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egiziani- cronologia.it
GLI EGIZIANI – Breve cronologia- dal 10.000 a.C. – 2000 d.C.
La storia dell’Egitto può dividersi, per comoditĂ in 12 periodi. Di questi 5 appartengono alla Storia antica, e 8 alla Storia moderna-
CRITERIO – La determinazione delle date presenta grandi difficoltĂ per la scarsitĂ di precisi punti di riferimento. Tra i primi gli egiziani a concepire la scrittura fin dal 3000 a.C. ( si pensi che i Greci cominciarono a scrivere solo duemila anni dopo, nel 1000 a. C.) iniziamo ad avere delle testimonianze scritte dirette degli avvenimenti, ma non complete. Significativi sono gli annali della V dinastia (il frammento Ă© nel Museo di Palermo), prezioso come fonte le tre liste dei sovrani della XVIII e XIX dinastia (oggi conservate ad Abido, al Louvre e al British M.), la piĂą completa però Ă© quella riportata nel “Papiro dei Re” del Museo Egizio di Torino (Uno dei piĂą importanti del mondo. Una visita che un extraterrestre quando verrĂ sulla Terra non mancherĂ di visitare, ma che molti umani non hanno ancora fatto) che ci indica gli anni, i mesi e i giorni di regno di ogni sovrano fino alla XIX dinastia. Poi, indirettamente, perchè solo citata da autori successivi, spicca anche l’opera di Manetone vissuto nel III sec a.C.. E’ suo il criterio di suddivisione della storia egiziana in trenta dinastie. Abbastanza fedele come ricostruzione anche dopo i successivi ritrovamenti archeologici di reperti che Manetone non ebbe mai la fortuna di visionare perchè sepolti da decine di secoli e non ancora venuti alla luce. Ma indubbiamente in circolazione esistevano molti documenti, forse raccolti alla Biblioteca di Alessandria che venne completamente distrutta e incendiata dai Romani quando misero piede in Egitto. Sappiamo che in questa grande biblioteca vi erano conservati milioni di documenti di ogni epoca, e a gestirla nel corso di tre secoli, erano state chiamati le migliori menti dell’epoca: storici, filosofi e matematici cheavevano incaricatocirca 1000 appositi scribi viaggiatori di ricopiare in ogni luogo del mondo conosciuto opere dell’antichitĂ . La stessa cosa aveva fatto Enmekar il principe sumero a Ur nel 2500 a. C. che aveva a disposizione 500 scribi. E altrettanto poi fecero gli Arabi a Baghdad nell’anno 800 d.C. dove raccolsero milioni e milioni di testi; per nostra fortuna, altrimenti quasi tutte le testimonianze della Cultura greca sarebbe andate distrutte.
1° PERIODO – ANTICO IMPERO EGIZIO o Protostoria. – 10.000 – 3500 a.C. – Nei remotissimi tempi, l’Egitto era abitato da gente di razza negra (popolazione camitica), cui si sovrapposero gli Egizi di stirpe mediterranea, influenzata da gruppi di beduini nomadi con elementi semiti. Una migrazione che avvenne nel quinto millennio a.C. forse dalle prime carovaniere che scoprirono le terre del Nilo e vi si insediarono prima con piccoli villaggi, poi scoperto il “tesoro” del limo alluvionale che rendeva annnualmente fertili i terreni sorsero delle vere e proprie cittĂ . Questa fusione malgrado al diversitĂ di razza riuscirono a fondesri in una unitĂ salda e costruttiva, forse scaturita da due fattori importanti: i beduini portarono con se interessanti tecnologie di coltivazioni e gli stessi trovarono utile avere a disposizione le braccia dei camiti . Inizialmente gli insediamenti compaiono in due territori distinti uno a Nord e uno a Sud, ed entrambi diedero origine a due regni con capitali rispettivamente Buto e Hierakompolis. La tradizione fa risalire la fondazione dell’Impero a Men (o Menes) originario di This, che fondò Menfi, capitale. Dobbiamo a lui con quasi la certezza assoluta, la fusione dei due regni perchè in un reperto archeologico, Men compare con una corona con la sua insegna che riporta entrambe quelle dei due precedenti regni. Questo avvenne nel 2650 a.C. – Vennero dopo 30 dinastie di re o Faraoni: quelli della IV dinastia costruirono le maggiori piramidi.
