.



.

TABELLA 11
( dall'anno 1885 al 1899 )

AUTOMOBILE - AUTO ITALIANA - AUTO FIAT - FRENO - MAGNETE - CANDELA - FRIZIONE - CAMBIO - IMPRONTE DIGITALI - LINOTYPE - ALLUMINIO - STAGNOLA - GERMANIO - FLUORO - DISPROSIO - AZOTO E PIANTE - LENTI A CONTATTO - ELETTROCARDIOGRAFIA - ELETTROCARDIOGRAMMA - VELOCITA' DEL SUONO - NUMERO DI MACH - MONTACARICHI - ASCENSORE - PNEUMATICO - RADIOONDE - ONDE HERTZIANE - IONOSFERA - FONOGRAFO - DISCO FONOGRAFICO - GIRADISCHI - GRAMMOFONO - MICROFONO - FOTOGRAFIA DI MASSA - CICLOSTILE - XEROGRAFIA - FOTOCOPIATRICE - TRATTORE - NEURONE - SINAPSI - DISSENTERIA - PESTE BUBBONICA -TETANO - CORDITE - CENTRO MECCANOGRAFICO - SCHEDE PERFORATE - CINEMA - CINEPRESA - CINEMA SONORO - CINEMA COLORI - CINEMA STEREO - CINEMASCOPE - PITECANTROPO - CANCRO MAMMELLA - GUANTI CHIRURGICI - SEDIA ELETTRICA - CERNIERA LAMPO - PILA ELETTRICA - TORCIA ELETTRICA - PILA A SECCO - ELETTRONE - ABRASIVI - PROFUMI SINTETICI - ACQUA DI COLONIA - POP CORN - BOTTIGLIA DI DEWAR - THERMOS - PSICOANALISI - CORRENTE ALTERNATA - FEBBRE DEL TEXAS - PIROPLASMOSI - FIBRE DI VETRO - ARGO - SCALA MOBILE - RAGGI X - TORNIO - TOSTAPANE - ANTENNA RADIO - PERISCOPIO - URANIO - BERI BERI - SFIGMOMANOMETRO - ASPIRINA - PARTICELLA SUBATOMICA - RADIAZIONI URANIO - RAGGI ALFA E BETA - MALARIA - OSCILLOSCOPIO - TUBO DI BRAUN - TUBO CATODICO - MOTORE DIESEL - ALTOPARLANTE - MAGNETOFONO - REGISTRATORE A NASTRO - WALKMAN - CUSCINETTO A SFERE - POLONIO - RADIO - RADIOATTIVITA' - NEON, CRIPTO, ZENO - IDROGENO LIQUIDO - ELIO LIQUIDO - VIRUS - ADRENALINA - SOMMERGIBILE - SOTTOMARINO - LAVASTOVIGLIE

ANNO 1885

____ AUTOMOBILE - La priorità della realizzazione di un primo veicolo capace di partire e muoversi autonomamente, con un motore, è piuttosto contesa per lo spirito nazionalistico di alcune nazioni. Dobbiamo iniziare con i motori a vapore, e stando a certi documenti dobbiamo qui partire da Cugnot che nel 1770 realizza un robusto triciclo azionato da un motore a due cilindri alimentato da una grossa caldaia a vapore. Una vettura a quattro ruote che sembra una carrozza è l'"Obeissante" realizzata da Amedeo Bollèe che nel 1873 compie il percorso Le Mans-Parigi (230 km) in 18 ore. Una caldaia a vapore verrà pure impiegata da Serpollet nel costruire nel 1888 una vettura a tre ruote (nell'immagine sopra). Nel frattempo si è sviluppato anche il motore a scoppio che utilizza vari combustibili.
William Murdock, collaboratore di James Watt, brevetta nel 1801realizza un motore alimentato a gas basato sulla compressione di una miscela di aria e gas che brucia grazie all'esplosione prodotta da una scintilla elettrica. Nel 1833 l'inglese Wellman Wright deposita dal canto suo un brevetto di motore in cui per la prima volta si menziona l'accensione al punto morto superiore, seguito dieci anni dopo dall'americano Alfred Drake che presenta un propulsore dalle caratteristiche simili e nel 1856 dagli italiani Eugenio Barsanti e Felice Matteucci, che realizzano un motore con un grado tale di perfezionamento da essere considerato il precursore del primo vero motore a quattro tempi. Devono trascorrere altri quattro anni prima che un motore a scoppio sia prodotto in serie su scala industriale. L'onore tocca a quello progettato e coperto da regolare brevetto del francese Lenoir che lo lancia sul mercato offrendolo in diverse grandezze con una potenza che varia da 0,5 a 8 cavalli. Ma - anche perchè molto imitato- � un sogno di gloria di breve durata - - e dopo poco meno di 400 esemplari la produzione viene interrotta per l'improvviso voltafaccia della clientela che si rivolge alla pi� agguerrita concorrenza che si appresta a imboccare la strada del motore con i perfezionamenti fatti dai progettisti tutti presenti all'Esposizione Universale di Parigi del 1867 con 14 differenti modelli di propulsore a gas. La palma d'oro all'esposizione va al tedesco Nikolaus Otto, un oscuro commesso viaggiatore tedesco che da anni ha dedicato anima e corpo alla realizzazione di un motore a basso costo e di piccole dimensioni lavorando proprio su un motore di Lenoir.
Quello di Otto, è monocilindrico, a quattro tempi (aspirazione, compressione, scoppio e scarico). Lo brevetta, ne vende migliaia, ma l'idea passando di mano in mano, fa moltiplicare questo tipo di motore in molti settori.
Tuttavia Otto da vita a un sodalizio con un esperto del settore, l'ingegnere Eugen Langen, e insieme nel 1872 creano la fabbrica di motori Deutz; dove nello stesso anno approda un binomio che rimarrà inseparabile, quello formato da Gottlieb Daimler e dal suo alter ego Wilhelm Maybach, chiamati per ricoprire rispettivamente l'incarico di direttore di produzione e direttore tecnico. I due nuovi arrivati hanno un compito tutt'altro che facile, quello di dedicarsi allo sviluppo di un nuovo motore. Benchè perfettamente funzionante, e molto richiesto, quello ideato da Otto risulta di scarsa potenza, appena 3 cavalli, e di un ingombro in verticale spropositato. I due aiutanti operano bene ma si distaccono molto da Otto e sembra quasi che operano per conto proprio. Ma Otto non si dà per vinto, non vuole lasciare campo libero a Daimler e Maybach e nel 1876 fa brevettare il suo nuovo motore registrato con il numero 532 presso l'Imperiale Ufficio Brevetti Germanico che riassume in sintesi tutti i principi del motore a quattro tempi, con le fasi di aspirazione, compressione, combustione e scarico. Base per tutti i successivi sviluppi in questo campo.
Comincia una sfida infernale tra Daimler e Otto che finirà addirittura in tribunale. Daimler si rende subito conto che la base del suo nuovo progetto deve per forza di cose avvalersi del propulsore ideato da Otto, che, infastidito da quel pericoloso concorrente che lavora sotto lo stesso tetto, gli vieta di servirsi del suo brevetto. I due ormai sono ai ferri corti e qualche anno dopo Daimler sarà costretto a lasciare la fabbrica Deutz per incompatibilità con il padrone-rivale.
Con queste liti, il motore a benzina, prima ancora di nascere, rischia di essere accantonato per sempre, quando nel 1876 un certo Amédée Bollée stupisce i parigini circolando per le vie della capitale con la sua fiammante vettura a vapore che sviluppa una potenza di ben 20 cavalli ed è in grado di trasportare dodici passeggeri alla velocità di 40 chilometri all'ora. Molti inventori rivolgono ora le attenzioni a quella macchina e non più a quella dei tre litiganti. Ma Daimler non demorde e ignorando il veto dello scontroso rivale si mette a costruire in proprio quello che sarà il primo definitivo motore a scoppio della storia, modificando con l'aiuto di Maybach il progetto depositato da Nikolaus Otto.
Nel 1886 Otto e Daimler-Maybach si affrontano davanti alla Corte Suprema del Reich e sono quest'ultimi a vincere la causa per la semplicità di esposizione del progetto. Il motore di Otto non è più vincolato dall'esclusiva del brevetto e nello stesso anno Daimler-Maybach collaudano la loro prima "auto-mobile" sperimentale.
Il veicolo è mosso da un motore della potenza di un cavallo e mezzo che consente di imprimere al mezzo una velocità massima di 18 chilometri all'ora. L'inizio è poco promettente ma il grande passo è ormai compiuto e l'era del motore a scoppio e dell'automobile imbocca un cammino che non avrà più soste.
Mentre Otto e Daimler-Maybach si affrontavano in tribunale il tedesco Carl Benz costruisce un motore munito di compressore (realizzato dall'inglese Dugald Clerk) funzionante ancora a gas, e lo usa per costruirci un motociclo a tre ruote. Ma utilizza proprio il motore di Otto, perfezionato da Daimler-Maybach, e ignorando la lite in tribunale dei tre, lo brevetta come il primo "veicolo mosso con motore a scoppio", lo presenta al pubblico il 3 luglio del 1886. Ma non lo chiama "automobile", ma "Velociped", 980 cc.. potenza CV 0,9 (nell'immagine sotto).

Benz non era certo uno sprovveduto, pochi mesi prima aveva già realizzato il primo veicolo urbano a motore a scoppio che entrò in funzione il 15 marzo 1885; per la sua manovrabilità e per assenza di rotaie o di fili elettrici, fece subito concorrenza al filobus (chiamato "obus") a trazione elettrica da poco inventate da Siemens. Due anni dopo Benz inizia a commercializzare i suoi primi grossi "veicoli a motore". E da questi nasce appunto il "Velociped" e più tardi la "Victoria" a quattro ruote.
Maybach però non demorde (nel frattempo Daimler è morto - 1900) nel 1901 porta a compimento la macchina che passerà alla storia; gli da il nome della figlia del cliente che gliel'aveva commissionata: Mercedes. L'era dell'automobile imbocca un cammino che non avrà più soste.

Daimler e Benz non si erano mai incontrati, anche se abitavano molto vicino, ma i loro nomi sono passati indelebilmente alla storia in una data fatidica, il 17 ottobre 1926, giorno in cui avvenne la fusione delle rispettive aziende da loro create e che diede vita alla "Daimler Mercedes Benz" un marchio tuttora fra i più prestigiosi del mondo: Mercedes.

 

____ AUTO ITALIANA - Un discorso a parte merita la storia di un geniale italiano: l'ing. Enrico Bernardi. Nato a Verona nel 1841, durante i suoi studi universitari frequentava officine, offrendosi come fucinatore, aggiustatore. Laureatisi a Padova nel 1863 in matematica, rimase in questa università fino al 1863; un periodo a Vicenza come professore di fisica e meccanica, poi tornò a Padova come titolare alla cattedra di Macchine; cattedra che lasciò nel 1915 alla veneranda età di 70 anni. Dunque la sua missione fu sempre quella di insegnante, ma singolari attitudini spingevano quest'uomo alle applicazioni manuali fin dalla prima giovinezza, e a realizzare con le sue mani piccole creazioni meccaniche.
Gli studi del Bernardi sui motori a scoppio risalgono all'epoca della sua dimora in Vicenza, ma le prime comunicazioni in merito le fece solo a partire dal 1883 al Regio Istituto Veneto. Nel 1884 già funzionava all'esposizione di Torino un motorino di sua ideazione. Nel 1889 costruiva un motorino a benzina, funzionante secondo il ciclo a quattro tempi. Nel 1893, applicava il suo motorino ad una bicicletta. Nel 1894 costruiva una "vetturetta triciclo", nel 1898 una vetturetta a quattro ruote.

____ AUTO FIAT - Nel 1898 esistono in Italia tre costruttori che si occupano del nuovo mezzo di trasporto: Lanza e Ceirano a Torino; Ricordi a Milano. Se i primi due riescono ad assemblare circa una decina di esemplari ciascuno, il milanese Giuseppe Ricordi preferisce importare dalla tedesca Benz i telai delle vetture, provvedendo a carrozzarli ed a commercializzarli. Le due aziende torinesi sviluppano quindi - prime in Italia - un proprio prodotto, progettato e realizzato autonomamente.
Nei primi mesi del 1899, nel capoluogo piemontese, matura l'idea di fondare una nuova societ� per la produzione su scala industriale di automobili. (vedi la storia "La Fiat, asso pigliatutto")

____ MAGNETE - Daimler prima di morire nelle sue auto aveva inserito un geniale sistema di accensione, sfruttando l'invenzione di un meccanico tedesco, un certo Robert Bosch che nel 1898 aveva inventato il "magnete". Bosch perfezionerà poi l'accensione inventando la ...

____ CANDELA ... un dispositivo piccolo e semplice inventato da Bosch nel 1902. L'accensione prima d'ora avveniva con una barretta metallica incandescente introdotta nella camera di scoppio, che richiedeva sul mezzo un complesso impianto elettrico non sempre sicuro. La geniale idea fu immediatamente universale, e fece anche la fortuna di Bosch che in breve tempo crea una delle più grandi industrie di componenti elettrici (e in seguito elettronici) mondiali.


____ FRENO - Le prime goffe auto montavano freni di una semplicità enorme; molto simile alle carrozze in uso agli antichi carri trainati dagli animali, per fermarli o per rallentare la corsa nelle discese: ed era un congegno messo in una o in due ruote, che tramite una leva di archimede, premeva un blocco in legno sulla loro superficie, il forte attrito permetteva di rallentare la corsa e con una maggiore pressione anche di fermare il veicolo. Prima ancora che Benz realizzasse una vera e propria automobile, George Westinghouse in America nel 1869 aveva realizzato un freno aerodinamico, e subito dopo nel 1872 già aveva progettato un freno pneumatico.
Bisogna attendere il 1902, quando la casa automobilistica Renault realizza dei freni a tamburo (detti così perchè all'interno di un tamburo posto sul mozzo della ruota, delle ganasce azionate da molle di richiamo e da alcuni "cilindretti" premono su una guarnizione normalmente in ferodo (costituito da tessuto di amianto molto resistente all'usura e al calore) rallentando gradualmente con l' attrito la corsa. Questo tipo di freni fu applicato su ogni tipo di autoveicoli per oltre mezzo secolo, con una variazione avvenuta nel 1921, quando i cilindretti furono fatti funzionare pneumaticamente, cioè la pressione verso il ferodo era fornita da un sistema di circuito ad olio speciale ("olio dei freni"). Curiosamente nello stesso anno dell'invenzione dei freni a tamburo - il 1902- l'inglese Fredrick Lanchester aveva già realizzato un altro tipo di freni: a disco. Consisteva non in un tamburo ma in un disco che sempre messo sul mozzo della ruota, in un settore dello stesso disco, una "colonnetta" a pinza con dentro delle "pastiglie" in ferodo speciale, tramite la pressione sempre pneumatica preme sulla faccia del disco, l'attrito rallenta la corsa. Non ebbero grande successo. Furorono riscoperti dalla Jaguar che li montò su una vettura da competizione e che vinse il celebre circuito di Le Mans, nel 1953. I primi a montarli in serie sui veicoli fu la Citroen nel 1955 nella sua mitica DS 19.
Sia con i primi sia con i secondi, negli autoveicoli pesanti (come autocarri, autobus ) o in talune vetture di grossa cilindrata, i freni normali erano inadeguati. fu quindi applicato un servomeccanismo che è sempre comandato da un freno a pedale, ma mediante un servomotore, amplifica la forza sul pedale esercitata dal guidatore. Il servomotore lo realizzò nel 1919, applicandolo per la prima volta sulla Hispano-Suiza Type, la statunitense Duesemberger Motor Co.

____ FRIZIONE - Questo meccanismo - a pedale (in seguito anche automatico) che permette di accoppiare e disaccoppiare dolcemente e progressivamente l'albero motore dalle ruote, attraverso il cambio di velocità, sfruttando l'attrito per lo più fra dischi premuti insieme fu realizzato nel 1876 dall'ingegnere scozzese John Rennie.

