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CRONOLOGIA di
FIRENZE
(Autore: Paolo Piccardi)

 

 

Parte prima

ORIGINI - NEOLITICO: Ovviamente non esiste nessuna fonte scritta sulle origini di Firenze; ma dai reperti conservati nel Museo Archeologico risulta che nel Neolitico la vallata dell'Arno era già abitata da gruppi appartenenti ai Liguri. Una  popolazione tra le più importanti dell'Italia preromana. Stanziata fra Toscana, Liguria, Lombardia e Piemonte. Fu poi coinvolta nelle migrazioni delle popolazioni celtiche e germaniche tra il V e il IV secolo a.C..

1000  a.C.
        Presenza in questo periodo anche di piccoli  insediamenti di genti italiche di civiltà villanoviana, provenienti dall' Appennino tosco-emiliano, stabilitisi alla confluenza del Mugnone con l'Arno. Al riparo dalle grandi periodiche inondazioni del fiume, piuttosto frequenti, le prime costruzioni che formano il primo vero nucleo di abitazioni sono poste in una posizione priva di questi pericoli, scegliendo un colle che domina l'intera conca: Fiesole; oggi a circa 6/8 chilometri dal centro urbano della città di Firenze.  Fiesole conserva numerosi reperti archeologici di questo primo periodo; poi le successive testimonianze etrusche, quelle romane, quasi integre quelle medievali e infine gli immensi  tesori del Rinascimento. Una "bomboniera" con 3000 anni di  meraviglie!

1000  a.C.
  I primi Etruschi dopo i primi insediamenti sulla costa toscana, nel periodo che va dall' VIII al VII secolo si insediano anche loro a Fiesole rendendola fortificata. Il circuito delle mura che costruiscono era di Km. 2,5, dello spessore di braccia 4 (mt. 2,32). Il primo  sacerdote etrusco di Fiesole di cui abbiamo notizie, era molto celebre,  perché tradizionalmente era il più bravo ad interpretare i fulmini (fulgurator). Ma risulta, da reperti in cotto rinvenuti -sempre alla confluenza del Mugnone con l' Arno- una forte presenza di genti italiche, con una cultura  sviluppatisi anche attraverso apporti dall'Europa Centrale.
Molte poi furono le battaglie fra le città stato etrusche e i romani, in lotta per l'egemonia (la più celebre quella del lago Regillo). L'ascesa di Roma iniziò a rovinare la potenza etrusca a partire dal 396 quando distrutta Veio pochi anni dopo tutta l'Etruria fu conquistata.


300 a.C.  
        Fiesole soccombe anch'essa ai romani, ma non si fa assimilare, benché i fiesolani combattessero a fianco dei romani contro i nemici esterni.

225 a.C.
        70.000 Galli attraversano l'Appennino, combattono contro gli etruschi a Chiusi; poi decidono di non puntare su Roma, ma su Fiesole, dove vengono affrontati dalle legioni consolari e dai fiesolani sempre pronti a difendere la loro città. Incalzati i Galli ripiegano verso la costa tirrenica, ma  vengono ugualmente sterminati.

2.8.217 a.C.
        Annibale sconfigge a Canne i romani comandati da Flaminio, che muore. A fianco degli eroici  romani sono ricordati anche molti soldati di Fiesole che si erano distinti  pochi anni prima.

200 a.C. ca,
 Fondazione della Firenze fiesolana-romano-etrusca.

Nei periodi di pace, come quello che seguì la seconda guerra punica, la posizione collinare di Fiesole, era sì strategica per una buona difesa in tempo di guerra, ma ne ostacolava però lo sviluppo, risultando tagliata fuori dalle rotte commerciali fluviali che avvenivano già da qualche tempo sulle rive del grande fiume  (come a suo tempo era avvenuto col Tevere a Roma, con i Latini che abitavano sugli agresti colli).

I Fiesolani decisero quindi di edificare una nuova città nei pressi dell'Arno. Questi abitanti furono denominati Florentes dai Romani, che normalmente sceglievano questi appellativi in base al carattere degli abitanti (Valentes, Potentes, Placentia, Fidentia ecc.). Il lucumone scese da Fiesole, aggiogò un toro e una giumenta bianca e tracciò il solco di un perimetro dentro il quale  dovevano essere edificate le mura della nuova città.

Questo antico insediamento ancora etrusco-romano che fu in seguito distrutto da Silla, doveva trovarsi nell'area compresa fra Piazza Donatello, S. Salvi e la confluenza dell'Africo con l'Arno, che, ai quei tempi, si divideva in tre bracci, uno scorreva nell'attuale corso dei Tintori,  l'altro vicino a piazza Pitti. L'isola, che si veniva a formare al centro, era lunga circa 7 Km.

I resti di queste  mura furono visti in occasione di scavi nel 1700. Inoltre 7 documenti fra il 1048 e il 1107 parlano di mura etrusche fra S.Salvi e l'Africo. Documenti del 22.3.1280 e del 5.4.1280 riferiscono di una controversia delle monache "del convento di S. Giusto (attuale  piazza Donatello) presso le mura" che dovevano essere sicuramente quelle etrusche, perché il terzo cerchio di mura fu costruito solo a partire dal 1299.
Nel 1880, durante i lavori di scavo delle fondazioni del tempio israelitico, fu rinvenuto un sarcofago etrusco, poi disperso.

Questa nuova città sull'Arno dovette svilupparsi molto in fretta, superando ben presto la "madre" Fiesole, perché  nella descrizione della sua distruzione, nell' 82 da parte di Silla, veniva già  definita "uno splendidissimo municipio".  Un motivo quindi ci doveva essere.
 Al Girone si vedono ancora i resti del ponte etrusco che collegava Fiesole con Arezzo.


100 a.C.  
        Primo ponte in legno, nei pressi dell'attuale  ponte Vecchio

92 a.C.    
     Prima notizia di un terremoto a Firenze, che seminò il terrore.

