrebbero (diciamo potrebbero, e sarebbe fattibile)  compilare  una schedina anche dopo l'estrazione dei numeri e poi introdurre gli estremi  nell'elaboratore. In tanti modi: via cavo, via radio, o da un computer all'altro tramite raggi invisibili (all'infrarosso - perfino attraverso i muri)

(A tale proposito vedi la tecnologia su questo stesso sito.
Il Sistema Virtuale della strumentazione remota in Rete.   (400 pagine forse noiose, ovvie per i tecnici.)
L'elaboratore potrebbe avere un banalissimo ricevitore interfacciato al suo interno capace di ricevere,  modificare i dati, o inserire altri dati (degli insiemi pre-assegnati, dinamici- cioè capaci di modificarsi da soli)  trasmessi da un punto vicino o anche da un luogo molto remoto. Possibile oggi perfino da un isola del Pacifico.
Possibile muovendo anche l'alluce  del piede. (vedi più avanti)

Questa e la mia personale opinione, che non vuole essere opinione di un esperto.  Conosco i computer solo da venti anni  (ne ho venduti e piazzati solo circa 5000);   i primi protocolli per la trasmissione dei dati via modem (via dedicata, in fonia, o doppino)  li conosco solo da circa 15 anni (i primi  venduti ai CED  delle banche).  Le strutture di rete Internet/Intranet su protocolli TCP/IP le uso solo   da 10 anni. Ed infine lo  SCPI (lo Standard  Command for Programmable Instrument - quello del link sopra) ne ho una modesta conoscenza solo da cinque anni, cioè da poco tempo. Nel frattempo moltissimi sono diventati più bravi di quanto ho loro insegnato anni fa, e che ora con stupefacente ammirazione  osservo, perché sono diventati degli "stregoni"  cybernetici molto capaci, diabolici.  Ma oltre il mio parere ci sono nel mondo  opinioni identiche alle mie.

"Nella sicurezza dei concorsi, il grande problema negli Stati Uniti é la tecnologia. I computer che stampano i biglietti sono facilissimi da manipolare". Lo afferma, David Baldacci Ford - intervista sul Corriere d.S. del 16 gennaio 99

IL FAMOSO ALLUCE DEL PIEDE DESTRO

Ancora nel 1977, tre matematici a Santa Cruz,  Doyne Farmer, Packard, fecero tanti soldi alla roulette. Si costruirono tre microcomputer dentro le suole delle scarpe; poi frequentando i casino, via radio premendo l'alluce del piede inviavano informazioni all'esterno, a un computer che in base ad un algoritmo matematico era in grado di elaborare velocissimamente (nell'arco di tempo dal lancio della pallina al suo arresto) tre insiemi di numeri molto probabili e inviarli separatamente con degli impulsi elettrici codificati al piede dei tre giocatori. Puntando ognuno su un diverso gruppo, due perdevano ma il terzo abbondantemente recuperava vincendo.  Questo 22 anni fa !!   Da allora i computer hanno fatto molta strada. E Farmer esiste ancora. Lo troveremo più avanti.

La "Stangata" (simile a quella del film con P. Newman) potrebbe essere  architettata come nell'immagine illustrata ricostruita sopra. Fantascientifica? Forse. Ma abbastanza possibile.
I tabaccai ricevono la giocata, la convalidano e inviano i dati al terminale della centrale.  Se nel percorso telematico questi sono intercettati sulla linea dedicata all'host  (cosa possibilissima  con apparecchiature che oggi sono in vendita o che molti tecnici sanno costruire; soprattutto chi ha costruito il sistema - non la ditta ma potrebbe esserci qualche  addetto talpa disonesto - La macchina non l'ha fatta Dio! Ma gli uomini, che sono uguali dappertutto: avidi nelle circostanze)  si é in possesso dell'elenco delle giocate fatte in una città o in un paese  prescelto.