____ CAMBIO - Un dispositivo che mutasse il rapporto tra l'albero di trasmissione e l'asse delle ruote fu realizzato in forma rudimentale da Luis Panhard su una delle sue vetture. A realizzarne uno con il cambio a tre marce e la presa diretta con il giunto cardanico fu un ingegnere autodidatta francese, nell'nno 1899.

____ 100 ALL'ORA - La prima automobile che superò i cento chilometri ora (per 34 secondi) non fu una vettura con il motore a scoppio, ma una vettura con motore elettrico, la francese "Jamais content" realizzata da Camille Jenatzy, sul chilometro lanciato ad Achers il 29 aprile 1899 (vedi "100 all'ora, una ossessione")

____ IMPRONTE DIGITALI - A scoprire che non vi erano due persone (tranne i gemelli monozigotici) ad avere le impronte digitali uguali, nel corso di quest'anno -1885 - fu l'antropologo inglese Francis Galton (1822-1911) (il cugino di Darwin e l'uomo fondatore dell'"eugenetica" "il miglioramento razziale"- vedi anno 1883). Le impronte lasciate da persone su degli oggetti, anche se non sono osservabili ad occhio nudo, con una speciale polverina si rivelano utili per indentificarle. Per la medicina legale fu questo un importante mezzo per scoprire i colpevoli di azioni delittuose.

ANNO 1886


____ LINOTYPE - (vedi Anno 1454 "stampa")

____ ALLUMINIO - Dei metalli conosciuti è l'elemento più comune nella crosta terrestre, e oggi come materiale strutturale è secondo solo all'acciaio, ed essendo leggero ed economico, ma anche resistente è ideale per realizzare molti oggetti. Ma fino a inizio Ottocento era considerato come un metallo prezioso, si era appena riusciti ad isolarlo nel 1825, merito di un fisico danese - Hans Christian Orsted - che aveva messo a punto un processo di elettromagnetismo; riuscì ad ottenere i primi pezzetti di tale metallo; fece una dimostrazione in classe, scrisse la sua bella relazione scientifica, ma non andò oltre.
Era il suo, un processo difficile e molto costoso e quindi non se ne parlò più fino al 1886, quando uno studente di chimica americano - Charles Martin Hall (1863-1914) - accennando a questo elemento - sentì dire dal suo professore, che l'alluminio esisteva, aveva molte proprietà, ma costava troppo e aggiunse quando ci sarà qualcuno che riuscirà a produrlo come si fa con il ferro o il rame, quel tale sarebbe diventato straricco e famoso. Lo studente da allora ebbe solo più questo obiettivo, ottenere l'alluminio. Ripassò bene gli studi di Davy (che nel 1807 aveva isolato con la corrente elettrica il sodio e il potassio e lui per la prima volta aveva dato il nome al nuovo elemento "allumina"), approfondì gli studi di Oested, si costruì un laboratorio casalingo, ci mise dentro batterie di ogni tipo, si fornì di ossido di alluminio, di criolite, e provando e riprovando con gli elettrodi, nel 1886 ottenne l'alluminio puro. In un modo abbastanza semplice quindi economico. Ma il caso volle che un altro suo collega della sua stessa età in Francia - Paul Louis Toussaint HREOULT (1863--1914) - ma già esperto di metallurgia, provando e riprovando, anche lui nello stesso anno ideò lo stesso sistema. Tuttavia diventarono entrambi ricchi, e il sistema che avevano inventato si chiamò "procedimento Hall-Heroult". Erano nati entrambi nello stesso anno, avevano in comune due cognomi con le stesse iniziali, scoperto contemporaneamente lo stesso procedimento, e morirono pure nello stesso anno.

____ STAGNOLA - Con il procedimento inventato dai due appena accennati, essendo economico, e con la Terra piena di alluminio, questo metallo divenne subito di largo impiego in molti settori. Fino allora uno dei prodotti più conosciuti e impiegati da oltre cinque secoli erano i fogli ricavati dallo stagno, che essendo molto malleabile, battuto e ribattuto forniva fogli sottilissimi. I Veneziani maestri vetrai erano dei grandi esperti nel fare questo lavoro; infatti utilizzavano poi i fogli per realizzare i famosi specchi (anche se per alcuni di pregio si usava il costoso argento). Con l'alluminio a disposizione, che è così malleabile da raggiungere lo spessore di 1/200 di mm., e più resistente alla corrosione, ben presto fu utilizzato per gli specchi. Per la stagnola il tramonto era alle porte; fu usata ancora per avvolgere i cioccolatini, poi fu abbandonata al suo destino. Nel frattempo i fogli di alluminio si diffusero così tanto, che per le sue caratteristiche (poco alterabile se esposto all'aria e all'umidità) trovarono largo impiego per avvolgere alimenti di ogni tipo. Quanto all'alluminio come metallo d'impiego, come abbiamo detto all'inizio, divenne come materiale strutturale secondo solo all'acciao, e in certe realizzazioni preferito all'acciaio stesso, esempio: nella costruzione di aerei e automobili.

____ GERMANIO - La scoperta di questo metallo grigio, molto fragile, simile al sicilio, numero atomico 32, diede ancora una volta ragione alla famosa tabella degli elementi di Mendeleev (vedi anno 1869). Gli spazi vuoti (circa il 7%) che Mendeleev aveva lasciato nella tabella, asseriva che dovevano essere occupati da elementi che esistevano ma che dovevano essere ancora scoperti. Molti era perplessi, altri lo presero per un visionario, mentre altri si misero alla ricerca di questi elementi. Nel 1874 il chimico francese Paul Emil Lecoq de Boisbaudran (1838-1912) aveva riempito uno di quegli spazi scoprendo un elemento di colore grigio acciaio, che chiamò "gallio" numero (atomico 31) in onore dell'antica nome della Francia. Lo seguiva nella tabella un altro spazio vuoto, che fu quest'anno (1886) riempito dal chimico tedesco Clemens Alexander Winkler (1838-1904) scoprendo (anche lui dandoglio il nome della sua Patria) il "germanio".

____ FLUORO - Un altro spazio vuoto nella tavola periodica di Mendeleev era quello al numero atomico 9; il chimico russo sosteneva che doveva essere un gas particolarmente attivo, anzi il più attivo fra quelli conosciuti, più attivo dello stesso ossigeno. Gli aveva dato perfino un nome - "fluoro" - ma da anni invano tutti lo cercavano senza trovarlo, anche perchè nella serie con numeri atomici dal 5 al 10 vi erano sostanze molto tossiche, quindi difficile lavorarci. A scoprirlo - con laboriosi esperimenti che non è il caso qui dettagliare - fu un chimico francese Henri Moissan (1852-1907). Il fluoro appartenente al gruppo degli alogeni, con carattere metalloidico, è un gas di colore giallo pallido, tossico; fortemente reattivo è il più elettronegativo di tutti gli elementi; si combina con molti altri elementi spesso con reazione violenta, come nel caso dell'idrogeno. Moissan per questa scoperta ottenne il premio Nobel per la chimica nel 1906. Nella stessa sessione, per un solo voto, il chimico francese la spuntò su Mendeleev. Mossain sarà pure legato alla scoperta del fluoro, ma sicuramente Mendeleev meritava molto di più; tuttavia è lui ad essere il più ricordato nella storia della chimica, perchè il suo sistema periodico degli elementi ebbe fondamentale importanza nello studio della proprietà degli elementi ed è attualmente il sistema di classificazione degli elementi universalmente adottato.

____ DISPROSIO - Un altro vuoto nella "tabella" fu riempito nel corso dello stesso anno (1886) dalla scoperta del "disprosio", nel gruppo dei "lantanidi" (metallo del gruppo delle terre rare- - n. atomico 66). Scoperto dal chimico francese Paul Emil Lecoq de Boisbaudran (1838-1912), già scopritore del "gallio" nel 1874.

____ AZOTO E PIANTE - Sembrò una scoperta di poco conto, mentre invece la conoscenza di questo particolare meccanismo di alcune piante hai poi permesso a prodotti fertilizzante di dare un grande contributo alle coltivazioni. Il chimico tedesco Hermann Hellriegel (1831-1895) scoprì che le leguminose (piselli, fagioli. ecc.) contengono batteri azotofissatori, in grado di legare l'azoto ad altri importanti elementi, trasformandoli in nitrati. E i nitrati sono importantissimi per ridare la fertilità ai terreni, almeno in relazione all'azoto.
Nei fertilizzanti moderni sono dosati in base a una preventiva analisi del terreno, in modo da migliorarne le caratteristiche fisico-meccaniche.

ANNO 1887

____ LENTI A CONTATTO - Una lente consistente ancora in vetro duro da applicare sull'intera superficie dell'occhio, furono realizzate per la prima volta da uno svizzero Eugen A. Flick. Con la fabbricazione della plastica sempre più migliore, nel 1938 è il tedesco l'oftalmologo Theodore Obrig a realizzare le prime lenti in plastica. Sempre più sottili e perfezionate si arriva negli anni '50 a realizzarne alcune - fla l'altro flessibili - che ricoprono solo la cornea, permanenti, che provocheranno però non pochi danni ipossici alla cornea dei numerosi portatori. Un vero e proprio decollo delle lenti a contatto avviene nei primi anni '60, quando un chimico di Praga riesce a stabilizzare un materiale idrofilo morbido e trasparente denominato Hema, e che la Bausch & Lomb mette in commercio. Se ne fanno di tanti tipi, ed essendo anche a basso costo alcune sono di tipo giornaliero (usa e getta). Tuttavia molti avevano il problema della tolleranza al materiale, lo scoglio che sembrava insormontabile era la scarsa impermeabilità all'ossigeno. Le ultime realizzate -offrendo una buona soluzione ai problemi dell'irritazione e lacrimazione - sono ora quelle in hidrogel al silicone che garantiscono l'alta e costante ossigenazione dell'occhio. Sono oggi circa 80 milioni i portatori di lenti a contatto nel mondo e circa 2 miliardi i portatori di occhiali. Di questi non tutti sono idonei ad usare lenti a contatto ( Da Corriere d. S. "Salute", 10-10-04)

____ ELETTROCARDIOGRAMMA (vedi sotto)
____ ELETTROCARDIOGRAFIA - (vedi sotto)
____ELETTROCARDIOGRAFO - ECG - Concepito dal tedesco Augustus Walle nel corso di quest'anno (1887) , l'apparecchio permette di rilevare e registrare le correnti d'azione del cuore che si presentano con le contrazioni. Fu perfezionato nel 1903 dal fisiologo olandese William Einthoven (1860-1927) dell'università di Leida. Congetturando che il cuore battendo ritmicamente potesse originare potenziali elettrici ritmici, mise a punto inizialmente un vero e proprio "galvanometro", che registrava i vari potenziali elettrici variabili del cuore. La sensibilità dell'apparecchio ("elettrocardiografo") era in grado di registrare queste piccole correnti. Il risultato fu un "elettrocardiogramma"; scoperta che gli valse il premio Nobel per la medicina e fisiologia nel 1924.
Usato nella diagnostica cardiologica, l'apparecchio con un pennino registra su un supporto di carta il diagramma dell'attività elettrica del cuore (segnali elettrici della potenza di pochi milliwatt): il cosiddetto "elettrocardiogramma". Esso permette al cardiologo nell'asaminare il tracciato, di localizzare le aree in cui il muscolo cardiaco accusa un deterioramento; molto spesso scopre anche un infarto (una piccola necrosi del tessuto che ha cessato di essere irrorato dal sangue quando si verifica l'occlusione di un vaso arterioso terminale) di cui paziente non ha mai avvertito alcun sintomo nel momento in cui si è verificato. Non è quindi una buona autodiagnosi quando diciamo "sto bene", con una visita al cardiologo "si sta meglio"!, e sicuramente si previene il peggio.

____ ESPERANTO - ("colui che spera") E' lo pseudonimo che il medico polacco Ludwik Zamenhof diede alla sua creazione nel 1887: una lingua artificiale internazionale caratterizzata da una fonetica semplicissima, una morfologia estremamente regolare e un lessico derivato principalmente dalle lingue neolatine e, in misura minore dalle lingue germaniche, dal greco e dalle lingue slave. L'alfabeto si compone di 28 lettere; la grammatica è senza eccezioni. Destò molta curiosità, ma - ed era un utopia - non si impose mai.

____ VELOCITA' DEL SUONO (vedi sotto)
____ NUMERO DI MACH - Forse il fisico-filosofo austriaco Ernst Mach (1838-1916) aveva già previsto che in un futuro prossimo ci sarebbero stati oggetti volanti più veloci del suono. Fece numerosi studi sulla resistenza dell'aria, e calcolò che se un oggetto si muoveva attraverso l'aria con una velocità superiore a quella del suono, l'aria comprimendosi provoca un accumulo di onde sonore che poi si espandono causando un improvviso colpo secco. Il fulmine e il tuono che segue è il miglior esempio di una esplosione sonica. In seguito quando fu misurata esattamente la velocità del suono (in condizioni normali dell'aria è di 331 metri al secondo -1986 kmh), l'unità relativa fu chiamata col suo nome "Mach". Il "numero di Mach" è appunto il rapporto tra la velocità di un corpo in moto relativo rispetto a un gas e la velocità del suono nello stesso gas.

____ MONTACARICHI - (vedi sotto)
____ ASCENSORE - L'idea del montacariche ovviamente proviene dall'argano e precede di poco l'ascensore. Fu realizzato dall'americano George Waterman nel 1850 che lo usò appunto verticalmente per il carico delle merci, utilizzando come motore il vapore. Due anni dopo (1852) altro pioniere fu l'americano Elisha Graves Otis, ma il suo era piuttosto sicuro anche per il trasporto delle persone, perchè oltre le funi che alzavano e abbassavano il montacarichi, concepì un sistema di guida dentata che lo arrestava in caso di rottura della fune (fornì lui stesso la prova di sicurezza, montandoci sopra e facendo tagliare il cavo).
La sicurezza fu il fattore determinante per realizzare pochi anni dopo - nel 1857 - il primo ascensore per il trasporto passeggeri dentro un grande magazzino di cinque piani da Broadway, New York, ma molti non fidandosi della tecnologia seguitavano a salire le cinque rampe di scale.
Le cose tuttavia andarono sempre bene, Otis mise su un'industria di ascensori e quando nel 1889 iniziò ad usare anche lui i motori elettrici (il primo ad applicarlo due anni prima fu il tedesco Werner von Siemens) era appena terminata a Chicago la costruzione del primo "grattacielo", nome dato iperbolicamente al primo edificio di 10 piani. New York non rimase a guardare e nella necessità di sfruttare al massimo le aeree fabbricabili, non potendosi espandersi in larghezza, scelse l'altezza. Ma senza gli ascensori i grattacieli non sarebbero mai nati; nel 1913, il Woolworth Building era già alto 250 metri, con gli ascensori che salivano ai suoi 55 piani in meno di tre minuti. La riluttanza a salirci in pochissimi anni era scomparsa del tutto. I moderni ascensori oggi salgono in cima a grattacieli di 500 metri in 60 secondi.

ANNO 1888

____ PNEUMATICO - John Boyd Dunlop (scozzese, che di mestiere fa il veterinario) per eliminare i fastidiosi contraccolpi delle ruote della bicicletta Draisina regalata al figlio, studia la situazione, poi il 7 dicembre 1888, sperimenta la sua idea: una camera d'aria al posto delle rigide gomme piene fino allora usate; nasce cos� il primo pneumatico. Sembra però che un qualcosa del genere (un anello tubolare in gomma gonfiato con aria) fosse già stato collaudato da uno scozzese: Robert Thomson. Copiato o no l'idea, Dunlop la diffonde. Vista la sorprendente scorrevolezza che la sua invenzione procurava alla bicicletta, propose ad una squadra di ciclisti inglesi che stavano preparandosi ad una gara, di montare le "sue gomme". Ovvio dire che la squadra vinse con molta facilità la gara affrontando il percorso in un modo molto più scorrevole, cosicchè il pneumatico ebbe subito un successo strepitoso fra gli addetti e i seguaci della bicicletta, ed altrettanto � ovvio che Dunlop da quel momento incalzato dalla forte domanda non si dedic� pi� alla veterinaria, ma a costruire stabilimenti in ogni parte del mondo per fabbricare pneumatici di ogni genere. Soprattutto quando a fine Ottocento e inizio Novecento le automobili cominciarono a diffondersi. Nel 1900 dopo aver creato la Dunpol Company fu il primo a diffondere i pneumatici montati sulle auto.
I primi a montarli in serie sulle auto furono nel 1905 due fratelli francesi Andrè e Edourd Michelin, che subito dopo smisero di montarle e pure loro costruirono il primo di una lunga serie di stabilimenti.
____ A fargli concorrenza pochi anni dopo, nel 1908, fu l'americana Firestone Company, alle gomme lisce di Dunlop e Michelin, iniziò a vulcanizzarci un battistrada che mantenevano meglio in carreggiata le auto nelle curve, nelle strade bagnate o innevate, e ovviamente avevano una maggiore aderenza in caso di frenate. Ma sembra che a fornire questa idea, fu un italiano, che a inizio Novecento, aveva iniziato a fare delle tacche sui pneumatici, proprio per evitare gli stessi inconvenienti (presto segnaleremo anche il nome che al momento stiamo rintracciando).