2° PERIODO – MEDIO IMPERO o antico regno. dal 2650a.C. fino al 1785 a.C. Si suole fare iniziare questo periodo con la III dinastia con re Djoser, che ebbe alle sue dipendenze ministro e architetto Imhotep: l’ideatore e costruttore della piramide Saqqarah (a tronchi sovrapposti) di Dyoser – Inizia poi la IV dinastia che termina nel 2480 a.C.. in cui primeggia Snofru, noto per le sue spedizioni in Nubia. Alcuni suoi successori, Cheope, Chefren e Mikerinos ancora piĂą noti per aver lasciato le grandiosi piramidi di Gizah (quelle piĂą famose, poco distanti da Il Cairo). Questo antico regno termina con la IX dinastia, un periodo oscuro con regni di tipo feudale, con gravi crisi nel potere centrale, e proprio per questo si verificarono invasioni dei re pastori o Hakshsu o Hyksos (1785 a.C.), cui appartengono le dinastie fino alla XVII ( 1580 a.C.); si estese ( e fu un errore) principalmente solo all’Egitto Inferiore con capitale Tebe.
Gli Hyksos – popolazione rozza giĂ infiltratasi da tempo sul territorio, approfittò della crisi per impadronirsi del potere. Riuscirono in pochi anni a modificare la popolazione, ma non abbastanza in un certo ambiente della popolazione indigena (soprattutto quella dell’Egitto superiore) che non sopportava questi “rozzi barbari”, e che riuscì dopo una serie di piccoli scontri a costituire una vera e propria dinastia che iniziò a chiamarsi Dinastia Tebana e a riconquistare il potere prima sull’alto Egitto poi diventata potente, su tutto il Paese.
3° PERIODO – NUOVO IMPERO. – 1580-1085-663 a.C. – Con le dinastie tebane iniziarono le guerre esterne, con le quali furono conquistate: l’Etiopia, la Libia, la Nubia fino alla quarta cateratta del Nilo. L’apogeo della potenza egizia iniziata da Amosis, proseguita da Tuthmosis I, fu raggiunto da Tuthmosis III conquistando territori fino al Tigri e Eufrate, quindi la Siria e l’intera Palestina, con la famose deportazioni in Egitto fra cui il popolo Ebreo (dalla Terra di Canaan)
Questo periodo inizialmente sereno fu turbato da due eventi: dal popolo degli Ittiti e da una violenta crisi religiosa nel 1377 a.C. dal faraone Amenophis che promosse lo scisma religioso tra i seguaci di AMON e la sua fede nel dio Sole ATON, istaurando un sistema monoteistico. Il nuovo simbolo della nuova fede, naturalmente il disco solare da cui si dipartono all’intorno lunghi raggi.
Fu una grande novitĂ : prima perchè la religione era unica e monoteistica, poi il faraone non si considerò piĂą – come i precedenti – lui stesso un dio, ma solo un intermediario fra dio e l’umanitĂ . (Due intuizioni che furono mutuate sia dalla religione mosaica, e dopo quasi 2000 anni anche da quella cristiana. Quest’ultima conservò e utilizzò lo stesso simbolo del disco solare trasformato ( solo nel 580 dopo Cristo) in teca contenente l’ostia, l’ostensorio della liturgia cristiana, che contrariamente a quello che si pensa non prese il nome dall’ostia, ma l’incontrario fu chiamata ostia, perchè 1377 anni prima di Cristo ostiare corrispondeva all’etimo igizio mostrare. fare vedere; mostrare il disco solare ai fedeli; la cristiana conservò anche l’abbassamento del capo, perchè nei primi riti di Aton all’aperto, non era una proibizione guardare il sole, ma era un accorgimento, perchè fissando il sole si rischia di perdere la vista. Nei successivi riti trasferiti all’interno i sacerdoti di Aton ricorsero a un disco d’oro con i raggi attorno, appunto l’ostensorio, elevato in alto (elevazione) ma l’abitudine di chinare il capo rimase, e fu poi successivamente insieme all’oggetto, traslato anche nel rito cristiano.