Se da qualche parte esiste un CLONE  di una apparecchiatura simile a quella di una ricevitoria (cosa possibilissima), questo clone collegato a un normale computer  con  in memoria il  Data Base delle schedine giocate dalla ricevitoria,   potrebbe DOPO l'estrazione,  in pochi secondi utilizzare gli estremi di una schedina non vincente,  e quasi istantaneamente prima che avvenga lo spoglio accedere al file e al record di quella schedina  e sostituire i numeri con quelli vincenti, nel computer centrale. Il tutto nell'intervallo di tempo di quei pochi minuti tra le estrazioni e il "via" allo spoglio fatto dall'ignaro operatore al centro stesso. (le password per entrare? non sono affatto un mistero per chi è veramente bravo. La password è una banalissima sequenza di bit. E'  la chiave di un "recettore"; e  ogni bravo tecnico hardware sa com'é fatto, di conseguenza conosce la chiave.  Ci mancherebbe altro, se un dipendente muore, in una azienda come si agirebbe altrimenti.
(Ogni fabbro é capace di aprire la serratura fatta da un altro fabbro perchè sa dove mettere le mani).

Poi con comodo, questo clone, riceve delle istruzioni  per stampare una  ricevuta identica a quella già giocata da un anonimo cliente perdente,  i cui estremi  il  tabaccaio   aveva  inviato telematicamente all' host del centro, che lo ha memorizzato.  Infatti, materialmente il centro non ha nulla, ha immagazzinato  solo i dati che ha ricevuto dalla periferia fino a pochi minuti prima (quando si dà l'alt alle ricevitorie su tutto il territorio).

Dopo l'estrazione dei numeri nelle dieci città (abbiamo visto in che modo casereccio !? sic. ) viene dato il via allo spoglio delle "giocate"  immagazzinate con gli estremi.

C'è però un lasso di tempo tra l'avvenuta  estrazione  e il  "via" alle verifiche. (i dati dalle città arrivano cadenzati - in un'altra famosa truffa del '600 i truffatori per arrivare prima usavano cavalli più veloci del corriere ufficiale addetto)
(ottocentesco anche questo - vedi in fondo)

Che cosa può succedere in questo intervallo di tempo?  Tutto o nulla?
La risposta é molto difficile per le ragioni spiegate sopra (tecnologia sofisticata che conoscono pochissimi addetti)

Il tabaccaio alla notizia della vincita è convinto che sia uno dei suoi clienti; ma  anche i responsabili del   Centro  sono convinti che la schedina sia stata giocata in quella ricevitoria  perchè hanno egli estremi. Ma nessuno ha mai visto in faccia un vincitore miliardario.
(In passato nel Lotto esistevano le matrici fisiche, su un registro, che alla chiusura delle giocate faceva testo. C'era dunque un riscontro tangibile.  Il biglietto fisico doveva corrispondere alla matrice fisica).

Oggi nessuno dei giocatori si è mai sognato di verificare gli estremi della schedina giocata;  si guarda solo il risultato. Mentre dovrebbero guardare anche  gli estremi della schedina vincente (per nulla publicizzati) e confrontrarli con i propri (data, ora, numero del terminale, numero della giocata, sede della giocata). Invece se ne sbarazzano subito, altri la mandano al Lotto alle Otto, e ad eliminarle ci pensa (!?) il macero (Mentre   forse proprio una di quelle potrebbe  combaciare). (ma chi ha inventato questa trasmissione? E a chi fa capo?)
Potrebbe benissimo esserci un cliente che ha in mano una schedina perdente ma con gli estremi di quella vincente. Estremi che potrebbero benissimo essere stati scippati   telematicamente da una "talpa" e usati  per compilare una schedina vincente dopo l'estrazione.
Insomma,  stamparsi  con un clone-macchina, un clone-schedina vincente, potrebbe essere non difficile, come afferma David Baldacci Ford.

L'incasso è coperto dall'anonimato. Quindi non sapremo mai chi ha veramente incassato la vincita.
L'unico rimedio sarebbe quello di rendere pubblico il nome del vincitore.
Chi non dichiara le proprie generalità non dovrebbe essere  pagato.
E delle vincite  precedenti togliere il segreto bancario e fare accertamenti.
Se c'è il sospetto della truffa allo Stato, l'emergenza indagini giustificherebbe la disposizione.