____ RADIOONDE (vedi sotto)
____ ONDE HERTZIANE -
____ IONOSFERA - Il 13 novembre del 1886 nasce la tecnica che rivoluzionerà le telecomunicazioni; una tecnica che permettera la nascita del telegrafo senza fili, della radio, della televisione, del radar e di altre mille applicazioni. Fino a questo giorno era nota la possibilità di indurre una corrente elettrica in un circuito attraverso variazioni di un campo elettromagnetico, ma non si riteneva possibile l'induzione a distanza, che avrebbe rappresentato una vera e propria trasmissione a distanza. Chi compie questa rivoluzione è un giovane 28enne fisico tedesco Heinrich Rudolph Hertz (1857-1894), dimostrando l'esistenza di onde elettromagnetiche. All'inizio queste radiazioni a onda lunga furono chiamate col suo nome "onde hertziane", ma in seguito si impose l'uso del nome "radionde".
Lavorando sul postulato di Maxwell (Nel 1865 il fisico inglese estendendo le leggi fondamentali dell'induzione elettromagnetica alle correnti di spostamento - previde con considerazioni di carattere puramente teorico, la possibilità di diffondere nello spazio delle onde elettromagnetiche alla velocità della luce, tramite conduttori opportunamente alimentati) Hertz con un oscillatore di sua invenzione in questo famoso giorno riuscì a trasmettere onde elettromagnetiche a un metro e mezzo di distanza tra due circuiti, e pochi giorni dopo, il 2 dicembre riuscì ad "accordare" il secondo circuito sulla frequenza del primo. Riuscì a far riflettere, rifrangere, concentrare le onde in modo analogo alle radiazioni luminose. Fu questo il primo fondamentale esperimento che porterà all'invenzione della radio. Quasi certamente Hertz se fosse rimasto in vita la radio l'avrebbe inventata lui; ma purtroppo a soli 37 anni morì prematuramente di setticemia e pochi suoi illustri colleghi si soffermarono su ciò che aveva scoperto.
A questo punto la storia ha dell'incredibile, tanto è così singolare.
A Biella Oropa, soggiorna nei tre mesi dell'estate 1894, una inglese, Annie Jameson, figlia di un proprietario terriero e distillatore di whisky, sposata a Bologna; suo figlio, un giovane di 20 anni, non sa cosa fare durante le giornate noiose. Gli capita fra le mani dall'unico giornalaio del posto, una rivista, dove c'è una recensione delle esperienze di Hertz morto poche settimane prima. Nella rivista oltre che ricordare la scomparsa del giovane fisico, un articolo spiegava il lavoro dei suoi studi sulla propagazione delle onde. Per tutti i 3 mesi il giovane che ha qualche conoscenza di fisica (non è andato oltre il liceo ma ha la passione per la fisica e incontra spesso a Bologna un professore di fisica ) si butta a capofitto in quella lettura......
Scriverà poi,"..... tra quei monti d' Oropa mi venne un'idea fantastica, quell'irradiazione poteva essere aumentata, sviluppata e controllata, e mi parve così tanto elementare che non potevo pensare che altri tanto più maturi e dotti di me non l'avessero mai intuita, partorita la stessa mia idea, invece... era proprio così, nessuno ci aveva mai pensato". Con onestà Marconi in seguito disse "se non l'avessi inventata io la radio, l'avrebbe fatto sicuramente qualcun altro, forse il giorno dopo".
(Una lapide nel portico centrale del celebre santuario di Oropa, ricorda l'"illuminazione" di Marconi, che lui stesso dettò "Qui nel silenzio di questa valle, ebbi l'illuminazione.....). Queste "illuminazioni" a Oropa Marconi durante il suo soggiorno le aveva tutte annotate, e aveva perfino elaborato un'idea per una sperimentazione, come farla e dove farla. Tornato a casa si mise all'opera; usando un coesore (coherer) come ricevitore ed un rocchetto Rumkorff come trasmettitore, Marconi riuscì a trasmettere il segnale della lettera S dell'alfabeto Morse da un punto all'altro di un prato, sito nelle vicinanze della sua villa a Pontecchio. Poichè pensava come tutti che le onde viaggiassero in linea retta la sorpresa fu tanta quando in un altro tentativo fece il famoso esperimento con il suo aiutante posto dietro una collina. Doveva sparare un colpo di fucile se arrivava il segnale, e il contadino sparò e indubbiamente non si rese conto che quel giorno era un grande giorno. Marconi non sa esattamente perchè ciò è avvenuto, ma intuisce l'enorme importanza di tale fenomeno e la possibilità di impiegare le onde elettromagnetiche quale mezzo di comunicazione a distanza; che insomma ha fatto una grande scoperta. Va a Roma e tenta inutilmente di farsi ricevere al Ministero delle Poste Italiane per esporre un suo progetto, ma quelli ridono dietro a questo sbarbatello, e Marconi non va oltre le portinerie (sembra che qualcuno abbia detto "mandatelo a quel paese...."). Offeso oltre che deluso, torna a casa; la madre intuisce che qualcosa di grosso ci deve pur essere; gli prepara subito le valige e lo manda in Inghilterra dai suoi parenti. A Londra il 2 giugno 1895, Marconi appena ventunenne, ma con le idee chiare, aiutato dal cugino Henry, esegue alcuni esperimenti a distanza sempre maggiore, tutti positivi. A quel punto Marconi brevetta l'invenzione della radio e fonda la Wireless Telegraph and Signal Company . E ha fama, subito, clamorosa, in tutti i più remoti angoli del mondo, quando per la Regina collega il Palazzo via radio al panfilo Reale dove si trova malato il figlio della regina, Edoardo. Fa poi una grande dimostrazione a Salisbury su una distanza di quattro chilometri e a 25 anni diventato ancora più audace, il 12-12-1901 a Poldhu, fa il grande balzo, collega l'Inghilterra all'America; i prodigiosi tre punti della S riuscirono (come non si sa) a superare l'Atlantico.
Marconi era riuscito a dimostrare quella che da tempo era la sua convinzione che le onde potevano giungere molto molto lontano.
A permetterglielo furono due invenzioni molto recenti: quella dell'inglese Joseph Loedge che aveva l'anno prima (1894) costruito il tubo coherer usandolo per individuare radioonde fino a 800 metri dalla fonte e aveva già trasmesso e ricevuto un messaggio in codice morse; e quella del fisico russo Alekandr Stepanovic Popov che aveva scoperto che un lungo filo verticale collegato alla fonte e un altro collegato al ricevitore rendevano i segnali molto più forti e facili da individuare. Questi lunghi fili furono chiamati "antenne" perchè assomigliavano alle antenne degli insetti.

Tuttavia come erano arrivati questi segnali a Terranova era un enigma, nemmeno Marconi lo sapeva. La radiazione elettromagnetica, comprese le radioonde, viaggia in linea retta, e quindi da Poldhu se all'inizio le radioonde avessero viaggiato parallele al terreno, sarebbero dovute poi salire nello spazio esterno quando la superficie si fosse incurvata verso il basso. Invece il segnale aveva trovato la strada anche nella curvatura sferica del pianeta per attraversare l'Atlantico. L'enigma sorto fu "come"?. Solo l'anno dopo (1902) un ingegnere americano - Arthur Edwin Kennely - congetturò che vi potesse essere nella parte superiore dell'atmosfera uno strato di cariche elettriche (ioni carichi) che avrebbe riflesso le radioonde. Cioè queste sarebbero rimbalzate a zig zac nel lungo percorso atlantico, fra il suolo e questo strato, che Kennely chiamò "strato E". Ci vollero più di vent'anni per confermarlo, quando nel 1924 il fisico inglese E. Victor Appleton, scoprì che lo "strato E" si trovava a un'altezzza di circa 80 chilometri nel cielo notturno e a circa 240 chilometri nel cielo diurno che denominò "strato F". Erano questi strati con un alto o basso contenuto di ioni che riflettevano (con più o meno intensità) le radioonde; ed essendo lo strato delle due fasce al disopra dell'atmosfera, Appleton la chiamò "ionosfera".

La teoria della propagazione delle onde hertziane, o radioonde, è assai complessa e qui tentiamo solo di illustrarla brevemente. Grandissima importanza per la loro propagazione attorno alla Terra - abbiamo appena letto- ha dunque la ionosfera, costituita dalle regioni superiori dell'atmosfera nelle quali si manifesta il fenomeno della ionizzazione, cioè della scissione di molecole od atomi elettricamente neutri in due o più parti (ioni positivi e ioni negativi od elettroni), determinata in questo caso principalmente dalle radiazioni ultraviolette che giungono dal Sole e dalle radiazioni cosmiche. La ionosfera - il cui limite inferiore si può ritenere ad una quota di circa 100 km. e quello superiore a circa 600 - è costituita da più strati di ionizzazione a differenti altezze e precisamente dallo strato E che si forma giornalmente al sorgere del Sole ad una quota di circa 100 km. e la cui densità di ionizzazione è massima nelle ore meridiane e si attenua fortemente dopo il tramonto, e da un secondo strato F compreso fra i 160 ed i 400 km., che durante il giorno si divide in due strati distinti, F1 ed F2, più basso dei quali (F1) scompare durante la notte. Le radioonde che penetrano nella ionosfera subiscono una graduale rifrazione, le loro traiettorie vengono curvate e ritornano sulla superficie terrestre a distanza più o meno grande dal punto di emissione, ossia vengono riflesse dalla ionosfera in funzione della densità di ionizzazione e della loro frequenza. La riflessione avviene per una densità di ionizzazione tanto minore quanto minore è la loro frequenza, e per ogni valore dell'angolo di incidenza esiste un valore della frequenza, detto frequenza critica, al disotto ed al disopra del quale si ha rispettivamente riflessione od attraversamento da O della ionosfera da parte delle radioonde. Queste si propagano nello spazio alla velocità V della luce (300.000 km/sec.) e sono caratterizzate dalla lunghezza d'onda Y, che è legata alla frequenza dalla relazione y = v/f, dalla quale si rileva che Y è inversamente proporzionale ad F, ossia la lunghezza d'onda è tanto minore quanto più elevata è la frequenza. Le onde impiegate nelle radio hanno lunghezze comprese tra i 10 e i 30.000 metri, cui corrispondono frequenze di 30.000 e 10 chilocicli (kc.) al secondo rispettivamente. Radioonde di minore lunghezza vengono usate per impieghi specifici. Le radioonde sono raggruppate a seconda della loro lunghezza nelle seguenti gamme: onde lunghe, con superiore ai 2000 m. ed f inferiore ai 150 kc.; vengono riflesse durante il giorno dallo strato E più basso con notevole attenuazione, mentre durante la notte vengono riflesse dallo strato F subendo attenuazione minore; sono usate principalmente per comunicazioni radiotelegrafiche e radiotelefoniche commerciali a grande distanza. Onde medie, con y compreso tra i 2000 ed i 200 m. ed f compreso tra i 150 ed i 1500 kc.; si propagano di giorno solo direttamente lungo la superficie terrestre e di notte vengono invece riflesse nella parte più alta dello strato E e nel margine inferiore dello strato F. Sono usate quasi esclusivamente per il servizio di radiodiffusione e navigazione aerea e marittima. Onde intermedie, con y, compreso tra i 200 e i 50 m. ed f compreso tra i 1500 ed i 6000 kc.; presentano caratteristiche di propagazione che vanno da quelle delle onde medie a quelle delle onde corte. Quelle di circa 200 m. si impiegano per servizi secondari di radiodiffusione mentre quelle di 50-100 m. vengono impiegate per comunicazioni a medie e moderate distanze. Onde corte e cortissime, con y compreso tra i 50 ed i 10 m. ed f compreso tra i 6.000 ed i 30.000 kc., sono caratterizzate da una zona di silenzio anulare intorno al centro emittente, oltre la quale, a grande distanza, la propagazione avviene mediante una o più riflessioni nella ionosfera e sulla superficie terrestre. Vengono impiegate per comunicazioni a grandi e grandissime distanze. Onde ultracorte e microonde, con y, inferiore ai 10 m. ed f superiore ai 30.000 kc., che non vengono riflesse dalla ionosfera, la cui traiettoria è sostanzialmente rettilinea e la cui portata è quella ottica ossia limitata dalla curvatura della Terra.
L'uso delle diverse lunghezze d'onda per gli svariati impieghi nelle radio è stato disciplinato da regolamenti stabiliti da varie Conferenze. Con tali regolamenti si è provveduto all'assegnazione delle singole frequenze a seconda dei tipi di emissione e servizi, suddividendo la gamma complessiva delle frequenze impiegabili in varie bande.
Mentre alle chiamate di soccorso è stata assegnata la frequenza di 500 chilocicli (0,5 MHz), recentemente è stato anche tenuto conto della radioastronomia e della navigazione spaziale, assegnando provvisoriamente delle frequenze per le comunicazioni spaziali, ossia per il controllo e collegamento con i satelliti artificiali e missili spaziali, con equipaggio umano o senza, e per la raccolta di dati rilevati da tali mezzi. Alcune bande sono inoltre a disposizione dei radioamatori.

____ FONOGRAFO (vedi sotto "disco fonografico e grammofono")
____ DISCO FONOGRAFICO -(vedi sotto " grammofono" ma poi anche "anno 1948 "disco" )
____ GIRADISCHI (vedi sotto "disco fonografico e grammofono")


____ GRAMMOFONO - I due oggetti nascono insieme. - In precedenza, si erano dedicati molti ricercatori alla riproduzione del suono. Nel 1857 Scott brevettò il "fonoautografo" che invece di un disco usava un cilindro sul quale veniva tracciato un solco. Edison nel 1877 migliorò di ben poco l'idea di Scott, brevettando il "fonografo": ebbe uno strepitoso successo, ma insistette troppo sul rullo, non volendo prendere in considerazione la tecnica che poi adottò il tedesco Emile Berliner nel 1887: cioè quella di incidere la traccia su un disco di zinco. Il principio era quasi identico: con le vibrazioni dei suoni catturati da un imbuto, una punta d'acciaio tracciava un solco nel disco (mentre ruotava) ricoperto di un sottilissimo strato di cera resistente agli acidi; cospargendo poi il supporto di acido nitrico, questo penetrava nei solchi e attaccava lo zinco; Berliner ottenne così una incisione indiretta per via chimica (tecnica molto simile all'acquaforte). Questi solchi scanalati a secondo l'intensità della vibrazione del suono, nel riprodurlo, con un altra punta appoggiata al disco, quando questo ruotava ad una velocità costante, le vibrazioni si trasmettevano ad un altro imbuto, che diventava così una tromba di amplificazione. Oltre il disco fu lo stesso Berliner a realizzare il marchingegno, cioè il riproduttore, il cosidetto "grammofono". Nel giugno del 1888, Berliner compariva nelle colonne del Journal of the Franklin Institute, e presentava in prima assoluta il suo "apparato riproduttore" a disco.

