CRONOLOGIA di
FIRENZE
(Autore: Paolo Piccardi)
Parte prima
ORIGINI - NEOLITICO
:
Ovviamente non esiste nessuna fonte scritta sulle origini di Firenze; ma dai reperti conservati nel Museo Archeologico risulta
che nel Neolitico la vallata dell'Arno era già abitata da gruppi appartenenti ai Liguri.
Una popolazione tra le più importanti dell'Italia preromana. Stanziata
fra Toscana, Liguria, Lombardia e Piemonte. Fu poi coinvolta nelle migrazioni
delle popolazioni celtiche e germaniche tra il V e il IV secolo a.C..
1000 a.C.
Presenza in questo periodo anche
di piccoli insediamenti di
genti italiche di civiltà villanoviana, provenienti dall' Appennino
tosco-emiliano, stabilitisi alla confluenza del Mugnone con l'Arno. Al riparo dalle grandi
periodiche inondazioni del fiume, piuttosto frequenti, le prime costruzioni che formano
il primo vero nucleo di abitazioni sono poste in una
posizione priva di questi pericoli, scegliendo un colle che domina l'intera conca:
Fiesole; oggi a circa 6/8 chilometri dal centro urbano della città di Firenze. Fiesole
conserva numerosi reperti archeologici di questo primo periodo; poi le successive testimonianze etrusche, quelle
romane, quasi integre quelle medievali e infine gli immensi tesori del Rinascimento.
Una "bomboniera" con 3000 anni di meraviglie!
1000 a.C.
I primi Etruschi dopo i primi insediamenti sulla costa toscana, nel
periodo che va dall' VIII al VII secolo si insediano anche loro a Fiesole
rendendola fortificata. Il circuito delle mura che costruiscono era di Km. 2,5, dello
spessore di braccia 4 (mt. 2,32). Il primo sacerdote etrusco di Fiesole di
cui abbiamo notizie, era molto celebre, perché
tradizionalmente era il più bravo ad interpretare i fulmini (fulgurator).
Ma risulta, da
reperti in cotto rinvenuti -sempre alla confluenza del Mugnone con l' Arno- una
forte presenza di genti italiche, con una cultura sviluppatisi anche
attraverso apporti dall'Europa Centrale.
Molte poi furono le battaglie fra le città stato etrusche e i romani, in lotta
per l'egemonia (la più celebre quella del lago Regillo). L'ascesa di Roma
iniziò a rovinare la potenza etrusca a partire dal 396 quando distrutta Veio
pochi anni dopo tutta l'Etruria fu conquistata.
300 a.C.
Fiesole soccombe anch'essa ai romani, ma non si fa assimilare, benché i fiesolani combattessero a
fianco dei romani contro i nemici esterni.
225 a.C.
70.000 Galli attraversano l'Appennino, combattono contro gli etruschi a Chiusi;
poi decidono
di non puntare su Roma, ma su Fiesole, dove vengono affrontati dalle legioni
consolari e dai fiesolani sempre pronti a difendere la loro città. Incalzati i
Galli ripiegano verso la costa tirrenica,
ma vengono ugualmente sterminati.
2.8.217 a.C.
Annibale sconfigge a Canne i romani comandati
da Flaminio, che muore. A fianco degli eroici romani sono ricordati anche
molti soldati di Fiesole che si erano distinti pochi anni prima.
200 a.C. ca,
Fondazione della Firenze fiesolana-romano-etrusca.
Nei periodi di pace, come quello che seguì la seconda guerra punica, la
posizione collinare di Fiesole, era sì strategica per una buona difesa in tempo di guerra,
ma ne
ostacolava però lo sviluppo, risultando tagliata fuori dalle rotte commerciali
fluviali che avvenivano già da qualche tempo sulle rive del grande fiume
(come a suo tempo era avvenuto col Tevere a Roma, con i Latini che abitavano
sugli agresti colli).
I Fiesolani decisero quindi di edificare una nuova città nei pressi dell'Arno.
Questi abitanti furono denominati Florentes dai Romani, che normalmente sceglievano
questi appellativi in base al carattere degli abitanti (Valentes, Potentes, Placentia, Fidentia
ecc.). Il lucumone scese da Fiesole, aggiogò un toro e una giumenta bianca e tracciò il
solco di un perimetro dentro il quale dovevano essere edificate le mura
della nuova città.
Questo antico insediamento ancora etrusco-romano che fu in seguito distrutto da Silla, doveva
trovarsi nell'area compresa fra Piazza Donatello, S. Salvi e la confluenza dell'Africo con
l'Arno, che, ai quei tempi, si divideva in tre bracci, uno scorreva nell'attuale corso
dei Tintori, l'altro vicino a piazza Pitti. L'isola, che si veniva a formare al centro, era
lunga circa 7 Km.
I resti di queste mura furono visti in occasione di scavi nel 1700.
Inoltre 7
documenti fra il 1048 e il 1107 parlano di mura etrusche fra S.Salvi e l'Africo. Documenti
del 22.3.1280 e del 5.4.1280 riferiscono di una controversia delle monache "del convento di
S. Giusto (attuale piazza Donatello) presso le mura" che
dovevano essere sicuramente quelle etrusche,
perché il terzo cerchio di mura fu costruito solo a partire dal 1299.
Nel 1880, durante i lavori di scavo delle fondazioni del tempio
israelitico, fu rinvenuto un sarcofago etrusco, poi disperso.
Questa nuova città sull'Arno dovette svilupparsi molto in fretta, superando ben presto la
"madre" Fiesole, perché nella
descrizione della sua distruzione, nell' 82 da parte di Silla, veniva già
definita "uno
splendidissimo municipio". Un motivo quindi ci doveva essere.
Al Girone si vedono ancora i resti del ponte etrusco che
collegava Fiesole con Arezzo.
100 a.C.
Primo ponte in legno, nei pressi dell'attuale ponte Vecchio
92 a.C.