I vincitori onesti, accetterebbero, perchè ora sono tutti a rischio;  possono essere rivoltati come un calzino. Tutti gli anonimi potenzialmente ora sono nell'occhio del ciclone. Chissà cosa verrebbe fuori introducendo in un computer tutti i nomi e operare con un relazionale.

Il numero degli  anonimi che fino ad oggi hanno vinto, è abbastanza alto e strano. Ma sono veramente anonimi?
Anche quel telefonare per dire "grazie" al tabaccaio è abbastanza curioso, atipico, singolare. Raramente accadeva alle vincite del Totocalcio
Sembra che l'anonimo interlocutore sia  desideroso di far sapere agli italiani che si è giocato proprio in quella ricevitoria. (Lontana; ma lontana da dove?).
Anche se  alla ricevitoria di Bologna (quella dove abitavano gli operai  e furono vinti 22 miliardi) non hanno detto "grazie", ma hanno messo una bomba   pochi giorni dopo. Ma perchè?  Un bel "gial-lotto "!

Tutto quanto sopra è un semplice sospetto e non un'accusa. Se la presupposizione è fantascientifica, questa  può essere sgomberata dai dubbi  solo da un "gruppo di esperti tecnici informatici" non di parte.
Cioè dare una dimostrazione trasparente che tutto quanto detto sopra  è materialmente possibile  realizzalo.
Ma come stimolarli? Bisogna mettere in palio minimo 100 miliardi!  -  Con meno nessuno ha interesse a parlare.
Chi conosce il trucco non ha certo la convenienza a rivelarlo.
A costoro  bastano un paio di giocate (o qualche migliaia di piccoli anonimi  importi) per incassare allegramente una decina di miliardi.

Prevedo, che un giorno o l'altro, faranno saltare il Banco. Gli incassi di un anno non basteranno a pagare le vincite. E solo questione di tempo. Ma accadrà. (salvo che sia sotto controllo per non farlo accadere. Matematicamente è invece possibile)
Ci sono di mezzo anche i "sistemi" escogitati da Doyne Farmer già citato sopra. Le sue teorie probabilistiche sono  rivoluzionarie, anche se ora dal gioco lui le ha spostate ultimamente sulla finanza, addirittura su Wall Street;  si teme che faranno fra breve  impallidire gli economisti e tremare le banche. (cito Kevin Kelly. Out of Controll))

 Sbaglierà il mio computer quando prova che se tutto procede senza sistemi sofisticati  e senza palline truccate  la probabilità di  fare 6+1  é solo  una volta ogni 100 estrazioni?  Cioè una volta all'anno.
(è chiaro che se conosco l'1, la probabilità che si verifichi, in base al volume di giocate, é di 1 su 2 estrazioni)
(é alquanto strano che con una così  bassa probabilità dell'evento A (i sette numeri), venga fuori la vincita  quando il monte premi é quasi sempre sui 20-40 miliardi, cioè quasi costante la probabilità di questo evento B, che è l' intervallo tra una vincita e l'altra. Il ritorno periodico così costante del B sembra anomalo in base al principio delle probabilità totali, di quelle composte e al teorema di Bayes).

Se poi anche il computer inganna  lo sapremo presto! Molto presto. Purchè, se é sincero, non sia troppo tardi. L'anomalia potrebbe esserci e la probabile "stangata"  potrebbe effettivamente verificarsi

A pagare in questo caso tutti. Fino ad oggi truffa o non truffa i giocatori dell'Enalotto non sono stati danneggiati.  Se invece del 21 usciva il 22, i miliardi distribuiti erano sempre quelli, la percentuale dei "vincitori"  pure. (anche se per alcuni la dea bendata forse non era affatto bendata; e  gli altri giocatori li potremmo semmai chiamare solo "tonti").