Più tardi, nel 1895, il suo disco di metallo divenne poi la matrice per la stampa di dischi in bachelite fusa per ottenere la produzione di numerose copie con lo stesso sistema di lettura e funzionanti con lo stesso grammofono, al quale una molla, messa in tensione girando una manovella dava la rotazione al piatto contenente il disco. Sullo stesso principio nei successivi venti anni, si basarono i successivi modelli di Berliner e di altri inventori; modelli che conobbero una grande diffusione in tutti gli ambienti sociali tramite una massiccia produzione di dischi funzionanti a 78 giri-minuto delle più famose canzoni, opere liriche e musica classica.

Col sistema dell'incisione elettromagnetica, utilizzando un microfono e un circuito di amplificazione l'americana Bell Telephon realizza i primi grammofoni elettrici e con gli altoparlanti anch'essi elettromagnetici posti all'interno, che resero notevolmente gradevole l'ascolto. In Italia nel 1929, "la Rinascente" di Milano ne metteva in vendita uno molto elegante, dove erano già scomparsi i gracchianti e antiestetici imbuti-trombe.
Che migliorò ancora nel 1933 quando furono realizzati i dischi a 78 giri stereofonici. La puntina non leggeva solo il solco fatto a V, ma leggeva contemporanemanete due distinte tracce incise nella parte destra e sinistra della stessa V.
____ Nel 1948, utilizzando non più la fragile bachelite, ma il cloruro di polivinile, furono realizzati dall'americana Columbia, con la tecnica del "microsolco" i dischi da 33 e 1/2 e 45 giri al minuto (detti anche LP -long playing). La diffusione planetaria fu enorme, impressionante nel periodo d'oro della musica rock e di tutta la musica di consumo; ma anche questi dischi conobbero la via del tramonto. Realizzato nel 1979, entrarono in commercio nel 1982 i " CD Compact Disc", prodotti dalla Philips e dalla Sony, usando non più l'incisione ma la tecnologia della registrazione digitale mentre per la riproduzione-ascolto amatoriale un lettore ha incorporato un piccolo laser.
(Da notare che il disco non fu accantonato con l'invenzione del "magnetefono" (detto anche... "REGISTRATORE" vedi anno 1898), e nemmeno quando le tecnologie della registrazione e della riproduzione del nastro risultarono decisamente molto migliori a quella del disco, di ogni tempo e di ogni tipo. Fino al punto che ancora oggi ogni registrazione anche digitale ( su Cd ) viene fatta prima su nastro magnetico per poi essere trasferita su disco). (vedi anche "Juke Box" - anno 1905) e sui vari dischi digitali vedi anche "anno 1969 "Laser") (vedi poi anche "anno 1948 "disco" 78 giri, microsolco, cd)

____ MICROFONO - Legato alla registrazione, questo strumento inizia ovviamente con l'era della riproduzione del suono, utilizzato dallo stesso Edison nel suo "fonografo" (a cilindro) . In effetti il suo fu un perfezionamento del "trasmettitore" del telegrafo, impiegando granuli di carbone. In seguito con la possibilità di trasfomare suoni in segnali elettroacustici, i microfoni conobbero una serie di perfezionamenti; abbiamo così i microfoni elettromagnetici (sfruttano la forza elettromotrice che si origina in un avvolgimento fisso che crea un campo magnetico quando la riluttanza del corrispondente circuito è modificata dal moto di un organo mobile);elettrodinamici (sfruttano la forza elettromotrice che si origina in un conduttore che si muove in un campo magnetico e a questa categoria appartengono i microfoni a bobina mobile); elettrostatici o a condensatore (basati su una lamina le cui vibrazioni fanno variare la capacità di un condensatore); piezoelettrici (basati su un cristallo che trasforma le vibrazioni in segnali elettrici); a elettrete (che sfruttano le proprietà di alcune materie plastiche di polarizzarsi elettricamente per riscaldamento). Tutti seguono e corrono in parallelo con la tecnologia dell'incisione del disco, del nastro, e della sintetizzazione del suono e della parola, fino agli attuali computer e telefoni cellulari.

____ FOTOGRAFIA DI MASSA -
(vedi argomento nell'anno 1841 )

____ CICLOSTILE - Con i testi dattilografici, inserendo la carta carbone (ideata fin dal 1806) si potevano realizzare alcune copie ma non più di tanto. Per farne un certo numero senza ricorrere a una vera e propria costosa stampa tipografica fu ideato per la prima volta dall'ungherese David Gestetner un procedimento molto semplice che consisteva di preparare un testo anche accompagnato da disegni, titoli o schemi, su particolari matrici di carta incerata; un particolare inchiostro si depositava solo sui segni del testo presenti nella matrice che, messa su un rullo e fatto girare contemporaneamente ad un altro rullo speculare che trascinava i fogli bianchi, questi raccogliendo solo i segni inchiostrati, uscivano con la riproduzione esatta del contenuto della matrice. Fino all'avvento della xerografia (fotocopiatrice) per ufficio (1947) Fu il mezzo più semplice ed economico per realizzare un certo numero di copie fino all'avvento della....

____ XEROGRAFIA (vedi sotto)
____ FOTOCOPIATRICE - Alla base c'è un procedimento di riproduzione fotografica di testi e immagini (e proprio per questo si chiama "fotocopiatura"). La macchina fu brevettata nel 1934 dal fisico americano Chester Carlson, ma realizzata solo nel 1938, dandogli il nome "fotocopiatrice". Questa fu poi perfezionata da un altro fisico americano nel 1944 - Roland Shaffert. La prima lanciata sul mercato nel 1947 - inizialmente solo per grandi uffici o centri di fotocopiatura per i normali e occasionali consumatori - fu la fotocopiatrice Xerox.

ANNO 1889

____ TRATTORE - il primo efficiente trattore munito di grosse ruote e azionato con un motore a petrolio è di questa data, realizzato da una ditta statunitense, la Charter Engine Co. di Chicago. Quelli a cingoli compaiono nel 1906. I primi trattori con motore a diesel - con ruote o a cingoli - furono realizzati in Germania dall'industria automobilistica Benz. In precedenza di tentativi ne erano stati fatti con i primi voluminosi motori a vapore durante tutto il XIX secolo, ma per l'alto costo non ebbero grande successo. Con l'avvento del motore a combustione interna, verso la fine del secolo negli Stati Uniti furono realizzati alcuni esemplari dalla Charter Gas Co. di Chicago. Nel 1898 un'altra società americana - la Hiber Company - ne realizzò alcuni con un unico cilindro nel motore, dotato di un grosso volano, quindi pesantissimo; così pure quelli che seguirono della Harr-Parr Co. pesanti dalle 5 alle 10 t. Bisogna arrivare al 1902 quando in Inghilterra il tecnico Albone realizzò un trattore leggero, al di sotto di 1,5 t. con un motore bicilindrico da 8 CV; era valido e anche pratico, e fino al 1907 ottenne anche un discreto successo commerciale; ma la grande diffusione arrivò con un modello realizzato da Henry Ford che dalle catene di montaggio per la costruzione delle sue auto, creò in parallelo la fabbricazione in serie dei trattori, battezzandoli "Fordson" ("figli di Ford"). Terminata la guerra in Europa, gli Stati Uniti impegnati a far nuovamente crescere l'economia europea (direttamente in casa nel produrre alimentari, e indirettamente nel fornire nuovi mezzi tecnologici dell'agricoltura in Europa) dalla dilaniata Europa ricavarono enormi benefici per le loro industrie e in prima fila proprio Ford, ormai sulla cresta dell'onda nel campo automobilistico mondiale. Tuttavia anche in Europa non mancarono innovazioni, nè la costruzione di nuove macchine. Perfino l'Italia contribuì nel realizzare nel 1927 un trattore leggero dotato del primo motore a diesel. Mentre nel 1933, in Inghilterra, un geniale ingegnere - Harry George Ferguson - realizzò un trattore molto versatile nei vari impieghi: la stessa macchina dotata di un sistema idraulico, invece di trascinarsi dietro i vari altri attrezzi (aratro, falciatrice, erpici, ecc.) li manovrava dal medesimo posto guida. Anche la potenza del motore fu proporzionata alla grandezza del trattore, raggiungendo in alcuni casi una potenza di 100 CV. Inoltre ne furono costruiti per i particolari impieghi nei vari terreni, duri, melmosi, acquitrinosi come nelle riasie; con i rispettivi sistemi di locomozione; grosse ruote pneumatiche, piccole davanti e grandi dietro, oppure dotati di larghi cingoli. I piccoli o i giganteschi "Ferguson" rimasero per molti anni il sogno di ogni agricoltore.

____ NEURONE (vedi sotto)
____ SINAPSI - Di cellule come abbiamo visto in precdenza gli scienziati biologi ne avevano osservate e scoperte diverse nei vari organismi esaminati; comprese quelle umane. E proprio in queste - in particolare quelle del cervello - erano state osservate cellule molto complesse. Non c'era da meravigliarsi visto che è dentro il cervello che avvengono le attività del pensiero e sempre al cervello si era congetturato gli faceva capo o era esso stesso il sistema nervoso. A studiare attentamente le cellule cerebrali fu l'anatomista tedesco Heinrich Wilhelm Gottfied von Waldeyer Hartz (che sei anni prima (vedi 1882) aveva dato un nome ai tozzi "filamenti" scoperti da Fleming nelle cellule chiamandoli "cromosoni"). Con le sue osservazioni fu il primo a sostenere che il tipo di cellule presenti nel cervello erano innanzitutto cellule separate dal sistema nervoso, e che fra di loro pur avendo dei prolungamenti radiali, non si toccavano. Gli diede il nome "neuroni", ed espose una sua teoria che il sistema nervoso si compone di neuroni separati. Indubbiamente non li aveva visti bene. A lui si deve solo il nome ma non la esatta funzione.
Qualche anno prima l'istologo italiano Camillo Golgi (1844-1926) compiendo le stesse osservazioni aveva ideato un sistema di colorazione, e in questo modo era riuscito ad osservare molto meglio e in dettaglio ciò che andava dicendo Hartz, cioè che i neuroni erano vicini ma non si toccavano; e che nemmeno i prolungamenti osservati tra un neurone e l'altro si toccavano; questi prolungamenti li chiamò "sinapsi" (che in greco semmai significa "unione"). Al medesimo preciso risultato era giunto anche un istologo spagnolo -Santiago Ramon Cajal; utilizzando un colorante migliore di quello di Golgi, confermò gli stessi risultati. I due istologi nel 1906 condivisero il premio Nobel per la medicina e la fisiologia.

Quasi certamente non avevano esaminato bene il neurone, oppure i neuroni esaminati non erano attivi, altrimenti avrebbero visto perfettamente che le sinapsi di un neurone si uniscono alle sinapsi di un altro neurone per scambiarsi reciprocamente informazioni di ogni genere, nelle varie aree dove sono depositate le informazioni medesime. Tuttavia nonostante queste lacune siamo a quasi all'inizio del XX secolo e solo ora si sta cominciando a capire qualcosa del nostro cervello.

____ DISSENTERIA - (vedi sotto)
____ PESTE BUBBONICA - (vedi sotto)
____ TETANO - E' una malattia infettiva con esito quasi sempre letale, causata da un bacillo che sviluppa micidiali tossine che penetrano attraverso le ferite non disinfettate sviluppando micidiali tossine; si manifesta con contrazioni muscolari e convulsioni violente e dolorose. Se consideriamo che a questa data non erano ancora diffusi i disinfettanti, non si conosceva ancora il bacillo responsabile e tantomeno esisteva un vaccino, essendo anche facile a ferirsi, possiamo immaginare quante morti avvenivano per tetano. Ma anche di questa malattia infettiva venne il rimedio.
Ma questa volta la celebrità per le scoperte di importanti bacilli non andò a un occidentale, ma a un batteriologo giapponese - Shibasaburo Kitasato (1956-1931). Ce da dire però che dal Giappone era partito per la Germania per andare a studiare nientemeno che sotto Koch. Nel corso di quest'anno (1889) isolò il bacillo che provoca il tetano. Poi rientrato in patria scoprì anche il microrganismo della peste bubbonica (micidiale malattia contagiosa nota fin dall'antichità per le gravissime epidemie che interessavano anche l'Europa - la patologia: linfoghiandole che appaiono ingrossate - da qui "bubboni"); e quello che causa la caratteristica malattia intestinale: la dissenteria (la patologia è una eccessiva e continua perdita di liquidi).


____ CORDITE - E' un tipo di esplosivo informe (massa gelatinosa) costituito da una miscela di nitrocellulosa, nitroglicerina e vaselina. Contrariamente a tutti gli altri esplosivi fino ad ora conosciuti, la sua caratteristica principale era che nell'esplodere non produceva fumo. Un'altra caratteristica era che si poteva spalmare su corde (da qui il nome) e una volta asciugata ogni pezzo di corda era una quantità di esplosivo da utilizzare. Con queste due caratteristiche fu subito impiegata dai militari nelle battaglie, così potevano vedere meglio i disastri che combinavano, e seguire con più attenzione sui campi di battaglia i soldati mandati al massacro in un assalto. Fu inventato nel corso di quest'anno (1889) da un chimico inglese - James Dewar.

____ MECCANOGRAFICO - (vedi sotto - schede)
____ SCHEDE PERFORATE - Realizzate da Hollerith (vedi spiegazione anno 1971 "calcolatrici a scheda").

ANNO 1890

____ CINEMA - (vedi sotto)
____ CINEPRESA - Prima ancora della proiezione dei fratelli Lumière che fece tanto scalpore a Parigi nel 1895, ovviamente doveva essere già presente la Cinepresa. Nel 1877 il francese Reynaud costruì il "prassinoscopio" mediante il quale riuscì a conseguire la ripresa continua e nel 1889 Marey costrui il
"fucile fotografico" col quale potè riprendere 12 istantanee al secondo. Un decisivo passo avanti fu compiuto quando l'americano George Eastman, dopo una serie di esperienze, e dopo aver già realizzato la pellicola per macchine fotografiche, riuscì a preparare un nastro di celluloida (pellicola o film) trasparente, sensibilizzato e avvolgibile su un rullo per la ripresa rapidissima delle istantanee. Ispirandosi a Marey e utilizzando la pellicola di Eastman, Edison l'instancabile inventore costruì il "cinetoscopio" (o "cinescopio"), un apparecchio che muoveva il nastro di celluloide a 48 immagini al secondo. Come era solito fare, Edison si buttò a capofitto su questa macchina, ne costruì diverse e si diffusero pure nei locali pubblici non solo d'America ma anche in Europa, benchè non consentisse la proiezione delle immagini su uno schermo. La visione era ristretta a una persona per volta obbligata a guardare in una scatola attraverso una lente di ingrandimento.
A proiettare su uno schermo una serie di immagini in movimento nel 1894 furono l'americano Jenkins e l'inglese Paul; ad essi si affiancarono l'"eidoloscopio" e il "vitascopio" degli americani Latham e Armat.
Il passo decisivo verso una utilizzazione pratica di tutti questi congegni, fu fatto da due fratelli, che ricevuto in dono dal padre un "cinescopio" di Edison, si misero all'opera per concepire una macchina completamente nuova. Il padre era Antoine Lumier, fondatore di un'industria di emulsioni fotografiche, e proprio a lui cinque anni prima - il 2 agosto 1889 - si era rivolto Edison per ordinargli il primo quantitativo di pellicola sensibilizzata con uno strato di bromuro d'argento. E nell'ordinarla stabilì anche che doveva essere di 35 mm. Mai più immaginando che quello sarebbe diventato lo standard della pellicola cinematografica (alcuni dicono che costituì il maggior ostacolo allo sviluppo della tecnica cinematografica. Cioè non ci si mosse più.
I due figli di Lumier erano Auguste Marie (1862-1954) e Jean Louis (1864-1948). Sul principio del cinescopio di Edison, i due fratelli concepiscono una macchina dove far scorrere la pellicola costantemente a 18 fotogrammi al secondo e non a 48, essendo più che sufficiente per creare l'illusione del movimento; inoltre dietro la pellicola misero un faro a luce intermittente sincronizzato con i fori di scorrimento che la pellicola aveva lateralmente, e con una serie di lenti con le quali crearono un obiettivo, proiettarono su uno schermo ciò che era riportato sulla pellicola. Il 13 febbraio 1895 presentarono la prima domanda di brevetto per un loro "apparecchio per la ripresa, la stampa e la proizione di film", che essi denominarono "cinematografo". Un mese dopo - il 19 marzo 1895 - danno il primo colpo di manovella per girare una pellicola di 800 immagini, con una durata di proiezione 50 secondi.
E' il primo tentativo di film. L'esito positivo li stimola a girare un vero e proprio film.
Poi in una serata memorabile al Gran Cafè sul Boulevard des Capucines di Parigi, il 28 dicembre 1895, organizzano la prima proiezione pubblica del "Cinematographe". Dieci brevissimi spezzoni di pellicola titolate "visioni d'attualità"; alcune sconcertarono il pubblico, e una in particolare "Arrivè d'un trein" lo spaventarono pure, quando dallo schermo un treno ripreso frontalmente e da lontano, avvicinandosi sempre di più, dava l'impressione di bucare lo schermo e piombare in sala travolgendo gli spettatori. Ci furono infatti scene di panico. Inutile dire che il giorno dopo tutti i giornali riportavano la notizia della spettacolare proiezione. Tempo di riprendersi dalla meraviglia, e subito l'anno dopo, 1896, debuttò Georges Melies, che non confeziona un documentario di "visioni di attualità", ma crea dei veri e propri spettacoli, alcuni teatrali; altri autori aggiungono effetti ottici o scene fantastiche, come "Viaggio sulla luna", "Ventimila leghe sotto i mari", "Viaggio attraverso l'impossibile". Quella che è ormai chiamata "cinematografia", ben presto si impone in altri Paesi. Nel 1908 in Italia viene realizzato il primo film, storico, "Gli ultimi giorni di Pompei", contemporanemente in America Edwin Stratton Porter realizza il suo primo film Western; mentre in Francia si girano grandi film di successo che danno la celebrità oltre che agli autori registi anche agli attori protagonisti, dando così inizio al "Divismo".
A parte le varie correnti artistiche di ogni Paese che iniziano ad esprimersi con il cinema, la tecnica cinematografica fa passi da gigante. Fino al 1927 quelli che ora si chiamano "film" erano muti: i primi, dove non c'erano dialoghi l'accompagnamento era quello musicale fatto in sala; quelli che seguirono con i dialoghi iniziarono ad essere sottotitolati; fin quando esce il primo film parlato dando inizio al....