Prima notizia di un terremoto a Firenze, che seminò il terrore.
90 a.C.
Alcune città toscane si confederarono, tentando con delle ribellioni di abolire il dominio
che allora esercitava Roma. Lucio Porcio
Catone fu spedito a sedare le rivolte. Solo su Fiesole -ritenuta la
responsabile "politica" dei disordini- si accanì la vendetta "col ferro e
col fuoco".
82 a.C.
Altri disordini contro i Romani. Silla rientrato trionfatore dall'Asia, viene nominato dittatore e si propone di sedare la
guerra civile, che era scoppiata. Arezzo, Firenze, Populonia e Volterra si posero
all'opposizione. Florentia fu l'unica a dover subire la peggiore punizione; la confisca generale, la distruzione
totale e l'aratura di tutta la superficie.
79 a.C.
Muore Silla, il suo cadavere viene dato alle fiamme sul Campo di Marte. Scoppia la guerra
civile, a causa della ribellione di Lepido. Approfittando dello stato di confusione, i
fiesolani -memori delle stragi del 90 a.C.- invadono i possedimenti dei veterani di Silla, uccidendone un gran numero.
63 a.C.
Catilina si ribella contro Roma e pone il suo centro di azione a Fiesole, sotto il comando
di Manlio. Nella battaglia presso Pistoia fu sconfitto, con la perdita di tutti i
comandanti e di 3000 uomini. Cicerone ebbe il merito di convincere il governo romano a non
esercitare contro Fiesole una vendetta punitiva di tipo terroristico o
terrorizzante..
59 a.C. Nuova
fondazione di Firenze in applicazione delle leggi agrarie che Giulio Cesare aveva fatto
approvare dal Senato per distribuire le terre coltivabili ai veterani di Pompeo.
Firenze dopo la distruzione dell'82 a.C. torna a risorgere. La lunga via dove
poi fu costruita da Adriano, la Cassia, è già una vera e propria
"autostrada" del tempo. Mentre l'Arno inizia a pullulare di chiatte e
natanti che provengono carichi di merci dal Tirreno.
Cesare mandò una commissione di 20 persone, guidate da Crasso e da Pompeo per
la ricostruzione ex novo della città. Il rettangolo che va da Badia a Ripoli
verso Prato e da San Domenico al Galluzzo, fu
suddiviso come di solito facevano i romani, in 300 quadrati, di cui ancora oggi alcune strade vicinali seguono i bordi. Il
luogo in cui sorse Firenze fu prescelto perché comodo per i transiti stradali e
fluviali; e per la difesa della città furono costruite mura che avevano un
perimetro di circa duemila metri. Doveva dunque avere questa città per Roma una
certa importanza demografica oltre che strategica.
Il nome Firenze viene fatto derivare:
da un leggendario re Fiorino
dai "ludi florales" primaverili, perché Firenze fu fondata di
primavera
da "florentia" = abbondanza
da "Florentes" (vedi prima fondazione di Firenze).
Altre 4 città furono battezzate "Florentia": Vienne in Francia,
Granada in Spagna, e Firenzuola, l'unica che ha poi mantenuto il nome originale, anche se modificato.
Firenze fu dedicata alla Ninfa Clori che, per amore del vento di
primavera (lo Zeffiro) venne tramutata in dea boschiva Flora, una divinità che tramutava in fiori tutto
ciò che toccava.
All'inizio fu una colonia all'interno del perimetro, che passava a Nord
dell'attuale via Cerretani, all'imbocco con piazza San Giovanni. A nord c'era la porta "ad
Aquilonem" o "Praetoria" o "di Tramontana" o "del
Vescovo" era di fronte all'attuale Borgo San Lorenzo. Da questa porta ci si immetteva
nel "cardo", che passava per l'attuale via Roma e in piazza della
Repubblica,
dove incontrava il "decumanus". A est la porta "Principalis" destra o
"porta San Piero", tra via del Corso e via del Proconsolo. A ovest la porta
"Principalis" sinistra, o "porta San Pancrazio (o Brancazio)" tra via
Strozzi e via Tornabuoni. Vi correva il "decumanus" per via del Corso, via degli
Speziali, via Strozzi. Il cardo passava da nord a sud, il decumano da est a ovest.
Nell'incrocio c'era la colonna dell' Abbondanza, che segnava il "mundus
sacrificale", attorno al quale c'era il Foro, dove poi nel Medio Evo si
costruì il
Mercato Vecchio e, in seguito, il Ghetto.
Presso il Foro (oggi piazza Repubblica) sorgeva il Campidoglio, che,
elevato sopra una gradinata di marmo alta mt. 5, custodiva le statue di Giove, Giunone,
Minerva (via del Campidoglio). Era di mq. 780. I capitelli di S. Miniato
probabilmente provengono
da questo Campidoglio. Le Terme sorsero presso il "caput acquae" in prossimità
dell'attuale via Terme.
Un acquedotto di Km. 12 provvedeva a portare l'acqua da Monte
Morello, fino a via di Carpaccio, "dietro al Palagio di Parte Guelfa". Sono state rinvenute
anche le tracce di 3 terme. Nelle strade più frequentate c'erano vasche quadrate in pietra arenaria
che
contenevano acqua per abbeverare le bestie in transito. A Nord-Est del mercato,
c'era un pozzo alimentato dalle acque dell'Arno e del Mugnone, che erano dallo
stesso terreno filtrate e depurate. In una parete sul manufatto del pozzo c'era una effige del dio Arno
semi-giacente, ora conservato al Museo Archeologico. In piazza S. Firenze vi era il tempio di
Iside, la dea del Nilo, sorretto da robuste colonne d'ordine attivo in pietra arenaria
rivestita di stucco. Sono state rinvenute numerose targhe votive per guarigioni
o (era già allora un "miracolo") per aver ottenuto una
esenzioni di tasse. Ai suoi lati due teatri: fra via dé Gondi e Palazzo Vecchio
quello destinato all'arte drammatica, mentre quello verso piazza Peruzzi
era un'arena per i giuochi e le pantomine popolari.