(Un papa sconsolato dopo che erano passati giĂ trecento anni dal bando costantineo del culto solare, introdotto a Roma nel 274 (vedi) da Aureliano di ritorno dall’Egitto, nel 580 scriveva “quando i romani entrano in San Pietro rivolgono ancora lo sguardo e chinano la testa in segno di devozione verso il Sole”. Risolse il problema un monaco, al centro invece del disco in oro luccicante, mise una teca con dentro l’ostia, e “concilio”‘ e accontento’ così l’adorazione sia dei pagani che dei cristiani)
Impegnati i sacerdoti (spaccatisi nelle due religioni) in questa grandiosa riforma, dopo la scomparsa di Amenophis che mutò perfino il suo nome in Ekhnaton, i seguaci di Amon riuscirono nuovamente ad imporsi considerando eretici gli adoratori di Aton. Vinsero su ogni fronte compreso quello di far mutare al figlio di Ekhnaton, TutankhAton, il nome in TutankhAmon, e furono inutili i tentativi della madre Nefertiti. Nella contesa ci si mise in mezzo la “morte”, prematura del giovane faraone, cui seguì un periodo di grandi incertezze, finchè Ramesse I, iniziò la XIX dinastia, che portò sul trono il piĂą famoso Ramesse II nel 1301; il faraone che ci ha lasciato gli splendidi monumenti di Abu Simbel, ma Ă© anche, lui grande guerriero, l’autore di uno dei primi interventi militari nella storia dei popoli del Mediterraneo orientale: il conflitto che risolse la “questione Ittita”, ma anche sposando una Ittita, causa di tante crisi interne tra i nazionalisti intolleranti ai matrimoni di stato. Crisi che riportarono l’Egitto a mutamenti sociali, repressivi, di cattivo governo e alle intolleranze verso gli stranieri, soprattutto agli ebrei che migrando verso le terre del Nilo erano divenuti numerosi. Infatti sotto il regno di Ramesse II e di suo figlio Meneptah I, gli Israeliti, sottoposti a persecuzioni di ogni genere, accusati poi di un delitto, abbandonarono il paese con il famoso “esodo dall’Egitto” per far ritorno alla Terra di Canaan
Il regno di questo e dei successivi faraoni, pur avendo sventato il pericolo ittita, dal 1085 al 663 a. C., oltre che ad avere una serie di crisi, scissioni interne e un dominio della classe sacerdotale e feudale sempre più forte, si ritrovò uno Stato centrale con un potere molto debole, incapace di coordinare non avendo più la forza organizzativa di far fronte ai numerosi attacchi esterni,
Alla ribalta, infatti, nel corso di questi 400 anni, si presentarono nuovi popoli indoeuropei, tra cui i Sherden, gli Achei, i Tirreni, i Siculi e i Lici, detti “popoli del mare”. Con Ramesse III della XX dinastia, si cercò di contrastarli, ma inutilmente, in Libia i “popoli del Mare” costituirono la loro prima colonia. Seguirono poi le conquiste degli eserciti Assiri nel 671, e infine Assurbanipal dopo alcuni anni, entrò a Tebe, e l’intero Egitto fu vinto e sottomesso.
La capitolazione totale dunque avvenne tra il 663 e il 638 quando nonostante la dominazione assira, Psammetico I, uno dei 12 principi (a tanti erano arrivati ormai i contendenti), riuscì a prevalere e ad unire di nuovo l’Egitto dando vita alla XXVI dinastia (l’ultima) ma solo per un brevissimo periodo: un secolo. L’ultimo re di questa dinastia fu Psammetico III e Psammetite, che a Pelusio fu sbaragliato da Cambise, re di Persia (525 a.C). Durante quest’ultimo periodo, capitale d’Egitto fu Sais. Sotto i Persiani, gli egizi tenteranno piĂą volte la riscossa , soprattutto con la 28a e la 30a dinastia, ma inutilmente; erano destinati a scomparire.
4° PERIODO – ETA’ ALESSANDRINA. – Allorchè i Persiani furono vinti da Alessandro, tutti i loro domini passarono a questo re, il quale entrò pure in Egitto, dove nella parte occidentale del Delta, iniziò (332 a.C.) la costruzione di una cittĂ , detta dal suo nome Alessandria. Morto Alessandro, Tolomeo Lago, fondò in Egitto una sua dinastia tramandando ai suoi discendenti il trono . Tra i suoi successori, detti Lagidi, (o dei Tolomei) si distinsero Tolomeo I, Sotero e Tolomeo III Evergete, sotto i quali la civiltĂ ellenica si estese molto in Egitto in ogni sua espressione sociale e culturale. Alessandria divenne una delle piĂą grandi cittĂ del mondo conosciuto non solo in grandezza e meraviglie, ma famosissimo come centro di civiltĂ e di insegnamento. Celebre la sua biblioteca, e ancora piĂą celebri quelli che vi studiarono o ne ebbero la direzione: i grandi matematici e filosofi greci e romani fino al 395 d. C.