____ CINEMA SONORO - L'anno precedente (1926) erano già usciti negli Stati Uniti due film sonori, che avevano però solo una colonna sonora ("Don Giovanni" e "Lucrezia Borgia"); mentre il 6 ottobre 1927, esce "Il cantante di Jazz", che oltre che contenere canzoni e musica, ha i dialoghi parlati. Il successo fu così strepitoso che segnò l'atto di nascita del cinema sonoro, in un paio d'anni scomparve del tutto il cinema muto. In Italia il primo sonoro viene proiettato nelle sale nel 1930, con "La canzone dell'amore", regista Gennaro Righetti. Nello stesso anno a Roma - caldeggiati da Mussolini - nascono il Centro Sperimentale di Cinematrografia e il Centro di produzione a CINECITTA' con teatri di posa per permettere ai vari registi di realizzare contemporaneamente più film.

____ CINEMA COLORI - La cinematografia americana rimase all'avanguardia nel campo tecnico, in quello artistico, oltre che in quello commerciale. Hollywood più che un centro di produzione di film, diventa un impero economico. Le società cinematografiche - con il mano la produzione, la distribuzione, le sale di proiezione vennero concentrate in poche aziende che agivano in regime di monopolio. Che uniformò anche la produzione con certi schemi prestabiliti; preparando e lanciando attori di grande fascino; scegliendo i "generi" preparati a tavolino, con poche varianti: western, polizieschi, musicali, commedia all'americana. L'avvento del colore introdotto nel 1935 con il film di Mamoulian, "Becky Sharp", servirono ad aumentare il primato commerciale hollywoodiano nel mondo: Gli effetti speciali che solo il colore poteva dare, spinse ancora di più i collaudati generi, cui si aggiunse - terminato il grande conflitto mondiale - il "genere guerra", con i ricorrenti temi patriottici, che andarono a sostituire in breve tempo quello degli "indiani cattivi"; Contemporaneamente nascevano in Italia film impegnati, col "neorealismo", con la tendenza all'impegno politico, alla realtà sociale, e si giravano affreschi di rara potenza, dove il colore non era proprio necessario per dipingerli. Il mondo intero scoprì il cinema italiano del dopoguerra subendo profondamente l'influsso di queste nuove tendenze stilistiche, che coglievano le realtà della vita rifiutando gli ambienti ricostruiti spesso con tanti lustrini.

____ CINEMA STEREO - Nel 1941 in America, nel girare un film, oltre che utilizzare il colore si utilizzò anche la colonna sonora stereofonica. La tecnica era quella inventata e brevettata da Blumein ancora nel 1930. Il regista era invece walt Disney, quindi un cartone animato. Ma non i soliti, e il che titolo era indicativo: "Fantasia". Ne venne fuori un capolavoro di tutti i tempi. A contribuire al successo fu anche un famoso direttore d'orchestra di musica classica: Leopold Stokowsky.

____ CINEMASCOPE - Tramontati alcuni "generi" hollywoodiani, prima in America poi anche in Europa stava crescendo la temibile concorrenza della televisione casalinga. Con le innovazioni tecniche temendo la defezione degli spettatori, si corse ai ripari; nacque così il "genere colossal", con i film storici, biblici, mitologici, bellici, avventurosi, realizzati con delle singolari innovazioni tecniche: la Stereofonia, il Cinerama, il Technirama, il Cinemascope, proiettando i film su schermi giganti. Il formato degli schermi rimase, mentre il genere ebbe vita breve, anche se si differenziava molto dagli spettacoli televisivi. A differenziarsi furono anche i registi che nei loro film anteposero lo studio psicologico dei personaggi anzichè il dinamismo delle azioni. E per queste opere non erano necessari i grandi schermi e nemmeno la stereofonia.

 

ANNO 1890

____ PITECANTROPO - Dopo l' Uomo di Neandertal", dopo il Cro Magnon" un progenitore umano non era ancora stato trovato. Le tante discussioni e polemiche a favore o contro l'evoluzione, scimmia si scimmia no erano discussioni inutili perchè entrambi non erano affatto così tanto primitivi, avevano entrambi una testa e quindi un cervello grande quanto il nostro. Nel corso di quest'anno (1890) viene invece fatta una interessante scoperta dal paleontologo olandese Marie Eugene Dubois. All'isola di Giava rinvenne alcuni reperti di un organismo dai tratti umani, il più primitivo mai scoperto, con una calotta cranica di soli tre quinti inferiori a quella umana. Inoltre i femore molto simile a quello umano stava a indicare che l'ominide camminasse in posizione eretta. Lo chiamò "Pithecanthropus erectus", (uomo-scimmia eretto). Allora non si era ancora in grado di stabilire una età ai fossili, ma apparve subito chiaro che lo scheletro apparteneva a una specie molto più antica degli altri due, e che era una valida argomentazione a favore dell'evoluzione.

____ CANCRO MAMMELLA - (cedi sotto)
____ GUANTI CHIRURGICI - Ormai si era capito che certe infezioni erano casuate da alcuni batteri; alcuni medici erano da alcuni anni già ricorsi alla "chirurgia antisettica" disinfettandosi le mani e gli strumenti chirurgici prima di operare (vedi 1864 - "sterilizzazione"). A iniziare la "chirurgia settica" fu invece quest'anno (1890) il chirurgo americano William Stewart Halsted, prima di operare fece indossare ai suoi assistenti e infermieri dei sottili guanti di gomma, tali da non perdere la sensibilità delle mani, ma migliori come prevenzione; inoltre prima di indossarli si potevano sterilizzare meglio delle mani. Una innovazione che prese subito piede, anche perchè - essendo più a contatto con i malati - sono gli stessi medici a rischiare più di ogni altro. Halsted nello stesso anno, fra le tante operazioni chirurgiche si rese anche famoso per aver perfezionato la tecnica della mastectomia radicale, cioè l'asportazione del seno per impedire la diffusione del cancro alla mammella, che come oggi era anche allora fatale se non preventivamente diagnosticato.

____ SEDIA ELETTRICA - Non solo metaforicamente ebbe ragione Edison (fautore della corrente continua) quando affermava che quella alternata era uno "strumento di morte"; e se Guillitton cento anni prima per dare una "morte dolce" ai condannati s'inventò la ghigliottina, un suo collega statunitense - Harold P. Brown - usò la corrente alternata per dare la morte a un condannato con una scarica di 20.000 Volt. L'unica differenza, che il condannato alla morte dolce e immediata era una comoda sedia: la sedia elettrica, impiegata per la prima volta nella prigione di Aubum, a New York nel 1890.

ANNO 1891

____ CERNIERA LAMPO - Si deve all'americano Whitcomb Judson di Chicago l'invenzione, che in seguito molto simile fu perfezionata nel 1906 da un suo aiutante, lo svedese Gideon Sundback; fu lui a inventarsi i segmenti (dentini) traversali che si incastrano sotto l'azione di un cursore scorrevole; ma solo nel 1913 ci fu la grande diffusione, anche perchè lo stesso Sundback riuscì a fabbricare una macchina per produrre in serie i dentini e comprimerli su un nastro di stoffa, pronto da usarsi nelle applicazioni su abiti, borse ecc.

____ PILA ELETTRICA - (vedi sotto)
____ TORCIA ELETTRICA - Quella arcaica, ottenuta ritorcendo tra loro fili di canapa e stoppa impregnati di resina e pece, anche se ormai vi erano a disposizione le candele, resistette fino all'avvento del generatore di corrente elettrica continua, che converte energia chimica in energia elettrica. E' insomma la classica pila, portatile alimentata dalle "batterie a secco" . La prima fu realizzata in inghilterra nel 1891 dalla Bristol Electric Lamp Co. Le attuali sono costituite da uno spazio elettrolitico in carta assorbente, mentre i contenuti chimici sono il biossido di manganese, carbone, cloruro di ammonio e di zinco. Mediante le reazioni di questi elementi chimici si ottiene l'elettricità della...

____ PILA A SECCO ... (o "batterie a secco") sono quelle descritte sopra, mediante le reazioni degli elementi chimici si ottiene l'elettricità. Altri pile a secco sono quelle a "mercurio", che funziona grazie all'interazione di due elettrodi - uno di ossido di mercurio e grafite, l'altro di polvere di zinco- con un elettrolito formato da una soluzione alcalina molto concentrata. Si usano normalmente in alcuni apparecchi a transistor o a circuiti integrati perchè questi funzionano con bassissimo assorbimento di corrente. Esistono anche al "litio", la cui reazione chimica avviene tra il complesso di iodio, il litio e l'elettrolito, uno strato sottile di ioduro di litio, il tutto contenuto in un involucro di acciaio inossidabile; comunemente viene impiegata in alcuni pacemaker.

____ ELETTRONE - Molti fisici erano ormai convinti che gli atomi potessero trasportare cariche elettriche. I più attenti erano convinti che queste cariche fossero di dimensioni diverse. Nel 1891 il fisico irlandese George Johnstone Stoney (1826-1911) congetturò che l'elettricità si componesse di particelle e che erano queste a trasportare le cariche elettriche; quanto al numero, ogni atomo di un elemento di queste particelle ne aveva una, due, tre, quattro ecc.. Propose di chiamare questa particella "elettrone". Pochi avevano fatto simili congetture, e quindi pochi si interessarono a questa particella, che pochi anni dopo divenne una delle maggiori protagoniste della struttura dell'atomo.

____ ABRASIVI - Fin dall'antichità si era cercato invano un materiale duro abrasivo per levigare, lisciare, e in seguito per tagliare pietre, vetro, e ogni altro tipo di materiale duro. Queste caratteristica la si trovò nel diamante, il materiale più duro che si conosca, purtroppo era una pietra preziosa e quindi di utilizzarlo rimase solo un sogno. Tuttavia in seguito, quando le tecniche di estrazione portarono a scoperte di miniere di diamanti, molti di questi erano imperfetti inoltre nell'estrazione si ricavava polvere di diamante ed entrambi furono utile per ricavarci abrasivi. Ma con la forte domanda anche questi divennero di costo probitivo, si cercarono quindi altre strade. Il diamante è formato di atomi di carbonio, ed anche la grafite è costituita da atomi di carbonio in una disposizione diversa, ma - pensò qualche fisico - se sottoposta a forte pressione, si trasforma in diamante. Questo in teoria, perchè molti tentarono ma nessuno era riuscito ad ottenerlo. E fra questi un fisico americano - Edward Goodrich Acheson; anche lui fallì, ma nei suoi vari esperimenti nel corso del 1892, scoprì un'altra sostanza non dura come il diamante ma comunque più dura di ogni altra sostanza nota a quel tempo. La ottenne con un composto di silicio e carbonio; lo chiamò "carborundum" ; brevettato è poi diventato un marchio registrato, e viene utilizzato ancora oggi per realizzare abrasivi industriali a base di "carburo di silicio".

____ PROFUMI SINTETICI (vedi sotto)
____ COLONIA - I profumi conosciuti fin dai primordi dell'umanità si ricavavano solo da particolari essenze naturali. Quest'arte segue di pari passo il progresso umano, e dato che si affermò nei particolari periodi di prosperità dei popoli, un economista potrebbe dirci che dal punto di vista economico potrebbe servire da indice finanziario della vita di una nazione. Tutte le civiltà antiche: l'egizia, la cinese, la greca, la romana, l'araba e tutto l'oriente in specie, conobbero fin dai lontani tempi l'uso del profumo: quand'erano prospere. A Roma nel periodo aureo, esistevano sale da toletta, e nelle marmoree piscine, nei raffinati bagni pubblici i profumi abbondavano provenienti da ogni parte del mondo. Dopo la decadenza, nel medioevo, in Europa le essenze scomparvero, si misero al bando, la civetteria fu bandita, il profumo divenne cuncupiscenza, strumento del diavolo. La vita delle persone divenne grigia e puzzolente. Mentre nell'emergente mondo musulmano non solo tornarono a rifiorire i profumi, ma li introdussero nuovamente nella nostra penisola, in Sicilia. A Palermo l'arte dei profumi raggiunse il primato quando gli arabi introdussero la coltivazione del bergamotto, del cedro, del limone, della lavanda, dell'arancio, del gelsomino, della zagara. Nel corso del Rinascimento l'arte della profumeria risalì lo stivale, passò perfino le Alpi e verso la fine del '600, approdò in Germania; qui un certo Feminis, un emigrato italiano in una città tedesca, creò la famosa "acqua" che prese il nome della città: Colonia. Nel 1806 un altro italiano, sempre della famiglia Feminis-Farina, approdò a Parigi e fu l'ideatore dell'"acqua francese". Inizia così anche in Francia quest'arte (tramandata segretamente da padre in figlio) che si specializza e si raffina. Il paradosso è che la materia prima, le più ricercate essenze, erano tutte italiane. Terminate le guerre dell'Ottocento la domanda di profumo divenne forte, non bastavano più le essenze prodotte con la solita tecnica della distillazione ottenute con il vapore, o con l'estrazione con solventi adatti, e nemmeno bastò il sistema dell' "enfleurage" (che consiste nel fare assorbire da grassi i profumi emessi da fiori vivi, e quindi capaci di produrre quantità di essenze molto maggiori).
Si ricorse così all'artificiale, al sintetico producendoli per sintesi o per trasformazione chimica non corrispondenti a nessun prodotto esistente in natura, che riescono a modificare i caratteri olfattivi e chimico-fisici, come la volatilità e la stabilità. Il primo di questi prodotti fabbricati sinteticamente fu quello realizzato nel corso di quest'anno (1891) dal chimico tedesco A. Baur.

ANNO 1892

____ POP CORN - I primi cereali soffiati (come il mais e il riso) sono stati prodotti per la prima volta dall'americano Henry Sundback nel corso di quest'anno. Ne sortì un business impressionante. Questa moda di sgranocchiare, sbarcò in Europa e in Italia nel secondo dopoguerra. Stentò a imporsi, mentre attualmente quando si va al cinema si sente solo più l'odore di pop corn. Qualcuno ha già proposto che dopo il divieto del fumo si dovrebbe vietare anche l'uso del fastidioso (a molti non piace, pur non essendo pericoloso) odore di pop corn. Alcuni non hanno bisogno di dire che sono stati al cinema, l'odore lo si sente a distanza, ne sono impregnati fino al midollo.

