CRONOLOGIA di
Parte quarta
O 1162 i genovesi attaccano Pisa, distruggono il faro e alcune navi. Prendono prigioniero il console ed uccidono molti pisani. Federico barbarossa interrompe la spedizione verso il sud e convoca una dieta a S.Genesio.GIUGN
22.7.1167 Forte di un esercito rinforzato da 1500 spaventosi mercenari del Brabante, Federico Barbarossa entra in Roma con devastazioni e incendi. Anche S.Pietro viene incendiato. Alessandro III fugge a Benevento, dai normanni.
1.8.1167 Pasquale III può celebrare la messa in una S.Pietro semidistrutta ed incoronare imperatore il Barbarossa, che vedeva il mondo intero giacere ai suoi piedi.
2.8.1167 Scoppia la peste fulminante fra le fila dei tedeschi. Il Barbarossa fugge a Nord seguito dalle truppe decimate e ammalate. La peste fra i tedeschi venne vista come un segno divino. Si costituisce a Pontida la Lega Lombarda, che si mette sotto la protezione di Alessandro III e Milano è già in via di ricostruzione. Riprendono le guerre fra Lucca e Pisa e tutta la Tuscia è in fermento.
3.1168 la Lega Lombarda ha riunito tutte le città del nord, fino a Bologna, meno Pavia, ancora fedele all'imperatore. Il Barbarossa attraversa rapidamente la Lombardia e si reca a Susa, dove entra con il suo decimato seguito. Gli abitanti di Susa chiudono le porte dietro di lui e lo fanno prigioniero. Riuscirà a scappare in Grancia travestito da stalliere. Alessandro III non riesce a convincere i fiorentini a fornirgli i soldati per una spedizione contro il Barbarossa, unitamente alla lega lombarda. Decide di indebolirli, spostando il vescovado di Fiesole a Figline Valdarno, sotto la proteione di Arezzo. Gli Ubaldini, signori del Valdarno, che non vedevano di buon occhio la crescita di potenza degli aretini, vengono da questi fatti prigionieri. I consoli fiorentini si recano ad Arezzo per chiederne la liberazione ma, invece di presentarsi alle autorità cittadine, dalla strada, per una fessura nel muro, parlano direttamente con Ranieri Ubertini e gli promettono una rapida liberazione. Gli aretini li soprendono e li cacciano con male parole. Al loro rientro a Firenze, i consoli adunano l'esercito, issano il vessillo cittadino sul carroccio e marciano verso Arezzo. I fiorentini assediano Arezzo ed ottengono la restituzione dei prigionieri. Sulla via del ritorno, radono al suolo Figline non risparmiando neppure le chiese.
28.9.1168 muore l'antipapa Pasquale III e il Barbarossa nomina Callisto III.
11.2.1169 i vallombrosani nominano il nuovo abate, che rifiuta di prestare giuramento all'imperatore, in nome di Dio, della Chiesa e di Alessandro III. I camaldolesi di Pisa riportarono la città all'ubbidienza verso Alessandro III e strinsero un alleanza con Guglielmo di Sicilia. Volterra uccisero il vescovo imperiale, ottenendo l'assoluzione di Alessandro III. Per ultima, anche Firenze sottoscrisse un accordo col papa, che intendeva riunire tutte le forze italiane in una lega antiimperiale. Nel frattempo, i conventi si erano notevolmente impoveriti, sia per gli scismi interni pro o anti-papa, sia per le odiose pretese dei signori di nomina imperiale. Continuano le lotte fra Pisa e Lucca, con il coinvolgimento di Genova e di Firenze.
4.7.1171 si estende la guerra fra Lucca e Pisa. Firenze intravede la possibilità di aumentare il suo potere e stringe un'alleanza quarantennale con Pisa, che cede importanti concessioni commerciali e la metà dei diritti di conio, che sola possedeva in Toscana, assieme a Lucca. I fiorentini ebbero un palazzo fuori città e due fondaci nei pressi del porto. Con l'aiuto di Firenze i pisani conquistarono la diga in pietra che conduceva ad una torre oltre le paludi. La diga si chiamava Via regis, da cui il nome di Viareggio, che dominava la via di mare e quella di terra verso Pisa.
1172 il tribunale di Firenze ha la sua sede in Orsanmichele.