5° PERIODO – L’EGITTO SOTTO I ROMANI. – Nel 31 a.C. l’Egitto dalle mani dei Tolomei passò ai Romani per opera di Augusto e diventò provincia romana, personalmente amministrata dall’imperatore. Prima ancora della caduta dell’Impero Romano, alla morte di Teodosio (395.d.C.), l’Egitto ormai sotto l’influenza del cristianesimo – fondamentalmente bizantino – entrò a far parte dell’Impero d’Oriente fino al 640.
6° PERIODO – L’EGITTO SOTTO GLI ARABI. – Nel 640 d. C., gli Arabi si rovesciarono dall’Asia nella valle del Nilo e conquistarono la regione. Dal 640 al 1250 fu tenuto dai Califfi arabi, scegliendo come capitale dell’Egitto il Cairo – (CuriositĂ - fu fondata da un arabo nato in Sicilia). Gli Arabi governarono fino all’arrivo dei Mammelucchi.
7° PERIODO – L’EGITTO DEI SULTANI MAMMELUCCHI. – I Mammelucchi, subentrati agli Arabi nel dominio del paese, vi dominarono dal 1250 al al 1517. La stirpe dei Mammelucchi era una antica milizia originariamente composta da schiavi arruolati nel Caucaso e nella Circassia. Si eleggevano da sè il commandante. Per bravura militare o per l’incapacitĂ degli arabi in declino, riuscirono a impossessarsi dell’Egitto. Dopo tre secoli di dominio, benchè poi sottomessi dai TURCHI, continuarono ad esercitarvi un predominio di fatto per altri 3 secoli, fino al 1798 quando Napoleone li sconfisse alla battaglia delle Piramidi. Furono poi del tutto sterminati dal Califfo Mehemet-Ali nel 1811.
8°PERIODO – L’EGITTO IN MANO AI TURCHI – I Turchi, popolo di razza mongolide dopo essere scesi dal Turkestan, iniziando da Bagdad, conquistarono tutti i califfati arabi. Othman nel 13° secolo diede origine al popolo che prese il suo nome OTTOMANI. Questi poi invasero i paesi vicini. Iniziarono in Europa dal Cossovo nel 1354 contro i Serbi dominando sui Balcani dalla Serbia alla Macedonia (Iugoslavia). Successivamente misero fine all’impero bizantino conquistando prima Costantinopoli nel 1453 poi l’intero territorio interno tra il Mar Nero e la Siria, che prese da quel momento il loro nome: Turchia.
Portandosi poi a Sud, conquistarono tutti i territori mediterranei fino al confine libico, quindi l’intero Egitto. Subentrarono così al potere dei Mammelucchi che rimasero comunque il Egitto politicamente i dominatori anche dopo la breve dominazione Napoleonica, apportando nel Paese una grande trasformazione con la loro dinastia chiamata dei PASCIA’, un insieme di caste nobili turche, mammelucche e musulmane. Nota come la Gran Porta.
9° PERIODO – L’EGITTO FRANCESE – Una breve parentesi nella storia egiziana. Nel 1798, i Francesi sotto il comando di Napoleone, sbarcarono nell’Egitto e se ne impadronirono; ma non lo tennero che per poco. Infatti, l’esercito francese, partito Napoleone, dopo due soli anni, dovette ritornare in Francia, lasciando il paese nella totale anarchia; in quella appunto accennata sopra (e sotto) dei PASCIA’. Dal 1800 al 1806 le vecchie e nuove caste diedero inizio a scontri e intrighi con un susseguirsi di reciproci assassinii e sterminii, per la lotta al potere. Fin quando la Gran Porta scelse l’uomo giusto per governare.