90 a.C.
        Alcune città toscane si confederarono, tentando con delle ribellioni di abolire il dominio che allora esercitava  Roma. Lucio Porcio Catone fu spedito a sedare le rivolte. Solo su Fiesole -ritenuta la responsabile "politica" dei disordini- si accanì la vendetta "col ferro e col fuoco".

82 a.C.
         Altri disordini contro i Romani. Silla rientrato trionfatore dall'Asia, viene nominato dittatore e si propone di sedare la guerra civile, che era scoppiata. Arezzo, Firenze, Populonia e Volterra si posero all'opposizione. Florentia fu l'unica a dover subire la peggiore punizione; la confisca generale, la distruzione totale e l'aratura di tutta la superficie.

79 a.C.     
     Muore Silla, il suo cadavere viene dato alle fiamme sul Campo di Marte. Scoppia la guerra civile, a causa della ribellione di Lepido. Approfittando dello stato di confusione, i fiesolani -memori delle stragi del 90 a.C.- invadono i possedimenti dei veterani di Silla, uccidendone un gran numero.

63 a.C.  
        Catilina si ribella contro Roma e pone il suo centro di azione a Fiesole, sotto il comando di Manlio. Nella battaglia presso Pistoia fu sconfitto, con la perdita di tutti i comandanti e di 3000 uomini. Cicerone ebbe il merito di convincere il governo romano a non esercitare contro Fiesole una vendetta punitiva di tipo terroristico o terrorizzante..

59 a.C.
        Nuova  fondazione di Firenze in applicazione delle leggi agrarie che Giulio Cesare aveva fatto approvare dal Senato per distribuire le terre coltivabili ai veterani di Pompeo. Firenze dopo la distruzione dell'82 a.C. torna a risorgere. La lunga via dove poi fu costruita da Adriano, la Cassia,  è già una vera e propria "autostrada" del tempo. Mentre l'Arno inizia a pullulare di chiatte e natanti che provengono carichi di merci dal Tirreno.

Cesare mandò una commissione di 20 persone, guidate da Crasso e da Pompeo per la ricostruzione ex novo della città. Il rettangolo che va da Badia a Ripoli verso Prato e da San Domenico al Galluzzo, fu suddiviso come di solito facevano i romani,  in 300 quadrati, di cui ancora oggi alcune strade vicinali seguono i bordi. Il luogo in cui sorse Firenze fu prescelto perché comodo per i transiti stradali e fluviali; e per la difesa della città furono costruite mura che avevano un perimetro di circa duemila metri. Doveva dunque avere questa città per Roma una certa importanza demografica oltre che strategica.

Il nome Firenze viene fatto derivare:
da un leggendario re Fiorino
dai "ludi florales" primaverili, perché Firenze fu fondata di primavera
da "florentia" = abbondanza
da "Florentes" (vedi prima fondazione di Firenze).

Altre 4 città furono battezzate "Florentia": Vienne in Francia, Granada in Spagna, e  Firenzuola, l'unica che ha poi mantenuto il nome originale, anche se modificato.

Firenze fu dedicata alla Ninfa Clori che, per amore del vento di primavera (lo Zeffiro) venne tramutata in dea boschiva Flora, una divinità  che tramutava in fiori tutto ciò che toccava.

All'inizio fu una colonia all'interno del perimetro, che passava a Nord dell'attuale via Cerretani, all'imbocco con piazza San Giovanni. A nord c'era la porta "ad Aquilonem" o "Praetoria" o "di Tramontana" o "del Vescovo" era di fronte all'attuale Borgo San Lorenzo. Da questa porta ci si immetteva nel "cardo", che passava per l'attuale via Roma e in piazza della Repubblica, dove incontrava il "decumanus". A est la porta "Principalis" destra o "porta San Piero", tra via del Corso e via del Proconsolo. A ovest la porta "Principalis" sinistra, o "porta San Pancrazio (o Brancazio)" tra via Strozzi e via Tornabuoni. Vi correva il "decumanus" per via del Corso, via degli Speziali, via Strozzi. Il cardo passava da nord a sud, il decumano da est a ovest. Nell'incrocio c'era la colonna dell' Abbondanza, che segnava il "mundus sacrificale", attorno al quale c'era il Foro, dove poi nel Medio Evo si costruì il Mercato Vecchio e, in seguito, il Ghetto. 
Presso il Foro (oggi piazza Repubblica) sorgeva il Campidoglio, che, elevato sopra una gradinata di marmo alta mt. 5, custodiva le statue di Giove, Giunone, Minerva (via del Campidoglio). Era di mq. 780. I capitelli di S. Miniato probabilmente provengono da questo  Campidoglio. Le Terme sorsero presso il "caput acquae" in prossimità dell'attuale via Terme. 
Un acquedotto di Km. 12 provvedeva a portare l'acqua da Monte Morello, fino a via di Carpaccio, "dietro al Palagio di Parte Guelfa". Sono state rinvenute anche le tracce di 3 terme. Nelle strade più frequentate c'erano vasche quadrate in pietra arenaria che contenevano acqua per abbeverare le bestie in transito. A Nord-Est del mercato, c'era un pozzo alimentato dalle acque dell'Arno e del Mugnone, che erano dallo stesso terreno filtrate e depurate. In una parete sul manufatto del pozzo c'era una effige del dio Arno semi-giacente, ora conservato al Museo Archeologico. In piazza S. Firenze vi era il tempio di Iside, la dea del Nilo, sorretto da robuste colonne d'ordine attivo in pietra arenaria rivestita di stucco. Sono state rinvenute numerose targhe votive per guarigioni o (era già allora un "miracolo") per aver ottenuto una esenzioni di tasse. Ai suoi lati due teatri: fra via dé Gondi e Palazzo Vecchio quello destinato all'arte drammatica, mentre quello verso piazza Peruzzi  era un'arena per i giuochi e le pantomine popolari. 
In piazza S. Trinita vi era un bellissimo ampio loggiato. 
Il porto fluviale con le varie banchine di attracco, sorgeva nell'attuale piazza Mentana.