20.1.1172 il legato imperiale Cristiano, con scarso esercito, si reca a Genova, dove ottiene denaro in cambio della promessa di liberare i prigionieri genovesi detenuti a Pisa. Cristiano, che conduceva una vita di sfarzo ed era circondato da donne, spendeva più dell'imperatore.
3.2.1172 Cristiano convoca a S.Genesio tutti i consoli toscani per obbligarli a rimettersi alle sue decisioni sulle liti e sulle sorti dei prigionieri. i pisani rifiutano, accusando Cristiano di avere preso denari dai genovesi, i quali si offrono di finanziare Cristiano per una guerra.
28.3.1172 dieta solenne sulla piazza del Campo di Siena. Cristiano proclama il bando contro Pisa, le toglie tutti i benefici, la sua moneta viene messa fuori corso, tutta l'eredità Matildina tolta, come pure la signoria su Corsica e Sardegna. Cristiano invita Genova a farle guerra sul mare.
5.5.1172 nel vescovado di Firenze viene firmato un patto segreto fra Pisa, Firenze e San Miniato. Il patto prevedeva che il prossimo scambio di prigionieri pisani sarebbe avvenuto nella rocca di San Miniato. Una volta liberi, avrebbero favorito la conquista della strategica rocca a favore di Pisa e di Firenze, anche corrompendo le guardie, che Cristiano non pagava da tempo.
23.5.1172 viene revocato il bando contro Pisa. Infatti, i genovesi non avevano fatto la guerra per mare e non avevano pagato il dovuto a Cristiano. Pisa aveva attivato canali diretto con Federico Barbarossa e fatto sconfessare l'operato di Cristiano.
1.6.1172 Cristiano riunisce i consoli di Genova, Lucca, Pisa e Firenze a S. Genesio per definire le condizioni di pace, ma subodora il patto firmato contro di lui e fa arrestare i consoli di Pisa e di Firenze, con tutto il loro seguito e li fa imprigionare a Lucca. Lucca pagò 1500 libbre e Genova 1000 libbre.
8.1172 scoppia la guerra. L'esercito pisano si attesta a Pontedera, per controllare i lucchesi, mentre quello fiorentino si dispone presso Castelfiorentino, a circa 30 Km. dai pisani. La coalizione di Cristiano (Lucca, Siena, Pistoia e i Guidi) si vedeva chiusa dai due eserciti e mosse verso San Miniato, che dopo tenace resistenza, capitolò il 16.8. Cristiano, sentendosi forte, fu molto generoso con i vinti, mentre i lucchesi volle incendiare la città. Cristiano volse il poderoso esercito verso Castelfiorentino. I fiorentini, resisi conto dell'inferiorità numerica, decisero di giocare d'astuzia e mandarono segretamente disposizioni ai pisani di saccheggiare il contado lucchese. Contemporaneamente, sparsero la voce fra i lucchesi che i pisani stavano puntando diritti su Lucca. I lucchesi, che costituivano il grosso dell'esercito, abbandonarono immediatamente il campo per dirigersi verso Lucca, ma vennero sorpresi da un'imboscata dei pisani e sbaragliati presso il Ponte Flesso sul Serchio. Cristiano, inferocito, decise di vendicarsi contro i pisani e mandò i Guidi a conquistare Pontedera, ma i pisani rimasti furono sufficienti a sgominare gli avversari. Visto fortemente indebolito l'esercito di Cristiano, i fiorentini lo assalirono con una sortita di sorpresa a Colle Val d'Elsa, sgominandono ignominiosamente, facendo molti prigionieri, che furono riscattati a caro prezzo. Cristiano si ritirò dopo essere stato sconfitto in altre scaramucce, da lui provocate per ritorsione contro gli alleati di Pisa e di Firenze. Firenze approfittò delle fortunate circostanze per distruggere altri castelli nel contado.
1173 In una battaglia campale, Siena, Pistoia, Lucca e i Guidi sconfiggono la coalizione fra Pisa, Firenze, il conte Ildebrandino e il conte dell'Arghendesca, ma la cosa non ebbe grandi esiti. Firenze conquista un colle presso Castelfiorentino, compra parte del castello di Petriolo in Val di Pesa, conquista un colle vicino al castello di Martignano. Di fronte alle continue conquiste dei fiorentini, i senesi cominciarono a redigere un "Memoriale delle offese", dove annotavano tutte le ingiurie e i danni sofferti a causa dei fiorentini. Il contenuto del memoriale serviva da alibi per non far pagare le tasse dovute dai conventi e dagli ospedali alla casa madre di Passignano.