____ BOTTIGLIA DI DEWAR
____ THERMOS - Questo contenitore - che oggi ha diverse fogge- per conservare bevande o altro alla temperatura che hanno quando vi sono versate, fu realizzato nel 1892 dal fisico inglese James Dewar (lo stesso che inventò l'esplosivo "cordite" - vedi 1889). Utilizzò un recipiente in vetro a doppia parete rivestite da un sottile strato di mercurio (a specchio) e creò nell'intercapedine il vuoto dopo averne estratto l'aria. La realizzò in laboratorio per tutti altri scopi (studiando l'irraggiamento del calore) ma la sua invenzione ebbe anche un risvolto commerciale perchè permise di creare un particolare contenitore domestico (o meglio da viaggio) per mantenere calde le bevande, o per conservare quelle fredde.

____ PSICOANALISI - La scoperta dell'inconscio (vedi 1880) fu tutto merito del medico austriaco Josef Breuer, che per alleviare alcuni disturbi psichici era però ricorso all'ipnosi del paziente. Inizialmente questo metodo lo adottò anche un giovane medico di Vienna, Sigmund Freud (1856-1939) che però nel corso di quest'anno (1893) abbandona; lui ha una sua teoria, quella di consentire al paziente di parlare a casaccio e a volontà, rimanendo sempre cosciente, e non sotto ipnosi (questo perchè quando il paziente si svegliava con una certa apprensione cercava di sapere dal suo medico ciò che aveva detto). Freud era quindi a favore della libera associazione. Tuttavia Breuer e Freud nel corso dello stesso anno pubblicarono in un libro che è ritenuto il fondamento della tecnica medica della Psicanalisi. Il libro in questione: "Gli studi sull'isteria".



____ CORRENTE ALTERNATA - Tesla e Westinghouse avevano vinto la loro battaglia su Edison fautore della corrente continua, ma non è che i due avevano risolto alcuni importanti problemi. Questo dimostra che effettivamente (vedi 1876) il motore asincrono a campo magnetico rotante, l'avevano solo copiato dall'ingenuo Galileo Ferraris. Per dare efficienze alle apparecchiature che avrebbero dovuto utilizzare la corrente alternata, ci volle un bravo ingegnere elettrotecnico, americano di origine tedesca - Charles Proteus Steinmetz (1865-1923). Fu lui - elaborando tutti i dettagli matematici, piuttosto complessi - ad eseguire le prime applicazioni della corrente alternata, gli schemi dei collegamenti, le strutture portanti, l'utilizzo nei vari motori, gli impianti industriali, quelli domestici, fino alla banale spina che oggi utilizziamo con la massima indifferenza. Tali calcoli si diffusero e sono rimasti patrimonio di tutti gli ingegneri elettrotecnici.
Da questo momento, a partire dal prossimo anno, Tesla e Westinghouse, con la costruzione sulle cascate del Niagara della prima centrale elettrica a corrente alternata, iniziarono la loro grande avventura.

ANNO 1893

____ FEBBRE DEL TEXAS - (vedi sotto)
____ PIROPLASMOSI - Di alcune malattie si era scoperto addosso ai malati il microrganismo che la causava (come il protozoo della malaria - vedi anno 1880 ) ma non si sapeva chi la trasmetteva. Un'altra di queste affezioni parassitaria causata da protozoi e trasmessa a cavalli, pecore, bovine, era la "piroplasmosi" (o "febbre del Texas", perchè proprio in questo Stato era molto diffusa). Nel corso di quest'anno (1893) fu un patologo americano - Theobald Smith - a scoprire che l'affezione era causata e diffusa da un antropede (zecca) un parassita che si posa sulla pelle e succhia il sangue delle sue vittime. Era la prima volta che si scopriva che una affezione era trasmessa da parassiti. La responsabile della malaria - la zanzara - fu scoperta solo più tardi (vedi anno 1897)

____ FIBRE DI VETRO - Fu realizzata in questa data dall'americano Edward Libbey, presentando un tessuto realizzato con fibra di vetro misto a seta. Per le sue capacità isolanti dal calore viene tuttora impiegata per proteggere dal fuoco materiali combustibili, per realizzare indumenti ignifughi, scafi di imbarcazione, carrozzerie d'automobili, o usato in elettricità. Un impiego particolare verrà poi più tardi nel campo dell'ottica (vedi "fibre ottiche" anno 1955)

ANNO 1894

____ ARGO - Con la scoperta di quest'altro elemento, un altro spazio vuoto nella "tabella di Mendeleev" veniva occupato. Stava diventando questo elemento mancante un enigma; dai tempi di Cavendish, questo gas che doveva occupare la casella del numero atomico 18, tutti erano in procinto a scoprirlo, ma nessuno ci era riuscito. Per il fisico inglese Lord Rayleigh era diventato perfino un rompicapo: l'ossigeno presentava sempre lo stesso peso atomico comunque fosse preparato, mentre l'azoto se preparato dai vari composti azotati era sempre inferiore all'azoto prelevato dall'atmosfera; dunque in quello atmosferico doveva esserci dentro qualcos'altro. A risolvere il rompicapo, fu un chimico inglese nel corso di quest'anno - William Ramsay (1852-1916) - utilizzando bene la spettroscopia; con questa individuò l'elemento gassoso fino allora sconosciuto e che costituisce l'1% dell'atmosfera; esso è completamente inerte e non reagisce con alcuna sostanza. La scoperta fu annunciata il 13 agosto 1894; il nuovo gas fu chiamato "argo" (che significa "inerte" - presero poi questo nome tutta una serie di altri gas). Rayleigh e Ramsay ricevettero entrambi il premio Nobel nel 1904; il primo per la fisica il secondo per la chimica.
L'anno dopo (1895) Ramsay scopriva, anche il gas inerte "elio" (numero atomico 2) presente in piccole quantità nell'atmosfera terrestre. Ma che cosa ci facesse sulla Terra l'elio ( Jansen lo aveva scoperto spettroscopicamente durante un eclisse di sole, e lo aveva congetturato come elemento solare) nessuno per il momento seppe spiegarlo.

____ SCALA MOBILE - La prima comparve sul molo di Coney Island ideata dall'impresario statunitense Jesse Reno. Due anni dopo - nel 1896- viene installata in un edificio interno di New York, ai Grandi Magazzini Siegel Cooper. In breve fu imitato da tutti i grandi magazzini del mondo e in seguito quando poi si costruirono nel sottosuolo le metropolitane; la prima a New York nel 1900 nella stazione della 3a Avenue. A Londra comparve nel 1911 nella stazione di Earl's Court, che scendeva a 22 metri e operava nei due sensi salita e discesa. Erano state progettate tutte con il sistema "Reno" dalle omonime officine, ma poi la società cedette i diritti all'industriale Otis, già produttore dei primi ascensori. Oggi negli Stati Uniti sono in funzione circa 20.000 scale mobili che trasportano milioni e milioni di persone.

ANNO 1895

____ RAGGI X - La scoperta pur preceduta da lunghi studi, fu casuale. Il fisico tedesco Wilhelm Conrad Rontgen lavorando su alcuni prodotti chimici che si sapevano fluorescenti, utilizzando un tubo catodico e del bario, il 5 novembre 1895, scoprì con stupore nell'oscurità, che dei raggi invisibili riuscivano ad attraversare un corpo opaco e imprimere un'immagine su carta sensibile. Era chiaro che dal tubo venivano emesse delle radiazioni quando erano presenti i raggi catodici, e tali radiazioni in certa misura penetravano attraverso la materia. Un esperiemento lo fece su se stesso esponendo la sua mano e il risultato fu quello di avere sulla carta fotosensibile l'immagine scheletrica della mano. Rotgen non sapeva ancora di che cosa si trattava, e diede il nome a questi raggi X, che in matematica di solito la si usa per definire una quantità incognita. Ma su questa "incognita" oltre che destare scalpore ben presto si concentrarono gli studi di molti scienziati che contribuirono a rivoluzionare il mondo della medicina. Lo stesso Rotgen, il 23 gennaio 1896, costruì un apparecchio e diede una dimostrazione pratica di ciò che aveva scoperto all'università di Wurzburg; fece la prima radiografia della storia su un corpo umano; a offrirsi volontario fu un coraggioso anziano fisiologo svizzero, il 79enne Albert von Koelliker. A Rotgen gli fu assegnato il premio Nobel della Fisica 1901. Da notare che non volle mai brevettare la sua clamorosa invenzione, affinchè fosse a disposizione di tutta l'umanità. Rotgen è considerato il padre della seconda rivoluzione scientifica, come Copernico lo era stato della prima.
Tuttavia la dimostrazione della prima radiografia (e quindi l'esposizione di persone ai raggi X) non ebbe subito una applicazione pratica, rimase quasi esclusivamente un fenomeno di laboratorio. Solo a partire dal 1913 - quando Coolidge, inventò il "tubo" che porta il suo nome, i raggi X cominciarono ad usarli nell'industria, nella medicina e nell'odontotecnica. (vedi anno 1913 "tubo di Coolidge").
(per la radiografia col sistema TAC vedi anno 1973 "tomografia")

____ TORNIO - Come è oggi l'attuale (ovviamente perfezionato in modo da poter lavorare pezzi in serie e dotato di più utensili) a motore elettrico, automatico, a torretta o orizzontale, fu realizzato nel 1890 dall'inglese Spencer, che a sua volta aveva perfezionato quello ideato dall'inglese Henry Stone, debitore anche lui dell'ingegnere industriale di Manchester, Joseph Whitword che fu il primo ad utilizzarlo nel 1850 per la filettatura delle viti; una operazione in modo più rudimentale già concepita da un altro inglese nel 1797, Henry Mausday. . Ma tutte queste idee, provengono dalla notte dei tempi; prima ancora del meccanismo della ruota del vasaio, l'uomo arcaico aveva già ideato un banalissimo sistema per far girare un oggetto, utilizzando un arco e una corda. Quest'ultima veniva avvolta attondo al pezzo da lavorare, e l'arco spostandolo avanti e indietro faceva girare nei due sensi il pezzo. Se il pezzo era una punta dura, l'attrezzo funzionava come il nostro attuale trapano (vedi "trapano" 1905), cioè praticava un buco. Se invece mentre il pezzo girava gli si accostava e si premeva con una punta dura, il pezzo assumeva la forma voluta (es. una vite per un torchio in legno). Nel lontano 500 a.C. fu realizzata una vera e propria macchina, una balestra e una corda effettuava lo stesso lavoro dell'arco, soltanto che il movimento circolare che veniva impresso all'oggetto era a pedali; l'operatore in questo modo aveva le mani libere e con queste con i vari utensili poteva modellare a piacimento il pezzo con una maggiore precisione. Un tipo di macchina del genere la troviamo ancora duemila anni dopo sul Codice Atlantico di Leonardo da Vinci. Sono torni grandi, sempre a balestra, ma vi compaiono ingranaggi, bielle, manovelle. La rivoluzione industriale non era ancora avvenuta, i metalli non erano ancora così tanto necessari, le sofisticate macchine dovevano ancora nascere, quindi le maggior parte delle lavorazioni avvenivano su materiale legno. Quando poi ci fu la necessità di disporre di perfetti alberi di trasmissioni in metallo, viti e ingranaggi ecc. l'efficienza dei torni, di frese, mole, alesatrici, fu prioritaria. Quando nacquero le prime macchine, furono i famosi mulini ad acqua con la loro debole forza motrice a soddisfare la richiesta. Poi perfezionate le macchine, a vapore prima ed elettriche poi, furono le stesse macchine a soddisfare pienamente i desideri di altre macchine, che volendo girare sempre più velocemente non soffrivano l'attrito di alberi e pulegge troppo grezze. Nel 1895 erano ormai una realtà. Oggi ci sono le macchine dotate di vari programmi su scheda; fanno tutto loro. L'intervento umano è più soltanto quello di cambiare ogni tanto, secondo le varie lavorazioni, la scheda. La macchina si prende perfino da sola il pezzo da lavorare, lo ripone nel nastro trasportatore, e questo lo immagazzina pure.

____ TOSTAPANE - Un rudimentale aggeggio per abbrustolire fette di pane, con a disposizione l'elettricità, utilizzando una resistenza che si arroventava, fu quello realizzato nel 1893 da una ditta inglese, la Crompton & Co. Ma un vero e propiro lancio avvenne nel 1909, quando perfezionando l'idea, l'americana General Electric Company ne mise in commercio uno molto simile all'attuale, soltanto che abbrustoliva il pane solo da una parte, poi bisognava girare la fetta. Tuttavia resistette quasi venti anni, fin quando nel 1927 apparve un contenitore che aveva da entrambi i lati due resistenze, dotato perfino di un orologio-sveglia che segnalava i minuti trascorsi. Quando fu poi perfezionato il termostato, anche il tostapane ne approfittò per fare - come del resto tanti altri elettrodomestici - tutto da solo, perfino di espellere la fetta abbrustolita come la si desidera. Oggi anche i tostapani sono elettronici, possiamo mettere il pane congelato, "lui" capisce che deve prima scongelarlo, togliere l'umidità, e solo quando ci sono le condizioni ideali inizia a tostarlo. (vedi anche "termostato" anno 1830)

____ ANTENNA RADIO - Di idee in precedenza ven'erano state diverse per poter catturare le radioonde scoperte da Herz. Nel 1890 ci fu inizialmente un contenitore di limatura metallica inventato dal fisico francese Edouard Branly (1844-1940) che riuscì a catturare radioonde emesse a una distanza di 130 metri; lo perfezionò nel 1894 l'inglese Oliver Joseph Lodge (1851-1940) che riuscì a ricevere messaggi in codice morse da una distanza di 800 metri dalla fonte; l'anno dopo a inventare un sistema del tutto nuovo, fu il russo Aleksander Popov, che alla fonte dei segnali emessi e nel luogo di ricevimento degli stessi, iniziò nel 1895 a utilizzare con successo dei lunghi fili: uno in
verticale collegato alla fonte e un altro collegato al ricevitore in modo che i segnali fossero molto più forti e più facili da individuare. Questi lunghi fili furono chiamati "antenne" perchè assomigliavano alle antenne degli insetti. Guglielmo Marconi proprio con queste colossali antenne (usò anche aerostati in cielo per innalzare i fili il più alto possibile) riuscì nella sua impresa del 12 dicembre 1901, quando trasmise fiotti di radionde dall' Inghilterra e furono ricevute dall'altra parte dell'Atlantico a Terranova. (vedi 1901 "radio")

____ PERISCOPIO - Procedendo la tecnica della costruzione dei sottomarini, nacque la necessità di avere nell'immersione una visione di ciò che accadeva in superficie. A risolvere il problema realizzando il periscopio nel 1896, fu il tecnico navale francese Gustave Zedè. Lo strumento fu poi per la prima volta installato e fatto funzionare sul sommergibile "Morse" varato da francesi due anni dopo (vedi "sommergibili" anno 1898).