Nella pianura fra Castello e Prato, sono ancora tracce della strutturazione a maglia quadrata, impostata sull' asse della via Cassia: i nomi di Settimo, Settimello, Sesto, Quinto, Quarto, Terzolle,  ricordano le pietre miliari delle strade romane. Costruzioni fuori le mura erano le collinette dove oggi sorgono S. Lorenzo e Palazzo Pitti. In quest'ultimo borgo si insediarono i siriani, che, sembra, portarono a Firenze il cristianesimo. Il culto principale era fino allora quello di origine etrusco dedicato a Iside (o Toposiride). Sono state infatti trovate negli scavi molte iscrizioni di questo culto.

Il luogo era stato precedentemente abitato, come mostrano i reperti archeologici conservato nel Museo Archeologico. C'era infatti un sepolcro murato nella parete del Battistero a sinistra dell'altare maggiore, la tomba di una fioraia, Remnia Primigenia, che era dopo quel mestiere divenuta ricca vendendo molte altre cose. Dal 1230 la sua tomba servì da sepolcro al vescovo Giovanni di Firenze. 
Per 500 anni, ossia fin quasi al crollo dell'impero, Firenze crebbe e prosperò senza problemi o contraccolpi. La mancanza quasi assoluta di "brutte" notizie in tale periodo lo sta a dimostrare. Quelle poche esistenti parlano solo di questioni amministrative interne; alcune opposizione di cittadini contro gli impopolari provvedimenti governativi; o parlano del conseguimento di privilegi e di favori di alcuni cittadini di rango.


15  d.C.  
      Firenze manda una ambasceria a Roma, per evitare che il Chiana venga deviato nell'Arno, come si progettava a Roma, per evitare le piene del Tevere.

30  d.C.
       A Roma, come narra la tradizione cristiana, viene istituito il papato. Primo Papa S.Pietro.

123 d.C.
         Adriano fa ricostruire la Cassia fino a Firenze, che, per riconoscenza, gli fa erigere un monumento nel Foro.

130 d.C.    
      Viene costruito il grande anfiteatro da 20.000 posti (via Torta, via dé Bentaccordi, piazza Peruzzi). Era lungo mt. 113 con una circonferenza di mt. 334,4. Alcuni resti sono nel Museo Archeologico.

200 d.C.
         Primo ponte in muratura presso il cosiddetto Porto di Firenze. Il porto romano  (l'Arno era navigabile dalla foce alla confluenza con l'Africo) é stato individuato dall' incrocio delle attuali via Mosca, via dei Vagellai, via Neri.

222 d.C.
         Il figlio di Petronio Melio diventa console romano (unico fiorentino)

25.10.250  d.C.
       Martirio di S. Miniato. Il suo corpo fu sepolto sul Mons Florentinus. Quando poi  il cristianesimo verrà ufficializzato, in questo cimitero verrà costruita una cappella. Le persecuzioni di questi anni su Firenze furono ordinate dall'imperatore Decio.

285 d.C.
         Firenze diviene sede ufficiale del Corrector, il governatore del distretto amministrativo comprendente la Toscana, l'Umbria, parte delle Marche, dell'Emilia, del Lazio e della Liguria.

287 d.C.  
        Firenze decide di innalzare una statua nel foro per onorare Diocleziano, che aveva esteso i confini dell'impero fino al Danubio.

2.10.313 d.C.
         Il vescovo Felice (1� di Firenze) partecipa al Sinodo che si pronunzia contro i Donatisti. Con l'Editto di Milano di Costantino, la chiesa del popolo diventa chiesa di corte. L'imperatore diventava il capo e la gerarchia ecclesiastica, nei rapporti con il popolo viene organizzata con lo stesso sistema della gerarchia di corte.

383 d.C.     
     L'imperatore Graziano, cercando il sostegno dei fedeli del vecchio culto, decreta l'incompatibilità della carica di Pontefice Massimo con la fede cristiana.

393 d.C.
         L'imperatore Eugenio rafforza la religione pagana e muove guerra contro Teodosio. Si reca a Milano. S. Ambrogio lo dichiara apostata e fugge da Milano, andando a Bologna, Faenza e poi Firenze, dove consacra la prima chiesa cristiana, dedicata a S. Lorenzo, fatta erigere da Giuliana, vedova di un prete, ebrea convertita. Il sermone di S. Ambrogio in quell'occasione é stato conservato.

1.8.394 d.C.
         S.Ambrogio, morto Eugenio,  riconosciuto imperatore Teodosio, lascia Firenze e rientra a Milano.

405 d.C.  
        Radagaiso, al comando di 200.000 Ostrogoti (Goti d'oriente), provenienti dalla Pannonia, con l'impero indifeso, invadono l'Italia, e Firenze non viene risparmiata. A causa del lungo periodo di pace, nella popolazione si era creata tanta apatia, e una  mollezza nei costumi  favorita dagli arricchimenti facili, a causa dell' ingarbugliato burocratico sistema tributario che aveva un solo scopo, quello di permettere  la corruzione fra chi era incaricato a riscuotere le tasse. Una invasione di barbari nessuno era preparato, e tanto meno in grado di difendersi e di respingerli.