13.2.1173 Cristiano toglie il bando a Viterbo e dimostra di voler diminuire il numero dei suoi nemici in Italia. Firenze pensa di approfittare della favorevole occasione. I consoli fiorentini Bernardo Adimari e Spinello Spinelli stipularono un accordo di protezione con il conte imperiale Macario, che si trovava pericolosamente isolato nella rocca sovrastante la distrutta S.Miniato. Per dimostrare ai pisani che non li stavano tradendo, mediarono anche un accordo simile fra Pisa e Macario. Per giustificare il loro mutato atteggiamento, i fiorentini assicurarono che il loro odio era rivolto contro il precedente margravio e non contro l'imperatore. Rimasero le coalizioni precedenti, ma Pisa e Firenze riuscirono così a dimostrare all'imperatore di essere indifferenti alle pretese del papa, anzi, Firenze volle dimostrare di prendere le distanze da una chiesa bellicosa e politicante. Al suo interno stava nascendo una forte diffidenza verso la chiesa e fiorivano le sette.
15.4.1173 Alessandro III scaglia l'interdetto contro Firenze, dove le chiese vengono chiuse. Forse fu interdetta anche Pisa, benchè non se ne abbiano prove. Contemporaneamente, il papa concede privilegi a Lucca e Genova, che continuava a guerreggiare contro Pisa in Sardegna in Provenza e lungo tutta la costa.
1173 nuova cerchia di mura. Firenze attendeva la vendetta dell'imperatore, quindi doveva cercare una riconciliazione diplomatica, ma anche una preparazione ad un eventuale assedio. La popolazione stava rapidamente aumentando, raggiungendo le 30.000 unità, a causa della immigrazione di servi della gleba, che cercavano un riscatto alla loro vita di dipendenza e di monotonia. Molti documenti riportano citazioni in giudizio di nobili del contado e di fiorentini proprietari di terre, che chiedono il ritorno dei servi fuggiti. La giustizia fiorentina nega il ritorno ai servi fuggiti dai nobili, mentre lo concede ai fiorentini possessori di terre. La nuova cerchia di mura parte dal Castello d'Altafronte, fino a via dei Benci (dove c'era la porta dei Buoi, perché sul greto si svolgeva il mercato del bestiame), piazza Mentana (sotto c'era il porto delle Travi o porticciola d'Arno), via dei Benci, incrocio con borgo Albizi (porta S.Piero), piega ad occidente per via S.Egidio (postierla Albertinelli, all'incrocio fra via dell' Oriuolo e borgo Pinti), porta della Balla (in borgo di Balla, cos detto per la presenza di molti tiratoi dell' Arte della Lana), via dei Pucci, via Gori fino alla porta corrispondente, all'inizio di Borgo S.Lorenzo, canto dei Nelli, gira poi verso sud per piazza Madonna Aldobrandini (qui la postierla a Mugnone o di Campo Corbolini, poi di Faenza), via del Giglio (postierla del Baschiera, all'incrocio con l'attuale via Panzani), via della Croce al Trebbio (postierla del Trebbio (postierla del Trebbio, verso il prato di S.Maria Novella), via del Moro (porta S.Paolo davanti a via della Spada), fino al fiume. Il Mugnone, che sboccava ad occidente dell' attuale ponte a S.Trinita, fu deviato nella zona ora occupata da piazza Ognissanti, sempre come fossato protettivo delle mura. Il percorso del Mugnone era il seguente: via P.Capponi, piazza SS. Annunziata, via Martelli, via del Castellaccio, via dei Servi, via dei Pucci fino a via Valfonda, poi verso l'Arno. La traccia dei successivi spostamenti del Mugnone costituita dalla depressione dove in seguito si formata piazza SS. Annunziata. Per sopperire alle spese furono messe imposte gravosissime, tanto che S.Donato in Polvero, 10 anni dopo, ottennero l'esenzione futura da simili gravezze straordinarie.
7.7.1174 i senesi assediano Asciano. Agli assediati giungono provvidenziali i soccorsi da Firenze e i senesi vengono sbaragliati
1174 I conti di Asciano, che si erano visto sottrarre il proprio castello dai senesi, giurano sottomissione a Firenze, che occupa Asciano e vi costruisce un presidio.