In
piazza S. Trinita vi era un bellissimo ampio loggiato.
Il porto fluviale con le varie banchine di attracco, sorgeva nell'attuale piazza
Mentana.
Nella pianura fra Castello e Prato, sono ancora tracce della
strutturazione a maglia quadrata, impostata sull' asse della via Cassia: i nomi di
Settimo, Settimello, Sesto, Quinto, Quarto, Terzolle, ricordano le pietre miliari delle
strade romane. Costruzioni fuori le mura erano le collinette dove oggi sorgono
S. Lorenzo e
Palazzo Pitti. In quest'ultimo borgo si insediarono i siriani, che, sembra, portarono a
Firenze il cristianesimo. Il culto principale era fino allora quello di origine etrusco dedicato a Iside (o
Toposiride). Sono state infatti trovate negli scavi molte iscrizioni di questo
culto.
Il luogo era stato precedentemente abitato, come mostrano i
reperti archeologici conservato nel Museo Archeologico. C'era infatti un sepolcro murato nella parete
del Battistero a sinistra dell'altare maggiore, la tomba di una fioraia, Remnia Primigenia,
che era dopo quel mestiere divenuta ricca vendendo molte altre cose. Dal 1230 la
sua tomba servì da sepolcro al vescovo Giovanni
di Firenze.
Per 500 anni, ossia fin quasi al crollo dell'impero, Firenze crebbe e prosperò senza
problemi o contraccolpi. La mancanza quasi assoluta di "brutte" notizie
in tale periodo lo sta a dimostrare. Quelle poche esistenti parlano solo di questioni amministrative
interne; alcune opposizione di cittadini contro gli impopolari provvedimenti
governativi; o parlano del conseguimento di
privilegi e di favori di alcuni cittadini di rango.
15 d.C.
Firenze manda una ambasceria a Roma, per evitare che il Chiana venga deviato nell'Arno,
come si progettava a Roma, per evitare le piene del Tevere.
30 d.C.
A Roma, come narra la tradizione cristiana, viene istituito il papato. Primo Papa S.Pietro.
123 d.C.
Adriano fa ricostruire la Cassia fino a Firenze, che, per riconoscenza, gli fa erigere un
monumento nel Foro.
130 d.C.
Viene costruito il grande anfiteatro da 20.000 posti (via Torta, via dé Bentaccordi,
piazza Peruzzi). Era lungo mt. 113 con una circonferenza di mt. 334,4. Alcuni resti sono
nel Museo Archeologico.
200 d.C.
Primo ponte in muratura presso il cosiddetto Porto di Firenze. Il porto romano (l'Arno era
navigabile dalla foce alla confluenza con l'Africo) é stato individuato dall' incrocio
delle attuali via Mosca, via dei Vagellai, via Neri.
222 d.C.
Il figlio di Petronio Melio diventa
console romano (unico fiorentino)
25.10.250 d.C.
Martirio di S. Miniato. Il suo corpo fu sepolto sul
Mons Florentinus. Quando poi il cristianesimo verrà ufficializzato, in questo cimitero verrà
costruita una cappella. Le persecuzioni di questi anni su Firenze furono ordinate dall'imperatore Decio.
285 d.C.
Firenze diviene sede ufficiale del Corrector, il governatore del distretto amministrativo
comprendente la Toscana, l'Umbria, parte delle Marche, dell'Emilia, del Lazio e della
Liguria.
287 d.C.
Firenze decide di innalzare una statua nel foro per onorare Diocleziano, che aveva esteso
i confini dell'impero fino al Danubio.
2.10.313 d.C.
Il vescovo Felice (1� di Firenze) partecipa al Sinodo che si pronunzia contro i Donatisti.
Con l'Editto di Milano di Costantino, la chiesa del popolo diventa chiesa di corte.
L'imperatore diventava il capo e la gerarchia ecclesiastica, nei rapporti con il popolo
viene organizzata con lo stesso sistema della gerarchia di corte.
383 d.C.
L'imperatore Graziano, cercando il sostegno dei fedeli del vecchio culto, decreta
l'incompatibilità della carica di Pontefice Massimo con la fede cristiana.
393 d.C.
L'imperatore Eugenio rafforza la religione pagana e muove guerra contro Teodosio. Si reca
a Milano. S. Ambrogio lo dichiara apostata e fugge da Milano, andando a Bologna, Faenza e
poi Firenze, dove consacra la prima chiesa cristiana, dedicata a S. Lorenzo, fatta erigere
da Giuliana, vedova di un prete, ebrea convertita. Il sermone di S. Ambrogio in
quell'occasione é stato
conservato.
1.8.394 d.C.
S.Ambrogio, morto Eugenio,
riconosciuto
imperatore Teodosio, lascia Firenze e rientra a Milano.
405 d.C.
Radagaiso, al comando di 200.000 Ostrogoti (Goti d'oriente), provenienti dalla Pannonia,
con l'impero indifeso,
invadono l'Italia, e Firenze non viene risparmiata. A causa del lungo periodo di pace,
nella popolazione si era creata tanta apatia, e una mollezza nei costumi
favorita dagli arricchimenti facili, a causa dell' ingarbugliato burocratico sistema tributario che aveva
un solo scopo, quello di permettere la corruzione fra chi era incaricato a
riscuotere le tasse. Una invasione di barbari nessuno era preparato, e tanto
meno in grado di difendersi e di respingerli.