Ci pensò l'esercito romano, che ben vettovagliato, sorprese gli Ostrogoti esausti dal caldo. Erano divisi in tre eserciti, ciascuno al comando di un principe. Quello rimasto in pianura fu massacrato dalla cavalleria , mentre gli altri che erano saliti a Montereggi = Mons Regis = Monte del Re, dietro Fiesole, non riuscendo a trovare nemmeno una sorgente d'acqua -in quel periodo torrido-  l' 8 agosto del 405 furono un gruppo dopo l'altro, sterminati tutti

100.000 Ostrogoti morirono ed altrettanti furono catturati, poi venduti come schiavi allo stesso prezzo delle pecore (1 moneta d'oro ciascuno); ma morirono presto quasi tutti, non abituati al caldo toscano. Nella tradizione cristiana, si narra che il giorno prima, un cristiano aveva detto di aver sognato S. Ambrogio, morto 7 anni prima, che gli aveva annunciato la vittoria. S. Zanobi sfruttò abilmente il "miracolo" allo scopo di propagandare il cristianesimo e di dare un duro colpo al paganesimo. Mentre nella cronaca, più che a Stilicone, i fiorentini attribuirono il merito a Santa Reparata, che l'8 agosto del 255 era stata martirizzata a Cesarea; gli dedicarono la prima chiesa dentro le mura. Si affermò così a Firenze il cristianesimo, fino allora relegato fuori le mura: S.Lorenzo, S. Miniato e Santa Felicita, vicino al borgo dove bivaccavano le carovane orientali. 
S. Reparata era venerata dai medio-orientali, di idioma greco. Delle 115 lapidi dell'epoca esistenti, sono quasi tutte scritte in greco. In realtà, la vittoria di Monte Reggi avvenne il 23 agosto.


408 d.C.  
       I romani, sospettosi e invidiosi, fanno uccidere a Ravenna Stilicone, vandalo, ma sotto alcuni aspetti, più romano dei romani di una certa fazione (quella che non ne volevano sapere di generali barbari impegnati a guidare gli eserciti imperiali.

410 d.C.
         Alarico saccheggia Roma, ora non più protetta da Stilicone.

417 d.C.
         Data di due lapidi trovate nel cimitero protoromanico di S.Felicita. Nel luogo dove fu eretta S.Felicita, vi era un cimitero fuori le mura, esendo proibite le sepolture in città. Solo con l'avvento del cristianesimo si iniziò a seppellire nelle chiese (Giuliana a S. Lorenzo p.e., la cui lapide é al museo Buonarroti)

474 d.C.  
        Inizia il regno dell'ostrogoto Teodorico, che fu molto tollerante con la chiesa romana (legata all'aristocrazia). Infatti, almeno nel primo periodo cercò ci evitare contrasti e conflitti. Da parte sua la stessa chiesa (e la nobiltà romana legata a essa), pur diffidando dal re ariano, finché Teodorico fu in vita, non osò combatterlo.

476 d.C.
         Odoacre capeggia la sollevazione dei mercenari barbari, depone Romolo Augustolo. Caduta dell' Impero Romano d'Occidente. Odoacre si accorda con Teodorico una sede imperiale viene trasferita a Ravenna. Rimase quasi intatta la struttura amministrativa romana, anche se la stessa divenne più militaresca, con l'istituzione delle guardie alle porte delle città. Il mutato sistema economico iniziò a far languire i commerci della penisaola.  Non così l'agricoltura in Toscana e soprattutto a Firenze: a causa della diminuita popolazione  non doveva più importare grano, anzi l'esubero della sua produzione lo esportava in Gallia.

525 d.C.
         Giustino condanna l'eresia ariana, che riconosceva il potere spirituale della chiesa, ma non quello temporale. Teodorico, ariano come tutti i Goti, reagisce con persecuzioni e crudeltà.

526 d.C.  
        Muore Teodorico. Gli subentra la figlia Amalasunta, che sposa il cugino Teodato, che la fa esiliare e strangolare in un'isola del lago di Bolsena.

535-553 d.C.
         Giustiniano, imperatore di Costantinopoli, con la scusa di vendicare Amalasunta, inizia la guerra contro i Goti; i generali bizantini inseguiranno i Goti  sull'intera penisola, compresa Firenze.

Gli eserciti di Giustiniano invadono l'Italia  dalla Dalmazia  guidati da Belisario; mentre una flotta bizantina sbarcata nel sud Italia, raggiunge Napoli. Teodato annuncia di essere un filosofo e che vorrebbe ritirarsi, ma vuole in cambio  una congrua prebenda. Suggerisce poi  a papa Agapito I di recarsi a Costantinopoli, per convincere Giustiniano a desistere dalla guerra. Agapito I dovrà impegnare i beni della S. Sede per pagarsi le spese di viaggio; un viaggio inutile,  morirà infatti a Costantinopoli.

Inaspettatamente le un esercito di teodato sconfiggono l'esercito bizantino  in Dalmazia. Teodato torna a impegnarsi in una guerra. Ma i suoi soldati lo uccidono, lo sostituiscono con Vitige.


537 d.C.  
        Belisario alla testa dell'esercito bizantino arriva nella Firenze occupata e governata dai Goti di Vitige. 
Vitige cerca di evitare lo scontro, allontanandosi dalla città con 150.000 uomini, anche perché  non era proprio gradito ai fiorentini, che accolgono invece con favore Belisario e le sue truppe.

Vitige tenta di togliere Roma a Belisario, ma dopo un anno di inutile assedio, rinuncia e rientra a Ravenna, rioccupando, di passaggio la Tuscia.


539 d.C.    
      I bizantini governati da Cipriano e da Giustino si insediano stabilmente a Firenze;  ma il loro "incivile" comportamento (arroganza e spoliazioni) e le tasse arretrate che pretendevano, fecero rimpiangere ai Fiorentini  i "barbari"  Goti. Furono pretese infatti anche le tasse arretrate, cioè quelle pagate nei precedenti anni ai Goti. Né  riconobbero le proprietà terriera, le cariche pubbliche e  i privilegi concessi  dai Goti.