10° PERIODO – L’EGITTO DEI PASCIA’. – La scelta fu fulice. Dall’anno 1806 al 1849 si impose l’autorevolezza di Mehemet-Ali che rialzò alquanto le sorti dell’Egitto governando per quasi mezzo secolo. Morto lui suo successore fu l’omonimo figlio e, dopo, questo, sempre con l’assenso della Gran Porta, il nipote Abbas-pasciĂ . Questa fu una scelta sbagliata. Arrogante, crudele, con grande maniacale fede musulmana, sconfinò dai sui compiti politici e si intrigò di cose religiose offrendo motivo alla Gran Porta di intervenire e intromettersi nelle faccende di Stato proprio in un periodo molto difficile. Infatti, gli inglesi miravano ad allargare i propri domini coloniali, e per farlo, in una delle tante frequenti viscerali contese interne di alcune regioni, appoggiavano una delle parti in lite per poi a conflitto concluso (sempre vincente con gli ingenti mezzi militari) insediarsi nei territori in rivolta.
In questo caso, la Turchia, infatti, istigata dagli inglesi, partecipò alle lotte che sconvolgevano il paese e ne ricavò danari e uomini per la sua guerra che allora combatteva contro la Russia. Abbas PasciĂ venne ucciso e gli successe Said pasciĂ con simpatie per l’Occidente (era vissuto in Francia) che cercò di europeizzare l’Egitto introducendovi la civiltĂ del vecchio continente. Ricordiamo che sotto di lui fu iniziato il taglio dell’istmo di Suez. – Morto nel 1863, gli successe il principe Ismail pasciĂ , anche lui educato in Francia , quindi propugnatore della civiltĂ europea. Nonostante questo, dopo aver inaugurato Suez nel 1879, Gran Bretagna, Francia e Italia ottennero dal Sultano di Costantinopoli la sua deposizione. Fu eletto Thewfik un uomo di comodo che pur nominato kedivè (una specie di re governatore) si trovò di fronte a una triste realtĂ : l’Egitto incivilito alla superficie, che si era ingrandito come territorio, ma politicamente ed economicamente era un paese vassallo di potenze straniere e ormai dal Sultano svenduto, e solo per ricavarne interessi personali. Come al solito, e accadrĂ spesso, e accadrĂ ancora: disfarsi di progetti di civiltĂ (istruzione, tecnologie, sviluppo economico) e servirsi del materiale umano per organizzare lo “Stato” delle formiche ubbidienti, ignoranti, incapaci di ribellarsi. Se poi si trova lungo il cammino anche dei complici forti, il gioco riesce meglio, infernale se costoro possiedono armi che inducono ad accettare le intimazioni e i comandi o – con le imposizioni – a piegare la testa. Per avere questi sostegni i pretesti sono piĂą d’uno; l’abituale Ă© quello di aiutare un popolo di minoranza che è ovviamente sempre quella parte del Paese che possiede abbondanza di ricchezze e dove gli interessi sono molto alti, unilaterali, spesso esteriormente concordati con governanti burattino con una popolazione mortificata e trasformata in soggetti oppressi o in disciplinati servi.
11° PERIODO – L’EGITTO INGLESE. – Nel 1881, voluta e tramata con stratagemmi, scoppiò un’ insurrezione militare comandata da Arabi pasciĂ . Nell’anno seguente, nel 1882, gli incidenti di Alessandria offrirono un ottimo pretesto di intervento della Gran Bretagna, che interviene in aiuto di una minoranza, bombardò la cittĂ ed occupò militarmente il Cairo poi il resto dell’Egitto. A dominare politicamente, economicamente e militarmente fu messo Lord Cromer, anche se con qualche incidente. Infatti, i nazionalisti egiziani si organizzarono con un capo religioso musulmano, il Madhi (presero appunto il nome maddhisti), assediarono Chartum nel 1895 e dopo quattro anni di guerriglia riuscirono a cacciare gli anglo-“egiziani” nel 1898. Gli inglesi reagirono, neutralizzarono il Canale di Suez, e allargarono la loro influenza sul territorio e su tutte le attivitĂ economiche insediandovi Lord Kitchener che vi rimase fino al 1914 quando la Gran Bretagna accrebbe ancora di piĂą il suo dominio proclamando il protettorato sull’intero Egitto deponendo il kedivè messo dal Sultano di Costantinopoli e ne nominò uno di propria fiducia, intitolandolo Sultano indipendente. Cominciò cosi il rigido dominio britannico, ma cominciarono pure dopo pochi anni, nel 1919, le gravi sommosse dei nazionalisti per ottenere la totale indipendenza dell’Egitto.