Ci pensò l'esercito romano, che ben vettovagliato, sorprese gli Ostrogoti esausti dal
caldo. Erano divisi in tre eserciti, ciascuno al comando di un principe. Quello rimasto in
pianura fu massacrato dalla cavalleria , mentre gli altri che erano saliti a Montereggi =
Mons Regis = Monte del Re, dietro Fiesole, non riuscendo a trovare nemmeno una
sorgente d'acqua -in quel periodo torrido- l' 8 agosto del 405
furono un gruppo dopo l'altro, sterminati tutti
100.000 Ostrogoti morirono ed altrettanti furono catturati, poi venduti come schiavi allo
stesso prezzo delle pecore (1 moneta d'oro ciascuno); ma morirono presto quasi
tutti, non abituati al caldo toscano. Nella tradizione cristiana, si narra che il giorno prima, un cristiano aveva detto di aver sognato
S. Ambrogio, morto 7 anni
prima, che gli aveva annunciato la vittoria. S. Zanobi sfruttò abilmente il
"miracolo" allo scopo di propagandare il cristianesimo e di dare un duro colpo
al paganesimo. Mentre nella cronaca, più che a Stilicone, i fiorentini attribuirono il merito a Santa Reparata,
che l'8 agosto del 255 era stata martirizzata a Cesarea; gli dedicarono la prima chiesa dentro le
mura. Si affermò così a Firenze il cristianesimo, fino allora relegato fuori le mura:
S.Lorenzo, S. Miniato e Santa Felicita, vicino al borgo dove bivaccavano le carovane
orientali.
S. Reparata era venerata dai medio-orientali, di idioma greco. Delle 115 lapidi
dell'epoca esistenti, sono quasi tutte scritte in greco. In realtà, la vittoria
di Monte Reggi avvenne il 23 agosto.
408 d.C. I romani, sospettosi e invidiosi, fanno uccidere a Ravenna Stilicone, vandalo, ma
sotto alcuni aspetti, più
romano dei romani di una certa fazione (quella che non ne volevano sapere di
generali barbari impegnati a guidare gli eserciti imperiali.
410 d.C.
Alarico saccheggia Roma, ora non più protetta da Stilicone.
417 d.C.
Data di due lapidi trovate nel cimitero protoromanico di S.Felicita. Nel luogo dove fu
eretta S.Felicita, vi era un cimitero fuori le mura, esendo proibite le sepolture in
città. Solo con l'avvento del cristianesimo si iniziò a seppellire nelle chiese
(Giuliana a S. Lorenzo p.e., la cui lapide é al museo Buonarroti)
474 d.C.
Inizia il regno dell'ostrogoto Teodorico, che fu molto tollerante con la chiesa
romana (legata all'aristocrazia). Infatti, almeno nel primo periodo cercò ci
evitare contrasti e conflitti. Da parte sua la stessa chiesa (e la nobiltà
romana legata a essa), pur diffidando dal re ariano, finché Teodorico fu in
vita, non osò combatterlo.
476 d.C.
Odoacre capeggia la sollevazione dei mercenari barbari, depone Romolo Augustolo. Caduta
dell' Impero Romano d'Occidente. Odoacre si accorda con Teodorico una sede imperiale
viene trasferita a Ravenna. Rimase quasi intatta la struttura amministrativa romana,
anche se la stessa divenne più
militaresca, con l'istituzione delle guardie alle porte delle città. Il mutato
sistema economico iniziò a far languire i commerci della penisaola. Non così
l'agricoltura in Toscana e soprattutto a Firenze: a causa della diminuita
popolazione non
doveva più importare grano, anzi l'esubero della sua produzione lo esportava in Gallia.
525 d.C.
Giustino condanna l'eresia ariana, che
riconosceva il potere spirituale della chiesa, ma non quello temporale. Teodorico, ariano
come tutti i Goti, reagisce con persecuzioni e crudeltà.
526 d.C.
Muore Teodorico. Gli subentra la figlia Amalasunta, che sposa il cugino Teodato, che la fa
esiliare e strangolare in un'isola del lago di Bolsena.
535-553 d.C.
Giustiniano, imperatore di
Costantinopoli, con la scusa di vendicare Amalasunta, inizia la guerra contro i
Goti; i generali bizantini inseguiranno i Goti sull'intera penisola, compresa Firenze.
Gli eserciti di Giustiniano invadono l'Italia dalla Dalmazia guidati da
Belisario; mentre una flotta bizantina sbarcata nel sud Italia, raggiunge Napoli. Teodato annuncia di
essere un filosofo e che vorrebbe ritirarsi, ma vuole in cambio una congrua prebenda.
Suggerisce poi a
papa Agapito I di recarsi a Costantinopoli, per convincere Giustiniano a desistere dalla
guerra. Agapito I dovrà impegnare i beni della S. Sede per pagarsi le spese di viaggio;
un viaggio inutile, morirà infatti a Costantinopoli.
Inaspettatamente le un esercito di teodato sconfiggono l'esercito
bizantino in Dalmazia.
Teodato torna a impegnarsi in una guerra. Ma i suoi soldati lo uccidono, lo sostituiscono con
Vitige.
537 d.C.
Belisario alla testa dell'esercito bizantino arriva nella Firenze occupata e governata dai
Goti di Vitige.
Vitige cerca di evitare lo scontro, allontanandosi dalla città con 150.000 uomini,
anche perché non era proprio gradito ai
fiorentini, che accolgono invece con favore Belisario e le sue truppe.
Vitige tenta di togliere Roma a Belisario, ma dopo un anno di inutile
assedio, rinuncia e rientra a Ravenna, rioccupando, di passaggio la Tuscia.
539 d.C.
I bizantini governati da Cipriano e da Giustino si insediano stabilmente a
Firenze; ma
il loro "incivile" comportamento (arroganza e spoliazioni) e le tasse
arretrate che pretendevano, fecero rimpiangere ai Fiorentini i
"barbari" Goti. Furono pretese infatti anche le
tasse arretrate, cioè quelle pagate nei precedenti anni ai Goti. Né
riconobbero le proprietà terriera, le cariche pubbliche e i privilegi
concessi dai Goti.