ANNO 1896

____ URANIO - Quando Rontgen l'anno precedente fece la sua scoperta e la utilizzò pure per fare una dimostrazione con una radiografia ( vedi anno 1895 ) non sapeva ancora di che cosa si trattava, e diede il nome a questi raggi "raggi X", che in matematica di solito la si usa per definire una quantità incognita. Ma su questa "incognita" oltre che destare scalpore ben presto si concentrarono gli studi di molti scienziati. Letteralmente affascinato da questi raggi era un fisico francese - Antoine Henri Becquerel (1852-1908). Anche lui e suo padre, come Rontgen, lavoravano su sostanze fluorescenti. Il giovane si chiese se le radiazioni emesse da queste sostanze fluorescenti erano o si potevano paragonare ai raggi X.
Fra le sostanze a disposizione per gli esperimenti vi era il solfato di uranile di potassio, un cristallo. Lo pose su una lastra fotografica, avvolse il tutto in una carta nera, poi la espose ai raggi del sole. Il risultato dell'esperimento doveva essere questo: il sole avrebbe riscaldato il cristallo, provocato la fluorescenza, e i raggi prodotti avrebbero impressionato la lastra. Terminato l'esperimento, sviluppata la lastra, constatò che effettivamente le cose erano andate come aveva previsto: la lastra risultava impressionata. Aveva intenzione di ripetere altri esperimenti simili, ma essendo una giornata nuvolosa, cristallo e nuove lastre fotografiche già pronte per l'esposizione furono riposte in attesa di giornate migliori. Le giornate nuvolose continuarono per giorni; non aveva quindi esposto nulla, ma per sbaglio, sviluppò quella lastra che era in attesa di essere esposta. Si accorse tardi dell'errore, ma una volta sviluppata lo stupore fu grande quando constatò che la lastra era fortemente impressionata, più di quella che era stata in precedenza esposta al sole. Dunque la radiazione non dipendeva dal sole, nè dalla fluorescenza, era il cristallo di uranio che aveva emesso autonomamente per giorni e giorni radiazioni sulla lastra. La scoperta fece scalpore nell'ambiente della fisica. E lui nel 1903 si guadagnò il premio Nobel per la fisica, insieme ai coniugi Curie. (vedi più avanti)

____ BERI BERI - Questa era un'altra terribile malattia che colpiva alcune popolazioni dell'Asia. Come le altre epidemie si pensava che fosse una malattia causata da un microrganismo patogeno, ma per quanto lo si cercasse al microscopio nessuno lo aveva mai individuato, e fin quando non si scopriva qual'era il germe non si poteva certo approntare un vaccino. Quando anche un medico olandese - Christiaan Eijkman (1858-1930) volle andare nelle Indie orientali per studiare la malattia da vicino non è che ottenne migliori risultati. Poi nei laboratori accadde un singolare fatto, un colpo di fortuna!. Tutti i polli d'allevamento usati nei laboratori, improvvisamente si ammalarono, colpiti da una polivrenite, cioè disturbi del sistema nervoso che come sintomi sono molto simili a quelli del beri-beri (l'etimologia sembra essere malese, e significa "pecora" per l'aspetto che assume il malato). Eijkman si interessò alla cosa con qualche giorno di ritardo, volendo accertarsi se fosse una malattia contagiosa, ma con sorpresa non aveva ancora finito l'analisi che tutti i polli erano guariti. Una ragione ci doveva essere e infatti la scoprì; i polli per alcuni giorni erano stati nutriti con una partita di riso che - forse perchè vecchio - non era stata utilizzata per l'alimentazione umana; questo riso era brillato (senza buccia, lucido). Finita la partita il guardiano dei polli era tornato a nutrirli con il solito mangine. Provando più volte Eijkman si accertò che poteva far insorgere la malattia ai polli se dava riso brillato, la poteva guarire se dava riso non brillato. Più che un risultato scientifico era solo una intuizione, come più di cento anni prima l'aveva avuta Lind con il succo di limone per curare lo scorbuto. Ma di una cosa era certo Eijkman, non era quindi cagionata da un germe ma era una malattia causata da carenza alimentare di un certo tipo. Eijkman non capì esattamente il meccanismo, ancora nulla si sapeva dell'importanza delle vitamine. Oggi sappiamo che era dovuta a deficienza di vitamina B1, che è contenuta nella buccia del riso, vitamina che con la brillatura viene eliminata. Tuttavia a Eijkman fu assegnato il premio Nobel 1929.

____ SFIGMOMANOMETRO - E' il classico bracciale gonfiabile collegato a un manometro e serve per misurare la pressione sanguigna arteriosa; premendo un vaso sanguigno compresso, la pulsazione del sangue trasmette al manometro il battito. E' stato inventato da un medico italiano nel 1896: Scipione Riva-Ricci.

ANNO 1897

____ ASPIRINA - (marchio registrato - cosi chiamata per A(cetil) Spir(itico) ina. Composto chimico di acido acetilsalicilico (combinazione di acido salicilico con acido acetico), venne sintetizzato dal chimico tedesco Felix Hoffman il 10 ottobre 1897 e immesso sul mercato il 1° febbraio 1899 dall'industria Bayer di Monaco di Baviera. E' il più classico e noto farmaco in grado di alleviare dolori reumatici, emicranie, infiammazioni; utilizzato in tutto il mondo.

____ ELETTRONE ( vedi sotto)
____ PARTICELLA SUBATOMICA - Come abbiamo già letto nel 1891, George Johnstone Stoney (1826-1911) congetturò che l'elettricità si componesse di particelle e che erano queste a trasportare le cariche elettriche; quanto al numero, ogni atomo di queste particelle doveva averne una, due, tre, quattro ecc. secondo l'elemento. Propose di chiamare questa particella "elettrone". Ma pochi avevano fatto simili congetture, e quindi pochi si interessarono a questa particella, che inizia invece ora ad essere una delle protagoniste della struttura dell'atomo. Quattro anni dopo, nel 1995, il fisico francese - Jean Baptiste Perrin, aveva dimostrato che quando i raggi catodici venivano fatti urtare contro un cilindro, questo gradualmente acquistava una grande carica negativa; che insomma i raggi catodici erano flussi di particelle con carica negativa. A confermarlo due anni dopo fu il fisico britannico Joseph John Thomson, che dimostrò anche qualcosa di più di Perrine: che i raggi catodici potevano essere deviati non solo da una calamita ma da un campo elettrico. Thomson suppose pure che la carica di questa particella fosse la carica unitaria calcolata dalle leggi di Faraday sull'elettrolisi; e che la massa della particella (nel caso dell'atomo di idrogeno) era solo una piccola frazione dell'atomo medesimo. Confermò ciò che aveva congetturato Stoney, e volle anche lasciarli il nome che aveva dato a questa particella: elettrone.
Otticamente questi scienziati non l'avevano ancora vista, non ne conoscevano le dimensioni nè la massa (che è pari a 1/1837 della massa dell'idrogeno) ma avevano scoperto la prima "particella subatomica". L'atomo comincia ad essere un universo in piccolo.

____ RADIAZIONI DELL'URANIO - Il chimico francese Pierre Curie l'abbiamo già conosciuto nel 1880, quando appena 21 enne scoprì la piezoelettricità. Si era poi sposato con una sua collega francese di origine polacca - Marie Sklodowka (1867-1934), con la stessa passione per la ricerca. E fu proprio lei ad interessarsi alla clamorosa scoperta fatta da Bequerel su un composto di cristalli di uranile di potassio (pechblenda). Aveva a disposizione la piezoelettricità scoperta dal marito, e con questa misurò l'intensita della radiazione emessa dal composto. Il risultato fu che l'intensità era sempre proporzionale alla quantità di uranio presente nel composto. Dunque la radiazione proveniva non dalla sostanza nel suo insieme, cioè molecolare, ma era atomico, proveniva dall'atomo di uranio.
Per questa scoperta ai coniugi Curie e insieme a Bequerel fu assegnato il priemio Nobel 1903.


____ RAGGI ALFA E BETA - L'esperienza della signora Curie, aveva molto incuriosito un giovane fisico poco più che 26enne, inglese - Ernest Rutheford (1871-1937). Ripetè gli esperimenti di Curie, e fece nel corso di quest'anno (1997) un'altra sensazionale scoperta sulle radiazioni emesse dall'uranio; alcune particelle (più massicce) che andavano in una direzione erano caricate positivamente, altre che che andavano nella parte opposta erano caricate negativamente. Diede ad entrambi due nomi: alla prima "raggi alfa" e alla seconda "raggi beta". (questi ultimi li studiò poi meglio nel 1900 - vedi)
Lo studio delle proprietà di queste radiazioni portò al modello atomico dello stesso Rutheford nel 1911, perfezionato poi da Bohr nel 1913.

____ MALARIA - Dopo la scoperta di Smith (la zecca come responsabile della piroplasmosi - vedi anno 1893) altri patologi si dedicarono all'individuare parassiti responsabili di gravi malattie, e una di queste era la malaria. Nel 1880 era stato scoperto da Laveran il parassita addosso a chi era colpito o moriva di malaria, ma nulla si sapeva ancora chi lo trasmetteva questo parassita. A questa ricerca da anni si era dedicato un medico inglese - Ronald Ross (1857-1932) - fin quando nel corso di quest'anno (1897) scoprì nella zanzara anofele la responsabile della trasmissione del plasmodio della malaria. Come per la zecca o altri parassiti, anche la zanzara la si combatte con la distruzione dei luoghi dove vivono e si riproducono, e nei casi disperati, una buona difesa è quella della zanzariera, o i vari prodotti da spalmarsi sulla pelle.


____ OSCILLOSCOPIO
____ TUBO DI BRAUN
____ TUBO CATODICO - L'invenzione del tubo di Braun e dell'oscilloscopio era in potenziale già la televisione che apparve pero solo trent'anni dopo, alla fine degli anni Venti. L'idea geniale venne al fisico tedesco, Karl Ferdinand Braun (1850-1918). Fu infatti lui a costruire il primo tubo elettronico, noto anche come "tubo di Braun" (oggi indicato con l'acronimo CRT, utilizzato negli apparecchi televisivi e nei terminali video degli elaboratori). Braun nel corso di questo 1897, modificò il suo tubo a raggi catodici in modo tale per cui il punto di fluorescenza verde formato dal flusso di particelle si spostasse a secondo del campo elettromagnetico creato da una corrente variabile. Era infatti costituito da un cosiddetto "cannone elettronico" formato da un catodo e da un anodo con funzioni di collimatore. Il catodo, riscaldato da un filamento, emette elettroni per effetto "termoelettronico", i quali vengono ridotti ad un fascio dal collimatore e vengono diretti verso uno schermo a fosforescenza. Durante il cammino vengono opportunamente deflessi da due campi elettrici o magneti perpendicolari tra di loro e rispetto all'asse del tubo. Regolando opportunamente l'intensità e la direzione del fascio, il raggio si comporta come un pennello che dipinge immagini su uno schermo.
Braun non immaginava di certo l'uso futuro del suo tubo, che avrebbe relegato al museo il disco di Nipkov (si era insistito per trent'anni su questo sistema, poi venne il fisico Wladimir Zworykin, che utilizzò proprio il tubo di Braun creando l "iconoscopio" e il "cinescopio" e dai quali si svilupperà la televisione attuale.). Infatti i raggi emessi dal tubo di Braun hanno la proprietà di deviare quando siano in presenza di cariche elettriche, e di deviare in misura proporzionali alle cariche stesse. Si utilizza proprio questa proprietà per esplorare le immagini con un minutissimo raggio catodico, sottile come un pennellino e velocissimo come una saetta, a spostarsi riga per riga, da sinistra a destra, e poi dall'alto in basso. Se immaginiamo applicate al tubo due piastrine, una in alto ed una in basso, alle quali arriva corrente, esse deviano il raggio catodico secondo un angolo proporzionale alla intensità della elettrizzazione che assumeranno. Aumentando questa, aumenterà la deviazione. Allora, se potremo dare una carica crescente alle nostre piastrine, avremo per effetto che il raggio passerà successivamente davanti a tutti i punti di una riga dell'immagine. Per passare alla riga successiva si devia il raggio in basso e si ripete la deviazione di prima, e così nelle successive, cioè si ottiene alla fine del ciclo l'intera esplorazione del soggetto da riprendere. Nell'apparecchio ricevente ("cinescopio") avviene qualcosa di molto simile; qui il raggio catodico ricevuto è deviato con un dispositivo quasi identico, in sincronismo con quello della stazione emittente. Sul fondo del tubo catodico è presente una sostanza che eccita una fluorescenza e questa trasforma in luminosità diversamente intensa le modulazioni di luce che a sua volta ha percepito l'"occhio elettronico" ("iconoscopio") della stazione emittente.
( vedi "televisione" anno 1928 ).

____ MOTORE DIESEL - Il "motore di Otto" ( vedi l'invenzione nell' anno 1876 ) a quattro tempi a questa data era ormai già un realtà; utilizzava come combustibile la benzina che era oltre che essere costosa era anche pericolosa perchè altamente infiammabile, soprattutto perchè l'accensione avveniva con una barretta metallica incandescente introdotta nella camera di scoppio, che richiedeva sul mezzo un complesso impianto elettrico non sempre sicuro. Un sistema e un motore completamente diverso fu quello realizzato nel corso di quest'anno (1897) dal tedesco Rudolf Diesel (1858-1913); il suo motore faceva uso di cherosene (meno infiammabile della benzina) e questa (facendo a meno della barretta incandescente elettrica) veniva accesa mediante il calore sviluppato dalla compressione del combustibile. Tuttavia per poter creare e mantenere questa compressione il motore era molto massiccio, ingombrante, pesante, ma essendo più economico trovò largo impiego - subito ma anche successivamente - nei mezzi di trasporto pesanti, come i camion, gli autobus, le locomotive e le navi. A risolvere il "problema dei problemi" come lo chiamava Benz, fu poi la Candela di Bosch ( vedi argomento in "automobile" anno 1895 )

ANNO 1898

____ ALTOPARLANTE - Fu ideato e costruito dal fisico inglese Oliver Lodge in questa data. Il principio del suo cosiddetto "trasduttore elettroacustico" è quello di trasformare in acustico un segnale elettrico (detta corrente fonica) ai morsetti di entrata. Stranamente non fu subito utilizzato nè dai "grammofoni" realizzati da Berliner, nè dai "magnetofoni" (registratori a filo o a nastro) comparsi quasi contemporaneamente, che usavano per amplificare il suono le fastidiose trombe. Anche gli stessi "magnetofoni" pur non ancora perfetti non entrarono mai in concorrenza con i grammofoni; ma continuarono a progredire e a diffondersi. (Vedi sotto ...

____ MAGNETOFONO - A realizzare un prototipo fu l'ingegnere danese Valdemar Poulsen. La registrazione avveniva su un filo d'acciaio. Non ebbe come già detto sopra molto seguito, anche perchè il filo era facile a smagnetizzarsi; tuttavia questa tecnologia (che rimase come principio base per tutti i futuri registratori a nastro) progredì quasi in sordina soprattutto grazie ai progressi dell'elettronica. Nel 1935 a realizzare un nuovo supporto -che consisteva in un nastro magnetico- furono i tedeschi con la AEG Telefunken, che però non resero pubblico il segreto. Gli americani si accorsero soltanto durante la seconda guerra mondiale, che i tedeschi nelle emissioni radiofoniche diffondevano musica decisamente per fedeltà e chiarezza molto migliore delle emittenti americane che invece utilizzavano musica registrata su dischi (allora a 78 giri) con quel fastidioso difetto del fruscio della puntina nel sottofondo. Inoltre -cosa strana- la musica continuava senza interruzioni come di solito accadeva nel cambiare i dischi ogni 2 o 3 minuti al massimo. Vinta la guerra, scoprirono presso i centri radio tedeschi i nuovi strumenti. Che erano a un livello tale che presto sarebbero entrati in concorrenza con i dischi e i grammofoni. Forse fu questo timore ad accellerare l'abbandono dei vecchi materiali come la bachelite e trovare una nuova soluzione anche nella registrazione dei dischi medesimi. Nel 1948 la Columbia con la tecnica del "microsolco" mise in commercio i dischi da 33 e 1/2 e 45 giri al minuto (detti anche LP -long playing). La diffusione planetaria fu enorme; poi fu impressionante nel periodo d'oro della musica rock, ma anche questi dischi conobbero la via del tramonto, e con i dischi anche il grammofono.
Nel 1979, entrarono in commercio i "Compact Disc", prodotti dalla Philips e dalla Sony, usando non più l'incisione come avveniva nei dischi vinilici, ma utilizzando la tecnologia della registrazione digitale; mentre per l'ascolto il disco può esser letto da un riproduttore che incorpora piccolo laser.
I primi furono realizzati come un nuovo mobiletto domestico, ma in breve si costruirono quelli portatili, quasi tascabili, appena più grandi dello stesso CD e con uno spessore di nemmeno 2 centimetri. (vedi "laser" e dischi vari - anno 1960).