Nello stesso anno fu presa, dopo un assedio di 7 mesi, Fiesole. La carestia fu terribile e il testimone Procopio narra (calcando un po' la mano) di madri che mangiavano i figli e donne che adescavano gli uomini per mangiarseli

Contemporaneamente, un esercito di 100.000 Franchi scese in Italia, ma decimati anche loro dalla carestia, non riuscirono nemmeno a raggiungere Firenze.

541 d.C.    
      Giustino é unico comandante di Firenze. Inizia la costruzione della cinta bizantina

I Goti, ora guidati da Totila, riconquistano Verona, Faenza e cingono d'assedio Fiesole. I bizantini  arrivano in soccorso, ma Totila non si fa sorprendere alle spalle e si ritira a 25 Km., fra S.Piero a Sieve e Scarperia.

I bizantini , non trovando più gli assedianti, si dirigono verso il Mugello ma, in località Crocioni, sono affrontati dai Goti, sconfitti  e costretti a rifugiarsi nuovamente dentro le nuove mura di Firenze.

I Goti pur vittoriosi non rinnovarono l'assedio. Ci riproveranno undici anni dopo.


544 d.C.
         Termina la costruzione della cinta bizantina, più piccola di quella romana perché la popolazione é ora inferiore ai mille abitanti.

15.5.547  d.C.
        Viene sepolto in S. Felicita il primicerio Macrobio, uno dei primi Teodosiani che abitarono Firenze.

552  d.C.
        Il Goto Totila, nel luogo dove sorge Cafaggiolo, sul Mugello, sconfigge i bizantini. Firenze é di nuovo gotica.

554 d.C
.          Caduto in disgrazia Belisario, sostituito da Narsete, il generale bizantino sconfigge i Goti. Decimati  anche da una epidemia, Narsete  ricostituisce il dominio bizantino in Italia. Ma è un territorio - ridotto dalla lunga guerra "gotico-greca", dalle epidemie e dalle carestie-  in miseria, spopolata; e distrutta, più dai bizantini che non dai "barbari",

I bizantini provvidero a fare qualche pigra riparazione su Firenze: il mosaico marmoreo delle terme fu rimesso insieme con semplici  mattoni,  e l'imboccatura della cloaca romana (ora ricomposta al Museo Archeologico) fu riparata con marmi presi da altri edifici, compresa una statua.

16.4.556 d.C.          Viene nominato papa Pelagio I, che scrive a tutti i vescovi, compresi quelli di Firenze e di Fiesole, per essere riconosciuto unico papa.

568 d.C.  
       Alboino discende in Italia alla testa dei longobardi, popoli originari dell'Elba e dell'Eider. Insediati nei territori dei Gepidi e dei Rugi per qualche tempo, premuti dagli Avari, lo hanno abbandonato in massa, riversandosi in Italia

La dominazione longobarda escluse la città di Firenze dagli itinerari delle loro invasioni, spoliazioni, insediamenti di ducati. Questo per la vicinanza della Romagna e del Lazio, rimaste prima sotto i bizantini poi dal 600 in poi sotto la protezione del papato (quando papa Gregorio diede l'avvio al potere temporale della Chiesa).

Quella Longobarda fu una dominazione violenta, spesso esercitata  nell'anarchia totale, con una sistematica sottomissione dei territori che conquistava. Oltre questo, la penisola fu anche investita  da numerose carestie, da epidemia di vaiolo (570) e di peste bubbonica (571).

Quanto gli Ostrogoti erano stati tolleranti, tanto i longobardi furono integralisti delle loro antiche usanze tribali.
 Nell'insediarsi ignorarono del tutto la civiltà preesistente. Il diritto romano rimase solo più un ricordo; e nei loro rapporti (esclusi gli italici) prevalsero le regole-leggi consuetudinarie tribali  tramandate oralmente (fino all'editto di Rotari (643)  ma anche questo - per il solo fatto che era scritto-  non era molto diverso da quello precedente: cioè il consuetudinario con qualche cosina del diritto romano)

A capitale del ducato longobardo nel territorio toscano verso il mare fu scelta Lucca. Lo sbocco al mare restava Pisa. Così Firenze si trovò defilata e poté godere di maggiore libertà. Ma i barbari costumi dei Longobardi sull'intera penisola, l'eliminazione della moneta,  l'eliminazione degli scambi commerciali con altri  paesi e anche fra gli stessi ducati, diedero inizio agli anni più bui dell'intero  Medio Evo.

In questo periodo sorgono a Firenze:

il Battistero
S.Salvatore, nella zona del Ghetto, distrutta.
S.Giorgio
S.Andrea in Arco, in Foro Vetere, distrutta col Ghetto.
S.Piero in Ciel d'Oro, soppressa nel 1447
S.Pier Maggiore, già nella piazza omonima, ristrutturata nel 1000 e distrutta nel 1783
S.Maria de Ferlaupe, che corrisponde alla posteriore S.Piero Scheraggio, oggi inglobata negli Uffizi
S.Michele in Palchetto, poi S. Elisabetta, soppressa nel 1875.
Orsanmichele, così detta perché sorse sull' orto di un piccolo monastero appoggiato all'oratorio dedicato dai longobardi al loro protettore, San Michele.

I longobardi utilizzarono come prigioni i camminamenti sotto il colosseo (via delle Burella).


577 d.C.
        I longobardi si decidono a regolamentare l'assegnazione delle terre, imponendo però sempre un socio longobardo al 33% in ogni terreno assegnato a un locale.
Fu l'inizio di un relativo avvicinamento delle due schiatte.
Da notare che la maggior parte delle terre erano diventate preda dei longobardi, dopo averne  ucciso i proprietari o per salvare la vita  abbandonate da quelli fuggiti. La partecipazione al 33% fu fatta per un motivo: che nelle campagne non era rimasto più nessuno a coltivarle, e con lo spopolamento (anche se  per i longobardi l'unica dieta era quella carnea) rischiavano loro stessi di non poter sopravvivere.