Nello stesso anno fu presa, dopo un assedio di 7 mesi, Fiesole. La
carestia fu terribile e il testimone Procopio narra (calcando un po' la mano) di madri che mangiavano i
figli e
donne che adescavano gli uomini per mangiarseli
Contemporaneamente, un esercito di 100.000 Franchi scese in Italia,
ma decimati anche loro dalla carestia, non riuscirono nemmeno a raggiungere Firenze.
541 d.C.
Giustino é unico comandante di Firenze. Inizia la costruzione della cinta bizantina
I Goti, ora guidati da Totila, riconquistano Verona, Faenza e cingono d'assedio
Fiesole. I bizantini arrivano in soccorso, ma Totila non si fa sorprendere alle spalle e si
ritira a 25 Km., fra S.Piero a Sieve e Scarperia.
I bizantini , non trovando più gli assedianti, si dirigono verso il Mugello
ma, in località Crocioni, sono affrontati dai Goti, sconfitti e costretti a rifugiarsi
nuovamente dentro le nuove mura di Firenze.
I Goti pur vittoriosi non rinnovarono l'assedio. Ci riproveranno undici anni
dopo.
544 d.C.
Termina la costruzione della cinta bizantina, più piccola di quella romana perché la
popolazione é ora inferiore ai mille abitanti.
15.5.547 d.C.
Viene sepolto in S. Felicita il primicerio
Macrobio, uno dei primi Teodosiani che abitarono Firenze.
552 d.C.
Il Goto Totila, nel luogo dove sorge
Cafaggiolo, sul Mugello, sconfigge i bizantini. Firenze é di nuovo gotica.
554 d.C.
Caduto in disgrazia Belisario,
sostituito da Narsete, il generale bizantino sconfigge i Goti. Decimati
anche da una epidemia, Narsete ricostituisce il dominio bizantino in
Italia. Ma è un territorio - ridotto dalla lunga guerra "gotico-greca",
dalle epidemie e dalle carestie- in miseria, spopolata; e distrutta, più
dai bizantini che non dai "barbari",
I bizantini provvidero a fare qualche pigra
riparazione su Firenze: il mosaico marmoreo delle terme
fu rimesso insieme con semplici mattoni, e l'imboccatura della cloaca romana (ora ricomposta al Museo
Archeologico) fu riparata con marmi presi da altri edifici, compresa una statua.
16.4.556 d.C.
Viene nominato papa Pelagio I, che scrive
a tutti i vescovi, compresi quelli di Firenze e di Fiesole, per essere
riconosciuto unico papa.
568 d.C.
Alboino discende in Italia alla testa dei longobardi, popoli originari dell'Elba e
dell'Eider. Insediati nei territori dei Gepidi e dei Rugi per qualche tempo, premuti dagli
Avari, lo hanno abbandonato in massa, riversandosi in Italia
La dominazione longobarda escluse la città di Firenze dagli itinerari delle
loro invasioni, spoliazioni, insediamenti di ducati. Questo per la vicinanza della
Romagna e del Lazio, rimaste prima sotto i bizantini poi dal 600 in poi sotto la
protezione del papato (quando papa Gregorio diede l'avvio al potere temporale
della Chiesa).
Quella Longobarda fu una dominazione violenta, spesso esercitata
nell'anarchia totale, con una sistematica sottomissione dei territori che
conquistava. Oltre questo, la penisola fu anche investita da numerose carestie,
da epidemia di
vaiolo (570) e di peste bubbonica (571).
Quanto gli Ostrogoti erano stati tolleranti, tanto i longobardi furono
integralisti delle loro antiche usanze tribali.
Nell'insediarsi ignorarono del tutto la civiltà preesistente.
Il diritto romano rimase solo più un ricordo; e nei loro rapporti (esclusi gli
italici) prevalsero le regole-leggi consuetudinarie tribali tramandate
oralmente (fino all'editto di Rotari (643) ma anche questo - per il solo
fatto che era scritto- non era molto diverso da quello precedente: cioè
il consuetudinario con qualche cosina del diritto romano)
A capitale del ducato longobardo nel territorio toscano verso il mare fu scelta Lucca. Lo sbocco al mare
restava Pisa. Così Firenze si trovò defilata e poté godere di maggiore
libertà. Ma i
barbari costumi dei Longobardi sull'intera penisola, l'eliminazione della
moneta, l'eliminazione degli scambi commerciali con altri paesi e
anche fra gli stessi ducati, diedero inizio agli anni più bui dell'intero
Medio Evo.
In questo periodo sorgono a Firenze:
il Battistero
S.Salvatore, nella zona del Ghetto, distrutta.
S.Giorgio
S.Andrea in Arco, in Foro Vetere, distrutta col Ghetto.
S.Piero in Ciel d'Oro, soppressa nel 1447
S.Pier Maggiore, già nella piazza omonima, ristrutturata nel 1000 e
distrutta nel 1783
S.Maria de Ferlaupe, che corrisponde alla posteriore S.Piero Scheraggio,
oggi inglobata negli Uffizi
S.Michele in Palchetto, poi S. Elisabetta, soppressa nel 1875.
Orsanmichele, così detta perché sorse sull' orto di un piccolo monastero
appoggiato all'oratorio dedicato dai longobardi al loro protettore, San Michele.
I longobardi utilizzarono come prigioni i camminamenti sotto il colosseo
(via delle Burella).
577 d.C. I longobardi si decidono a regolamentare l'assegnazione delle terre, imponendo
però sempre un socio
longobardo al 33% in ogni terreno assegnato a un locale.
Fu l'inizio di un relativo avvicinamento delle due schiatte.
Da notare che la maggior parte delle terre erano diventate preda dei
longobardi, dopo averne ucciso i proprietari o per salvare la vita
abbandonate da quelli fuggiti. La partecipazione al 33% fu fatta per un motivo:
che nelle campagne non era rimasto più nessuno a coltivarle, e con lo
spopolamento (anche se per i longobardi l'unica dieta era quella carnea)
rischiavano loro stessi di non poter sopravvivere.