12° PERIODO – L’EGITTO INDIPENDENTE – Per soffocare le insurrezioni nazionaliste gli inglesi il 16 marzo 1922 concessero un nuovo Statuto: si riconosceva l’indipendenza ma con un regime di cooperazione non proprio molto trasparente. Non era sufficiente per calmare le agitazioni, che continuarono fino al dramma: l’assassinio di Sir Lee Stack il capo delle truppe britanniche in Egitto. La reazione inglese fu violenta e vendicativa. Chiese con un ultimatum mezzo milione di sterline di danni e la minaccia di chiudere tutte le paratie delle acque irrigative nel Sudan, che voleva dire separare fisicamente il Paese , che era poi quello a piĂą alta densitĂ di nazionalisti egiziani. Pur essendo un governo fantoccio, in Parlamento c’era un rappresentante nazionalista: Zanglul, che alla minaccia sul Sudan, si dimise indignato , rendendo così il partito indipendentista ancora piĂą forte e organizzato. Nel 1925 gli inglesiper mantenre l’ordine pubblico inviarono Lord Allenby come Alto Commissario, ma il partito nazionalista concentrando un numero enorme di egiziani indipendentisti cambiò tattica, scegliendo non la lotta brutale, ma il riformismo parlamentare, fino a portare il 10 giugno del 1926 lo stesso Zanglul a vincere le elezioni ed entrare nella Camera come Presidente con accanto un fidato vice presidente e un primo ministro. – Purtroppo morì poco dopo. Ripresero le agitazioni con molte provocazioni degli imperialisti; si calcò la mano con la repressione, scoppiarono così altri incidenti, rivolte contro la polizia tutta britannica causando morti e feriti in diverse cittĂ , ricomparvero le unitĂ navali davanti alla costa pronte a bombardare, scoppiò la disobbedienza civile, infine si chiuse il Parlamento e repinsero gli inglesi ogni incontro di trattative, di cooperazione e di pace sociale. Per quattro anni non vissero però nemmeno gli inglesi tranquilli, ma sempre in stato di guerra, con la paralisi economica in ogni settore del Paese ormai in ginocchio.
Un disgelo nel 1930, quando Re Fuad promulgò una nuova Costituzione, che con alterne vicende fu abolita e riammessa piĂ volte fino ad arrivare al 26 agosto del 1936 quando fu firmato un soddisfacente Trattato con gli inglesi, e subito dopo l’8 marzo del 1937, l’Egitto si appellò, chiese e ottenne di entrare a far parte della SocietĂ delle Nazioni per garantirsi da ogni successiva ingerenza degli inglesi sulle scelte del regolare governo espresso democraticamente a larga maggioranza. Il successivo 29 luglio reggente (ma ancora una volta appoggiato dagli inglesi) fu nominato Re Faruk, con i dissidi sempre latenti all’interno dei nazionalisti pur convivendo con un responsabile equilibrio.
Il 16 aprile del 1938, a Roma, l’Italia, l’Egitto e la Gran Bretagna firmarono un trattato di buon vicinato. Compreso un patto di neutralitĂ dell’Egitto in caso di guerra fra Stati europei. Putroppo con le emergenze dovute all’apertura delle ostilitĂ alla Gran Bretagna nel 1940 da parte di Hitler, poi la successiva dichiarazione di guerra agli inglesi da parte Italiana (per l’Egitto la G.B. era e rimaneva un’alleata dell’Italia) imbarazzarono e complicarono le relazioni diplomatiche con i due paesi oltre la Germania, pur confermando l’Egitto la sua neutralitĂ nel conflitto.
Ciò nonostante l’Egitto nel 1943 venne a trovarsi con la piĂą importante e strategica e decisiva cerniera dell’intero conflitto mondiale: da una parte gli anglo americani dall’altra le forze dell’Asse. In caso di vittoria degli italo-tedeschi, non conquistando, ma solo approfittando della neutralitĂ , cioĂ© di attraversare l’Egitto, significava mettere la decisiva ipoteca sulla vittoria finale. Per buona sorte degli anglo-americani, a 100 chilometri dal confine, ad El Alemein, fu combattuta la battaglia decisiva tra Rommel e Montgomery, bloccando quest’ultimo il sogno di conquista del tedesco con una disfatta, e a Mussolini “assolutamente ottimista” – giĂ ad Alessandria con il cavallo bianco – non riuscì a ripetere il “discorso davanti alle Piramidi” di Napoleone. Del resto gli era andata male anche a lui, e pure lui era finito nella polvere a causa degli inglesi.