Il nuovo sistema portò ad una grande diversità delle situazioni locali, che furono poi causa del successivo frammentarsi di quasi tutto il territorio italiano. E innanzitutto la divisione della penisola, con dei confini che rimarranno quasi immutati fino all'Unità d'Italia. Al Nord una miriade di Ducati, a Sud quello di Benevento, al Centro il Papato.


599 d.C.
         Gregorio I concede ai vescovi la facoltà di raccogliere fondi per la riedificazione delle chiese. Vengono costruite le torri di guardia a Firenze e nel contado di Barberino del Mugello, Passignano in Val di Pesa, Cintoia in Val d'Era

611 d.C.          I longobardi, che non conoscevano le città, iniziano ad apprezzarne i vantaggi e gli agi. Le donne assumono vesti romane e gli uomini si adattano al nuovo clima. Inizia la fusione delle lingue, la diffusione del cristianesimo e la riscoperta delle arti. Re Agilulfo fa lavorare alcuni artisti e si fa realizzare.

Al Bargello un piccolo bassorilievo in rame dorato che rappresenta il sovrano fra due guerrieri, alcuni uomini gli presentano corone e da una parte e dall'altra un genio alato porta una tavola con la scritta Victuria. Il latino é deturpato, come le figure.


629  d.C.  
       Re Dagoberto ammette alcuni mercanti dell'Italia longobarda alla fiera di Parigi. Sono finiti i contrasti nazionali, l'assimilazione é quasi completa, compresa la corruzione, come dimostrano le leggi di Liutprando contro la prostituzione e i numerosi  matrimoni fra persone con eccessivo divario di età (vecchi che sposavano donne bambine di 11-13 anni)

650 d.C.
         Epoca Carolingia: Lotario unisce Fiesole a Firenze in una unica contea, si sviluppa nuovamente l'economia agricola, si allarga notevolmente il contado e si formano i "borghi", si avvia il sistema dei "Castelli" difensivi organizzati in unità economica e sociale, in contrapposizione al "plebato", unità religiosa e amministrativa, legata alla Diocesi.
Si ricostruisce il sistema difensivo della città.

CERCHIA (detta poi ) CAROLINGIA

A nord: via del Campidoglio, via Tosinghi, via della Nave, inizio via delle Oche.
A est: via del Proconsolo.
A sud: via dei Leoni, via Lambertesca, Borgo Santi Apostoli.
A ovest: via Tornabuoni
Le mura partivano da Santa Maria Sopra Porta (spostata poi a Porta Santa Maria) Il battistero, presso il palazzo del Margravio (o Marchese), rappresentante del governo centrale, restava "fuori le mura".

680  d.C.         il vescovo Reparato di Firenze partecipa al concilio di Roma.

715 d.C.
         Re Ariberto fonda il convento di S.Donato ad Adso, nella Toscana meridionale. I longobardi edificarono molte chiese in Firenze, il loro santo preferito era l'arcangelo guerriero Michele, da cui Or S.Michele e S. Michele Bertelda (Bertelda fu la donatrice)

715 d.C.
        Il vescovo Specioso di Firenze siede a giudizio con un messo del re.

5.7.715  d.C.  
       Liutprando compone una lite territoriale fra i vescovi di Arezo e Siena. La divisione amministrativa del territorio non corrispondeva a quella ecclesiastica.

742 d.C.  
        Nasce Carlo Magno, futuro re Franco. Offrendo l'appoggio al Papa  combatterà i Longobardi 

773 d.C.  
        Adriano I convoca a Roma Carlo Magno re dei Franchi per utilizzarlo contro Desiderio, che non voleva restituire alcuni territori. Carlo Magno prima di scendere  a Roma passa dalla Toscana assicurandosene la fedeltà.

774  d.C.
        Carlo Magno sconfigge Desiderio a Pavia e si proclama re dei Franchi e dei Longobardi. Desiderio, ultimo discendente di Alboino, fatto prigioniero, viene condotto nel convento di Corvie in Piccardia.

775 d.C.   
       Terribile carestia in Toscana. Molti svendevano le proprietà, le mogli e i figli. Altri si arrampicavano sui bastimenti dei mercanti di schiavi, pur di avere cibo.

780 d.C.
         Carlo Magno torna a Roma per il battesimo del figlio Pipino e la nomina a re dei Longobardi. Al rientro si ferma a Firenze e dimora nel castello di San Mezzano. Beneficia Firenze mutandone il nome da Flurentia a Florentia. Dona un frammento della S.Croce (in Battistero); ricostruisce le mura e fa riparare le decorazioni del battistero. La moglie Ildegarda prega in S.Miniato e nel 782 manda un cospicuo dono di possessi fiorentini per grazia ricevuta in quell'occasione..

780 d.C.
         Un diploma di Carlo Magno menziona S.Pietro a Gropina come dotazione dell'Abbazia di San Silvestro di Nonantola

786 d.C.  
        Carlomagno e Pipino si fermano a Firenze nella loro marcia alla conquista di Benevento. Duca di Firenze era ancora Gudibrando, fino dai tempi della signoria longobarda. Fu deposto per avere requisito un convento nel pistoiese. Fu l'ultimo dei duchi fiorentini, poi subentrarono i conti franchi.

14.7.790  d.C.
       I fratelli Azoaldo, Adonaldo e Adopaldo edificano un convento in Pian di Ripoli.

800 d.C.
        Alcuni scheletri di Santi vengono portati da Roma per proseguire per Costanza. Il conte Scrot preleva un femore di S.Genesio e lo ingloba in un reliquiario dallo stile "arte moderna" creato da un artista fiorentino.

800 d.C.    
      Papa Leone III in S. Pietro incorona Imperatore Carlo Magno

800  d.C
.         Carlo Magno passa dal monometallismo aureo a quello argenteo. 
base il denaro d'argento di gr. 1,67 di fino.
Non aveva multipli effettivi. Il soldo e la lira erano unità astratte di conto.
1 lire = 20 soldi = 240 denari.