Non così nel Lotto:   lo Stato rischia di rimetterci le penne. Potrebbe essere costretto a pagare una cifra cento, e anche mille volte, superiore  all'incasso. Un crack  colossale !!!
1000, 2000, 3000 miliardi? Per non dare nell'occhio  il trucco è già da tempo in funzione (vedi sotto)

A Venezia si è sfiorato il disastro due volte. Il terzo non perdonerà! Sarà una "mazzata"!

Giornale di Vicenza
L'allarme c'era. Il trucco già risaputo da tempo. In quante città é avvenuta la stessa cosa?
ovvero "come ti scavalco la banca" senza lasciare tracce.

I numeri erano 17-19-29 ruota di Milano. Furono giocate 120 bollette da 8.000 in una ricevitoria, 80 in un altra., e 108 in un'altra ancora. Tutte da 8000 lire sul terno per incassare da ognuna 4.200.000 solvibili subito in ricevitoria.
Ma parlando parlando fra di loro sembra che lo stesso singolare fatto sia avvenuto in molte ricevitorie delle vicine città; a tappeto: Vicenza, Padova, Rovigo, Verona, Venezia   e chissà in quante altre ancora. Migliaia di bollette "fotocopia";   e tutte  sempre con puntate  su Milano. (ruota per nulla  abituale per i Veneti.)
Nessuno si è mai allarmato. Ma perchè?  I pagamenti sono in molti casi stati liquidati con assegni della ricevitoria.
Il giornale sopra ( del 1996 )  lanciò l'allarme. Ma inutilmente!

NELL'OTTOCENTO:

 Il documento è stato rintracciato a Torino nei polverosi archivi di Corso Vittorio Emanuele. Ma si trova pure nell'Archivio di Stato di Palermo.
In una nota, il delegato della Sicilia, nel sottolineare l'"efficienza" della polizia borbonica, segnala la scoperta di una truffa del lotto ben articolata grazie anche alla (le talpe ci sono sempre) complicità di un impiegato regio di Palermo, don Giuseppe Naccari, e del titolare del botteghino lotto di Porta Termini, Antonio Campanella, che avrebbe fruttato agli organizzatori la bella somma di circa 10 mila ducati in tre anni.
Dalla Sicilia sia Naccari che Campanella scoperti evitarono l'arresto fuggendo e rifugiandosi a Genova al quartiere Quarto, ma vi sarebbero rientrati - segnala il delegato - partecipando - e diventando così perfino eroi - alla spedizione dei Mille di Garibaldi.(!!)
I particolari della truffa sono raccontati in una lettera inviata a Torino il 20 settembre 1858 dal Luogotenente Generale della Sicilia, Principe di Castelcicala, al Ministro per gli Affari di Sicilia, Don Giovanni Cassisi. Nella missiva si ricostruisce come gli impiegati infedeli del "Regio Lotto" siano riusciti a frodare l'erario utilizzando due metodi. Il primo consisteva nel consegnare ai loro compari alcune ricevute in bianco, su cui venivano SUCCESSIVAMENTE trascritti i numeri estratti. Furono intensificati i continui controlli che resero estremamente rischiosa la riscossione della vincita. Gli organizzatori della truffa ripiegarono allora su un sistema più artigianale: venivano giocati numeri singoli (ad esempio 2), che dopo le estrazioni diventavano doppi (ad esempio 82, 52, 42 ecc) grazie alla complicità degli impiegati infedeli che modificavano anche le matrici, dividendosi così i guadagni.

Il Naccari morì a Palermo nel 1860, in seguito a ferita riportata combattendo nel convento dei Benedettini.
Il Campanella si suicidò ad Arma di Taggia il 6 dicembre 1868.

Ma anche nello scandalo della Banca Romana, chi stampò i milioni di banconote "false", non le fece "false", l'unica differenza era che tutte avevano lo stesso numero di serie. Nessuno ci aveva fatto mai caso. Venne fuori solo per faide tra politici (Giolitti-Crispi).

( Card n. 47 - del  15-01-1999 )  

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