Il nuovo sistema portò ad una grande diversità delle situazioni locali, che
furono poi
causa del successivo frammentarsi di quasi tutto il territorio italiano. E
innanzitutto la divisione della penisola, con dei confini che rimarranno quasi
immutati fino all'Unità d'Italia. Al Nord una miriade di Ducati, a Sud quello
di Benevento, al Centro il Papato.
599 d.C.
Gregorio I concede ai vescovi la facoltà
di raccogliere fondi per la riedificazione delle chiese. Vengono costruite le torri di
guardia a Firenze e nel contado di Barberino del Mugello, Passignano in Val di Pesa, Cintoia
in Val d'Era
611 d.C.
I longobardi, che non conoscevano le città, iniziano ad apprezzarne i vantaggi e gli agi.
Le donne assumono vesti romane e gli uomini si adattano al nuovo clima. Inizia la fusione
delle lingue, la diffusione del cristianesimo e la riscoperta delle arti. Re Agilulfo fa
lavorare alcuni artisti e si fa realizzare.
Al Bargello un piccolo bassorilievo in rame dorato che rappresenta il sovrano
fra due guerrieri, alcuni uomini gli presentano corone e da una parte e dall'altra un
genio alato porta una tavola con la scritta Victuria. Il latino é deturpato, come le
figure.
629 d.C.
Re Dagoberto ammette alcuni mercanti dell'Italia longobarda alla fiera di Parigi. Sono
finiti i contrasti nazionali, l'assimilazione é quasi completa, compresa la corruzione, come
dimostrano le leggi di Liutprando contro la prostituzione e i numerosi matrimoni fra persone con
eccessivo divario di età (vecchi che sposavano donne bambine di 11-13 anni)
650 d.C.
Epoca Carolingia: Lotario unisce Fiesole a Firenze in una unica contea, si sviluppa
nuovamente
l'economia agricola, si allarga notevolmente il contado e si formano i "borghi",
si avvia il sistema dei "Castelli" difensivi organizzati in unità economica e
sociale, in contrapposizione al "plebato", unità religiosa e
amministrativa, legata alla Diocesi.
Si ricostruisce il sistema difensivo della città.
CERCHIA (detta poi ) CAROLINGIA
A nord: via del Campidoglio, via Tosinghi, via della
Nave, inizio via
delle Oche.
A est: via del Proconsolo.
A sud: via dei Leoni, via Lambertesca, Borgo Santi Apostoli.
A ovest: via Tornabuoni
Le mura partivano da Santa Maria Sopra Porta (spostata poi a Porta Santa
Maria) Il battistero, presso il palazzo del Margravio (o Marchese), rappresentante del
governo centrale, restava "fuori le mura".
680 d.C.
il vescovo Reparato di Firenze partecipa al concilio di Roma.
715 d.C.
Re Ariberto fonda il convento di S.Donato ad Adso, nella Toscana meridionale. I longobardi
edificarono molte chiese in Firenze, il loro santo preferito era l'arcangelo guerriero
Michele, da cui Or S.Michele e S. Michele Bertelda (Bertelda fu la donatrice)
715 d.C.
Il vescovo Specioso di Firenze siede a giudizio
con un messo del re.
5.7.715 d.C.
Liutprando compone una lite territoriale fra i vescovi di Arezo e Siena. La divisione
amministrativa del territorio non corrispondeva a quella ecclesiastica.
742 d.C.
Nasce Carlo Magno, futuro re Franco. Offrendo l'appoggio al Papa combatterà i Longobardi
773 d.C.
Adriano I convoca a Roma Carlo Magno re dei Franchi per utilizzarlo contro Desiderio, che
non voleva restituire alcuni territori. Carlo Magno prima di scendere a Roma
passa dalla Toscana
assicurandosene la fedeltà.
774 d.C.
Carlo Magno sconfigge Desiderio a Pavia e si proclama re dei Franchi e dei Longobardi.
Desiderio, ultimo discendente di Alboino, fatto prigioniero, viene condotto nel convento
di Corvie in Piccardia.
775 d.C.
Terribile carestia in Toscana. Molti svendevano le proprietà, le mogli e i figli. Altri
si arrampicavano sui bastimenti dei mercanti di schiavi, pur di avere cibo.
780 d.C.
Carlo Magno torna a Roma per il battesimo del figlio Pipino e la nomina a re dei
Longobardi. Al rientro si ferma a Firenze e dimora nel castello di San Mezzano.
Beneficia
Firenze mutandone il nome da Flurentia a Florentia. Dona un frammento della S.Croce (in
Battistero); ricostruisce le mura e fa riparare le decorazioni del battistero. La moglie
Ildegarda prega in S.Miniato e nel 782 manda un cospicuo dono di possessi fiorentini per
grazia ricevuta in quell'occasione..
780 d.C.
Un diploma di Carlo Magno menziona S.Pietro a Gropina come dotazione dell'Abbazia di San
Silvestro di Nonantola
786 d.C.
Carlomagno e Pipino si fermano a Firenze nella loro marcia alla conquista di Benevento.
Duca di Firenze era ancora Gudibrando, fino dai tempi della signoria longobarda. Fu
deposto per avere requisito un convento nel pistoiese. Fu l'ultimo dei duchi fiorentini,
poi
subentrarono i conti franchi.
14.7.790 d.C.
I fratelli Azoaldo, Adonaldo e Adopaldo
edificano un convento in Pian di Ripoli.
800 d.C.
Alcuni scheletri di Santi vengono portati da Roma per proseguire per Costanza. Il conte
Scrot preleva un femore di S.Genesio e lo ingloba in un reliquiario dallo stile "arte moderna"
creato da un artista fiorentino.
800 d.C.
Papa Leone III in S. Pietro incorona Imperatore Carlo Magno
800 d.C.
Carlo Magno passa dal monometallismo aureo a
quello argenteo.
base il denaro d'argento di gr. 1,67 di fino.
Non aveva multipli effettivi. Il soldo e la lira erano unità astratte di
conto.
