Italiani!
Nella speranza di evitare più gravi offese a Roma, città
eterna, centro e culla della cristianità ed intangibile capitale
della Patria, mi sono trasferito in questo libero lembo dell'Italia
peninsulare, con mio figlio e gli altri principi che mi hanno potuto
raggiungere.
Mi è accanto il mio governo, presieduto dal Maresciallo Badoglio
(che consisteva
in tre ministri), sono con me le nostre valorose truppe
(non vi era invece un solo soldato che combatteva contro i tedeschi)
che con rinnovato entusiasmo combattono per scacciare dal sacro suolo
della Patria la furia devastatrice dell'inumano nemico della nostra
razza e della nostra civiltà (!!!)
Ogni giorno mi raggiungono, chiamati dalla voce dell'onore e fedeli
al giuramento a me prestato (ma perfino alcuni Collari
dell'Annunziata stavano facendo la fronda al Re), quanti
riescono a sottrarsi al tradimento del nemico ed alle lusinghe dei
rinnegatori della Patria; l'eroica aviazione è qui riunita
(non vi era più un aereo ma solo qualche cicogna
scassata) e non ha mai interrotto il suo cammino di onore
e di gloria; la nostra flotta, dopo la prova di cosciente fedeltà
e di disciplina voluta dall'armistizio, solca nuovamente il mare della
Patria portando alto come sempre il tricolore. (era invece
alla fonda a Malta e ad Alessandria, dopo la totale consegna agli
anglo-americani, avvenuta proprio il giorno
prima: 23 sett.)
Da qui, dove batte il cuore della Nazione, io parlo a voi italiani
che in paese occupato o sparsi per il mondo seguite con appassionata
ansia il travaglio della Patria. Sono profondamente amareggiato per
quanto una esigua minoranza di persone nate in Italia tenta di tramare
ai danni della nostra terra, Madre e culla comune, istituendo una
illegittima parvenza di governo (la R.S.I.) attorno
ad un passato regime che volontà di popolo e libera decisione
degli stessi suoi dirigenti ha definitivamente condannato.
L'inqualificabile condotta di qualche già valoroso soldato,
di pochi cittadini che, gli uni tradendo il giuramento prestato, gli
altri dimenticando le ripetute assicurazioni di fedeltà a me
personalmente date, fomentando la guerra civile, incitando gli italiani
a combattere i propri fratelli, può ferire il mio cuore di
Re, ma non diminuire la mia assoluta certezza negli immancabili destini
della Patria.
Ogni tradimento sarà sventato, ogni viltà verrà
smascherata, ogni difficoltà sarà vinta; ritornerà
presto a risplendere la luce eterna di Roma e d'Italia.
Ne dànno sicuro affidamento il valore delle nostre truppe (di
cui gli anglo-americani diffidavano, e non volevano a fianco - le
usavano come facchini al porto) la cosciente entusiastica
fedeltà della popolazione, il reale poderoso apporto delle
forze alleate (lui le chiama alleate, una parola che
dava invece fastidio soprattutto agli inglesi. L'armistizio
lungo, come sappiamo, come contenuto era tenuto segreto, Churchill
spazientito e avverso ai partiti del CLN, non ne poteva più,
finchè il 14 luglio del 1944, "si sfogò" affermando
"noi pensiamo che sia venuto il momento di rendere pubblici i
lunghi patti della resa" (Document of American foreign relations,
VII, p. 161, nota 3 e 174, e nota 2). (Una
resa incondizionata, con la consegna delle tre armi: esercito, marina,
aviazione. Altro che "alleati"!!)
Non appena possibile, il governo, cui ora il Maresciallo trasfonde
tutta la sua anima di fedele ed invitto soldato (il 24
ottobre Badoglio spregiudicatamente lo inviterà a dimettersi
e farsi nominare reggente del piccolo Vittorio Emanuele),
seguendo le mie precise direttive, allargherà le sue basi (Badoglio,
lo farà presto in Sicilia, stroncando con la repressione la
democratica tendenza indipendentistica) in modo che tutti
possano partecipare alla vita politica del Paese come ora tutti ne
seguono e ne condividono il duro travaglio (Badoglio
impedì con la repressione il formarsi dei partiti)
Italiani, ascoltate la voce del Vostro Re; nessuno sia sordo all'appello
della Patria. Il sacro suolo d'Italia deve essere al più presto
liberato dal secolare nemico (!!! come Benedetto
Croce, che pur essendo uno storico, dimenticava che fin dai Comuni,
i Lombardi mandavano suppliche al Barbarossa, e che suo nonno entrò
a Roma nel 1870 grazie al favore dei Prussiani) che non
ha potuto nascondere l'innato istinto di oppressione e di odio.
Tutti uomini e donne d'Italia, portino il loro contributo di passione
e di fede a quest'opera sacra di liberazione obbedendo al Governo
del Maresciallo Badoglio interprete della mia volontà (così
interprete che sta proponendo ai suoi colleghi di "far fuori"
il Re e tutta la sua dinastia), Italiani, come nel lontano
1917 ancora una volta il vostro Re si rivolge a voi e vi chiama a
raccolta: l'ora che incombe sul nostro Paese è grave, sarà
certamente superata se tutti ritroveranno la via dell'onore, se tutti
sapranno dimenticare nel supremo interesse della Patria ogni propria
personale passione.
Facciamo che la Patria viva e risorga; ogni nostro sentimento, ogni
nostro pensiero, ogni nostro sforzo sia teso a questo compito sacro.
Seguitemi: il vostro Re è oggi, come ieri, come sempre con
voi, indissolubilmente legato al destino della nostra Patria immortale.
Vittorio Emanuele III, Re d'Italia
Bari 24 Settembre 1943