16.8.1175 I senesi catturano il conte Ildebrandino, alleato di Pisa e di Firenze. Federico barbarossa convoca tutti gli interessati e stabilisce una pace fra Pisa, Genova, Firenze e Lucca. per i fiorentini firmarono il console Filocario e i legati Pazzo dal Borgo e Donato dè Pazzi.
1175 Federico Barbarossa scende in Italia, distrugge Susa e soggiorna a Pavia.
29.5.1176 Battaglia di Legnano sull'Olona. I mercanti e gli artigiani di Milano, a piedi, sconfiggono i cavalieri corazzati di Federico Barbarossa. I fiorentini, incoraggiati, occupano il castello dei Firidolfi, Brolio, Monteluco e Lucignano.
22.3.1176 Viene stipulato in Orsanmichele il trattato di pace fra Firenze e Siena. Poggibonsi giura fedeltà sia a Siena che a Firenze, che si spartiscono in due la città, dove era prosperata l'industria della tessitura e della tintura dei panni. In cambio della restituzione dei prigionieri, Firenze ottiene che a Siena venga usata moneta pisana (Firenze incassava metà dei diritti di conio), di imporre dazi alle porte di Siena, di recuperare le merci depredate e custodite all'interno di Siena e di catturare i responsabili. Molto merito delle condizioni ottenute va al fiorentino Bellincione Berti.
5.1177 Alessandro III e Federico Barbarossa si incontrano a Venezia e stipulano la pace, che verrà annunziata solennemente il 15.8
1177 Giovanni, abate della Badia di S.Andrea di Candeli, presso Bagno a Ripoli, per festeggiare la pace di Venezia, decora un arco di marmo con due bassorilievi, conservati al Bargello. Il primo raffigura Cristo con la navicella della Chiesa, che si era salvata appunto allora dalle procelle. Reca l'iscrizione: "(Tempore, quo fuerit) Veneti(s) pax reddita terri - Hoc opus abbatis lector cognosce Johannis". L'altro raffigura gli Aspostoli Pietro e Andrea, patrono del con- vento, con la scritta: "Anno M-C-LXXVII / Indictione X"1177 Arriguccio "marmorajo" scolpisce un arcangelo per la cuspide del convento di Passignano, con un drago ai piedi.
1177 Firenze e Siena comprano con 4000 libbre i diritti imperiali sui loro territori. Viene così a cadere anche il diritto di Guido Guerra su Poggibonsi e Marturi. Gran parte del merito del buon esito delle trattative va a Bellincione Berti, che fece sposare la figlia Gualdrada, bellissima, con Guido Guerra. La guerra aveva visto unita Firenze. Ora che si prospettava un periodo di tranquillità verso l'esterno, scoppiano i conflitti interni ed esplodono le lotte fra famiglie nobili, inurbate, proprietarie di torri vicine, riunite in consorterie o società di torri. Quando si trattò di iniziare le procedure per l'elezione dei consoli del 1178, gli Uberti si opposero alla consorteria formata dai Giandonati, Fifanti, Abbati, Iudi, Cavalcanti, Tornaquinci ed altri. Il popolo, esasperato dalle continue carestie, si divise, Scoppiarono vari incendi dolosi e si scatenò la guerra civile. I quartieri controllati dai nemici degli Uberti furono devastati dalle fiamme. La maggior parte della gente rimase senza tetto. Per ritorsione venne scagliata pece infuocata dentro le case degli Uberti, che si estendevano dall'attuale piazza della Signoria a piazza dei Giudici.
12.8.1178 Primo documento attestante S.Maria a Peretola
11.1178 una piena distrugge il ponte romano e la statua equestre, forse di Marte. Viene costruito un ponte provvisorio in legno. Per timore di un assalto armato degli Uberti, gli operai lavorano armati. Divampa feroce la guerra civile, tanto che molti giungono a progettare di abbandonare Firenze e di riedificarla da un'altra parte.
1180 per il restauro e la conservazione della chiesa viene istituita l'Opera di S.Miniato, con a capo un Operaio.