1 lire = 20 soldi = 240 denari.
825 d.C.
Una flotta di pirati normanni risale l'Arno, spopola le campagne, distrugge i raccolti e
brucia il palazzo arcivescovile di Fiesole, dove adesso é la badia fiesolana.
825 d.C.
Lotario, successore di Carlo Magno, riordina
l'insegnamento e designa Firenze come una delle 7 città italiana sede di studi superiori.
Ricomincia il primato di Firenze su Lucca.
829 d.C.
S.Donato, colto irlandese, conoscitore
della letteratura antica, viene nominato vescovo di Fiesole, di ritorno da un
pellegrinaggio a Roma.
846 d.C.
diviene Marchese di Toscana Adalberto I, figlio di Bonifacio II, conte di Lucca. Con
l'ordinamento carolingio, era Lucca la sede del marchesato.
850 d.C.
S. Donato di Fiesole e Gerardo, vescovo di Firenze, ri recano a Roma per
giudicare con il papa
e l'imperatore, su una nuova contesa territoriale fra i vescovi di Arezzo e di Siena.
19.10.852 d.C.
Utto, ricco possidente, lascia al figlio Doneziano il convento di S. Donnino a Settimo, di
S.Pietro in Lecore e di S.Crisco a Campi. Doneziano poi si fece prete e lasciò i 3 conventi
alla chiesa.
La Badia di Settimo svolgerà un ruolo molto importante nella
storia fiorentina: in ambito morale, da Badia a Settimo partirà la lotta contro la
corruzione e la simonia del clero. L''abate Guarino e, successivamente, S. Giovanni
Gualberto ricoprirono nella Badia la carica di abate.
In campo economico, gli abati di Badia a Settimo bonificarono tutto il
territorio paludoso circostante, regimarono le acque e protessero il territorio dalle
inondazioni dell'Arno costruendo possenti argini e bastioni. Per tale abilità ricevettero dalla
repubblica fiorentina l'incarico di sovrintendere alla regimazione delle acque, alla
costruzione ed alla manutenzione degli argini e dei ponti nella città e
nell'intero contado.
Svilupparono poi anche l'arte della lana, tanto che alla fine del '400 l'Arte della
Lana modificò l'abside, su disegno brunelleschiano, con fregio di Andrea della Robbia
riproducenti il simbolo dell'Arte, e con affreschi di Giovanni da S.Giovanni.
Politicamente, gli abati di Badia a Settimo furono sempre presenti nella
vita pubblica: tre di loro dormivano nelle celle della torre campanaria di palazzo vecchio
con il compito di redigere i documenti ed accudire ai leoni.
La Badia fu ampliata nel 1200, aggiungendo alla navata centrale due navate
laterali, al fine di inglobare nel corpo della chiesa il luogo dove avvenne la prova del
fuoco di Piero Igneo, ricordato da una piccola targa di marmo con una iscrizione
semicancellata. Tutta la chiesa fu innalzata, alle finestre furono messe lastre di
alabastro.
La chiesa attuale é sopraelevata di circa 3mt. su 7 strati di successive
pavimentazioni. La parte inferiore, riscoperta, presenta i resti degli affreschi di
Buffalmacco.
Il chiostro é circondato di colonne, che sembra siano state prelevate dal
vecchio cantiere in disuso di S. Lorenzo.
Un sepolcro del succesivo 1096, con una bellissima implorazione latina, fu costruito
per la madre e la sorella di Matilde di Canossa.
Il campanile, che fu distrutto dai tedeschi fino alle fondamenta, é stato
ricostruito su una base rotonda.
Nella chiesa si trova la tomba di Dino Campana, che il comune di Marradi
oggi reclama.
Prima della guerra, il sepolcro era in una cappella adiacente la badia,
che non esiste più. Esiste invece interrata, la cappella sottostante.
19.10.852 d.C.
Berta, figlia del conte palatino Hugboldo viene nominata superiora dell'Abbazia di
S. Andrea presso la piazza del mercato. L'abbazia disponeva di un laboratorio di tessitura; doveva donare
a tempi stabiliti al vescovo Randingo un intero vestito di finissima lana di capra.
10.11.852 d.C.
Viene nominato il laboratorio di tessitura del convento delle monache di Orsanmichele, che
dipendevano da Nonantola.
854 d.C.
Vengono riuniti il comitato di Fiesole e quello di Firenze, che diventa capitale del
maggior contado dell'Italia Centrale.
866 d.C.
Leva di guerra fra le popolazioni toscane per sconfiggere i pirati che infestano
periodicamente le coste toscane. I distretti per questa emergenza militare
coalizzata comprendono Firenze, Arezzo e Volterra.
Donato, vescovo di Fiesole partecipa alla battaglia di Capua.
I contadini dovevano provvedere alla ricostruzione ed alla fortificazione
dei castelli, in rapporto all'estensione delle terre che lavoravano. Facevano volentieri
questo lavoro perché il castello, pur incombendo minaccioso come simbolo del padrone,
offriva, dietro compenso, rifugio agli uomini, alle bestie ed alle cose. Anche
il personale delle chiese e
gli uomini liberi dovevano provvedere alle fortificazioni e ai turni di guardia.
866 d.C.
un documento accerta che esiste già
S.Piero a Quaracchi. Un'architrave del secolo VIII è graffita a pavoni, simbolo
dell'immortalità
.
868 d.C.
In un contratto fiorentino troviamo la prima espressione in volgare "uno pezzo de
terra".
1.2.876 d.C.
I vescovi di Fiesole e di Firenze ottengono
l'immunità. I loro contadini non dipendono più dall'autorità civile.
881 d.C.
Carlo il Grosso concede a Andrea, vescovo di Firenze, le rendite del paese di Quaracchi
per i servigi ricevuti. Carlo il Grosso fece costruire la chiesa di S. Remigio (vescovo di
Reims) ed altre chiese, ora scomparse.
884 d.C.