825 d.C.  
        Una flotta di pirati normanni risale l'Arno, spopola le campagne, distrugge i raccolti e brucia il palazzo arcivescovile di Fiesole, dove adesso é la badia fiesolana.

825 d.C
.         Lotario, successore di Carlo Magno, riordina l'insegnamento e designa Firenze come una delle 7 città italiana sede di studi superiori. Ricomincia il primato di Firenze su Lucca.

829 d.C.
         S.Donato, colto irlandese, conoscitore della letteratura antica, viene nominato vescovo di Fiesole, di ritorno da un pellegrinaggio a Roma.

846 d.C.
        diviene Marchese di Toscana Adalberto I, figlio di Bonifacio II, conte di Lucca. Con l'ordinamento carolingio, era Lucca la sede del marchesato.

850 d.C.
         S. Donato di Fiesole e Gerardo, vescovo di Firenze, ri recano a Roma per giudicare con il papa e l'imperatore, su  una nuova contesa territoriale fra i vescovi di Arezzo e di Siena.

19.10.852  d.C.    
     Utto, ricco possidente, lascia al figlio Doneziano il convento di S. Donnino a Settimo, di S.Pietro in Lecore e di S.Crisco a Campi. Doneziano poi si fece prete e lasciò i 3 conventi alla chiesa.

La Badia di Settimo svolgerà un ruolo molto importante nella storia fiorentina: in ambito morale, da Badia a Settimo partirà la lotta contro la corruzione e la simonia del clero. L''abate Guarino e, successivamente, S. Giovanni Gualberto ricoprirono nella Badia la carica di abate.

In campo economico, gli abati di Badia a Settimo bonificarono tutto il territorio paludoso circostante, regimarono le acque e protessero il territorio dalle inondazioni dell'Arno costruendo possenti argini e bastioni. Per tale abilità ricevettero dalla repubblica fiorentina l'incarico di sovrintendere alla regimazione delle acque, alla costruzione ed alla manutenzione degli argini e dei ponti  nella città e nell'intero contado.

Svilupparono poi anche l'arte della lana, tanto che alla fine del '400 l'Arte della Lana modificò l'abside, su disegno brunelleschiano, con fregio di Andrea della Robbia riproducenti il simbolo dell'Arte, e con affreschi di Giovanni da S.Giovanni.

Politicamente, gli abati di Badia a Settimo furono sempre presenti nella vita pubblica: tre di loro dormivano nelle celle della torre campanaria di palazzo vecchio con il compito di redigere i documenti ed accudire ai leoni.

La Badia fu ampliata nel 1200, aggiungendo alla navata centrale due navate laterali, al fine di inglobare nel corpo della chiesa il luogo dove avvenne la prova del fuoco di Piero Igneo, ricordato da una piccola targa di marmo con una iscrizione semicancellata. Tutta la chiesa fu innalzata, alle finestre furono messe lastre di alabastro.

La chiesa attuale é sopraelevata di circa 3mt. su 7 strati di successive pavimentazioni. La parte inferiore, riscoperta, presenta i resti degli affreschi di Buffalmacco.

Il chiostro é circondato di colonne, che sembra siano state prelevate dal vecchio cantiere in disuso  di S. Lorenzo.

Un sepolcro del succesivo 1096, con una bellissima implorazione latina, fu costruito per la madre e la sorella di Matilde di Canossa.

Il campanile, che fu distrutto dai tedeschi fino alle fondamenta, é stato ricostruito su una base rotonda.

Nella chiesa si trova  la tomba di Dino Campana, che il comune di Marradi oggi  reclama.

Prima della guerra, il sepolcro era in una cappella adiacente la badia, che non esiste più. Esiste invece  interrata, la cappella sottostante.


19.10.852 d.C.
        Berta, figlia del conte palatino Hugboldo viene nominata superiora dell'Abbazia di S. Andrea presso la piazza del mercato. L'abbazia disponeva di un laboratorio di tessitura; doveva donare a tempi stabiliti al vescovo Randingo un intero vestito di finissima  lana di capra.

10.11.852 d.C.  
        Viene nominato il laboratorio di tessitura del convento delle monache di Orsanmichele, che dipendevano da Nonantola.

854 d.C.  
       Vengono riuniti il comitato di Fiesole e quello di Firenze, che diventa capitale del maggior contado dell'Italia Centrale.

866  d.C.
       Leva di guerra fra le popolazioni toscane per sconfiggere i pirati che infestano periodicamente le coste toscane. I distretti per questa emergenza militare coalizzata comprendono Firenze, Arezzo e Volterra.

Donato, vescovo di Fiesole partecipa alla battaglia di Capua.

I contadini dovevano provvedere alla ricostruzione ed alla fortificazione dei castelli, in rapporto all'estensione delle terre che lavoravano. Facevano volentieri questo lavoro perché il castello, pur incombendo minaccioso come simbolo del padrone, offriva, dietro compenso, rifugio agli uomini, alle bestie ed alle cose. Anche il personale delle chiese e gli uomini liberi dovevano provvedere alle fortificazioni e ai turni di guardia.


866 d.C.
         un documento accerta che esiste già… S.Piero a Quaracchi. Un'architrave del secolo VIII è graffita a pavoni, simbolo dell'immortalità….

868 d.C.
       In un contratto fiorentino troviamo la prima espressione in volgare "uno pezzo de terra".

1.2.876  d.C.
       I vescovi di Fiesole e di Firenze ottengono l'immunità. I loro contadini non dipendono più dall'autorità civile.

881 d.C.
        Carlo il Grosso concede a Andrea, vescovo di Firenze, le rendite del paese di Quaracchi per i servigi ricevuti. Carlo il Grosso fece costruire la chiesa di S. Remigio (vescovo di Reims) ed altre chiese, ora scomparse.