____ REGISTRATORE A NASTRO - Abbiamo detto sopra che i tecnici della registrazione su filo nonostante il grande successo dei dischi continuarono a sperimentare questo genere di registrazione. A insistere nel cercare un ideale supporto fu l'industria elettrotecnica tedesca AEG Telefunken, ma non riuscendo da sola, incaricò per la ricerca una societa chimica, la IG Farben (poi divenuta nota col nome Basf). Un chimico di questa industria - Friedrich Matthias - sperimentò diversi materiali magnetizzabili adatti ad incidervi il suono. Nel giugno del 1934 trovò la soluzione al problema: realizzò un primo nastro lungo 5000 metri di cellulosa, lo rivestì con il ferro carbonile (magnetizzabile) e lo presentò il 21 giugno 1934 alla AEG che nel frattempo aveva costruito il "magnetofono" sul principio di Pulsen. Il 27 aprile 1935 magnetofono e nastro fu una realtà che però rimase secretata. Tuttavia, indipendentemente, anche in America la Bell Co. nel 1939 presentava all'esposizione mondiale di New York, un registratore a nastri metallici a due canali, a multitraccia quindi già stereofonici, ma non erano pari a fedeltà a quelli tedeschi anche se ancora sconosciuti. Inoltre c'era altro da pensare, e i primi registratori furono utilizzati dagli ambienti militari.
Come detto sopra, solo nel 1945 fu scoperto il "magnifico" segreto tedesco. Dopo la resa della Germania, l'ufficiale statunitense John Mullin, entrato a Radio Francoforte ascoltando la musica che vi era registrata, rimase folgorato della qualità dei nagnetofoni AEG; rimpatriando se ne portò due a casa in California; li migliorò con un suo amico Bill Palmer, e nel maggio 1946 diede una spettacolare audizione-dimostrazione all'Institute of Radio Engineers di San Francisco, suscitando non solo l'ammirazione dei presenti ma in modo particolare al russo-americano Alex Poniatoff, il fondatore della Ampex, che trovò subito il modo come riconvertire la sua fabbrica, che fino allora aveva prodotto solo motori aeronautici ( in seguito lanciò sul mercato mondiale anche il primo "videoregistratore" a nastro - vedi anno 1956).
Ma Mullin non era il solo ad aver scoperto il segreto dei magnetofoni e dei nastri presso i tedeschi; anche il colonnello Richard Ranger, anch'egli reduce dalla Germania, rientrato in patria fondò la Ranger Inc. e si mise a produrre magnetofoni e un tipo di nastro. E come lui anche un altro ufficiale americano, il maggiore John Herbert Orr; costui dopo la resa tedesca, preposto in Germania al controllo dell'industria BASF, quando rientrò in patria si era portato dietro la formula per fabbricare i nastri magnetizzabili, e pure lui diventò un esperto del settore. La 3M che dal 1944 faceva ricerche su vari tipi di nastri, nel 1948 ne mise in commercio uno adottando un rivestimento di ossido.
Nel 1946 alla Fiera Campionaria di Milano il 24 enne Jacopo Castelfranchi (che diede poi vita e vitalità alla nascente G.B.C. - una catena di negozi in Italia per il reperimento dei componenti elettronici) presento la sorprendente novità dei primi registratori a filo - quelli a nastri sarebbero apparsi più tardi).
In breve tempo - mentre i giardischi e i nuovi dischi in vinile (a 45 e 33 giri) a partire dagli anni '50 si diffondevano e allargavano il loro regno (grazie anche ai transistor) - il magnetofono a nastro anche questo ormai alla portata di tutte le tasche, trovò la sua nicchia di utilizzo nelle conferenze, nelle lezioni a scuola, nello studio delle lingue, e in parte anche per far catturare ai giovani delle nuove generazione la nuova musica americana che la radio riversava in continuazione in tutte le ore della giornata.
Oltre quelli della AEG Telefunken, entrarono nel mercato i "magnetofoni" della EMI, della RCA e altre; in Italia ebbe fortuna il "Geloso" e il "Gelosino". Tutti utilizzavano due bobine di nastro, una a destra e una a sinistra con il mezzo la testina di lettura. Un tentativo di fare un altro tipo di registratore da utilizzarsi con cassette da registrare o preregistrate (come nei dischi, far trovare pronta sul nastro la musica e la canzone preferita) fu fatto nel 1956, dalla RCA, ma il funzionamento meccanico era tutt'altro che impeccabile. Pochi anni dopo, alla Radio Esposizione di Berlino del 1963, la Philips annunciò il suo registratore completamente nuovo e la sua "compact-cassette" con nastro da 3,8 mm per velocità di 4,75 cm/s. Le cassette preregistrate furono invece messe in commercio nel 1966, sempre prodotte dalla Philips ma anche dalla Ampex; nel luglio del 1970 la Advent metteva in circolazione delle cassette con nastri migliori, al biossido di cromo. Nel frattempo per gli studi di registrazione nel 1966 la Ray Dolby aveva lanciato il suo "system A", e in seguito il "System B" destinato agli apparecchi amatoriali. La Philips e la Japan Victor Company introducevano successivamente il DNL e l'ANRS. All'inizio degli anni '70 Richrad Burwen e David Blackner presentavano due sistemi molto efficaci di riduzione dinamica del rumore: il "Burwen Noise Reduction System" e il DBX. Nel 1976 comparivano sul mercato i prodotti della Sony, della Teac e della Technics. Per quasi venti anni, i nastri che si svolgevano e avvolgevano sulle minibobine alloggiate dentro le cassette, furono fra gli oggetti più venduti nel mondo e in parallelo crearono il più grande fenomeno di consumo di musica di massa.

Non possiamo dimenticare anche un lunga serie di soli riproduttore di nastri, i famosi.....

____ WALKMAN ... nome commerciale di un regsitratore portatile munito di cuffie stereo per ascoltare cassette, grandi come un pacchetto di sigarette, lanciato dalla giapponese Soni nel 1979.
Nè possiamo dimenticare, che i primi economici computer (Texas, Commodore, Sinclair, Atari, Amstrad, Sega ecc.) quasi esclusivamente adibiti ai giochi elettronici, fecero largo uso di cassette identiche a quelle dei registratori (anzi per tali impieghi digitali risultarono migliori i primi nastri, quelli tedeschi alla ferrite) fino all'impiego dei lettori dei floppy disk che inizialmente erano piuttosto costosi.

____ CUSCINETTO A SFERE - Onde evitare l'attrito in un organo meccanico entro il quale ruota un mozzo (parte centrale della ruota rotante che lo accoppia con l'albero) l'americano Francis Lechner inventa un anello a cuscino dentro il quale rotolano delle piccole sfere (o piccoli rulli). I cuscinetti a rotolamento hanno il vantaggio di avere un basso coefficiente di attrito, mentre in precedenza i mozzi o gli assi per l'usura andavano presto in deperimento e bisognava continuamente sostituirli. Non era un metodo sconosciuto quello di inserire fra il mozzo e l'asse dei cuscinetti; quelli a rotolamento li usavano già i Romani e prima di loro i Celti. Erano però in legno, e venivano continuamente ingrassati evitando così il riscaldamento e la corrosione. Lo stesso accorgimento fu poi usato nel XIII secolo per far girare le grandi ruote dei mulini ad acqua. Ovviamente quando ci fu la rivoluzione industriale, sia l'anello che le biglie (o i rulli) furono realizzati in varie leghe e in seguito anche in acciaio. Uno dei primi, oltre quelli citati all'inizio, furono realizzati nel 1839 dall'americano Isaac Babbit. Dopo quelli di Lechner, con la diffusione delle biciclette e delle auto, dall'inizio del '900, anche i cuscinetti furono continuamente migliorati, fino a giungere a quelli modernissimi che non utilizzano più un lubrificante ma hanno l'aria compressa che tengono separate le parti in movimento da quelle fisse, eliminando del tutto il rumore prodotto dai tradizionali cuscinetti.

____ POLONIO (vedi sotto)
____ RADIO - (vedi sotto)
____ RADIOATTIVITA' - I coniugi Curie proseguendo le loro esperienze sulle radiazioni, dopo aver scoperto quelle emesse dai composti di uranio puro (vedi anno 1897) presero in rassegna altre sostanze e scoprirono che altri composti pur con la presenza di uranio, producevano radiazioni maggiori dell'uranio stesso puro. Indubbiamente questi composti dovevano contenere altre piccole quantità di elementi non ancora scoperti. A tal uopo separarono dal minerale diverse frazioni e, misurando la radioattività delle varie frazioni, riuscirono a concentrare gli elementi ignoti, fino a che dopo paziente lavoro, separarono dalla pechblenda , del cloruro di bario fortemente radioattivo, dal quale isolarono poi il bromuro e il clorulo di un nuovo elemento. Da una tonnellata di pechblenda ottennero solo 1 decigrammo di radio, ma riuscirono ugualmente ad accertarne le proprietà fisiche e chimiche. Nel corso dell'anno (1898) i due coniugi individuarono così due nuovi elementi (presenti oggi nella scala periodica con numero 84 e 88). Al primo la scienziata polacca diede il nome della sua Patria "Polonio", al secondo "Radio" per via delle intense radiazioni. Inoltre diedero nome a queste radiazioni coniando il termine "radioattività".

____ NEON, CRIPTO, ZENO - I Curie non furono i soli a scoprire nel corso di quest'anno nuovi elementi. Ramsay che aveva già scoperto nel 1895 l' "argo" (vedi relativo anno) e nel 1896 l' "Elio", con l'aiuto di un chimico inglese (W. Traves) si mise a cercare quelli che mancavano nella famiglia a valenza zero nella famosa "scala periodica". Scoprirono il "neon" ("nuovo"), il "cripto" (nascosto), lo "xeno" ("straniero". Rispettivamente col numero
atomico 10, 36, 54.

____ IDROGENO LIQUIDO
____ ELIO LIQUIDO - Alcuni gas si erano riusciti a liquefare, l'unico che opponeva resistenza era l'idrogeno e l'elio. Nel corso di quest'anno (1898) anche l'idrogeno fu imbrigliato e reso liquido da James Dewar. A resistere rimase l'Elio; lo si ottenne liquido solo dieci anno dopo, nel 1908, merito del fisico olandese Heike Kamerlingh Onnes, che gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1913.

____ VIRUS - I Batteri erano stati scoperti, i protozoi pure, erano tutti responsabili di malattie infettive, contagiose. Tuttavia ancora Pasteur aveva congetturato che esistessero agenti patogeni ancora più piccoli dei batteri e dei protozoi, così piccoli che era impossibile vederli al microscopio. La rabbia che è appunto una malattia da virus, Pasteur l'aveva curata con le vaccinazioni immunitarie, ma i "piccoli germi" non li aveva individuati. E neppure quelli che vennero dopo di lui. Nell'anno 1892 un botanico ( Ivanovskij) aveva fatto alcuni esperimenti nella malattia del tabacco (detta "mosaico" uno dei più noti agenti patogeni), filtrando una poltiglia di foglie infette attraverso un telo, convinto che i "piccoli germi" di cui si ipotizzava sarebbero stati trattenuti; invece il liquido ottenuto infettarono nuovamente le piante. Deluso al primo tentativo non andò più avanti nell'esperimento. Dopo di lui nel corso di quest'anno - convinto che quel metodo fosse l'ideale - il botanico olandese Martinus Willem Beijerink - condusse degli esperimenti molto simili; operando con più attenzione, curando bene i filtri, il risultato fu che il liquido da lui ottenuto non infettava più le piante. Dunque - perchè trattenuti dal filtro - dovevano esistere indubbiamente microrganismi molto più piccoli dei batteri e protozoi; li chiamò "virus" (che in latino significa "veleno".). E capì anche che quelle malattie causate da virus, non potevano essere curate con i sistemi fino allora conosciuti. E di malattie virali - spesso letali - ve ne erano un numero considerevole, basti pensare al raffreddore, all'influenza, alla varicella, agli orecchioni, al vaiolo, alla poliomelite, ai virus di alcuni tipi di tumore, all'epatite, all'Aids, ecc. ecc.
Con i potenti supermicroscopi elettronici (che rilevano il millesimo di millimetro) la teoria di Beijerink fu ampiamente confermata. I virus sono agenti infettivi di dimensioni da pochi a qualche centinaio di micron, possono sopravvivere solo all'interno di cellule viventi e possono infettare organismi animali e vegetali, batteri compresi.

____ ADRENALINA - Gli ormoni non erano ancora stati scoperti, bisognerà attendere il 1933. Tuttavia gli studi erano iniziati fin dal 1855 dal medico inglese Thomar Addison, nella malattia che porta il suo nome "morbo di Addison" aveva dimostrato che l'affezione era causata da una sostanza prodotta da alcune ghiandole (che oggi chiamiamo "surrenali") andate in detoriamento. Era il primo accenno a queste ghiandole. Successivamente, nel 1894, il farmacologo americano John Jacob Abel studiò questa sostanza che chiamò "epinefrina" (dal greco "sopra il rene"). Nel corso di quest'anno (1898) il chimico giapponese Jokichi Takamine riusciva ad isolare questa sostanza chiamandola "adrenalina". E' da considerarsi il primo ormone a essere isolato. Un ormone secreto dalla parte midollare del surrene, che ha azione stimolante su tutte le terminazioni del sistema nervoso simpatico. Oggi prodotto anche sinteticamente.

____ SOMMERGIBILE (vedi sotto)
____ SOTTOMARINO - Com'è concepito oggi, natante anfibio capace di uscire in mare e navigare sotto la sua superficie, fu quello costruito da un ingegnere americano, Simon Lake (1866-1945). Il suo sottomarino "Argonaut I" viaggiò in immersione dalla Virginia a New York.
Tentativi erano stati fatti fin dal 1620-24 sul fiume Tamigi da Cornelius Drebbel (1572-1633). Nella guerra d'indipendenza americana per colpire navi inglesi nel porto, David Bushell (1742-1824) ne ideò alcuni ma senza successo. Singolare fu quello realizzato dall'americano Robert Fulton nel 1800, il "Nautilus" a forma di sigaro; in immersione la propulsione avveniva con un'elica a vite di Archimede.
Con l'avvento del motore a vapore, ebbe invece successo un anfibio usato non per scopi militari ma per dragare il bacino di Filadelfia e lo realizzò Oliver Evans nel 1805. Ma per quasi cento anni non ci furono nè emuli né gli scafi migliorarono. Nel 1898-1900 in Francia e in America furono realizzati due sommergibili azionati da due motori, uno a vapore per la propulsione in superficie e uno elettrico ad accumulatore per la navigazione in immersione. Uno di questi, il francese "Morse", per la prima volta montò anche il "periscopio" (vedi anno 1896). Pochi anni dopo nel 1904, sempre in Francia ci fu il varo di un sommergibile con motori a diesel e elettrici. Dopo il primo che abbiamo citato all'inizio, quello che ora si chiama non più sommergibile ma sottomarino, il massiccio impiego con caratteristiche accezionali avviene nel corso della Seconda Guerra Mondiale nel corso degli anni 1939-1945. Sono i tedeschi ad adottare lo "schnorkel" una lunga presa d'aria tubolare che permette ai motori diesel di rifornirsi di aria anche navigando per molto tempo in immersione.
Passano pochi anni e con l'avvento dell'energia atomica, nel 1955 gli Usa varano il primo sottomarino a propulsione nucleare: il "Nautilus" (in onore dell'omonimo scafo di Fulton di oltre 100 anni prima; che ispirò nel 1870 anche Giulio Verne che lo inserì nel suo famoso romanzo "Ventimila leghe sotto i mari"). Una delle prime imprese di questo sottomarino a propulsione nucleare fu il navigare sotto la calotta ghiacciata del Polo Nord.

ANNO 1899

____ LAVASTOVIGLIE - Seguendo quasi lo stesso principio della lavatrice dei panni, un contenitore di metallo con dentro un cestello con le varie stoviglie da lavare, fu realizzata nel 1899 dalla Cockran Co. Invece dell'azione meccanica dello sbattimento dei panni nell'acqua saponata, erano dei getti di acqua sulle stoviglie che creavano l'azione meccanica detergente. Questa lavastoviglie, prima ancora della lavatrice, era già funzionante con un motore elettrico. (vedi anche "detersivi" anno 1917).

FINE TABELLA 11

ritorno alla tabella indice - ritorno alla home page