1180 termina la guerra civile a Firenze. Gli Uberti devono vendere una parte del loro castello di Altafronte (dove è ora il Palazzo dei Giudici) ai Giandonati. Appena terminata la guerra civile, Firenze conquista il castello di Grossenano, vicino a Siena e stabilisce alleanza con Colle Val d'Elsa con reciproco giuramento di aiuto. Firenze finanzia la ricostruzione delle fortificazioni e i consoli fiorentini mescolano il loro sangue con la calcina.
16.6.1181 Consci della loro potenza e timorose di una calata dell'imperatore, Pisa, Lucca e Firenze stipulano una pace e un accordo doganale.
31.8.1181 Muore Alessandro III e viene eletto Ubalto Allucingoli di Lucca, col nome di Lucio III.
4.3.1182 Gli Alberti iniziano a costruire una vera propria città, Semifonte, nel territorio fiorentino, su un colle a 7 Km. da Certaldo. I fiorentini la radono al suolo durante la costruzione.
1182 Empoli si sottomette a Firenze. Il documento viene firmato "Nos de Impoli et ejus curte, qui sumus de comitatu Flor. et episcopatu, seu de pleberio de Impoli" giuriamo di proteggere i Fiorentini "in tota nostra fortia". I cittadini delle "pievanie" dimostravano di essere amministrativamente indipendenti e di poter assumere impegni in nome della collettività. Firenze conquista anche il castello dei Firidolfi. Nonostante le carestie che si succedevano dal 1174 e che costringeva il popolo a mangiare l'erba, Firenze prosegue l'opera di indebolimento dei nobili d el contado, alleati dell'imperatore.
1182 nasce S.Francesco
21.7.1184 Nel convento di S.Pietro di Pozzevoli nel lucchese, Lucca e Pisa concludono un trattato di alleanza militare, rivolto contro gli Alberti.
28.10.1184 Firenze conquista il castello di Mangona, sull'Appennino pratese e prende prigioniero il conte Alberto Alberti. Gli Alberti devono giurare completa soggezione a Firenze, dando in pegno tutti i beni fra l'Arno e l'Elsa, compreso il castello di Capraia.
11.1184 Nuova distruzione di Semifonte, che Alberti avevano tentato di ricostruire.
31.7.1185 Federico Barbarossa si presenta a Firenze, circondato dai nobili del contado, con a capo gli Ubaldini, i Firidolfi, Bernardo vescovo di Firenze. Lo accompagnano anche insigni giuristi, fra i quali il ferrarese Aldagerius o Alighieri, cugino di Alagherius e di Preterittius, figli di Cacciaguida. Firenze non riconosceva più nè l'imperatore nè il papa. Il Barbarossa dichiara che l'autorità di Firenze non può oltrepassare le sue mura. Il contado viene restituito ai nobili, che possono imporre dazi di transito e balzelli. Tutti i conventi vengono reintegrati nei loro possessi ed esenzioni, dichiarando nulli i patti contratti con Firenze.
30.5.1186 Federico Barbarossa parte per la Germania e lascia il figlio Enrico VI alla guida dell'esercito, che sconfigge Siena e le impone gravose condizioni, che furono revocate dopo soli 4 mesi.
6.1187 Anche i fiorentini ottengono un miglioramento delle condizioni imperiali, allargando la giurisdizione per un breve tratto fuori le mura.
5.7.1187 i crociati vengono sconfitti sul lago di Genezareth in Palestina e Saladino si impadronisce di Gerusalemme.
19.8.1187 gli Alberti hanno cominciato a ricostruire Semifonte, sul poggio sopra Certaldo.
25.10.1187 viene fatto papa Gregorio VIII, che ha in animo di bandire la III crociata, ma vive solo 8 settimane e viene eletto papa il vallombrosano Clemente III.
2.2.1188 i fiorentini allestiscono un potente esercito per la III crociata.