Il marchesato di Toscana passa a Adalberto II
detto il Ricco. Pone la sua candidatura per la corona d'Italia, ma non vi riuscirà.
21.2.891 d.C.
Stefano V incorona imperatore Guido di Spoleto, successore di Carlo il Grosso. Guido paga
il consenso del vescovo di Firenze con la donazione di possedimenti imperiali (Passignano,
dove viene fondato un convento).
21.5.898 d.C.
L'Imperatore Lamberto si assicura la fedeltà del vescovo di Firenze donandogli il Campo
Regio, che si estendeva da Rifredi a Novoli.
900 d.C.
Nel contado fiorentino c'era 1 solo castello. I
castelli erano residenze feudali, una sorta di borgo fortificato, rocca o "arx".
I primi castelli sorgevano nei pressi dei "gardinghi", come torri di vedetta
longobarde (Barberino di Mugello, Passignano in Val di Pesa, Cintoia di Greve).
I castelli si dividevano in :
castra omogenea: abitati da una popolazione di coltivatori liberi
residenza feudale
castelli col cassero: accentramento militare
I signori dei castelli controllavano il traffico ed esigevano pedaggi.
La lotta contro i castelli e la loro distruzione fu uno degli obiettivi
dei fiorentini. Badia a Settimo, Signa, vero porto fluviale fiorentino, Montelupo erano le
zone più battute.
Accanto alle numerose abbazie (o badie) dove i monaci vivevano in
solitudine, dediti allo studio e alla preghiera, sorsero le Plebanie (o Pievi) che erano
le chiese del popolo rurale (poi riunite in ghilde), mentre la plebe cittadina si
raccoglieva attorno alla chiesa parrocchiale normalmente situate al centro di un
paese e di una città.
922 d.C.
In un testamento rinvenuto con questa data si
trovano che l'eredità consiste in: "8 vasti campi, 2 prati,
altri terreni, una casa, due corti, 17 capi di bestiame, 2 servi, 2 serve e come
suppellettili un paiolo e la catena per appenderlo".
961 d.C.
la corona di imperatore è contesa da Ottone, Berengario e Adalberto. Berengario ed
Alberto si assicurano l'appoggio di Uberto, margravio di Toscana, garantendo a suo figlio
Ugo la successione nella Marca toscana. Da Ugo, figlio di Uberto e di Willa, di origine
romagnola, discesero poi i conti Guidi.
2.2.962 d.C.
Ottone I incoronato imperatore. Uberto fugge presso gli Ungari, ma la marca rimane al
figlio Ugo. Uberto poi potrà tornare e ricoprire di nuovo il suo incarico di margravio.
13.3.962 d.C.
Ottone I impone ai vescovi e ai canonici di Toscana
di dare le loro terre solo agli agricoltori che si fossero impegnati a pagare un fitto
sotto forma di derrate. Era il primo tentativo per frenare la corruzione ecclesiastica e
per sostituire al latifondo la mezzadria.
7.964 d.C.
Ottone I obbliga Raimbaldo, vescovo di Firenze, a
cedere ai canonici la chiesa parrocchiale di Signa con tutti i suoi possedimenti. Dal
documento si rileva come le imposte nella chiesa non fossero più prelevate solo sui
prodotti dei campi, sul bestiame, vino e olio, ma anche sulla produzione artigianale,
mobili, vestiario, argento, ferro ecc. Venivano pagate in natura o in contanti. Del
vescovo Raimbaldo troviamo molte dilapidazioni del patrimonio ecclesiastico a favore di
protetti, per lucro o per comprarne l'appoggio.
4.8.967 d.C.
Un notaio scrive "Sihelmus" con la c aspirata. Altri esempi:
Mihaelle; Rihardus; Niholaus, Hastellare, Halebona, Vohatur,
Haprioli, Monahorum. Una caratteristica tutta toscana, non solo parlata ma qui
anche scritta.
970 d.C.
Muore Uberto e gli succede Ugo, che nei successivi 30 anni accrescerà la prosperità di
Firenze.
972 d.C.
Il vescovo Sichelmo concede a un certo prete
Domenico, suo favorito, S. Felicita contro un affitto di 2 soldi l'anno. La chiesa rimarrà
abbandonata, tutti i paramenti e i libri venduti. A fronte della corruzione del clero
secolare, veniva affermandosi il fervore religioso dei conventi e dei romitori.
Romualdo, uomo di passioni, romagnolo, dopo una vita violenta, fu
condannato a 40 giorni di prigione ed abbracciò l'ascesi. Convinse Ugo e Willa a fondare
e beneficare conventi.
978 d.C. Il corpo di
S. Miniato viene traslato a Metz
978 d.C.
Sorge la Badia Fiorentina con annesso il Convento Benedettino.
Willa figlia di Bonifacio,
marchese di Camerino e di Spoleto era andata in sposa al marchese Uberto, figlio naturale di Ugo di
Provenza. Quando Uberto cercò di ostacolare Ottone I di Sassonia che era
riuscito nel
962 a cingere la corona d'Italia e quella imperiale, lui che l'aveva sempre
contrastato dovette rifugiarsi presso gli Ungari
e lasciare il potere in mano alla moglie Willa. Ambedue quest'anno sono perdonati e
risparmiati da Ottone I. - Con loro il centro politico della Toscana si spostò da Lucca a
Firenze.
L'atto di costituzione della Badia fu fatto il 31.5.978 a Pisa.
987 d.C.
Con l'approssimarsi dell'incombente anno 1000, S. Romualdo convince Ugo ad essere più
del solito
generoso con la chiesa prima che avvenga la fine del mondo. Ugo costruirà S.
Michele a Marturi, presso Poggibonsi e S.Andrea,
in piazza della Repubblica, in seguito distrutta con lo sventramento urbanistico.
S. Romualdo sarà il primo romito a predicare violentemente contro
l'immoralità degli ecclesiastici, sposati, simoniaci.
Continua....
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