884 d.C.
        Il marchesato di Toscana passa a Adalberto II detto il Ricco. Pone la sua candidatura per la corona d'Italia, ma non vi riuscirà.

21.2.891 d.C.  
      Stefano V incorona imperatore Guido di Spoleto, successore di Carlo il Grosso. Guido paga il consenso del vescovo di Firenze con la donazione di possedimenti imperiali (Passignano, dove viene fondato un convento).

21.5.898 d.C.   
      L'Imperatore Lamberto si assicura la fedeltà del vescovo di Firenze donandogli il Campo Regio, che si estendeva da Rifredi a Novoli.

900 d.C.
       Nel contado fiorentino c'era 1 solo castello. I castelli erano residenze feudali, una sorta di borgo fortificato, rocca o "arx". I primi castelli sorgevano nei pressi dei "gardinghi", come torri di vedetta longobarde (Barberino di Mugello, Passignano in Val di Pesa, Cintoia di Greve).

I castelli si dividevano in :
castra omogenea: abitati da una popolazione di coltivatori liberi
residenza feudale
castelli col cassero: accentramento militare
I signori dei castelli controllavano il traffico ed esigevano pedaggi.

La lotta contro i castelli e la loro distruzione fu uno degli obiettivi dei fiorentini. Badia a Settimo, Signa, vero porto fluviale fiorentino, Montelupo erano le zone più battute.

Accanto alle numerose abbazie (o badie) dove i monaci vivevano in solitudine, dediti allo studio e alla preghiera, sorsero le Plebanie (o Pievi) che erano le chiese del popolo rurale (poi riunite in ghilde), mentre la plebe cittadina si raccoglieva attorno alla chiesa parrocchiale normalmente situate al centro di un paese e di una città.


922  d.C.
       In un testamento rinvenuto con questa data si trovano che l'eredità consiste in:  "8 vasti campi, 2 prati, altri terreni, una casa, due corti,  17 capi di bestiame, 2 servi, 2 serve e come suppellettili un paiolo e la catena per appenderlo".

961 d.C.
           la corona di imperatore è contesa da Ottone, Berengario e Adalberto. Berengario ed Alberto si assicurano l'appoggio di Uberto, margravio di Toscana, garantendo a suo figlio Ugo la successione nella Marca toscana. Da Ugo, figlio di Uberto e di Willa, di origine romagnola, discesero poi  i conti Guidi.

2.2.962  d.C.  
      Ottone I incoronato imperatore. Uberto fugge presso gli Ungari, ma la marca rimane al figlio Ugo. Uberto poi potrà tornare e ricoprire di nuovo il suo incarico di margravio.

13.3.962  d.C.
       Ottone I impone ai vescovi e ai canonici di Toscana di dare le loro terre solo agli agricoltori che si fossero impegnati a pagare un fitto sotto forma di derrate. Era il primo tentativo per frenare la corruzione ecclesiastica e per sostituire al latifondo la mezzadria.

7.964  d.C.
       Ottone I obbliga Raimbaldo, vescovo di Firenze, a cedere ai canonici la chiesa parrocchiale di Signa con tutti i suoi possedimenti. Dal documento si rileva come le imposte nella chiesa non fossero più prelevate solo sui prodotti dei campi, sul bestiame, vino e olio, ma anche sulla produzione artigianale, mobili, vestiario, argento, ferro ecc. Venivano pagate in natura o in contanti. Del vescovo Raimbaldo troviamo molte dilapidazioni del patrimonio ecclesiastico a favore di protetti, per lucro o per comprarne l'appoggio.

4.8.967 d.C.  
       Un notaio scrive "Sihelmus" con la c aspirata. Altri esempi:   Mihaelle;   Rihardus;  Niholaus, Hastellare, Halebona, Vohatur, Haprioli, Monahorum. Una caratteristica tutta toscana, non solo parlata ma qui anche scritta.

970  d.C.
       Muore Uberto e gli succede Ugo, che nei successivi 30 anni accrescerà la prosperità di Firenze.

972 d.C.
        Il vescovo Sichelmo concede a un certo prete Domenico, suo favorito, S. Felicita contro un affitto di 2 soldi l'anno. La chiesa rimarrà abbandonata, tutti i paramenti e i libri venduti. A fronte della corruzione del clero secolare, veniva affermandosi il fervore religioso dei conventi e dei romitori.

Romualdo, uomo di passioni, romagnolo, dopo una vita violenta, fu condannato a 40 giorni di prigione ed abbracciò l'ascesi. Convinse Ugo e Willa a fondare e beneficare conventi.


978 d.C.   
     Il corpo di S. Miniato viene traslato a Metz

978 d.C.
        Sorge la Badia Fiorentina con annesso il Convento Benedettino. 
Willa figlia di Bonifacio, marchese di Camerino e di Spoleto era andata in  sposa al marchese Uberto, figlio naturale di Ugo di Provenza. Quando Uberto cercò di ostacolare Ottone I di Sassonia che era  riuscito nel 962 a cingere la corona d'Italia e quella imperiale, lui che l'aveva sempre contrastato dovette rifugiarsi presso gli Ungari e lasciare il potere in mano alla moglie Willa. Ambedue quest'anno sono perdonati e risparmiati da Ottone I. - Con loro il centro politico della Toscana si spostò da Lucca a Firenze.
L'atto di costituzione della Badia fu fatto il 31.5.978 a Pisa.


987  d.C.
       Con l'approssimarsi dell'incombente anno 1000, S. Romualdo convince Ugo ad essere più del solito generoso con la chiesa prima che avvenga la fine del mondo. Ugo costruirà S. Michele a Marturi, presso Poggibonsi e S.Andrea, in piazza della Repubblica, in seguito distrutta con lo sventramento urbanistico.

S. Romualdo sarà il primo romito a predicare violentemente contro l'immoralità  degli ecclesiastici, sposati, simoniaci.

 

Continua....

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