9.1188 Federico I Barbarossa si incontra a Verona con Papa Lucio III
4.11.1188 Federico I Barbarossa da Verona emana un privilegio a favore di S.Donato in Polverosa.
1189 Orsanmichele è divenuta insufficiente per l'amministrazione della giustizia. Viene quindi istituita un'altra corte in S.Martino del vescovo. Ai giudizi pronunziati con cerimonia solenne sotto il portico del battistero o di S.Reparata, personalmente da matilde o dal legato imperiale, si era sostituita la composizione delle liti fra vicini, in maniera meno dispendiosa e più rapida, basandosi sugli usi e costumi locali. Nei tribunali di Orsanmichele e di S.Martino del Vescovo la giustizia veniva amministrata dai "consules justitiae", in numero di 2 o 3, eletti ogni mese (poi ogni 2). Un nunzio, contraddistinto da un copricapo di tipo vescovile, intimava alla controparte di presentarsi dopo 2 o 4 o 6 settimane. Se non si presentava, veniva dichiarato contumace e condannato al quadruplo della pena richiesta dalla controparte. I condannati alla detenzione veniva rinchiusi nelle burella. I condannati a morte venivano incatenati e calati in un pozzo prosciugato, dove rimanevano fino all'esecuzione della condanna per impiccagione. Non pochi fuggivano alla vigilia dell'esecuzione, corrompendo le guardie. La giustizia veniva amministrata applicando le norme contenute nello statuto cittadino, che doveva essere semplice e scritto in modo chiaro e comprensibile anche dal volgo. Il Magister Boncompagnus scrive "Lo statuto è un'arbitraria norma del mondo, la quale procede dalla consuetudine volgare degli uomini. Giacchè ogni città nel territorio d'Italia si dà i suoi statuti o le sue costituzioni, con cui il podestà o i consoli esercitino il loro ufficio e puniscono i trasgressori, anche se qualche altra legge sembra contraddirvi, per ciò che questi rettori hanno giurato di osservare integralmente quegli statuti e quelle costituzioni".
11.1189 muore Guglielmo II di Sicilia. Enrico VI, che ha sposato Costanza, zia di Guglielmo, si proclama nuovo re di Sicilia. Gli si contrappone Tancredi.
9.12.1189 I figli di Cacciaguida vengono condannati ad abbattere un fico che ha danneggiato la chiesa di S.Martino al Vescovo. Era infatti usanza comune piantare un fico davanti alla propria abitazione
6.1190 Federico Barbarossa annega nel fiume Salef durante la III crociata.
26.2.1191 Enrico VI conferma ai monaci di S.Ellero (Vallombrosa) la proprietà di terreni presso S.Pietro a Gropina
14.4.1191
viene eletto PAPA CELESTINO III (1191 - 1198)
Celestino Giacinto Bobone, della famiglia degli
Orsini,
85enne, eletto in fretta per l'approssimarsi di Arrigo VI, marito di Costanza e padre di
Federico II, che poi incoronò imperatore. Favori' l'ingresso dei nobili (illustri accattoni
che vivevano a spese del papa) nel senato di Roma, fino ad allora essenzialmente plebeo,
che si trasformò in apparato civile di stampo clericale, utilizzato prevalentemente per
il censo e per l'esazione delle imposte, tanto che non fu difficile il colpo di mano del
successore, Innocenzo III, farsi prestare giuramento dal Senato e togliere al popolo
questo strumento di autogoverno. Celestino III scomunicò Filippo, fratello di Arrigo VI,
che si era impossessato dei territori di Matilde di Canossa e che effettuava diverse
scorrerie nel Lazio, con l'intento di unificare l'impero scavalcando lo Stato della
Chiesa. Arrigo VI offri' al papa le prebende di tutte le chiese arci vescovili dell'impero
e l'investitura a imperatore mediante un globo d'oro, a significare che l'impero era un
feudo conferito dal papa. Mentre il papa non sapeva se accettare, venne legittimata la
falsa donazione di Costantino e furono rispolverati i principi della Mater
Ecclesia. La
proposta fu respinta. Arrigo VI mori' poco dopo a 32 anni, seguito da Celestino III 4 mesi
dopo.
15.4.1191 Celestino III incorona in S.Pietro Enrico VI
4.1191 Giunge in Palestina Filippo Augusto re di Francia e Riccardo Cuor di Leone.
5.1191 Enrico VI saccheggia il contado napoletano, mentre la flotta pisana blocca il porto, fino a quando l'ammiraglio siciliano Margarito scaccia la flotta pisana.
25.5.1191 Enrico VI concede il territorio di S.Pietro a Gropina a Guido Guerra. L'abbazia di Nonantola perde il privilegio.
3.6.1191 Bolla di Celestino III, dalla quale si evince che S.Lorenzo è ancora sede Vescovile.
1191 dopo 2 anni di assedio, i crociati, con alla testa i fiorentini, occupano Akkon e Joppe. La crociata, che costò 500.000 uomini, non riuscì a strappare Gerusalemme dalle mani del Saladino. Enrico VI di Svevia di proclama anche re di Sicilia.
