DOC. 122
PROTOCOLLO DI MODIFICA AL
ALL' "ARMISTIZIO LUNGO "
Brindisi 9 novembre 1943.
Per non che ci fossero diverse intepretazioni, che l'armistizio era una "resa senza condizioni" si giunse a questo protocollo. Badoglio cercava di ottenere una revoca o una modifica e insisteva di voler fare l'alleato, a voler comandare, a voler applicare misure legislative o d'altro genere perchè, andava affermando, le riteneva necessarie per l'esecuzione dell'armistizio; infine, per il trattamento riservato all'Italia, si appellava alla CARTA ATLANTICA (A Bari, furono affissi dei manifesti che contenevano i famosi principi).
Pie illusioni, Eden mandò la risposta dai Comuni, che "la Carta Atlantica riguardava soltanto i governi alleati e per quanto concerne i paesi nemici, essi saranno governati, naturalmente, dai termini della resa incondizionata."
Dopo aver inviato Badoglio una lettera a Roosevelt, ci fu la modifica, ma non a pro, ma (in modo inequivocabile) si ribadiva il concetto di "resa senza condizioni" , "accettata e firmata", "dal" Maresciallo Badoglio".
Parole che investivano di responsabilità gravisime Badoglio. Siccome nel precedente armistizio era detto che le forze armate italiane si arrendevano a "discrezione", restava però, contro la volontà di Badoglio, l'affermazione della resa. Invece con la frase corretta come accennato sopra, la resa era trasferita dalle forze armate al Maresciallo, e che firmandola accettava l'integrale capitolazione senza condizioni.
Era una frase imposta crudele che però era la conseguenza della poca credibilità che ormai gli anglo-americani nutrivano nei confronti di Badoglio fin dal 25 luglio. Crudele per l'Italia perchè ributtava gli italiani al posto dei nemici e li inchiodavano ad essi, perchè vi rimanessero fino al trattato di pace del 10 febbraio 1947.
Crudele perchè molti soldati italiani, molti partigiani, spagendo torrenti di sangue per gli alleati, erano convinti di essere ad essi associati. E molti avevano anche pensato che il loro sacrificio avrebbe giovato per migliori condizioni a fine conflitto. Fino al punto che anche il CNL di Bari nel suo comunicato concludeva le sue ultime righe dichiarando di essere pienamente fiducioso di sedere, con parità di diritti e di doveri, accanto ai rappresentanti degli altri popoli liberi".
Tanto più che Badoglio nel suo programma sulle "epurazioni" (che all'inizio provocò la rovina di migliaia di famiglie, come se fossero loro i responsabili della guerra, invece dei loro congiunti che avevano creduto, obbedito e combattuto) nell'ultimo capoverso affermava che liberava da ogni sanzione chi avesse "riscattato il suo passato, combattendo ora contro i tedeschi". E dato che lui ora era il capo di questa crociata, si amnistiava da solo.
L'organo della VIII armata, commentava con molto sarcasmo questi discorsi radiofonici di Badoglio, nonchè la pretesa degli italiani d'essere presi per alleati e di sfuggire alla punizione e all'espiazione, di cui erano debitori come nemici vinti, Badoglio compreso. Pareva -dicevano- che non avendo potuto di forza, l'Italia volesse vincere di frodo. Eppoi dava sui nervi agli inglesi quel prendere gli italiani arie di alleati, quel voler dimenticare il passato, gente che pochi giorni prima aveva ucciso i loro camerati.
Ma anche il Times di Londra del 7 ottobre, scriveva un duro articolo ("The test of Italy") nel quale si diceva che "molti italiani stimavano con la firma dell'armistizio esaurito ogni compito dell'Italia e dall'altra parte i soldati britannici non potevano adattarsi all'idea di trasformare in camerati i loro nemici di ieri. Gli alleati non dovevano dimenticare che il popolo italiano, se ora aveva rovesciato il fascismo, prima l'aveva per 20 anni appoggiato e l'avrebbe ancora se la guerra non fosse andata male: i governi alleati tenessero conto di tutti questi fatti se ritenevano necessaria la collaborazione dell'Italia e questa doveva rispondere con fatti, non con parole"
Ma dato che nel frattempo dall'8 settembre molte cose era cambiate nei rapporti con l'Unione Sovietica, nel protocollo aggiuntivo dell'armistizio di Cassibile, e in quello di Malta, si inseriva in modo ben chiaro l'alleato russo (che pochi giorni dopo il protocollo chiedeva ai due alleati una parte della flotta navale requisita all'Italia).
(Ricordiamo qui che fin dal giorno dell'armistizio (siglato dai soli americani e inglesi) le truppe sovietiche avevano fatto enormi progressi. A breve termine - questo cominciavano a temere Churchill e Roosevelt - potevano terminare l'offensiva nei Paesi Baltici, scendere su Briga, travolgere le resistenze tedesche a affacciarsi in Jugoslavia e nei confini del Friuli, dove c'erano i partigiani slavi di Tito che li attendevano; e si temeva, che insieme, per dare la caccia ai tedeschi e ai fascisti, avrebbero invaso la pianura Padana. E non è che sbagliarono di poco. I fatti successivi diedero ampio credito alle temute previsioni.
La sensazione di una massiccia avanzata dei Sovietici verso l'Occidente, fecero accettare agli alleati una linea politica in gran parte determinata dalla Russia medesima. Iniziarono i cedimenti spaventati dalla minaccia, incapaci di intendere che l'uscire dalla guerra era più facile ad essi che a Mosca. Così gli alleati iniziarono quel connubio capitalistico-bolscevico che peseranno innanzitutto molto in Italia, prima sulla conduzione della guerra nella penisola impiegando due sole armate e non un uomo di più (una a fare melina nel Sangro, l'altra in stallo perchè affidata ai capricci di un Clark. Invece di un affondo terrestre preferirono distruggere il morale degli italiani con i bombardamenti delle loro città. Infine a fine guerra a fare con i Russi i vari baratti. In Italia, come nel resto d'Europa.
Di questa minaccia si fece interprete il laburista sir Stafford Cripps, che affermerà, che "i comunisti erano più pericolosi all'Europa occidentale che le armate di Hitler" (Communist economic sabotage is more dangerous to western Europe than the destruction caused by Hitler's armies) (Comunicato dell'Associated Press, Londra, 1° novembre 1948).
Ecco comunque il
Brindisi il giorno 9 novembre 1943. E' inteso
che il titolo del documento firmato a Malta il 29 settembre 1943 dal
Maresciallo Pietro Badoglio, Capo del Governo italiano, e il Generale
Dwight D. Eisenhower, Comandante in Capo delle Forze Alleate, deve
essere cambiato in « Condizioni aggiuntive di armistizio con
l'Italia ». NOEL MAC FARLANE |
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