24.8.1191 Enrico VI, colpito dalle febbri, deve togliere l'assedio a Napoli. Viene portato a Montecassino. Dove apprende che la moglie Costanza era stata fatta prigioniera dai salernitani, che avevano creduto morto Enrico VI, che invece rientra in Germania, lasciando la moglie in prigione per 10 mesi.
1192 l'esercito imperiale, diretto verso le Puglie, si riunisce a Firenze, che preferisce mostrarsi benevolente con l'imperatore, a causa delle forti sanzioni subite.
1192 Pistoia si è molto ingrandita e munita di una cerchia di mura. Anche Semifonte, sotto la protezione imperiale, è stata ricostruita e popolata con gli abitanti di 21 parrocchie vicine, i Firidolfi vi avevano costruito le loro case, il convento di Passignano aveva costruito un convento e un ospedale. Divenne un florido mercato, specializzato nel commercio dello zafferano (croco) da quelle parti coltivato.
9.12.1192 In un documento appaiono per la prima volta i Consoli e i Mercanti di Callemala, ossia la stradina che dal mercato vecchio portava a quello nuovo e dove si concentravano i mercanti di panni.
1193 viene eletto Podestà di Firenze Gherardo Caponsacchi, di origine fiesolana. La signoria, che aveva sempre rappresentato la consorteria dominante, si era allargata agli industriali, che erano suddivisi in 7 categorie. I mercanti eleggevano due consoli, mentre ogni industria eleggeva un proprio rettore. Nessun accordo poteva essere stipulato in nome di Firenze senza l'accordo dei rettori, che avevano anche l'esclusiva di dettare lo statuto che regolava le elezioni amministrative.
1193 Arrigo da Settimello, primo poeta fiorentino, compone una lunghissima elegia "De diversitate fortunae et philosophiae consolatione"
1193 L'Operaio di S.Giovanni, Arduino, da grande impulso alla decorazione interna del Battistero, abbatte il portico verso l'arcivescovado e ne chiude la porta, aprendo le altre tre. Inizia il rivestimento delle pareti interne. L'altare fu sistemato in corrispondenza della porta che era stata chiusa e il fonde battesimale, ottagonale, fu rivestito di una balaustra di marmo decorato a rosette di marmo bianco e nero, simili a quelle della balaustra del coro di S.Miniato. Anche l'altare era ornato con il medesimo motivo e da colonnine, che furono rinvenuto nel 1905 dall'architetto Castellucci, che stava riparando il tetto, scoprendo che erano state utilizzate come sostegni.
17.6.1193 i masnadieri (servi soldati) di Castellina in Chianti giurano fedeltà a Firenze, ottenendo il dominio sul castello e sul territorio. Così pure fecero i masnadieri ed i cavalieri di Figline Valdarno. Tuttavia esistevano ancora i servi della gleba e, anche fra i masnadieri, vi era una precisa distinzione in caso di censo, che serviva principalmente a definirne il valore in caso di uccisione. Le comunità, comunque, avevano raggiunto una certa organizzazione ed un certo potere, che ci fosse o no un signore del luogo. Si hanno esempi di proprietà comune di terreni in S.Frediano, Bagno a Ripoli, Cintoia ecc., assegnati alle comunità che vivevano nel quartiere. Esempi di proprietà comune si ha anche nei 2 secoli precedenti.
5.1194 morto il rivale Tancredi, Enrico VI porta il suo esercito per insediarsi re di Sicilia. Con una secca pergamena di cm. 10x12, Enrico VI ordina a Firenze di difendere Pisa, mentre la flotta pisana è impegnata in Sicilia.
20.11.1194 Enrico Vi entra festante a Palermo.
20.5.1195 Enrico Vi nomina il fratello Filippo margravio della Tuscia. Impone tasse gravosissime, anche sui beni ecclesiastici e riceverà la scomunica papale. Crebbe l'odio verso i tedeschi. Anche i trovatori francesi nei loro canti invitavano alla rivolta contro quel re avido e cruento.
2.4.1196 Iacopo vende a Chiaro, priore di S.Maria Maggiore, un pezzo di terra posta "in Polverosa"
1196 Filippo, rientrato in Germania, si dimette da margravio della Tuscia, carica che si estingue. Firenze distrugge qualche chiesa costruita davanti alle mura di Semifonte e viene interdetta da Celestino III. La cosa non fa impressione e verrà revocata poco dopo.
1196 Scoppiano disordini in Toscana: Siena tenta di riappropriarsi dei beni di Passignano, Volterra si rivolta contro il proprio vescovo, i nobili del Mugello saccheggiarono e distrussero il convento camaldolese delle monache di Luco
1.3.1197 compare nella storia di Firenze il primo Buonarrota Fu uno dei protagonisti di una guerra civile fra clero e popolo, con barricate iontorno a S.Maria Novella, per impedire l'arrivo di un nuovo Rettore, nominato dal capitolo del Duomo, ritenuto indegno, mentre i consoli ne avevano eletto un altro. La stessa cosa avvenne per la chiesa di S.Martino. Il papa ne approfittò per inviare a Firenze il cardinale Pandolfo, lucchese, che si insediò a Firenze col segreto proposito di organizzare una lega antìimperiale.
27.9.1197 in Sicilia muore Enrico VI, lasciando solo un figlio di 3 anni, Federico. Il potere imperiale si indebolisce ulteriormente. In Germania scoppia la guerra civile fra la maggioranza del partito Hochenstaufen, favorevole a Filippo, fratello di Enrico VI, incoronato a Magonza dal vescovo e il partito guelfo, favorevole a Ottone di Brunswick, favorito da Innocenzo III che ambisce alla conquista dell'eredità matildina. Firenze si sostituisce all'imperatore nell'incamerare il "foderum" tassa annua di 26 denari per ogni focolare. Pandolfo organizza immediatamente una dieta a San Genesio e costituisce la Lega Tuscia, fra Firenze, Lucca, Siena, S. Miniato, Volterra. La Lega si obbligava a non concludere alcun trattato con l'Imperatore e si impegnava a riconsegnare alla Chiesa tutti i domini usurpati dall'imperatore. Doveva convincere anche Pisa, Poggibonsi e Pistoia a partecipare. I nobili del contado si resero conto della loro debolezza, quando erano privi della protezione imperiale, e dovettero aderire alla lega. Da parte loro, i cittadini rinunciarono a qualsiasi vendetta. A Firenze prestarono giuramento tutti i cittadini dai 18 ai 60 anni, suddivisi per sestieri. Firenze riacquista la piena giurisdizione su tutti i suoi domini. Tutte le città si affrettarono ad appropriarsi dei castelli del contado. Solo Pisa, e in particolar modo il suo podestà Tedicio di Castagneto della Gherardesca, era riluttante a partecipare alla lega, perchè aveva già ricevuto tutti i domini dall'imperatore, nonchè la promessa di territori in Sicilia.
1197 Enrico VI, a caccia nei dintorni di Messina, sventa un complotto contro di lui: fa accecare i siciliani prigionieri in Germania, fa segare a pezzi o bruciare con la pece bollente i siciliani cospiratori. Assedia il castello di uno di loro e gli fa inchiodare sulla testa una corona rovente. A questo supplizio fa assistere anche la moglie Costanza, sospettata di simpatie per i congiurati.
8.1.1198 viene eletto papa Innocento III, 38enne preparato, energico e risoluto. Ristabilì subito il suo potere in Roma, esautorando il senato dei nobili. Privo di scrupoli, vagheggiò un'Italia libera dal dominio straniero, ma sotto il papa dalle Alpi alla Sicilia. In realtà, non possedeva una vasta veduta da statista, ma un meschino tornaconto. Per prima cosa rifiutò di ratificare lo statuto della Lega, motivando che non poteva stipulare un accordo con la tuscia, che gli apparteneva. Poteva riconoscere la lega solo come braccio ubbidiente dei suoi voleri. Innocenzo III dissuase Pisa dal partecipare alla lega, preferendo vederne i membri in stato di conflitto.
10.4.1198 Figline giura obbedienza a Firenze.
11.5.1198 Certaldo si impegna a consegnare a Firenze, a richiesta, tutte le torri e le fortezze.
30.10.1198 Firenze riesce a mettere a capo della lega il loro console Acerbo. Innocenzo III accetta di riconoscere la Lega, atteggiandosi a suo protettore.
Continua...
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di Città e Personaggi
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